Le sfumature di Corto Maltese

Un marinaio errante, un sognatore disilluso e un’icona della letteratura a fumetti

Ci sono personaggi che non invecchiano mai, le cui avventure continuano a riecheggiare tra le pagine invecchiate e nelle menti di chi ama il racconto d’avventura. Tra questi, Corto Maltese si distingue come un’ombra misteriosa ed affascinante, un marinaio senza bandiera, un viaggiatore dello spazio e del tempo che rappresenta il perfetto equilibrio tra realismo e leggenda. Nato dalla penna di Hugo Pratt nel 1967, Corto è molto più di un semplice personaggio su carta.

Lotto 17 e Lotto 18. Dino Busett. Corto Maltese, anni 80. Stima € 200 – 500.

Pratt lo immagina con i tratti decisi e affascinanti che mescolano Burt Lancaster e sé stesso, un senso di giustizia anarchico e una voglia insaziabile di libertà. Corto non è un eroe tradizionale:  si definisce un gentiluomo di fortuna, non segue nessuna causa se non l’avventura, preferisce la poesia alla violenza, oppone l’ironia alla certezza. Eppure, nei suoi viaggi, si trova sempre coinvolto in eventi che lo costringono a scegliere da che parte stare, facendogli scoprire che persino con il fato si può discutere: basta prendere una lama e disegnarsi una nuova linea del destino sul palmo della mano.

Lotto 116. Emanuele Barison. Corto Maltese, 1997. Stima € 150 – 400.
Lotto 119. Giuseppe Camuncoli. Corto Maltese, 2007. Stima € 200 – 500

Ma l’influenza di Corto Maltese si estende ben oltre le tavole disegnate da Hugo Pratt. Autori e artisti contemporanei hanno raccolto la sua eredità, reinterpretandone lo spirito attraverso nuove opere. Questa ricchezza di sfumature si riflette anche nelle tavole originali presentate nell’asta “Maestri del Fumetto – Collezione Oliva” del 7 marzo 2025.

Lotto 124. Paolo Cossi. Corto Maltese, 2002. Stima € 150 – 400. Lotto 123. Davide Toffolo. Corto Maltese, anni 2000. Stima € 300 – 600

A partire dagli anni ’80, autori come Dino Busett si sono ispirati alle molteplici sfaccettature di Corto Maltese, dando vita a nuove iterazioni del marinaio pur rispettandone sempre l’essenza. Alla fine degli anni ’90 ed inizio degli anni 2000, gli italiani Emanuele Barison e Giuseppe Camuncoli, a distanza di dieci anni l’uno dall’altro, hanno reinterpretato Corto in illustrazioni dalla vena più romantica. Ancora più personale la versione di Corto firmata da Mudokon (Massimiliano Gosparini) e da George Pratt, così come quella di Davide Toffolo che con il tratto distintivo del fumettista e musicista (è il frontman del gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti) lo ha ibridato con le sue caratteristiche orecchie animali.

George Pratt. Corto Maltese, anni 2000. Stima € 300 – 600.

Anche artisti internazionali come Kent Williams, Paolo Cossi e Aleksandar Zograf hanno contribuito a mantenere vivo lo spirito di Corto Maltese, dimostrando come il marinaio possa ancora navigare nuovi mondi senza perdere la sua anima. Arrivando fino all’illustrazione più recente tra quelle offerte in asta, che rimane fedele alla versione originale, firmata da un Stefano Babini, alunno di Hugo Pratt.

Sfoglia il catalogo completo dell’asta di Maestri del Fumetto: Collezione Oliva

La Guida per Riconoscere una Borsa Hermès Originale

Le borse di Hermès, in particolare modelli iconici come la Birkin e la Kelly, sono tra gli accessori di lusso più desiderati al mondo. Ma proprio per il loro valore, sono anche tra i più contraffatti. Segui la nostra guida per evitare che un buon affare possa rivelarsi un pessimo investimento!

Asta Luxury Fashion - Foto di Mattia Borgioli

Se vuoi acquistare una borsa Hermès e assicurarti che sia autentica, ecco i dettagli chiave a cui fare attenzione:

1. Il Logo e il Marchio

La prima cosa da controllare è il timbro a rilievo sulla parte frontale della borsa. Il marchio legge “Hermès Paris Made in France” su tre righe, con la scritta più piccola a ogni riga. Nei modelli autentici, il logo presenta lettere equidistanti e con una spaziatura uniforme anche tra le righe.

Lotto 13. Hermès. Borsa Kelly Sellier, 2019 in pelle epsom color nero, dettagli in palladio, horse shoe ordine speciale. Base d’asta € 7.000.

