The fantastic universe of Marc Chagall at auction on May 28th

An unmistakable, fresh and childish style: the artist's gaze towards his roots and the fate of his works.

Marc Chagall, Doppio Profilo su Fondo blu e verde (dettaglio), 1950  | Opera in asta il prossimo 28 maggio

“The best flight is undoubtedly that of the mind, it does not require sophisticated means of transportation nor patents nor qualifications, but only the ability to be pilots of oneself, of one’s imagination.”

This excerpt from the text Detaching the shadow from the ground by Daniele Del Giudice devoted to his experience as an aeroplane pilot. It seems to fit perfectly an artist foreign to any frame and artistic movement as Marc Chagall, as he has flown men, women, children, violin players, cows, donkeys and bouquets in the sky.

Chagall‘s works are undoubtedly indebted, for their fairytale side, to their Russian origins and to a peasant culture that is at the same time simple and brutal, in which the transmission of knowledge, mostly oral, was based on legends and idioms.

Many paintings by Chagall seem to be proverbs or parables, visual teachings in which the artist mixes the various cultures encountered during a lifetime: Russian, French, American, Italian, all amalgamated by Judaism (even though the Jewish religion prohibits to reproduce sacred images).

As Marc wrote in his diaries, “with the spell of colours I tried to create paintings that brought me peace and were like tears suspended in the air” for the sole purpose of “uniting with myself, with the whole world.

Marc Chagall, <em>Ritratto</em> (<a href="https://de.wikipedia.org/wiki/Datei:Marc_Chagall_1941.jpg" target="_blank">via Wikipedia</a>)

Marc Chagall, Ritratto (via Wikipedia)

Fortunately for us, his passion for art prevailed against the Jewish prescriptions and allowed us to admire his fantastic worlds, made of music, multicoloured animals, and wonderful brides. Artworks, painted like ballets, performing their pirouettes on the walls of the most important museums in the world: from The Moma in New York to the Centre Pompidou in Paris to the Hermitage in St. Petersburg.

Marc Chagall is an artist with an unmistakable, fresh and childish style, with one eye turned to his roots and the other to the fate of his works. “Will I be able to find the right words and colours, will I be able to find somebody to open the doors of a world fantasized for millennia?”

A double gaze like the one of the mythological figure of Giano Bifronte: the God of the gods, father of humanity, of nature and the universe, guardian of changes, numen of doors and passages. The mythic two-headed face, as the character of Marc Chagall’s drawing at Finarte auction on May 28.

Marc Chagall, <em>Doppio Profilo su Fondo blu e verde</em>, 1950

Marc Chagall, Doppio Profilo su Fondo blu e verde, 1950 – Stima € 40.000 – 50.000 | Opera in asta il prossimo 28 maggio

One face turned towards the heights and the infinite sky. The other, melancholically staring at a bunch of flowers held tightly to the chest. A man and a woman, two women, two men? We do not know, and we do not care.

Because, as in Chagall’s words :

We want to be attracted by the invisible side of form and spirit, without which external life is not complete.

 

ONLINE CATALOGUE

Finarte e Gelardini & Romani insieme a Hong Kong il 17 maggio

Un’asta che avrà come sede una delle piazze internazionali di scambio più prestigiose con un catalogo che ripercorre l’intero panorama produttivo vinicolo italiano in tutte le sue eccellenze.

Masseto 2006

Finarte e Gelardini & Romani Wine Auction Limited uniscono le proprie forze e competenze per rappresentare il nostro paese compatto e deciso a valorizzare le proprie eccellenze.

Primo appuntamento coordinato: un’asta di vini italiani il prossimo 17 maggio ad Hong Kong, con una sala d’asta ad oggi già fully booked.

Sarà la prima asta assoluta di vini pregiati in questo difficile primo semestre del 2020 in cui le maison Anglo-francesi sono rimaste al palo, con l’Italia che guida la ripresa, nella piazza internazionale di scambio più prestigiosa al  mondo, grazie ad un catalogo ricchissimo, frutto della raccolta combinata di importanti collezioni.

In asta presente l’intero panorama produttivo vinicolo italiano in tutte le sue eccellenze.

