Gio Ponti è il Leonardo da Vinci del Design?

Leonardo da Vinci e Gio Ponti: due personaggi che hanno molti punti di vicinanza nonostante i secoli che li separano. Tutti e due si sono dedicati e hanno operato in una poliedricità di settori: architettura, ingegneria, arte, scienze, eccellendo in quasi tutte.

Il palinsesto televisivo contemporaneo è monopolizzato da serie tv e contest. Soprattutto questi ultimi stanno spopolando con confronti di ogni genere: cucina, ballo, pasticceria, recitazione, musica, ecc… Quindi, perché non immaginare dei confronti anche tra dei grandi personaggi della cultura e dell’arte di vari periodi storici?

Per esempio, secondo voi chi vincerebbe in un contest di genialità tra Leonardo da Vinci e Gio Ponti? Due personaggi che sicuramente hanno molti punti di vicinanza nonostante i secoli che li separano. Vediamone alcuni insieme.

Tutti e due si sono dedicati e hanno operato in una poliedricità di settori: architettura, ingegneria, arte, scienze, eccellendo in quasi tutte. Entrambi hanno vissuto a Milano, Leonardo chiamato alla corte di Ludovico il Moro e lavorando per la famiglia degli Sforza; Giovanni Ponti, detto Gio, nascendovi nel 1891, e successivamente collaborando con le grandi aziende della città come la Richard Ginori, di cui ha innovato la proposta di prodotti ceramici nel ruolo di Direttore Creativo sia nelle forme che nelle decorazioni.

Lotto 70, Gio Ponti, Salvatore Saponaro, Il pellegrino stanco modello 5764, 1930 ca., stima € 4.000 – 5.000

Entrambi pensavano con la matita in mano. Basti vedere un qualsiasi studio di Leonardo in cui convivono disegni anatomici, progetti ingegneristici e riflessioni; dalla parte opposta Lisa Ponti, figlia e collaboratrice di Gio, ha più volte raccontato di come il padre disegnasse costantemente, tanto che persino il suo letto, al momento del risveglio, era ricolmo di schizzi e appunti. Chissà se l’idea per la sua mitica sedia Superleggera o per una delle tante lampade progettate non gli sia venuta in sogno…

Lotto 75, Gio Ponti, Lampada da tavolo modello 546, 1940 ca., stima € 1.200 – 1.500

Entrambi hanno amato i materiali e sono stati degli sperimentatori. Leonardo, per decorare il refettorio della chiesa Santa Maria delle Grazie, anziché realizzare un semplice affresco usò una tecnica di sua ideazione, andando alla ricerca di soluzioni cromatiche uniche e innovative ma, come si suol dire, “non tutte le ciambelle escono con il buco” e ai nostri occhi il Cenacolo è un capolavoro nonostante i colori usati da Leonardo non si siano dimostrati così resistenti alla prova del tempo.

Quasi “eterni” invece gli infiniti prodotti lasciateci da Gio Ponti che da “buon” designer conosceva l’importanza della scelta del giusto materiale per ogni applicazione, che fosse la giusta essenza di legno per un mobile o una sedia, il metallo più adatto per la base di un tavolino o le tinte di un vaso in vetro. Ripetendosi però spesso come un mantra: “Non il cemento, non il legno, non la pietra, non il vetro sono le materie più durevoli; ma l’ARTE, nel costruire e nel creare, è la materia prima più durevole ed è sempre la MATERIA PRIMA, perché l’uomo le cose senz’ARTE le abbandona quelle con l’ARTE le conserva”.

 

Lotto 90, Gio Ponti, Gruppo di 8 sedie, 1950 ca., stima € 5.000 – 6.000

Entrambi conoscevano l’importanza dello studio costante e la necessità di scrivere i propri pensieri per condividerli, Leonardo grazie al suo Codice Atlantico e Gi0 Ponti in maniera più articolata con le riviste da lui fondate e dirette “Domus” (1928/1948-1979) e “Stile” (1941), oltre che con il volume “L’architettura è un cristallo”, summa del suo sapere, pubblicato in una prima versione nel 1945 e aggiornato e arricchito come un flusso di coscienza nelle edizioni successive.

Lotto 76, Gio Ponti, Tavolino, 1930 ca., stima € 10.000 – 12.000

Entrambi nella realizzazione delle loro opere ricercavano la perfezione, l’arte totale che racchiudesse in sé la vita e la quotidianità apportando benessere a chi la guardasse. Per Leonardo basti citare la “Gioconda”, la “Dama con l’ermellino” o la “Vergine delle Rocce”, per Ponti i progetti di edifici come il Pirellone a Milano o Villa Planchart a Caracas, in cui si è occupato di ogni singolo aspetto, dalla progettazione dell’edificio a quella di qualsiasi mobile e componente ma anche tutti quegli oggetti più semplici di design: ceramiche decorative, vasi, lampade, posate, tavolini, mobili… usciti dal suo genio per rendere più accoglienti e belle le abitazioni di chiunque li ospitasse.

In un contest simile, noi dichiareremmo senza alcun dubbio un pareggio ai punti tra i due contendenti. Confidando che nessuno dei due se la sia presa per il confronto, soprattutto perché come affermava lo stesso Gio Ponti: “Tutta l’Arte presente e passata sono simultanee nella nostra cultura: dobbiamo capire che siamo contemporanei anche di Raffaello, perché egli ci è contemporaneo nella nostra cultura”.

Alcuni importanti pezzi di Gio Ponti saranno battuti in asta in occasione della vendita di Design e Arti Decorative del prossimo 9 febbraio. Sfoglia il catalogo e scopri tutti i lotti proposti!

 

Il 2021 di Finarte, tra numeri, record e topic moments

Il 2021 è stato l'anno dei "più": più aste, più record, più collezionisti che hanno deciso di affidarci i loro beni, più offerte da ogni parte del mondo. Un anno di crescita, con un finale che supera non solo il 2020 ma anche il 2019. Ripercorriamo questi 12 mesi tra numeri, record e momenti da ricordare.

 

“L’ottimo andamento di tutte le aste, favorite dalla ampia partecipazione consentita dall’online, ha progressivamente convinto i conferenti ad affidare opere più importanti; cosicché il finale d’anno supera non solo il 2020, ma anche – e nettamente – il 2019. A crescere sono soprattutto le categorie dell’impulso: gioielli, orologi e fashion in primis, ma anche grafica e fotografia. Senza però scalfire il primato dell’arte moderna e contemporanea che resta il cuore dell’attività delle maggiori case d’aste in Italia e all’estero.”

 

Vincenzo Santelia – Amministratore Delegato


49
Il nostro numero di aste

 

 

Il numero di aste proposte da Finarte è in continua crescita. Se nel 2020 erano state 30, questo 2021 ci ha fatto raggiungere quota 49. Oltre alle aste classiche e ormai ben avviate, abbiamo voluto introdurre dei nuovi format: le due aste di Fumetti in collaborazione con Urania Casa d’Aste, l’asta di Design con la Galleria Robertaebasta, la prima vendita dedicata interamente agli Argenti che si è conclusa come White Glove sale, registrando il 100% del venduto.

 


8.926
I lotti venduti quest’anno

 

Quasi 9000, il numero di lotti acquistati durante tutto l’anno, da ogni parte del mondo. Continuiamo a vendere in Italia ma sempre di più anche all’estero: il 35% dei nostri clienti proviene da paesi europei ed extra europei, con Stati Uniti, UK e Francia in pole position.


16.000 Km
I km che ci separano dal luogo più lontano dove abbiamo spedito un’opera

 

Ugo Flumiani, Trieste, veduta del Castello di Duino, olio su tela, venduto a luglio 2021

Si tratta, per la precisione, di un dipinto dell’asta di Arte del XIX secolo di Roma, “Trieste, veduta del Castello di Duino” di Ugo Flumiani, acquistata da Black Rock, un sobborgo sulla baia di Melbourne nello stato australiano di Victoria.