Al contrario, la maggior parte delle borse Hermès contraffatte presenta un’iscrizione stampata, invece che impressa. Spesso le lettere sono irregolari per font, dimensione o inclinazione, e la spaziatura tra di esse può non essere uniforme. Fare attenzione anche sull’accento sulla seconda E di HERMÈS, che potrebbe essere troppo leggero o addirittura mancante.

2. La Pelle e i Materiali

Un dettaglio non da poco è sicuramente il pellame e i materiali di altissima qualità utilizzati da Hermès, come la pelle Togo, Clemence, Epsom o la pelle di coccodrillo e alligatore. Si può riconoscere anche al tatto: la pelle deve risultare morbida ma robusta. Se la pelle è rigida o plastificata, probabilmente è un falso.

Lotto 20. Hermès. Borsa Birkin, 2008 in coccodrillo Porosus mat color fauve, dettagli in palladio. Base d’asta € 25.000

Da considerare anche le variazioni nella pelle esotica: le trame sulle borse di coccodrillo e alligatore sono praticamente sempre diverse. Solamente una finta borsa di Hermès potrebbe avere squame perfettamente regolari e uniformi, questo perché gli animali stessi hanno delle irregolarità nella pelle!

Anche l’odore è un indicatore importante: un’autentica borsa Hermès ha un profumo naturale di pelle, mai di colla o plastica. 

3. Le Cuciture

Hermès cuce a mano ogni borsa con la tecnica del punto sellaio. I punti Hermès in genere hanno una leggera inclinazione verso l’alto e, sebbene i punti siano singoli, potrebbero esserci dei punti doppi. Se trovi cuciture disordinate, dritte o troppo perfette (tipico delle macchine industriali), potresti essere di fronte a un falso.

Lotto 17. Hermès – Borsa Birkin 40 cm, 2008 in pelle taurillon clémence color blu di prussia, dettagli in palladio. Base d’asta € 7.000

4. Il Codice del Sellier

Ogni borsa autentica ha un codice identificativo impresso all’interno, vicino all’attacco della maniglia. Questo codice contiene l’anno di produzione – indicato da una lettera dentro un quadrato o un cerchio – e le iniziali dell’artigiano che l’ha realizzata. Se il codice è assente o non segue questo formato, è un indizio di contraffazione. 

5. L’Hardware e i Dettagli in Metallo 

Le parti metalliche di una borsa Hermès originale, come lucchetti, chiusure e piedini, sono realizzate in ottone placcato oro o palladio. Devono avere un peso solido e non sembrare leggere o “cheap”. Il numero di serie del lucchetto e della chiave devono ovviamente corrispondere.

6. La Forma e la Struttura 

Le borse Hermès mantengono sempre la loro forma anche dopo anni di utilizzo. Se una borsa appare floscia, con il peso disequilibrato tra gli angoli, e con una forma poco definita, potrebbe essere un’imitazione. 

Lotto 9. Borsa Birkin 35 cm, 2007 in pelle taurillon clémence color melanzana, dettagli in palladio. Base d’asta € 7.000

7. La Dust Bag e la Scatola

La dust bag autentica è realizzata in cotone di alta qualità, con il logo Hermès stampato in marrone. Le repliche spesso usano un tessuto più economico o hanno stampe troppo scure o sbiadite. La scatola originale è arancione con una finitura leggermente granulosa e un logo perfetto. Se il colore è troppo acceso o la scatola è troppo leggera, potrebbe essere un falso. 

Riconoscere una borsa Hermès originale richiede attenzione ai dettagli. Se hai dubbi, affidati a esperti del settore o a servizi di autenticazione professionale.

Sfoglia il catalogo della prossima asta di Luxury Fashion che si terrà il 10 marzo

Quattro aste per San Valentino

Dalle borse rosso passione ai fumetti romantici, l’offerta di San Valentino di Finarte trasforma questa giornata in un ricordo prezioso

Amore: sentimento eterno, celebrato dagli artisti di ogni epoca e declinato in infinite forme creative – romantica, passionale, platonica, struggente. L’arte ha sempre raccontato l’amore, rendendolo protagonista, proprio come nella letteratura e nella storia. Anche la leggenda di San Valentino, in tutte le sue versioni, è un inno all’amore incondizionato. Scopri le nostre aste per festeggiare San Valentino come vuoi e con chi vuoi!

Lotto 119 – Emanuele Barison. Corto Maltese, 1997. Stima € 150 – 400
Lotto 116 – Giuseppe Camuncoli. Corto Maltese, 2007. Stima € 200 – 500

Per gli amanti dei fumetti
L’asta “Maestri del Fumetto: Collezione Oliva” del 7 marzo offre pezzi iconici: dai disegni di Emanuele Barison per “Corto Maltese” (Lotto 119, Stima € 150 – 400) a quelli intensi e tormentati di Giuseppe Camuncoli (Lotto 116, Stima € 200 – 500), fino all’irresistibile fascino di Diabolik di Dino Busett. Per i sognatori c’è Bonnes Vacances di Yves Chaland, anni ‘80, e per chi cerca l’amore ideale, La donna dei sogni di Federico Fellini (Lotto 85, Stima € 900 – 1.700).