Grande rappresentativa dalle Langhe, dove troviamo i più pregiati Barolo di Giuseppe Rinaldi, Bartolo Mascarello, Cavallotto, Massolino, Parusso con la straordinaria annata 2010 di Riserva di Bussia, Giacomo Conterno con il mitico Monfortino in un’emozionante verticale che spazia dall’annata 1947 alla straordinaria 2013.

I Barbaresco di Gaja illuminano una eccellente selezione dove spiccano Roagna, Castello di Neive, Pellissero, Sottimano e Produttori del Barbaresco.

Anche per la Valpolicella si spazia dagli Amaroni Bertani 1964 alle annate più importanti dei grandi Quintarelli, Allegrini, Dal Forno, Masi.

Dalla Toscana i Supertuscan, con tutti i grandi nomi della categoria: annate introvabili di Sassicaia, Masseto, Tignanello, Le Pergole Torte e i meno frequenti Tenuta di Trinoro, Redigaffi di Tua Rita, Colore di Bibi Graetz; non mancano i Brunello di Montalcino a partire dalle Riserve di Biondi Santi e Soldera ma anche Cupano, Talenti, Mastrojanni, Lisini, il Poggione.

Dal Sud oltre a vecchie annate di Taurasi Mastroberardino due strepitose verticali in diversi formati: Montevetrano, blend unico di Cabernet Sauvignon Merlot e Aglianico,  e Terra di Lavoro, a base di Aglianico e Piedirosso, in selezioni che vanno indietro fino all’annata 1999.

La collaborazione fra Finarte e Gelardini&Romani vivrà il suo apice il giorno dell’asta quando l’esperienza del battitore Flaviano Gelardini nella gestione della sala asiatica sarà affiancata dalla piattaforma di partecipazione in live streaming di Finarte, che permetterà agli appassionati di vini di ogni angolo del globo di partecipare in diretta per tentare di aggiudicarsi i più grandi vini del nostro Paese.

Prossima asta

Le aste ai tempi del Coronavirus

Spinta alle estreme conseguenze, un’asta si potrà oramai svolgere da casa propria, collegati con una camera alla rete, alle varie piattaforme e ai vari telefoni. Siamo in presenza di una piccola rivoluzione, in una nicchia del mondo, ma in essa si vede il riflesso di un mondo globalizzato.

di Fabio Massimo Bertolo

L’ultima pagina de Il Piacere di D’Annunzio si chiude con una scena d’asta. Andrea Sperelli descrive l’ambiente di quella vendita, tenutasi in una calda giornata romana già estiva presso l’abitazione che aveva visto i due amanti vivere la loro trascinante passione.

E se si fa un passo indietro, all’inizio del romanzo scopriamo che anche il luogo in cui esplode l’amore tra Andrea Sperelli ed Elena Muti è proprio una casa d’aste. L’incipit della relazione avviene in occasione di un’asta, e D’Annunzio dà libero sfogo a tutta la sua celebrata, decadente e raffinata capacità di descrivere ambienti e situazioni. Forse la prima moderna descrizione di un’asta pubblica.

Si delibera! gridava il perito [banditore]. Le cifre salivano. La gara era ardente (…) Pareva che a poco a poco l’aria si riscaldasse e che il desiderio di quelle cose belle e rare prendesse tutti gli spiriti. La mania si propagava, come un contagio.”

Una descrizione che indugia sui particolari, che sottolinea e circoscrive con termini chiari il senso dell’asta: la gara ardente, la mania del collezionista come un contagio, le sale d’asta come ritrovo perfetto.

In un passo chiave, poco oltre, D’Annunzio crea l’analogia perfetta:

Le cifre salivano. Intorno al banco si accalcavano gli amatori. (…) Per la presenza di tante persone, un tepore dilettoso diffondevasi nell’aria, come in una umida cappella dove fossero molti fedeli. La pioggia seguitava a crosciar di fuori e la luce a diminuire. Furono accese le fiammelle del gas; e i due diversi chiarori lottavano. – Uno! Due! Tre!

La sala d’aste è dunque un luogo dove si celebra un rituale tra fedeli di una stessa comunità, tutti attenti alle parole del celebrante, il banditore, e alla smaniosa visione degli oggetti. Sono quelle stesse opere che, passando a un certo punto di mano in mano da Elena Muti ad Andrea Sperelli, fanno scattare la scintilla, la freccia di Cupido.