12
Gli Affreschi di Palazzo Torlonia venduti in asta

 

Dettaglio di uno dei dodici affreschi: Francesco Coghetti, Mercurio trasporta Psiche sull’Olimpo, affresco riportato su tela

Lo scorso 11 marzo abbiamo inaugurato l’anno con un’importante vendita di Dipinti Antichi: dodici affreschi e due formelle in gesso che all’inizio del ‘900 avevano adornato le sale di quello che fu Palazzo Torlonia in Piazza Venezia a Roma sono state acquisite da un collezionista privato. 

Leggi anche: Palazzo Bolognetti-Torlonia, lo scrigno di opere d’arte del bel mondo romano


32.500 €
Il record italiano di Shirin Neshat

 

Shirin Neshat, Untitled, dalla Serie Women of Allah, 1996, Stampa vintage alla gelatina ai sali d’argento con interventi a pennello e penna nera, venduta lo scorso marzo

Lo scatto iconico “Untitled, dalla Serie Women of Allah” del 1996, è stato battuto a 32.500 € durante l’asta di Fotografia del 17 marzo scorso: si tratta del record italiano per un lavoro della celebre fotografa iraniana Shirin Neshat.


AR0009461 
Il numero di telaio dell’Alfetta GT (1.8) GR.2 (Italdesign), 1975, il Top Lot del primo semestre

 

Alfetta GT (1.8) GR.2 (Italdesign), 1975, Top Lot del primo semestre 2021, battura a 163.000 € lo scorso giugno

L’Alfetta GT telaio no. 009461 è una macchina ex ufficiale Autodelta, con un importante palmares sportivo; la sua indole da granturismo è stata trasformata in quella di un’auto da corsa dalle mani del reparto sportivo ufficiale e vestita della livrea più classica delle Alfa Romeo da rally: rosso Alfa con il cofano nero opaco. Quest’auto da record fu una delle nove Alfetta GT preparate dall’Alfa Romeo per la stagione rally 1975. La 009461 è ad oggi una delle due sopravvissute ed unica di colore rosso, l’altra, la 001424, è di colore giallo. Si tratta del Top Lot del nostro primo semestre, venduta in asta a giugno per 163.000 €.


1493 
Data di pubblicazione del Liber Chronicarum, Top Lot del Dipartimento di Libri

 

Hartmann Schedel. Liber Chronicarum, 1493, venduto nel giugno 2021

Il 1493 è l’anno a cui risale la pubblicazione del Liber Chronicarum di Hartmann Schedel, venduto lo scorso 24 giugno in occasione dell’asta di Libri, Autografi e Stampe a 56.000 euro. Si tratta di una prima edizione del libro più riccamente illustrato del XV secolo, con oltre 1800 xilografie tra le quali spiccano 5 incisioni di Albrecht Dürer. Le Cronache di Norimberga trattano la storia illustrata del mondo, seguendo la narrazione biblica.


+ 3816%  
Un rialzo spettacolare

 

Richard Estes, Caffè Segafredo, 1976, olio su carta applicata su cartone, venduto a 78.320 € con base di partenza di 2.000 €

Il maggior rialzo a partire dal prezzo di partenza si è registrato lo scorso ottobre, durante l’asta di Arte Moderna e Contemporanea di Roma. L’opera “Caffè Segafredo” di Richard Estes, del 1976, ha visto infatti un veloce susseguirsi di offerte che l’hanno portata dalla base di partenza di 2.000 a raggiungere quasi 80.000 €!


1
Il Top Lot dell’anno
Giorgio de Chirico
Interno Metafisico

Giorgio De Chirico, Interno metafisico, 1959, Top Lot del 2021, venduto a quasi 220.000 € il 28 ottobre a Roma

Interno metafisico, un superbo olio su tela di Giorgio De Chririco dipinto nel 1959, è il nostro Top Lot dell’anno. Ecco la dichiarazione di Georgia Bava, Capo Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea (Roma):

 

“È per me sempre una grande gioia scoprire in una collezione un outsider, un grande privilegio ma anche una grande responsabilità seguirne la vendita in tutte le sue fasi e una grande emozione raggiungere risultati così importanti. Una delle maggiori soddisfazioni del nostro lavoro consiste proprio nel vedere riconosciuto il valore dei capolavori riscoperti e quando si assiste ad una gara così combattuta da parte di un ampio pubblico di appassionati, che da tutto il mondo gareggiano per la sua acquisizione con un esito così brillante, la gratificazione è immensa!”

 

Georgia Bava – Capo Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea (Roma)


20.000 – 30.000 €
La stima iniziale dell’opera di Léon Tutundjian venduta a 183.000 €

 

Léon Arthur Tutundjian, Senza titolo, 1928, olio su tela, battuto in asta il 2 dicembre per oltre 183.000 €

Si tratta della stima iniziale dell’opera dell’artista armeno Léon Tutundjian, battuta poi in asta per oltre 183.000 €. L’olio su tela del 1928 venne realizzato poco dopo l’arrivo dell’artista a Parigi, dove si recò da Amasya, Turchia, per studiare all’ École des Beaux-Arts. Negli anni ‘30, Tutundjian partecipò alla fondazione del gruppo Art Concret con Theo van Doesburg, Jean Hélion e Otto G. Carlsund.


100 %
I lotti venduti in occasione della prima asta di Argenti

 

Argenti: un’asta White Glove con il 100% del venduto

100%: i lotti venduti in occasione della nostra prima asta interamente dedicata agli Argenti, che si è tenuta il 22 novembre. Tra flûtes, vassoi, posate e centrotavola di Buccellati, Bulgari, Tiffany, Cartier e molti altri, abbiamo venduto la totalità dei pezzi in catalogo a collezionisti e appassionati.


3.230.000 €
L’aggiudicato totale delle aste di Gioielli e Argenti

 

Van Cleef & Arpels, bracciale con diamanti e zaffiri, battuto in asta a 75.000 € durante la Jewelry Week di novembre

Oltre 3 milioni di euro: è stato il risultato totale delle aste di Gioielli e Argenti di questo 2021. Il Top Lot del Dipartimento è un meraviglioso bracciale di Van Cleef & Arpels in platino, zaffiri e diamanti, venduto a 75.000 € durante le Jewelry Week dello scorso novembre.


5 stelle + SGP: 878 – 98 points
Il rating del Laphroaig Samaroli 15 Year Old Sherry Wood, 1967

 

Laphroaig Samaroli 15 Year Old Sherry Wood, 1967, imbottigliato nel 1982, bottiglia N. 42/720, battuto il 9 dicembre a 24.000 €

Whiskyfun.com, celebre portale di riferimento per appassionati e collezionisti di whisky, ha dato 5 stelle e 878-98 punti SGP al Laphroaig Samaroli 15 Year Old Sherry Wood, 1967, leggendario whisky di Islay imbottigliato da Silvano Samaroli di cui abbiamo battuto in asta la bottiglia n.42, vendendola per 24.000 € il 9 dicembre.


3800
La referenza del Patek Philippe record mondiale

 

Patek Philippe Nautilus 3800 degli anni 2000 venduto per quasi 90.000 € lo scorso 13 dicembre. Si tratta del record mondiale per questa referenza.

Questo Patek Philippe Nautilus in acciaio degli anni 2000, referenza 3800, è stato battuto a quasi 90.000 € nell’ultima asta di Orologi dell’anno, registrando un record mondiale. La referenza 3800 è la versione di media dimensione dell’iconico Patek Philippe Nautilus. Questo specifico orologio, venduto ad aprile 2007 presso Pisa Orologeria, fa parte dell’ultimissima serie di produzione, e probabilmente rappresenta uno degli ultimi Nautilus 3800 ad aver lasciato una boutique Patek Philippe.