Lotto 85 – Federico Fellini. La donna dei sogni, anni 70. Stima € 900 – 1.700
Lotto 9 – Yves Chaland. Bonnes Vacances, anni 80. Stima € 400 – 800

Per chi ama la moda
L’asta di Luxury Fashion del 10 marzo celebra l’amore con una palette di rossi in tutte le sue sfumature: Birkin rubino 2010 (Lotto 4, Base d’asta € 7.000), Kelly Rouge H (2009, Lotto 6, Base d’asta € 6.500), Birkin rouge con dettagli dorati 2004 (Lotto 23, Base d’asta € 7.000), Kelly Rouge Duchesse 2002 (Lotto 33, Base d’asta € 8.500) e una Chanel XXL rosso matelassé (2018, Lotto 38, Base d’asta € 6.500).

Lotto 4 – Birkin rubino, 2010. Base d’asta € 7.000
Lotto 38 – Chanel XXL rosso matelassé, 2018. Base d’asta € 6.500

Per chi ama la casa
Illumina la tua serata con la lampada ad Arco di Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1962, Lotto 20, Stima € 800 – 1.000) in asta il 25 febbraio, perfetta per creare un’atmosfera leggera e sentimentale. Per rendere la serata indimenticabile, lasciati conquistare da un vaso del 1985 di Laura Diaz de Santillana per che possa raccogliere un mazzo di fiori ricevuto.

Lotto 20 – Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Arco, 1962. Stima € 800 – 1.000
Lotto 82 – Laura Diaz De Santillana. Vaso, 1985. Stima € 400 – 600

Per l’amore materno
L’asta Unveiled Beauty del 27 febbraio, dedicata alla bellezza del corpo umano, celebra anche l’amore materno con due lotti particolari: il Lotto 52 di Barry Lategan, Catherine Lategan (1980), che esprime la delicatezza e allo stesso tempo la forza dell’amore di una madre, e il Lotto 54 di Claudio Abate, Madre e figlio (1972), che cattura l’essenza di un amore profondo, sincero e indissolubile, due opere ideali per chi vede San Valentino come una celebrazione dell’affetto.

Lotto 52 – Barry Lategan. Chaterine Lategan, 1980. Stima € 800 – 1.200
Lotto 54 – Claudio Abate. Madre e figlio, 1972. Stima € 400 – 600


Scopri le nostre aste e lasciati ispirare dai cataloghi completi
Design e Arti Decorative / 25 febbraio
Fotografia: Unveiled Beauty / 27 febbraio
Maestri del Fumetto: Collezione Oliva / 7 marzo
Luxury Fashion / 10 marzo

Nasce a Napoli il nuovo polo dedicato all’arte, grazie alla partnership tra l’hotel de Bonart Naples e Finarte

Una collaborazione unica nel suo genere con l’intento di creare nuove sinergie per collezionisti, appassionati d’arte e viaggiatori raffinati, dando vita ad un connubio perfetto tra arte, eleganza e ospitalità d’eccellenza

Grazie al profondo legame con l’arte dell’hotel de Bonart Naples – che ospita oltre 150 opere realizzate da artisti campani all’interno dei suoi spazi – ed al suo costante impegno nella promozione della cultura del territorio, Finarte trova la sua prima sede napoletana all’interno degli spazi dell’hotel a partire da Febbraio 2025.

Questa collaborazione non solo conferma la vocazione artistica del de Bonart Naples, ma segna un passo fondamentale per Finarte, che attesta la sua presenza in una città di grande tradizione collezionistica e di crescente importanza nel mercato dell’arte nazionale e internazionale.

Con lo scopo di promuovere la cultura e la bellezza non soltanto tra collezionisti esperti ma ad un pubblico più ampio, Finarte e de Bonart Naples danno vita ad una serie di eventi esclusivi che arricchiscono il panorama culturale napoletano. Tra le iniziative previste Preview delle aste di Finarte, allestite negli spazi dell’hotel per offrire agli ospiti un’esperienza immersiva nel mondo del collezionismo; Art Talks, incontri con esperti e collezionisti, dedicati all’approfondimento di tematiche relative al mercato dell’arte e alla gestione delle collezioni e Valuation Day, momenti riservati in cui usufruire di consulenze specializzate e personalizzate per chi è interessato ad acquistare, vendere o valorizzare i propri beni e le proprie collezioni.