Dunque, la casa d’aste è un luogo sacro, è celebrazione di un rito per D’Annunzio-Sperelli, è epifania dell’Amore, è luogo di sensazioni magnetiche che accompagnano gli oggetti e chi li tocca. Anche Andrea alla fine partecipa alla gara, si aggiudica “una piccola testa di morto scolpita nell’avorio” suggeritagli da Elena, e lo fa dopo un’agguerrita competizione a colpi di rilanci.

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Padova Finarte – Automobili da collezione | 25 ottobre 2019

La sala d’aste è anche teatro o sala di concerti, luogo di una pubblica celebrazione che nelle parole di D’Annunzio assume un valore sacrale, rituale: un preciso cerimoniale dove, parti necessarie della scena, sono il celebrante (il banditore ovvero i periti), le opere e gli astanti convenuti.

Siamo a fine Ottocento, per la precisione 1888, sono passati 132 anni e forse è il momento di fare il punto della situazione sulla realtà di una sala d’aste. Cosa è rimasto di quella sacralità? Di quel rituale?

È in atto, da almeno un decennio, un graduale processo di “laicizzazione” della vendita all’asta, non più percepita come momento di celebrazione collettiva ed evento pubblico agognato (se non per rare occasioni di vendite internazionali di Arte Moderna e Contemporanea, perlopiù), ma vissuta piuttosto come naturale conclusione di un processo di pre-vendita, che si svolge diffusamente nelle settimane antecedenti il giorno dell’asta.

Le opere sono presentate, illustrate, studiate e visionate con largo anticipo dai collezionisti, che non assaporano più il sapore della scoperta dettata dall’infatuazione del momento, come invece si percepisce dalle parole di D’Annunzio. Primo elemento dunque di distanza la maggiore conoscenza dell’oggetto, che se da un lato è sicuramente un bene, dall’altro toglie quell’aura benjaminiana che caratterizza l’opera d’arte. Partecipare in sala è divenuta ormai una stanca routine di rilanci e offerte in cui predomina l’aspetto commerciale sulla passione, una dimensione che non manca ai moderni collezionisti ma che troppo spesso è mediata dalla valutazione economica.

Esposizione asta di Fotografia

Si entra così nel secondo elemento, dilagante: un mondo globalizzato espone ogni opera d’arte nella vetrina di un mercato mondiale dove ad ogni oggetto corrisponde un prezzo costruito su oggetti simili e su aggiudicazioni simili. Si conosce in partenza il valore dell’opera, fin nei minimi particolari, e dunque la competizione appare spesso forzata entro determinati steccati; l’effetto di un mercato sviluppato e maturo (ed è un bene questo!) si riverbera sull’evento asta, predeterminandone il risultato secondo binari consueti, dettati dal mercato stesso.

La sala d’aste non è più il luogo magico delle sorprese (anche se, per fortuna, anche queste accadono abbastanza di frequente), ma un mercato pubblico che determina il valore di un oggetto secondo precisi meccanismi che sono già impliciti nella valutazione economica dell’oggetto stesso: le stime si costruiscono sul valore medio di mercato dell’opera e il mercato è costruito sulle vendite all’asta. Un serpente che si morde la coda. È sempre l’asta a determinare il valore di partenza e quello finale dell’oggetto, lasciando poco spazio agli “scostamenti virtuosi”.

Asta di Arte Moderna e Contemporanea | 04 giugno 2019

Questa prevedibilità non può che provocare un appiattimento emotivo del momento dell’asta, che è ben fotografato dalla realtà delle sale attuali. Un pubblico di curiosi, di addetti ai lavori, di conferenti, sempre meno popolato da veri collezionisti. Che si nascondono invece dietro gli anonimi telefonisti delle case d’asta o, ancor più negli ultimi anni, dietro lo schermo di un pc. Arriviamo così alla rivoluzione dei giorni nostri, dettata dalla rete: le piattaforme di vendita on-line stanno divenendo il luogo privilegiato per tanti collezionisti sparsi in giro per il mondo che, comodamente dalle loro abitazioni, partecipano al rito collettivo dell’asta “in absentia”. Ma è vera assenza la loro? Non direi, si configura invece come una presenza virtuale, attiva e dinamica, dove manca solo la fisicità del corpo, presupposta aldilà dello schermo.