19/250 
L’edizione di “Turtle” di Andy Warhol venduta a 75.000 €

 

Andy Warhol, Turtle, 1985, litografia a colori, es. 19/250, battuta a quasi 75.000 € durante l’asta di Grafica e Multipli il 16 dicembre

19 su 125: è il numero di esemplare della litografia a colori di Andy Warhol “Turtle” del 1985, ultimo lotto del ricco catalogo dell’asta di Grafica Internazionale e Multipli d’Autore di dicembre che ha registrato un risultato record di quasi 75.000 € 


Il 2022

 

L’inizio del nuovo anno è alle porte e noi siamo già pronti con un calendario fitto di aste. La prima, che si terrà il 14 gennaio a Milano, è dedicata agli Orologi da Tavolo, con una selezione di 70 lotti di importanti marchi come Jaeger-LeCoultre, Angelus e Imhof, tutti offerti senza riserva. Seguirà poi un’asta dedicata ai Gioielli, in prossimità della festa degli innamorati, e una vendita di Design e Arti Decorative il 9 febbraio. La seconda metà di febbraio vedrà invece protagonisti gli Incanti d’Arte, per poi passare al mese di marzo con un’asta sempre molto attesa, quella dedicata ai capolavori della Fotografia

Per tutte le altre aste in programma questa prossima primavera, consultate il nostro calendario.  Vi ricordiamo che i nostri esperti sono sempre a vostra disposizione per valutare beni e intere collezioni in vista delle aste del 2022.

 

Buon Anno Nuovo da Finarte!

Arte Africana, alle radici di una cultura

Roberto Ballarini, esperto d'Arte Africana, ci ha raccontato del catalogo della prossima asta e consigliato alcuni lotti da non perdere.

L’Arte Africana è di nuovo protagonista della stagione autunnale di Finarte: un catalogo eccezionale che raccoglie oltre 70 esemplari di maschere, sculture e coltelli tribali africani provenienti dalla collezione svizzera di Walter Schwab e da alcune importanti collezioni private italiane. Roberto Ballarini, esperto d’Arte Africana, ci ha raccontato del catalogo dell’asta e consigliato alcuni lotti da non perdere.

 

Quali sono gli elementi da considerare per la valutazione di una scultura africana?


Nell’arte africana, specialmente da quando negli ultimi tempi le quotazioni dei pezzi hanno raggiunto cifre considerevoli, ovviamente, oltre alla qualità e bellezza dell’opera, è ritenuto molto importante conoscere la sua provenienza, i collezionisti che l’hanno posseduta, le mostre dove l’opera è stata esposta, i volumi o cataloghi dove è stata pubblicata.

Lotto 14, TELLEM, Mali, regione di Bandiagara.
Stima € 12.000 – 16.000

Sono tutti elementi che concorrono alla sua valutazione. Nei lotti che sono presenti in catalogo si può osservare quanto siano stati ricercati questi dettagli: in particolare segnaliamo i lotti delle sei sculture Tellem, perchè sono opere arcaiche entrate in Europa nei primi anni ’50. Sono state presentate in poche gallerie di Parigi e, vista la loro originalità, hanno incontrato un notevole interesse tra i collezionisti.

Lotto 24, TELLEM, Mali, regione di Bandiagara. Stima € 12.000 – 14.000

Nel caso di questi sei Tellem, alcuni collezionisti milanesi avveduti, hanno capito la rarità di queste opere primordiali, primi manufatti in legno realizzati da un popolo di uomini che abitavano dal X° secolo la falesia di Bandiagara del Mali, e le hanno acquistate. Oggi in Finarte sono disponibili perchè, per ovvii motivi, gli eredi hanno deciso di cederle. Per chi ama l’arte africana sono opere che devono essere presenti in ogni collezione!

 

Quali sono i tre lotti dell’asta che consiglierebbe a un collezionista?

 

Tra le opere in catalogo segnaliamo due sculture Fang, il lotto 17 e il lotto 18, realizzate da gruppi del Camerun e Gabon. Erano conservate nei santuari di famiglia sopra scatole di vimini che contenevano le reliquie degli antenati. Il legno è ricoperto con una patina di sostanze magiche che conferiva alle statue un forza vitale.

Lotto 17, FANG, Camerun, regione meridionale, Gabon. Stima € 16.000 – 20.000

Molte opere sono state collezionate nell XIX secolo da esploratori e missionari. Oggi queste sculture, molto caratteristiche nel loro aspetto, si possono vedere nei musei di tutto il mondo.

Lotto 18, FANG, Camerun, regione meridionale. Stima € 30.000 – 36.000

Finarte presenta in anteprima una scultura Luba del Congo di 46 cm (lotto 22)  L’opera ha caratteristiche associabili allo stile della cosiddetta scuola dei Maestri di Buli. Una ventina di opere, giunte in Europa dalla fine del 1800 ai primi anni del 1900, ha coinvolto negli anni studiosi e ricercatori di tutto il mondo. Infatti, sembra che queste sculture fossero state scolpite da un singolo artista. Le opere africane non hanno una firma che le possa identificare, tuttavia, lo stile scultoreo dei singoli personaggi è particolare e riconoscibile.

Lotto 22, LUBA, Congo Kinshasa, stima su richiesta

I primi esemplari sono entrati nei Musei, ma pochi modelli, appartenenti a privati collezionisti, sono stati offerti in vendite alle aste. Quest’opera, che proviene da una Missione svizzera, è inedita ed è la prima volta che viene presentata ed offerta al pubblico.

 

Cosa ci può raccontare della collezione Walter Schwab?

 

La passione di Schwab per l’arte tribale inizia all’età di vent’anni,  quando si trova per caso nelle mani un oggetto africano e se ne innamora: inizia così ad acquistare saltuariamente oggetti che le gallerie svizzere all’epoca esponevano, frequentando mercanti e collezionisti sul territorio elvetico, tra i quali Han Coray, Paolo Morigi, Peter Kohler, Serge Brignoni, Arnold Koller e molti altri.

La sua collezione di opere africane ha rappresentato per lui una storia identitaria. Tutte segnate e numerate con inchiostro bianco le catalogava con schede scritte a mano. Ha lasciato in eredità la testimonianza storica di una parte importante della sua vita.

Nel corso degli anni ‘50’ e ’60 frequenta gallerie e musei e si forma così una cultura su opere della tradizione oceanica e africana. Non si lascia sfuggire l’occasione di intraprendere un’attività di lavoro in Sud Africa e parte da Berna con la moglie: ben presto subisce il fascino del Continente africano e patisce il cosiddetto “mal d’Africa”, nfatti, nel tempo libero e nell’arco del soggiorno durato alcuni anni, organizza spedizioni e viaggi in tutto il Sud Africa e nei Paesi vicini.

Lotto 16, KONGO / YOMBE, Congo Brazzaville. Stima € 18.000 – 24.000

Schwab attraversa i paesi dei grandi laghi dell’Africa orientale, procede fino a Mombasa dove si imbarca per Porto Sudan. Da lì prosegue in Land Rover seguendo la valle del Nilo e costeggiando tutto il profilo dell’Africa settentrionale fino all’imbarco in Marocco per il rientro in Europa. Un lungo viaggio di 18.000 km avventuroso e difficile in quel periodo.

 

Per tutta la vita, Schwab ha approfondito la sua conoscenza sulle opere africane procurandosi una biblioteca di libri che consultava quotidianamente e sui quali prendeva gli appunti che gli sembravano più interessanti in rapporto agli esemplari che entravano nella sua raccolta. La sua collezione di opere africane ha rappresentato per lui una storia identitaria. Tutte segnate e numerate con inchiostro bianco le catalogava con schede scritte a mano. Ha lasciato in eredità la testimonianza storica di una parte importante della sua vita.

 

Cosa ci può dire invece della sezione dedicata alle armi tribali?