Il nostro Gruppo ha sempre creduto nella vocazione intellettuale di Napoli, una città nata con un’incredibile propensione culturale. L’hotel de Bonart Naples non è solo un luogo di ospitalità, ma un vero e proprio punto di riferimento per esperienze esclusive legate all’arte. Da sempre ospitiamo una collezione di artisti e proponiamo incontri con grandi protagonisti del panorama artistico campano. Ǫuesta collaborazione con Finarte rafforza ulteriormente la nostra missione di rendere l’arte parte integrante dell’esperienza di soggiorno e di offrire ai nostri ospiti un accesso privilegiato al mondo del collezionismo” afferma Costanzo Jannotti Pecci, CEO del Caracciolo Hospitality Group.

Questo nuovo polo artistico all’interno dell’hotel de Bonart Naples, rafforza la vocazione del Caracciolo Hospitality Group nel promuovere l’arte e nell’ incentivare la scoperta del patrimonio culturale, trasformando l’ospitalità in un viaggio tra bellezza, storia e cultura.

“La partnership con l’hotel de Bonart Naples – parte del Caracciolo Hospitality Group – rappresenta un nuovo e importante tassello nella strategia di crescita e sviluppo della nostra casa d’aste: attraverso questa collaborazione, Finarte intende affermare e consolidare la propria presenza a Napoli, città in cui, negli anni, ha costruito solide relazioni di fiducia con appassionati e collezionisti d’arte. La radicata tradizione collezionistica della città e la sua forza propulsiva in specifici ambiti – come ad esempio quello dell’arte contemporanea – sono i fattori fondamentali che ci hanno spinto a costruire una serie di iniziative pensate e organizzate appositamente per Napoli, individuando all’hotel de Bonart Naples, il partner ideale con cui realizzarle.” commenta Alessandro Guerrini, Amministratore Delegato del Gruppo Finarte.

Finarte

Fondata nel 1959 dal banchiere milanese Gian Marco Manusardi e poi rilevata in anni recenti da un nuovo gruppo di soci investitori con l’idea di creare una casa d’aste di collezionisti per i collezionisti, Finarte ha scritto la storia del mercato dell’arte in Italia, crescendo costantemente nel corso dei decenni e ampliando il proprio raggio d’azione e un’offerta sempre più diversificata. Oggi, con 21 dipartimenti, 70 aste annuali e una continua espansione nel settore del lusso, dell’arte e del design, il Gruppo Finarte si conferma protagonista nel panorama artistico e collezionistico.

Caracciolo Hospitality Group

Caracciolo Hospitality Group è una società di gestione alberghiera fondata da un gruppo di imprenditori partenopei, con l’obiettivo di valorizzare il mercato dell’hotellerie in tutte le sue forme, esaltando l’ospitalità e promuovendo il territorio napoletano come destinazione d’eccellenza. La missione del gruppo è estendere l’accoglienza, il servizio e la cura oltre i confini della propria attività, creando valore condiviso attraverso la valorizzazione delle persone e l’uso consapevole delle risorse. Nella collezione si trovano il Palazzo Caracciolo Naples, affiliato Hilton, il de Bonart Naples, e il Grand Hotel Telese, un’oasi di benessere immersa nella Valle Telesina (Benevento).

Per informazioni: hotel de Bonart Naples- tel 081 090 2000
Ufficio Stampa TCC Italia
Maddalena Ardemagni mardemagni@tccitalia.com +39 3930100765
Teresa Caniato tcaniato@tccitalia.com +39 3442612140 Chiara Vanelli cvanelli@tccitalia.com
Ufficio stampa Finarte
Marica Rossetti m.rossetti@finarte.it +39 3389746213
Calendario Eventi 2025 https://caracciolohospitality.com www.debonartnaples.com https://www.finarte.it

DRC: il fascino e il lusso delle bottiglie di Domaine de la Romanée-Conti

L’asta di vini “Timeless Treasures” del prossimo 30 gennaio propone una straordinaria selezione di bottiglie provenienti dai territori più prestigiosi della Borgogna, tra cui spicca il leggendario Domaine de la Romanée-Conti

Quando si parla di Romanée-Conti, ci si addentra nella storia di una cantina dai tratti unici ed eccellenti. Tutto ebbe inizio nel XIII secolo, quando i monaci del convento di Saint-Vivant cedettero alla famiglia Croonembourg una piccola porzione di vigneto, oggi conosciuta come Cros de Clou, uno dei crus più preziosi del patrimonio attuale della cantina.

Nel corso dei secoli, la proprietà della vigna è cambiata svariate volte fino a giungere ai Principi di Conti nel 1760, che decisero di attribuirne il nome in La Romanée.

Questo vigneto, di poco più di 1.8 ettari, si distingue per la sua posizione con un’esposizione solare ottimale, altitudine ideale e grazie ad un terreno unico al mondo. La produzione è limitata a circa 6.000 bottiglie l’anno, rendendo questi vini estremamente rari e ricercati.

