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Simbologia, significati e rappresentazioni: l’arte del Sud Est Asiatico

Una raffinata selezione di sculture e oggetti cerimoniali andranno in asta il prossimo 8 marzo a Milano

Carica di simbologia, significati reconditi e innumerevoli rappresentazioni, l’arte del Sud Est Asiatico ha sempre trovato consenso nel gusto dei grandi connoisseur europei. 

Grazie ad un’affascinante dicotomia che, in particolare nell’arte votiva, ha visto mescolarsi i canoni induisti con quelli buddisti, si è arrivati ad una raffinatissima produzione di sculture e oggetti cerimoniali, che possiedono una forza intrinseca sia spirituale che decorativa.

Grande scultura in bronzo dorato raffigurante Vishnu-Rama. Thailandia, secolo XX
Lotto 6 / Grande scultura in bronzo dorato raffigurante Vishnu-Rama. Thailandia, secolo XX

Vishnu è considerato il protettore dell’universo nell’induismo: compie la sua missione assumendo varie incarnazioni o avatar, come Rama e Krishna, per ristabilire l’equilibrio e sconfiggere il male. Viene raffigurato con quattro braccia, tutte disposte al di sopra dei fianchi, la mano anteriore destra è alzata nel saluto regale, mentre nelle altre reca, come attributi, la mazza, la ruota e la conchiglia.

Lotto 22 / Grande Buddha in bronzo. Laos, inizio secolo XX – Lotto 74 / Testa di Buddha. Birmania, secolo XIX

Nelle prime sculture, Buddha non era rappresentato in forma umana ma attraverso simboli. Solo attorno al I secolo d.C., in India cominciarono a emergere immagini di Buddha con caratteristiche umane, fortemente influenzate dalle statue romane, conoscenze rese possibili dalle rotte commerciali che collegavano l’Oriente con l’Occidente.

Queste sculture si concentrarono su un’immagine ideale del Buddha, combinando tratti semplici, come i piccoli ricci dei capelli con forme più lussuose, come i drappeggi ispirati dalla scultura gandhariana

In tutte le regioni del sud est asiatico, le sculture del Buddha venivano utilizzate per ricordare episodi specifici dei suoi viaggi e insegnamenti. Come le sculture gandhiane e indiane, quelle del Laos e della Thailandia includono spesso un usnisa (protuberanza nella parte superiore del cranio), con un’espressione serena del viso. Sono comuni anche i lobi delle orecchie allungati, che richiamano l’attenzione sulla rinuncia del Buddha a una vita principesca e ai beni materiali.

Immagine: lotto 22, Grande Buddha in bronzo. Laos, inizio secolo XX / lotto 74, Testa di Buddha. Birmania, secolo XIX

Lotto 73 / Scatola “Hsun-ok” porta offerte. Birmania, secolo XIX

Gli hsun-ok sono dei contenitori tradizionali che venivano impiegati per le offerte al Buddha e alla comunità dei monaci: venivano collocati su un altare, ai lati dell’immagine del Buddha e in essi venivano depositati doni di fiori, frutta e incenso. Questi contenitori erano frequentemente realizzati in legno di bambù e lacca: la laccatura rappresentò infatti un’importante attività artigianale in Birmania per molti secoli. 

La lacca birmana è conosciuta per le superfici incise e per l’aggiunta di intarsi in vetro colorato (soprattutto vermiglio) e foglia d’oro. Un esemplare molto simile a questo offerto in asta è parte della collezione del British Museum.

L’asta dell’8 marzo propone sculture, bronzi, vasi e preziosi oggetti tradizionali della cultura orientale in un catalogo che raccoglie oltre 80 lotti per collezionisti e appassionati di Arte Asiatica.

Scopri il catalogo completo

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