 

Il catalogo propone una serie di pezzi selezionati raccolti da un collezionista di Udine che, entrato in contatto per caso con questi ferri africani, ne ha subito il fascino e li ha collezionati per anni. Le armi presentate appartengono a gruppi dell’Africa centrale dove i territori sono ricoperti in gran parte dalla fitta vegetazione della foresta subtropicale. Da secoli i popoli dell’Africa si sono dedicati alla produzione di armi in ferro forgiato secondo le tradizioni culturali del proprio gruppo etnico. Attraverso la armi hanno manifestato la loro fantasia e la grande capacità di esecuzione raffinata, considerando la modesta disponibilità di strumenti adeguati. Nei Musei europei sono conservati oggi alcuni dei pezzi più antichi che gli esploratori portarono in patria al loro rientro.

Catalogo online

Sei lotti dell’asta di Fotografia consigliati dai nostri esperti

Il 7 ottobre torna l’atteso appuntamento con la Fotografia d'Autore. Davide Battaglia e Marica Rossetti, esperti del dipartimento, hanno selezionato le loro tre fotografie preferite dal catalogo dell'asta.

LA TOP 3 DI DAVIDE BATTAGLIA

 

 

Lotto 82
GABRIELE BASILICO, Milano, dalla serie “Ritratti di Fabbriche”, 1978/1980

 

Lotto 82, GABRIELE BASILICO, Milano, dalla serie “Ritratti di Fabbriche”, 1978/1980. Stima € 2.000 – 2.500

“È uno scatto super iconico, potremmo definirlo ‘Il più Basilico dei Basilico’. Si tratta della copertina del libro “Ritratti di Fabbriche” e Gabriele Basilico in asta si compra ancora molto bene: 2000 € per questa fotografia è davvero un’ottima quotazione.”


Lotto 31
FRANCO FONTANA, Swimming Pool, 1989

 

Lotto 31, FRANCO FONTANA, Swimming Pool, 1989. Stima € 2.500 – 3.500

“Dopo un’icona ne scelgo una particolare. Tra i nudi di Fontana è abbastanza insolita, è un trionfo di colore e la tecnica cibachrome ne garantisce la perfetta conservazione della cromia, con una notevole brillantezza.”


Lotto 82
JOEL MEYEROWITZ, Dalla serie “The Porch”, 1979

 

Lotto 155, JOEL MEYEROWITZ, Dalla serie “The Porch”, 1979. Stima € 1.000 – 1.500

“Non è un lavoro di grandi dimensioni, ma una stampa a contatto di forte richiamo, delicatissima e raffinata. Per altro Meyerowitz non si trova quasi mai in Italia (ma neanche in Europa), non mi lascerei sfuggire l’occasione!”


LA TOP 3 DI MARICA ROSSETTI

 

 

Lotto 8
MIMMO JODICE, “Mediterraneo”, Pozzuoli, Anfiteatro Flavio, 1993

 

Lotto 8, MIMMO JODICE, “Mediterraneo”, Pozzuoli, Anfiteatro Flavio, 1993. Stima € 1.200 – 1.800

“Direi quasi che non si può non avere nella propria collezione almeno un’opera del grande fotografo napoletano, non è un caso che la famiglia Cotroneo ne possiede più di 200. In ‘Mediterraneo’ troviamo ‘l’essenza’ delle opere di Mimmo Jodice, la sua passione per l’architettura, l’archeologia, il mito e la cultura del Mediterraneo.”


Lotto 83
PAOLO VENTURA, Winter Stories #60, 200

 

Lotto 83, PAOLO VENTURA, Winter Stories #60, 2007. Stima € 5.000 – 7.000

“Quest’opera quasi non ha bisogno di presentazioni, ogni suo aspetto sottolinea ed afferma maggiormente il non farsi perdere l’occasione di inserirla nella propria collezione: un bellissimo formato, un’opera in tiratura limitata di soli 5 esemplari, l’iconicità del lavoro “Winter Stories” ed ovviamente il surreale poetico che contraddistingue le opere di Paolo Ventura.”


Lotto 142
DAVID LACHAPELLE, Nativity, 2014

 

Lotto 142, DAVID LACHAPELLE, Nativity, 2014. Stima € 3.500 – 4.500

“Scioccante e pop come solo LaChapelle sà essere ma dalle dimensioni più modeste rispetto alle solite opere, così perfetto per ogni parete. È lo stesso fotografo statunitense, con le sue parole, a convincere ogni collezionista a possedere una sua opera: “Una foto racconta un qualche piccolo evento e la sua impressione che questo ha nella mia mente”


 

Catalogo online

Hugo Pratt, sei curiosità sul grande maestro del fumetto

Hugo Pratt sarà il protagonista della nostra prima asta di Fumetti, in collaborazione con la casa d'aste Urania. L'1 ottobre andranno all’incanto 100 opere originali dei suoi celebri racconti tra Corto Maltese, Il Sergente Kirk, L’Ombra, I Giganti Burloni e molti altri ancora.

«Col fumetto posso fare di tutto, perché non è un’arte minore. E se l’arte è comunicazione, cosa c’è di più comunicativo del fumetto?»

Hugo Pratt a Malamocco, annI ’70

Hugo Pratt sarà il protagonista della nostra prima asta di Fumetti, in collaborazione con la casa d’aste Urania, un punto di riferimento italiano nel settore Comics. Andranno all’incanto 100 opere originali dei suoi celebri racconti visivi, tra cui Ticonderoga, Il Sergente Kirk, L’Ombra, I Giganti Burloni, Le avventure di Fanfulla, Corto Maltese e “I Cangaceiros” – in collaborazione con Studio Bignardi – e una tavola della ventottesima avventura di Corto, Le Elvetiche: Rosa Alchemica, del 1987.

Lotto 100, Hugo Pratt, Corto Maltese – Le Elvetiche: Rosa Alchemica, 1987. Stima € 4.500 – 7.000

Hugo Pratt è conosciuto come uno dei più grandi maestri del fumetto a livello mondiale ma forse non tutti conoscono la sua storia personale e il suo percorso professionale: abbiamo raccolto sei curiosità che vi faranno conoscere meglio il celebre fumettista.

Il suo vero nome era Ugo Eugenio Prat

Nato il 15 giugno 1927 a Rimini, figlio di Rolando Prat ed Evelina Genero. Lo stesso Pratt raccontava delle origini della sua famiglia: “Eravamo fascisti. Mio nonno è stato il fondatore del fascismo a Venezia”. Eugenio Genero era ebreo marrano, ma questo non gli impedì di formare una delle prime squadre fasciste veneziane, chiamata la “Serenissima” e fu tra i fondatori del Fascio di Venezia. I nonni ebbero un ruolo importante nelle scelte di Hugo:  aveva solo cinque anni quando la nonna gli regalò un album da disegno e un matita, invitandolo a rappresentare quello vedeva, in quel caso un palombaro intento ad uscire dalla laguna. Pratt ripensò spesso a quel “disegna quello che vedi”: la sua passione per il fumetto inzia a 12 anni, grazie a “Terry e i Pirati” di Milton Caniff, di cui si divorava le avventure.

La sua carriera decollò in Argentina
A 13 anni, Hugo Pratt si arruola nella polizia coloniale insieme al padre che, due anni dopo, nel 1942, muore in un campo di prigionia in Etiopia. Poco tempo prima di lasciarlo per sempre, Rolando Pratt regalò al figlio una copia de “L’Isola del tesoro” di Stevenson, che Hugo illustrerà poi per il Corriere dei Piccoli negli anni ’60. Al suo rientro a Venezia, il giovane Pratt è a suo agio nel caos del dopoguerra. Il fumetto diventa così la sua professione: fonda, con gli amici Mario Faustinelli e Alberto Ongaro, la rivista “Asso di Picche” e in occasione della firma della sua prima pagina nel 1945, decide di chiarmarsi Hugo Pratt, aggiungendo una “H” al suo nome e una “T” al suo cognome.