Dal XVIII secolo, la tenuta è cresciuta grazie ai successivi proprietari, tra cui le famiglie Duvault-Blochet, Leroy/Roch e de Villaine. Questi hanno integrato nel patrimonio aziendale tutti i grand cru più importanti della Borgogna, tra cui Romanée-Conti e La Tâche, entrambi “monopole” della tenuta. Oggi, i vigneti si estende su 25 ettari e dal 2008 viene gestita esclusivamente con metodi biodinamici.

Grazie alla loro fama leggendaria le bottiglie di Domaine de la Romanée-Conti (o DRC) sono diventate ormai vero e proprio “oggetto di culto” posizionandosi anche all’interno della cultura POP (ricordiamo la fantastica scena nella serie “The Gentlemen” di Guy Ritchie in cui diventano protagoniste di un importante business deal tra il Duca di Halstead e il facoltoso uomo d’affari Stanley Johnston – interpretati rispettivamente da Theo James e Giancarlo Esposito).

Nelle aste di vino firmate Finarte, il DRC sono spesso protagoniste indiscusse. Fra le aggiudicazioni di rilievo, ricordiamo l’asta di Vini e Distillati del 2023, dove una bottiglia di Domaine de la Romanée-Conti Grand Cru dell’annata 1990 è stata venduta a € 23.810.

Domaine de la Romanee Conti Romanee-Conti Grand Cru, 1990. Francia – Borgogna, 1990. Lotto venduto € 23.180

Tra i lotti più attesi della prossima asta, spicca una bottiglia di Domaine de la Romanee-Conti Romanee-Conti Grand Cru Magnum del 1999 100/100 Parker (Lotto 149, Base d’asta € 24.000), seguita da un Domaine de la Romanee-Conti Romanee-Conti Grand Cru (1 BT) dell’annata 2009 (Lotto 142, Base d’Asta € 15.000).

Domaine de la Romanee-Conti Romanee-Conti Grand Cru (1 BT), 2009. Francia – Borgogna , 2009. Base d’asta € 15.000

L’asta includerà inoltre una selezione eccezionale di annate che spaziano dal 1961 al 2007.

Visualizza il catalogo completo dell’asta Timeless Treasures / Due Secoli di Vini Leggendari

Fotografia: le città nella storia

Dalla Venezia di Carlo Naya alla Shanghai di Marco Zanta – scopri le fotografie d’autore attraverso epoche e obiettivi diversi in asta il 18 dicembre

Le fotografie di città diventano più interessanti quando consentono di fare dei confronti fra le età diverse in cui sono state realizzate e i tanti stili dei fotografi che si sono succeduti nel riprenderle. Partiamo da Venezia che da questo punto di vista è piuttosto difficile perché, essendo stata al centro di un eccesso di attenzione ha quasi finito per consumare la sua immagine. Fra i primissimi a documentarla c’è stato Carlo Naya (lotto 260, 261, 262, 263, 264) di cui qui abbiamo una bella collezione di riprese: un originale panorama dall’alto del campanile di San Marco, un classico come quello dei Ponte dei Sospiri e una curiosa basilica di San Marco con la torre dell’orologio realizzata con una albumina successivamente colorata a mano. 

Lotto 260. Carlo Naya. Basilica di S. Marco e Torre dell’Orologio, Venezia, anni 1870. Stima € 300 – 400

Totalmente diverso – e siamo negli anni Quaranta del Novecento – è lo sguardo di Osvaldo Bohm (lotti 27, 28, 29, 30) che riprende una città che oggi non sapremmo tanto riconoscere nella sua antica quotidianità.

Lotto 30. Osvaldo Bohm. Senza titolo (Venezia), anni 1940. Stima € 200 – 300

Arriviamo infine a Fulvio Roiter (lotti 294, 295, 296) con immagini degli anni Sessanta che riprendono in bianco e nero la città senza nessuna concessione retorica e una successiva ripresa degli anni Ottanta dove il Carnevale e le sue maschere non erano ancora diventati un inflazionato meccanismo commerciale. 

Lotto 294. Fulvio Roiter. Ponte di Rialto, 1968. Stima € 800 – 1.200

Un’operazione simile si può fare con Roma ma stavolta confronteremo due immagini ottocentesche – il Palazzo della Cancelleria ripreso dal milanese Luigi Sacchi (lotto 306)“fotografo e luci rafo” come definito e la Fontana di Trevi da Robert Macpherson (lotto 227) –con la visione di Roma da parte dell’americano ma francese d’adozione William Klein (lotto 195) in un bellissimo libro intitolato appunto Roma.