Lotto 23, Hugo Pratt, Il Sergente Kirk – Il castello di Titlàn, 1958. Stima € 1.000 – 2.500

Nel 1949, un editore di Buenos Aires nota “Asso di Picche” e invita il gruppo  dei giovani fondatori in Argentina, che diventerà la nuova patria di Hugo per circa 13 anni. In Sud America incontra diversi disegnatori come Salinas o i fratelli Del Castillo, frequenta i locali dove si balla il tango, impara lo spagnolo e lavora prima per la Editorial Abril di Cesare Civita, poi per Editorial Frontera.

In quegli anni iniziò a suscitare l’interesse di appassionati di fumetti, dando vita ad alcune serie molto importanti: Junglemen, Sgt. Kirk, Ernie Pike e Ticonderoga, tutte scritte da Héctor Oesterheld.

Pratt e le donne, una storia d’amore

Nel 1952, in occasione di un rientro in Italia, conosce Gucky Wogerer, iugoslava, che sposa a Venezia nel 1953 e dalla quale avrà due figli, Lucas e Marina. I due si trasferiscono in Argentina ma la loro relazione finisce due anni dopo. A fine anni Cinquanta, Pratt si trasferisce a Londra: sono per lui anni difficili, beve molto, produce alcuni racconti di guerra a fumetti per l’agenzia Fleetway Publication. In Argentina aveva lasciato Gisela Dester, sua compagna e assistente, e per del tempo attese invano il suo arrivo a Londra. Gisela non lo raggiunse mai ma al suo fianco arrivò invece Anna Frogner, giovane donna di origine belga che conosceva da tempo e che da ragazzina gli aveva ispirato il personaggio di “Anna nella Giungla”. Dalla loro unione nasceranno altri due figli, Silvina e Jonas. Pratt ebbe poi un altro figlio da un’indigena incontrata durante un viaggio nella foresta del Mato Grosso.

Hugo Pratt a Grandvaux, fine anni ’80

Simon Girty,  la passione per gli Indiani e la rivoluzione del fumetto

Negli anni Sessanta, Hugo Pratt fa ritorno in Italia. Si stabilisce a Malamocco, uno degli insediamenti più antichi della laguna veneziana. Sull’elenco telefonico si fa chiamare Simon Girty, ispirato dalla figura di un coloniale americano di origini irlandesi noto per esseresi messo contro gli indipendentisti per fare da tramite tra gli inglesi e i loro alleati indiani durante la rivoluzione americana, tanto da trasformarsi lui stesso in un indiano. Girty fu anche uno dei protagonisti del volume a fumetti “Wheeling”. In quel periodo, dal ’62 al ’67, Pratt lavora per Il Corriere dei Piccoli, realizzando i disegni per “Le avventure di Simbad” e “Le avventure di Ulisse” e, su sceneggiature di Mino Milani capo redattore del giornale, disegna “Billy James” (1962), “Le avventure di Fanfulla” (1967) e due adattamenti dai romanzi di Stevenson, “L’isola del tesoro” e “Il ragazzo rapito”.

Nello stesso periodo collabora con Alberto Ongaro creando la serie “L’ombra”. Pratt entra in conflitto con il capo redattore del Corriere dei Piccoli e ottiene un diritto che oggi tutti i fumettisti hanno: le tavole di proprietà. Di tutta la sua produzione antecedente agli anni sessanta non esistono originali.

 

Lotto 94, STUDIO BIGNARDI, Corto Maltese e “I Cangaceiros”, 1972. Stima € 350 – 550

 

Malamocco ispirò l’inizio di Corto Maltese

“Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo, ma non è vero che sono sempre calmo. A volte mi secco e allora do una spazzolata a tutti e a tutto”

A Malamocco, le finestre della casa di Hugo Pratt affacciano sull’orrizzonte. Un orizzonte che ispirerà la prima frase di Una Ballata del Mare Salato: “Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti”. È il 1967 e nasce così, grazie anche al supporto dell’eudotre Florenzo Ivaldi, il personaggio di Corto Maltese, probabilmente il più celebre di tutti i personaggi di Hugo Pratt. Capolavoro unanimemente riconosciuto, la vicenda sviluppa molte storie che si intersecano tra loro con personaggi divenuti indimenticabili: Pandora, Monaco , Rasputin, Cain, il tenente Slütter, gli indigeni Cranio e Tarao, e ovviamente, Corto Maltese – che diverrà solo in seguito il protagonista delle avventure, nel 1970.

Corto Maltese è una rivoluzione nel mondo del fumetto, nessuno ha mai letto o visto nulla di simile: titoli enigmatici, onomatopee, pause, disegni che mutano in funzione delgli eventi narrati. Corto è riflessivo e pensoso, un eroe tra mondi e culture diverse. Con Corto, il fumetto scopre l’interiorità.

Nel 1986 il Grand Palais gli dedicò una retrospettiva

Per la prima volta nella storia del fumetto, nel 1986 il Grand Palais di Parigi dedica a una retrospettiva ad un autore di fumetti, portando la Nona Arte e la cultura popolare ad un riconoscimento effettivo. Pratt si disse felicissimo di essere riuscito a fare quello che aveva sempre sognato. Il grande maestro del fumetto scompare nel 1995 in Svizzera, nella sua casa di Grandvaux sul lago di Losanna, dove viveva dal 1983.  è l’ultima avventura di Corto scritta dal suo autore.

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Auto sportive e da competizione (e il Motorhome usato da Schumacher): l’asta tematica all’Autodromo di Imola

Il prossimo sabato 28 agosto, in occasione del Minardi Day, Finarte propone un'asta con alcune delle automobili sportive più ambite da collezionisti e appassionati. Alcune chicche? La Lola Alfa Romeo T90/00 (Formula Indy), la Lancia Fulvia Coupé Rallye 1.6 HF del 1969 e il Motorhome della Scuderia Ferrari in Formula 1.

Sarà l’Autodromo di Imola a fare da cornice alla nostra prossima asta, che si terrà sabato prossimo, il 28 agosto, in concomitanza con la quinta edizione dell’Historic Minardi Day. In collaborazione con Minardi, Vision Up e Automotive Masterpieces, sarà un’asta tematica: il dipartimento Automotive ha raccolto veicoli scelti accuratamente con vocazione sportiva. 23 le autovetture da competizione all’incanto, dagli anni ‘50 ai giorni nostri, con veicoli dalla pista, alla salita, al rally.

Verranno proposti veicoli molto particolari. Vera star sarà il motorhome della Scuderia Ferrari in Formula 1. Utilizzato da Alesi, Berger, Schumacher, Irvine e Barrichello e dai team manager dell’epoca.

Lotto 20, 1992 IVECO FIAT 370 – 12 – 30 1/K/T (Orlandi) – Stima € 170.000 – 210.000

Presente una Formula Indy, una Lola Alfa Romeo T9000, con telaio Lola e motore Alfa Romeo capace di 700 hp a oltre 12.000 rpm. La vettura ha corso nella stagione 1990, con numero 20 e sponsor Miller, livrea che ha oggi; pilotata da Roberto Guerrero, primo pilota colombiano a debuttare in F1.

Lotto 19, 1990 Lola Alfa Romeo T90/00 (Formula Indy) – Stima € 170.000 – 220.000

Segnaliamo una Lancia Fulvia coupé rally 1600 HF del 1969 ex ufficiale. Vinse il Rally di Spagna nel 1969 con Källström-Häggborn, il Portogallo nel 1970 e il “4 Regioni” nel 1971 con Lampinen-Davenport. È stata a lungo di Amilcare Ballestrieri.

Lotto 5, 1969 Lancia Fulvia Coupé Rallye 1.6 HF – Stima € 290.000 – 350.000

Tutti gli altri lotti sono da scoprire: ottime occasioni da investimento e per la passione. Tra questi, una Lancia Appia Coupé carrozzata Motto del 1957, eleggibile Mille Miglia, conservata; ma le chicche vanno dalla Volpini del 1951, monoposto di formula 3, alle youngtimer come la Alfa Romeo 75 V6 Gr. A del 1985 che ha corso nel CIVT, alle instant classic come la Alfa Romeo Stelvio Q racing del 2019.