Lotto 227. Robert Macpherson. Roma, Fontana di Trevi, anni 1850/1860. Stima € 400 – 600

A Parigi città che in ogni angolo mostra segni del passaggio di innumerevoli fotografi dedichiamo queste due immagini di André Kertèsz (lotto 191, 192) decisamente insolite. Più numerose sono le fotografie di Milano: si passa dallo sguardo rigorosamente compositivo di Bruno Stefani (lotto 330) a quello attento ai particolari di Angelo Mereu (lotto 235) per finire con quello modernissimo di Maurizio Galimberti (lotti 124, 125, 128). 

Lotto 192. André Kertèsz. St. André des Arts, Paris, anni 1930. Stima € 500 – 700

Lotto 128. Maurizio Galimberti. Tropea ; Milano, 1995. Stima € 500 – 800

Ci dedichiamo, infine, a un confronto audace: da una parte il Francis Frith (lotto 121) che documenta nel 1860 la costruzione a Londra del Crystal Palace che avrebbe colpito l’immaginazione dei contemporanei per la sua meraviglia e dall’altra le foto ben più recenti del 2011 di Marco Zanta (lotti 378, 379) che raccontano una Shanghai punteggiata di grattacieli che ormai non stupiscono più.

Lotto 121. Francis Frith. London: Crystal Palace, anni 1860. Stima € 300 – 400

Testo di Roberto Mutti

Osservando la montagna: capolavori del fotoalpinismo

Le vette immortalate da grandi fotografi d'autore in asta il 18 dicembre

La maestosità della natura si rivela in tutto il suo fascino quando l’uomo, dopo la sfida che lo ha condotto a scalarle, lancia quella altrettanto difficile che lo ha portato a fotografarle. Vale per tutti l’esempio di Vittorio Sella (lotto 318) che riassume nella sua vita le due attività, sempre magnificamente espresse, di alpinista e di fotografo. A lui si deve, per dire, la definizione stessa di fotoalpinismo anche quando i suoi soggetti erano collocati nelle catene montuose asiatiche e africane. Le difficoltà di quei lontani anni di inizio Novecento quando si fotografava con pesanti e ingombranti banchi ottici e con fragili negativi su lastre di vetro. In ogni immagine, Sella esaltava la spettacolarità dei luoghi come ben dimostra quella qui proposta della cascata in Val Formazza.

Lotto 318. Vittorio Sella. Cascata del Toce alla sera (Val Formazza), anni 1900. Stima € 600 – 800

Negli anni Trenta sono poi molti gli autori che hanno seguito le tracce del grande biellese: dal torinese Cesare Giulio (lotti 158, 159) insieme socio C.A.I. e fondatore del Fotogruppo Alpino le cui fotografie furono pubblicate dalla prestigiosa rivista “Luci e Ombre” all’astigiano Alessio Nebbia (lotti 265, 266) ben noto a Courmayeur dove aveva aperto la Bottega d’Arte Alpina in cui vendeva le sue opere, dal novarese Giacinto Oriani (lotto 270) fino agli svizzeri Lorenzo Steineman (lotto 333), Andreas Pedrett (lotto 278) e Albert Steiner (lotto 334) con quest’ultimo che si segnala per il valore delle sue opere che lo collocano ad un livello superiore ai contemporanei.

Lotti 158 e 159. Cesare Giulio. Senza titolo (Sciatori), anni 1930. Stima € 200 – 300

Lotti 265 e 266. Alessio Nebbia. Dente del gigante, 1930. Stima € 200 – 300; Entreves, anni 1930. Stima € 200 – 300

Lotto 278. Andreas Pedrett. Punta Rasica, St. Moritz, anni 1940/1950. Stima € 350 – 450.
Lotto 333. Lorenzo Steinemann. Senza titolo (Centovalli, Svizzera), anni 1950. Stima € 150 – 250.

Un discorso a parte meritano due italiani ben noti ai collezionisti: Domenico Riccardo Peretti Griva (lotti 279, 280, 281, 282, 283), vero maestro del pittorialismo di cui si apprezzano le preziose stampe al bromolio, e Riccardo Moncalvo (lotti 237, 238, 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 246) di cui qui offriamo una serie di immagini che ben documentano la sua ampia visione.  

Lotto 282. Domenico Riccardo Peretti Griva. Baite di Gressoney e il Monte Rosa, anni 1930. Stima € 200 – 300

Lotto 243. Riccardo Moncalvo. Sestriere, anni 1930/1940. Stima € 500 – 800

Visualizza il Catalogo Completo https://www.finarte.it/asta/fotografia-under-1k-milano-2024-12-18

Una partnership d’eccellenza: Finarte e Circolo Canottieri Roma

Tenutasi il 3 dicembre 2024, presso il Circolo Canottieri Roma la presentazione ufficiale della nuova partnership tra Finarte e il Circolo Canottieri Roma.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 4/12/2024 sul sito del Circolo Canottieri Roma

Tenutasi il 3 dicembre 2024, presso il Circolo Canottieri Roma la presentazione ufficiale della nuova partnership: un incontro di grande spessore culturale che ha visto la partecipazione di numerosi soci.

Dopo i saluti del Presidente Vitale la serata è stata condotta dall’Amministratore Delegato di Finarte, il dott. Alessandro Guerrini, il quale ha illustrato il contenuto di questa collaborazione, evidenziando l’opportunità per i soci di accedere a servizi esclusivi di consulenza gratuita sul proprio patrimonio artistico, con valutazione, per gioielli, quadri d’autore, orologi, armi storiche edaltri oggetti preziosi. Durante la presentazione, Guerrini ha sottolineato la flessibilità del mercato dell’arte e del loro lavoro: non è necessario essere collezionisti di opere da cifre milionarie per approfittare della consulenza e vendere o acquistare oggetti preziosi a cifre accessibili.

Alessandro Guerrini. Amministratore Delegato Finarte

Durante la serata sono intervenuti: Dott. Matteo Gardonio, responsabile del Dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo, Dott.ssa Georgia Bava, responsabile del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea, Dott. Alessio Coccioli, responsabile del Dipartimento di Orologi.

Matteo Gardonio. Responsabile dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo

Alessio Coccioli. Responsabile Dipartimento Orologi

Ogni intervento ha approfondito il valore culturale e storico delle opere e dei beni presentati, trasmettendo ai presenti la passione e l’esperienza che contraddistinguono il team di Finarte.

La serata è stata impreziosita dalla presentazione di alcune opere d’arte, grafica, dipinto, orologi, che andranno in asta la prossima settimana, quale simbolo del livello d’eccellenza offerto dalla casa d’aste:

• Joan Mirò, Le Vent Parmi les Roseaux (1971), acquaforte e acquatinta a colori, stima € 2.000-3.000.

• Gustave Courbet, Rochers d’Ornans, olio su tela, stima € 50.000-70.000.

• Vacheron Constantin, Cioccolatone 4737, anni ’50, base d’asta € 12.000.

• Rolex, modello 1897, anni ’30, base d’asta € 20.000.

• Cartier, Gondole Jumbo 97051, anni ’70, base d’asta € 8.000.

Oltre alla consulenza gratuita offerta a tutti i soci, i più interessati potranno accedere all’appena creato Club Amici di Finarte, esclusivamente a favore del Circolo Canottieri Roma, e che prevederà un ancora più intenso rapporto di informazione e valutazione, attraverso un questionario che sarà distribuito nei prossimi giorni. L’accordo con Finarte avrà una durata triennale.

Georgia Bava. Responsabile Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea Roma

La partnership è un’occasione per avvicinare i soci al mondo dell’arte e del collezionismo, non solo come passione, ma anche come forma di investimento e valorizzazione del proprio patrimonio personale.

Un nuovo codice ritrovato della Commedia presentato da Finarte e Pineider in un evento esclusivo 

Milano, 4 novembre – Finarte e Pineider svelano un nuovo manoscritto di Dante: un omaggio all'eccellenza italiana senza tempo

Finarte, storica casa d’aste italiana fondata a Milano nel 1959, si dedica ad assistere collezionisti nel mercato dell’arte attraverso l’organizzazione di aste pubbliche di opere e beni preziosi, che spaziano dall’arte antica a quella moderna, dai gioielli agli orologi, fino alla moda. Oggi, siamo entusiasti di annunciare una collaborazione con Pineider, la rinomata maison fiorentina nota per la produzione di strumenti di scrittura. 


Il nuovo codice ritrovato con Caterina Scardillo durante l’evento del 4 novembre. Via dei Bossi, 2. Milano

La giornata è iniziata presso la Boutique Pineider di via Manzoni 12. Seguita da una presentazione nella sede di Finarte in via dei Bossi 2, dove era esposto il prezioso manoscritto della Divina Commedia, mai visto prima d’ora. Il manoscritto è stato presentato da Fabio Massimo Bertolo, esperto del Dipartimento di Libri, Autografi e Stampe di Finarte, con oltre trent’anni di esperienza nel settore dell’antiquariato librario. 

Nuovo codice della Commedia.

Questo manoscritto cartaceo della Commedia include il capitolo attribuito a Pietro Alighieri e il capitolo di Busone Raffaelli da Gubbio, per un totale di 93 carte su 94. La scrittura, disposta con rubriche in rosso, appare di una sola mano e risale alla fine del XIV secolo e ai primi due decenni del XV. Caratteristiche fiorentine lo identificano come parte della famiglia dei codici danteschi nota come “gruppo dei Cento”, distinta dai codici Strozziani e dai codici derivati dal Vaticano. 

Sede milanese di Finarte. Fabio Bertolo con nuovo manoscritto della Commedia.