Lotto 22, 2019 Alfa Romeo Stelvio Q racing – Stima € 150.000 – 190.000

Vetture a ruote “coperte” come le Osella PA8 e PA9/90 o scoperte come la ELVA 100 del 1959 e la De Sanctis del 1963, entrambe Formula Junior. Tra le corsaiole anche alcune stradali sportive, come la Alfa Romeo Montreal del 1972. E tanto di più. Ciliegina sulla torta: un modellino della Ferrari F2001 – Vincitore del GP della Malesia, da un’edizione limitata di 100 Modelli in scala 1:8, firmato dal campione del mondo Michael Schumacher.

Lotto 15, 1981 OSELLA PA 9/90 – Stima € 155.000 – 185.000

Insomma, ampia e raffinata scelta per i palati sportivi!  L’asta si terrà sabato 28 agosto all’Autodromo di Imola. Si potranno fare offerte registrandosi al nostro sito, tramite telefono, con offerte scritte o tramite una delle nostre piattaforme partner.

A partire dalle ore 19 CEST (ore 17 GMT) di sabato 28 agosto i diversi lotti saranno presentati e aggiudicati all’offerente più alto presso l’area Finarte al Minardi Day.

Il Dipartimento è a disposizione per inviare condition report o ulteriore materiale informativo di ciascun lotto. Gli interessati possono sin d’ora presentare offerte scritte e registrarsi all’asta.

Tutti i lotti inoltre sono ispezionabili dal vivo o tramite video da remoto previo appuntamento contattando il Dipartimento.

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I Top Lots del primo semestre 2021 di Finarte

Si è concluso con ottimi risultati il nostro primo semestre. Abbiamo battuto ben 25 aste in pochi mesi, ampliando la nostra offerta a una clientela sempre più internazionale (e online!). Ecco i Top Lots di questi primi mesi e qualche anteprima dalle aste del secondo semestre.

“È stato un semestre di forte crescita per Finarte, non solo – come ovvio – sul 2020, ma anche rispetto al corrispondente periodo del 2019. Abbiamo incrementato il numero degli eventi e accresciuto la partecipazione alle aste. Abbiamo registrato una significativa ripresa dei dipinti antichi e del XIX secolo, che sono due settori qualificanti dell’offerta nella nostra sede romana. Abbiamo organizzato anche ben tre aste di fotografia, un dipartimento strategico, che avvicina al mondo delle aste una clientela giovane, spesso internazionale.”

25 aste in sette mesi, un numero importante per Finarte, mai raggiunto fino a oggi e che ben racconta l’evoluzione del mercato delle aste nell’ultimo periodo. Abbiamo spaziato dalle nostre vendite tradizionali, con l’Arte Moderna e Contemporanea (che si conferma il Dipartimento guida con un aggiudicato totale di quasi 3 milioni di euro), i Dipinti Antichi, i Gioielli, la Fotografia e i Libri, alle proposte dedicate al lusso e ai collectibles con Fashion, Orologi, Vini, Automotive e Design fino ad alcune vendite brand new, come l’Arte Orientale che ci ha anche regalato un Top Lot d’eccezione, il grande sigillo in giada celadon battuto a 165.000 € lo scorso maggio.

 

 

I Top Lots del primo semestre, oltre al sigillo, vedono al secondo posto un’automobile da collezione, la 1975 Alfa Romeo Alfetta GT (1.8) GR.2 (Italdesign), battuta a 164.000 €, seguita da un Audemars Piguet Royal Oak Calendario Perpetuo degli anni ’90 venduto a oltre 118.000 € e a due opere dell’asta di Arte Moderna e Contemporanea, un Crocifisso di Lucio Fontana del 1947 (111.300 €) e un olio su tela di Max Ernst del 1945, venduto a quasi 100.000 €.

Asta di Automobili da competizione: sabato 28 agosto, Imola

Vi ricordiamo che il prossimo appuntamento con noi sarà già il 28 agosto, in occasione del Minardi Day di Imola, con l’asta di Auto sportive e da competizione, organizzata da Finarte in collaborazione con Vision up: sarà il contesto giusto per tutti i collezionosti e appasionati di auto da corsa.

L’asta di Automobili Sportive e da Competizione avrà luogo a Imola, il 28 agosto 2021, in occasione del Minardi Day

Cosa abbiamo in programma per la stagione autunnale?

Almeno altre 25 aste, con diverse novità e alcune sorprese, tra le quali la nostra prima asta dedicata ai fumetti di Hugo Pratt e una collaborazione con un’istituzione del design milaneseRobertaebasta.

Gli interni della sede di Robertaebasta in Via Solferino. L’asta si terrà il 21 settembre 2021.

La nota galleria con sede a Milano e Londra, punto di riferimento nel mercato del design e dell’interior decor da oltre 50 anni, ha selezionato per voi quasi 400 pezzi di design iconici e oggetti decorativi del XX secolo. L’asta si terrà il 21 settembre a Milano, nell’esclusiva sede di via Solferino di Robertaebasta.

Scopri tutti gli appuntamenti autunnali!

Risultati eccezionali per l’asta di Gioielli

Aggiudicazioni da record per la Jewelry Week: dai gioielli d'artista ai diamanti, ecco i Top Lots e gli highlight dell'asta di Gioielli

La scorsa settimana, i tre giorni di aste dedicate a Gioielli e Argenti hanno registrato risultati eccezionali, con quasi il 100% in valore dei lotti venduti e alcune importanti aggiudicazioni.

 

Lotto 614, CANNILLA PER MASENZA-ROMA, Bracciale con smeraldi, ametiste e diamanti. Base d’asta € 3.500 – Venduto € 37.500

Top Lot dell’asta è stato il gioiello d’artista al lotto 614, bracciale in oro giallo con smeraldi, ametiste e diamanti, suggestiva creazione di Franco Cannilla per Masenza Roma che ha raggiunto i 37.500 €, superando di ben 10 volte la stima iniziale: la raccolta di gioielli di Mario Masenza nella terza tornata è stata la grande protagonista della vendita.

 

Lotto 250, POMELLATO, Cinque collane con pietre dure, 1970 circa. Base d’asta € 6.000 – Venduto € 28.800

L’asta ha registrato numerosi risultati da record anche nelle prime due sessioni, con le cinque collane con pietre dure di Pomellato del 1970, al lotto 250, vendute per quasi 30.000 € (base d’asta 6.000 €) e un meraviglioso anello con diamante taglio brillante da 8,30 carati, lotto 495, battuto a 42.500 € (base d’asta 15.000 €).

 

Lotto 495, Anello solitario con diamante taglio brillante ct 8,30 circa. Base d’asta € 15.000 – Venduto € 42.500

Vendiamo in tutto il mondo

Interessante è anche il notevole aumento della partecipazione straniera alle nostre aste di gioielli. Gli acquirenti esteri rappresentano infatti il 40% del totale, con un grande riscontro negli Stati Uniti, in Svizzera e in Cina ma anche in Europa, con Portogallo, Belgio Francia e  in testa alla classifica.

 

Lotto 445, Anello con zaffiro naturale no heat taglio ovale ct 9,30 circa e diamanti. Base d’asta € 5.000 – Venduto € 21.400

Vuoi vendere con noi i tuoi gioielli?


I nostri esperti stanno selezionando beni preziosi da includere nelle prossime aste e sono disponibili per stime e consulenze gratuite e confidenziali. Rivolgersi agli esperti di Finarte significa affidarsi ad un punto di riferimento nelle aste di preziosi, grazie al team di esperti che guida il dipartimento con serietà e professionalità.

Un viaggio nella storia dell’arte antica: le opere in asta a Roma

L'asta di Dipinti e Disegni Antichi del prossimo 25 maggio offre una selezione di opere d'arte degli antichi maestri, abbracciando quattro secoli di storia dell'arte, dal XV al XIX secolo. Tra i 187 lotti offerti spiccano quelli provenienti da due prestigiose collezioni, con disegni dei grandi artisti delle scuole italiane e importanti dipinti del Sei-Settecento.

Un viaggio nella storia dell’arte antica: 187 lotti, tra dipinti e disegni dal 1400 al 1800, con una raccolta di opere provenienti da due prestigiose collezioni. La prima, dello storico dell’arte Giancarlo Sestieri, con una proposta dedicata ai disegni e ai grandi artisti delle scuole italiane (lotti 1-85), la seconda dalla residenza romana sull’Appia Antica di Marcello Ranieri e Maria Vittoria Curto, che raccoglie più di trenta dipinti italiani del Sei-Settecento (lotti 102-124).

La copertina del catalogo dell’asta è dedicata all’inedito, magnetico dipinto di Pacecco De Rosa, raffigurante il conturbante tema biblico di Loth e le figlie (lotto 186). Un’opera sola, di una bellezza senza tempo, appartenuta per più di cent’anni alla stessa famiglia di origini napoletane, ma residente nel Nord Italia dagli anni del boom economico. Stesso destino accomuna l’Adorazione del Bambino di Joos van Cleve e atelier, appartenuto a privati da almeno un secolo (lotto 182).

Lotto 182, JOOS VAN CLEVE E ATELIER, Adorazione del Bambino, stima € 20.000 – 30.000

Questa fortunata composizione era conosciuta finora solo attraverso versioni dipinte su tavola conservate in importanti musei europei, lo Statens Museum for Kunst di Copenhagen e la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, ma il supporto di rame su cui è realizzata, rende quest’opera un unicum nella produzione del Leonardo delle Fiandre – come anche viene chiamato van Cleve – in terra straniera.

Nella vendita della settimana prossima dedicata ai Dipinti antichi sono presentate inoltre due ragguardevoli collezioni d’arte, a riprova di come i cataloghi delle aste riflettano alcuni peculiari aspetti dell’arte di possedere e di collezionare il bello.

Lotto 6, BENEDETTO LUTI, Vestizione di San Ranieri, stima € 800 – 1.000

Un nucleo di oltre novanta disegni, che Giancarlo Sestieri ha raccolto e studiato negli anni, apre la tornata unica dell’asta. I disegni e gli acquerelli appartengono perlopiù alla scuola romana e napoletana del Sei e del Settecento e riflettono i suoi interessi di storico dell’arte e di conoscitore degli Old Masters. Il fil rouge che ha guidato gli acquisti dello storico dell’arte a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, effettuati principalmente sul mercato antiquario londinese e romano, sono gli studi di figura e di composizioni preparatori per dipinti – tra queste ultime la Vestizione di San Ranieri di Benedetto Luti per il Duomo di Pisa (lotto 6) e lo Studio per il soffitto di Palazzo Borghese a Roma di Filippo Lauri (lotto 59) ed i nudi d’Accademia (lotti 13-16).

Lotto 2, GIOVANNI BATTISTA BUSIRI, Due vedute di Roma: Campo Vaccino e Ponte Rotto, stima € 7.000 – 10.000

Un’attenzione verso la qualità l’ha portato a comprare le vedute di Roma di Giovanni Battista Busiri (lotto 2), predilette da sempre dai viaggiatori del Grand Tour (lotto 83) e gli acquerelli di Bartolomeo Pinelli (lotto 84), di insolita freschezza e conservazione. Tra i fogli, accompagnati da brevi ma accurate didascalie di mano di Sestieri, figurano pure curiosità come il Capriccio del falsario noto come il Maestro del Ricciolo (lotto 73) ed una grafica giapponese raffigurante un Gatto (lotto 391).

Lotto 103, Flora, stima € 3.000 – 5.000

Legata alla moda di collezionare gli Old Masters del secondo dopo guerra è la raccolta d’arte Ranieri Curto di più di trenta dipinti italiani del Sei-Settecento, conservata in un casale sull’Appia Antica, un tempo appartenuto ai Caetani, a pochi passi dalla Tomba di Cecilia Metella. La magia del luogo in cui sono state per quasi mezzo secolo le opere d’arte e gli arredi d’epoca rinascimentale, ci è restituita da una fotografia rinvenuta nell’archivio di famiglia della torre medievale del casale, coperta dal glicine in fiore.

Lotto 122, JUSEPE DE RIBERA E ATELIER, San Girolamo, stima € 40.000 – 60.000

Il generale Marcello Ranieri e sua moglie Maria Vittoria Curto acquistarono i dipinti sul mercato antiquario della Capitale, da sempre particolarmente vivace e ricco di felici sorprese per amatori e collezionisti. Le fonti di approvvigionamento erano le gallerie d’arte di Cesare Lampronti ed Arnaldo Peretti e le aste di Christie’s, Sotheby’s e de L’Antonina, e la scelta si rivolse alle opere di figura e di gusto caravaggesco, con una sensibilità e un gusto anticipatori di una vera e propria moda che prese piede successivamente. Federico Zeri e Maurizio Marini si annoverano fra gli ospiti di casa Ranieri, mentre Marcello Lanci con studio a Via dei Greci era il loro restauratore di fiducia.

Lotto 123, ATELIER DI BARTOLOMEO CAVAROZZI, Sacra Famiglia. Stima € 20.000 – 40.000

Marcello Ranieri riporta, in alcune sue note, originali osservazioni stilistiche sui dipinti della collezione da esperto “dilettante” e appassionato cultore del bello, quale egli fu senza ombra di dubbio, attento alla ricerca dell’attribuzione importante, che poi non si è sempre potuta asseverare (Fortune e meriti del collezionismo: la quadreria romana di Maria Vittoria Curto e Marcello Ranieri, schede critiche di Marcello Ranieri, a cura di G. Rostirolla, Roma 2020).

Lotto 102, SCUOLA BOLOGNESE, PRIMA METÀ DEL SECOLO XVII, La passeggiata (Coppia galante entro un capriccio architettonico), stima
€ 6.000 – 8.000

D’altro canto il collezionismo di dipinti è sempre stato pervaso da geniali intuizioni ed erronee attribuzioni, da investimenti importanti e colpi di fortuna. Quello che caratterizza una collezione è in ultima analisi la scelta fatta nel momento preciso dell’acquisizione di un’opera, ma il suo valore intrinseco resta ed è sempre in attesa di un nuovo appassionato custode.

L’esposizione delle aste di Dipinti e Disegni Antichi, Incanti d’Arte e Arte Orientale a Palazzo Odescalchi è aperta da venerdì 21 a lunedì 24 maggio dalle ore 10:00 alle 18:00 e martedì 25 maggio dalle ore 10.00-13.00.

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“Sia la luce!”: le lampade must have dei grandi designer del ‘900

Un viaggio attraverso la luce e i celebri designer che nel corso del XX secolo hanno riscritto la storia degli apparecchi luminosi. Vi proponiamo una serie di lotti "must have" della prossima asta di Design e Arti Decorative.

“Dio disse: ‘Sia la luce!’. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre. Chiamò la luce giorno, e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo”.

Se anche Dio, come testimoniato nel primo libro della Genesi, dedica il primo giorno della creazione a combattere l’oscurità dando vita alla luce e al binomio giorno e notte, si può facilmente comprendere l’importanza che questo argomento ha sempre avuto per il genere umano.

D’altronde l’uomo da sempre ha cercato di combattere il buio e l’oscurità e con essi gli incubi, i pericoli e i mostri che l’impossibilità di vedere porta a credere vi risiedano. Qualsiasi luce, anche la più tenue, ci consente di vedere l’ambiente che ci circonda, tranquilizzandoci. Proprio perché il buio è uno dei nostri “nemici” più antichi, l’uomo da sempre si è impegnato nel contrastarlo, prima inventandosi modi per accendere fuochi e successivamente nei secoli con invenzioni tecnologiche come le lampade a petrolio, l’elettricità, la lampadina, i neon o il led.