Aggiungendo ulteriore valore all’evento, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di imparare le tecniche di scrittura antica direttamente da una delle maggiori esperte del settore, Caterina Scardillo, esperta di manoscritti storici. Inoltre, la Boutique Pineider ha offerto una selezione di articoli esclusivi, come penne stilografiche, notebook e diari in pelle, ispirati al genio di Dante. 

 

Sede milanese di Finarte. Da sinistra Nicola Andreatta (AD Pineider) con Alessandro Guerrini (AD Finarte.

Questa collaborazione tra Finarte e Pineider rappresenta una legatura perfetta, unendo due eccellenze che condividono la passione per l’arte, la cultura e il Made in Italy. Per partecipare ad eventi futuri o per ulteriori informazioni, si invita a iscriversi tramite il sito di Finarte. 


 
Informazioni   
Via dei Bossi 2, Milano  / T. +39 02 3363801 – press@finarte.itwww.finarte.it  
 

Risultati al femminile: sold out per le fotografe donne

L'asta dello scorso 15 ottobre supera ogni aspettativa riguardo le vendite delle opere di Fotografe donne.

Se è vero, come emerge dal Women Artists Market Report redatto da Artsy per le vendite all’incanto del 2023, che solo il 25% delle opere di Fotografe donne vengono battute all’asta è altrettanto vero, come riscontrato nell’ultima vendita di Finarte dello scorso 15 ottobre, che l’interesse per i loro lavori è ben oltre questa percentuale registrando nella sala milanese un tutto venduto (o quasi) e numerosi rilanci.  

Star della vendita, conquistando il ruolo di top lot dell’asta, la fotografa americana Cindy Sherman con la sua opera pluripubblicata Untitled #119, del 1983, venduta per € 35.370. Podio nel record italiano al secondo posto e parimerito assieme all’opera venduta sempre da Finarte ad ottobre dello scorso anno, se non consideriamo vecchie aggiudicazioni del 2011 e e 2017, forse ormai lontane per il mercato. 

Cindy Sherman. Untitled #119, 1983. Lotto Venduto € 35.370

Ottimo risultato per un’altra fotografa americana ma con un bel legame con il Bel Paese e in particolar modo Roma, Francesca Woodman. La sua opera Untitled, del 1979/1980 (stampa realizzata da Igor Bakht  firmata e numerata a matita da Betty e George Woodman) è stata protagonista di una bella gara di rilanci, con una stima di € 4.000-6.000 e venduta ad € 16.470 ottenendo così il record per la vendita di una sua opera in Italia; al secondo posto figura sempre un’opera venduta 5 anni fa da Finarte ad € 10.140. 

Francesca Woodman. Untitled, 1979/1980. Lotto Venduto € 16.470

In asta a Milano anche Margaret Bourke-White, americana ma non solo, la prima fotografa donna a lavorare per una rivista, la celebre Life, e pioniera del fotogiornalismo, rare le sue opere nel mercato italiano, in totale dal 2001 ad oggi solamente 21. Proposta e venduta a solo € 2.070 la sua stampa alla gelatina ai sali d’argento Political Rally in small German town, del 1938 (stampa di poco successiva realizzata negli anni 1940/1950). 

Margaret Bourke-White. Political Rally in Small Georgetown, 1938

Artista/Fotografa iraniana molto amata negli Stati Uniti, Shirin Neshat vede ormai da anni un bel seguito anche nelle aste di Finarte. Nel catalogo dell’asta del 15 ottobre è stata presentata con una C-print (opera unica con interventi della fotografa) Game of Desire – Solo #1, del 2008, aggiudicata in sala ad € 9.540. 

Shirin Neshat. Game of Desire – Solo #1, 2008. Lotto Venduto € 9.540

Vanessa Beecroft, fotografa italiana ma che vede le sue opere inserite ormai in un mercato internazionale con magnifici risultati per le sue stampe di gran formato, è stata proposta in asta con un’opera dalle dimensioni “contenute” (cm 64 x 89 – cm 51 x 76 immagine), Schipper and Krome, del 1994/2000 ed aggiudicata ad € 5.640. 

Silvia Camporesi. Orologio (Ficarolo), 2014. Lotto Venduto € 1.677

Sempre italiana è la fotografa Silvia Camporesi che, nonostante la giovane età anagrafica (1973) e lavorativa, vede ormai le sue opere proposte nel mercato delle aste dal 2008, qua presente con Orologio (Ficarolo), del 2014, lavoro che conferma la sua stima e viene aggiudicato ad € 1.680. 

Meno favorite dalla sorte in questa vendita le fotografe Berenice Abbott e Beth Moon, mentre trovano un nuovo acquirente i due piccoli lavori del 1995 Sesto Continente dell’artista milanese, ancora legata solo al mercato italiano, Alessandra Spranzi, aggiudicati ciascuno ad € 774.