Un’evoluzione continua che ha avuto tra i suoi paladini anche alcuni dei più importanti nomi del design mondiale spinti dall’idea di fare luce con il bello o di dare vita alla luce perfetta proprio come novelle divinità.

Lotto 122, Carlo Scarpa, Lampada da muro, 1930 ca. Base d’asta € 1.800

Uno dei materiali più utilizzati per queste ricerche, date le sue caratteristiche tecniche di trasparenza e flessibilità, è sicuramente il vetro e uno dei suoi massimi cantori è il veneziano Carlo Scarpa. L’architetto autodidatta che fece della perfetta coesistenza tra materiali il fulcro della sua poetica progettuale, per la vetreria Venini diede vita a dei capolavori di tecnica e forme come la lampada da muro (lotto 122) del 1930 ca., in cui tre “rami” in vetro cristallo molato si irradiano da una base in ottone e da essa pendono come dei fiori di campanula in vetro zanfirico delicatamente istoriato di bianco lattiginoso.

E, se nell’applique le linee bianche decorative dei vetri sono irregolari, al contrario nella lampada a sospensione da lui disegnata negli stessi anni sempre per Venini (lotto 123) sono a intreccio regolare a imitazione di un canestro di vimini. Un disegno che una volta illuminato Carlo Scarpa sapeva benissimo sarebbe andato a ricrearsi alle pareti della stanza dando un effetto unico all’ambiente.

Lotto 124, Barovier e Toso, Coppia di lampade da muro, 1940 ca. Base d’asta € 500

Come Venini, anche Barovier è un nome iconico della produzione vetraria muranese, essendo la loro impresa nata a metà del XIII secolo. Tra i maestri indiscussi nella lavorazione del vetro, non poterono esimersi dall’applicare le loro conoscenze anche all’illuminotecnica e alla creazione di lampade sfruttando appieno le infinite possibilità di forme e colori del vetro. Dalle forme naturali della corolla di un fiore come quelle delle lampade da muro, lotto 124, con il cristallo che va a imitare proprio la delicatezza dei petali fino alla purezza della forma del cono e dei colori del lotto 125 a firma Ercole Barovier uno dei massimi esponenti della famiglia veneziana.

Lotto 125, Ercole Barovier, Lampada a sospensione, 1950 ca. Base d’asta € 500

Tra il 1926, data del suo ingresso nella vetreria, fino all’inizio degli anni Settanta, seppur non essendo direttamente un “soffiatore”, cioè un tecnico realizzatore, diede vita e introdusse nuove tecniche realizzative nell’arte vetraria spesso intravedendo le potenzialità tattili e visive negli “errori” e sbagli di produzione che immancabilmente caratterizzano la lavorazione di una materia viva e mai doma quale il vetro. A lui per esempio viene attribuita l’ideazione della lavorazione a Murrina, in pratica di quella che poi negli anni è diventata la lavorazione iconica del vetro di Murano.

Lotto 135, Gino Sarfatti, Lampada mod. 586, 1962. Base d’asta € 700

Se Barovier è stato uno dei “poeti” del vetro, sicuramente Gino Sarfatti è il “sommo poeta” delle lampade. Il designer di origine venete ha infatti dedicato tutta la sua vita alla creazione di punti luce ottenendo risultati e soluzioni ancora oggi riconosciute uniche. Anche se la sua avventura era nata un po’ per caso: rappresentante commerciale di una vetreria d’arte, tutto ebbe inzio quando, su invito di un cliente, modificò un vaso trasformandolo in lampada. L’azienda da lui fondata nel 1939, l’Arteluce Società Anonima A.L., e attiva fino a metà degli anni Settanta arrivò ad avere in catalogo fino a 700 modelli con 26 brevetti depositati, quasi nella totalità disegnati da Gino Sarfatti.

Lotto 133, Gino Sarfatti, Lampada da terra mod. 1086, 1961. Base d’asta € 3.000

Un personaggio timido e schivo nella vita – forse per questo le sue lampade non hanno nomi di fantasia, ma semplici serie di numeri progressivi – che ci ha regalato oggetti come la lampada da terra modello 1086, lotto 133, o le due lampade da tavolo “sempre in piedi” lotti 134 e 135, in cui l’ideatore ha scarnificato l’idea di lampada portandola alla sua essenza senza, però, tralasciare l’importanza delle linee e l’appagamento dell’occhio.

Lotto 134, Gino Sarfatti, Lampada mod. 600/C, 1966. Base d’asta € 400

Se nei suoi prodotti Sarfatti lavorava per sottrazione, Angelo Mangiarotti per le sue “Giogali” del 1966 (lotto 142) ha lavorato per addizione. L’architetto e designer milanese per le sue lampade da muro, prodotte da Vistosi, crea una maglia di anelli di vetro, una vera e propria stoffa trasparente che frapponendosi alla lampadina va a creare alle pareti dei giochi di luce che divengono un vero e proprio elemento decorativo. I punti luce perfetti per chi non ama appendere quadri ma che vuole stupire i suoi ospiti con effetti unici.

Lotto 142, Angelo Mangiarotti, Giogali, 1966. Base d’asta € 1.800

 

“La luce è la quarta dimensione. Qualcosa di spirituale, di mistico, strettamente connesso al nostro benessere”

Come uniche sono le creazioni del tedesco Ingo Maurer. A testimoniare il suo amore per il mondo dell’illuminazione basta dire che in cinquant’anni di carriera ha progettato più di 200 modelli di lampade spinto dall’idea che: “La luce è la quarta dimensione. Qualcosa di spirituale, di mistico, strettamente connesso al nostro benessere”. Alla ricerca perenne della luce più adatta per ogni circostanza, Ingo Maurer ha utilizzato nelle sue creazioni tutte le tipologie di illuminazione dalle lampadine ad incadescenza, iconiche le sue “Lucellino” (semplicissime lampadine dotate di ali d’angelo), fino ai led e agli oled più moderni. Uno dei modelli più raffigurativi di Maurer è la lampada da terra modello “Gulp”, (lotto 146), in metallo regolabile e con un sistema di regolazione che permette appunto a ognuno di avere la sua luce “ideale”.

Lotto 146, Ingo Maurer, Lampada da terra, 1960 ca. Base d’asta € 900

Progettare è un po’ come comporre poesie: richiede tempo, dedizione e continue limature per ottenere l’effetto desiderato, dalle parole come dall’oggetto. Un designer poeta è sicuramente Tobia Scarpa, che trent’anni dopo, con lo stesso spirito di creatività del padre Carlo, ha un approccio totalmente diverso al tema lampada a sospensione (lotto 144).

Per il suo progetto per Flos si ispira alla natura e alle forme del fiore di loto capovolgendolo e realizzandolo in ottone laccato bianco. Forme armoniche e morbide che caratterizzano la maggior parte delle creazioni di questo designer amante della natura dall’animo gentile, se come lui stesso afferma: “Ho sempre pensato che ogni azione che realizza un manufatto destinato a durare nel tempo diventi di per stesso immagine del suo creatore”.

Lotto 144, Tobia Scarpa, Coppia di lampade, 1962. Base d’asta € 900

Noi siamo grati a tutti loro che con le loro creazioni ci permettono non solo di combattere l’oscurità che da un certo punto della giornata in poi avvolge naturalmente le nostre vite ma di poterlo fare con il Bello.

L’asta di Design e Arti Decorative del prossimo mercoledì 28 aprile propone, tra i 160 lotti in catalogo, una ricca selezione di lampade, lampadari e appliques dei grandi designer del ‘900. Scopri subito tutti i lotti in asta!

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