Una situazione straniante quella che spesso si realizza in sala: il pubblico non è più attore e partecipe ma semplicemente testimone muto di una competizione che si svolge tra telefoni e piattaforme di vendita on line. Dietro, tanti clienti fisicamente presenti in remoto, agguerriti e pronti a contendersi i lotti; davanti, in sala, spettatori silenti. In mezzo, a fare da arbitro, il banditore senza più interlocutori reali in sala da seguire, assecondare, plaudire, ma solo colleghi cui è delegata la sua funzione precipua: seguire e stimolare i rilanci, nel meccanismo basilare della gara d’asta.

Asta di Arte Moderna e Contemporanea | 04 giugno 2019

Il banditore è nudo, senza più poteri, in balia di un sistema che spersonalizza le vendite, eliminando il contatto fisico/visivo coi collezionisti per favorire la sola legge dei numeri: l’asta, paradossalmente, è divenuta l’automatica registrazione di un incremento numerico sul quale il banditore ha ben poca influenza. Se le aste sono diventate tutto questo, inevitabilmente qualcosa si è perso. Si è persa la sacralità del momento della vendita, lo scambio e l’incontro dei collezionisti, l’atmosfera di incertezza feconda che accompagnava il susseguirsi delle aggiudicazioni: un luogo fisico rimane pur sempre un valore rispetto ad un non-luogo, contiene delle valenze psicologiche che nessun’asta virtuale potrà mai sostituire. Siamo in presenza di una piccola rivoluzione, in una nicchia del mondo, ma in essa si vede il riflesso di un mondo globalizzato che ha perso emozione, stupore e fantasia.

Spinta alle estreme conseguenze, un’asta si potrà oramai svolgere da casa propria, collegati con una camera alla rete, alle varie piattaforme e ai vari telefoni. Il tutto comodamente realizzato in remoto, di fronte a centinaia di collezionisti che guarderanno il banditore gesticolare, rialzare, aggiudicare nel vuoto di una stanza: loro vedranno lui, lui non vedrà più nessuno, solo uno schermo che riflette la sua immagine e quella dei lotti che scorrono, dei numeri che si succedono. Tutto questo un giorno accadrà.

Mi correggo, è già accaduto. Lunedì 27 aprile dalle ore 17 alle ore 20:32 da casa mia, in un anonimo quartiere di Roma (di quelli moderni), in una stanza asettica e luminosa, davanti a due testimoni e a tanti clienti digitali (ma reali) per un’asta di Grafica e Multipli d’Autore. Forse un segno – non casuale – che questa prima asta “immateriale” fosse dedicata all’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (cosa altro è la grafica moderna se non anche questo?)…. forse Walter Benjamin aleggiava a casa mia quel giorno, anche lui immateriale.

Uno dei test effettuati sull’asta dello scorso 27 aprile

Giulio Turcato, un artista che con le sue “Superfici Lunari” sognava di essere un astronauta

L’artista che ha saputo dare vita a un mondo parallelo rendendo “alieni” materiali semplici come la gommapiuma, la sabbia e i colori a olio.

GIULIO TURCATO, Superficie Lunare (dettaglio)

Annualmente circa 15.000 asteroidi e corpi celesti transitano vicino alla nostra Terra. Più o meno grandi, si avvicinano e passano oltre, per fortuna, snobbandoci come se non fossimo abbastanza interessanti per loro.

Al contrario, il cielo e i suoi confini hanno da sempre affascinato il genere umano. Lo studio di alcune delle regole che governano l’universo hanno portato al processo di Galileo Galilei, tanto ben narrato da Bertolt Brecht.
Nella società moderna, le teorie di mondi e spazi infiniti di Giordano Bruno non scioccherebbero più nessuno e lui sarebbe salvo. Tanto più che il pensiero del filosofo campano potrebbe nutrire tanta fantascienza moderna, come la serie televisiva Star Trek e i viaggi del suo equipaggio.

Chi non ricorda il suo incipit: “Spazio, ultima frontiera. Eccovi i viaggi dell’astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima”.

E a essere tanto ossessionato dall’idea di giungere in terre inesplorate, ai limiti del visibile e di riscriverne le regole, è stato l’artista Giulio Turcato.
Probabilmente se gli avessero concesso di salire su uno degli shuttle diretti al di fuori dell’orbita terreste, o di partecipare alla missione che nel 1969 condusse l’Apollo 11 sulla Luna, sarebbe stato l’uomo più felice del mondo. O forse no, perché il suo intento era di rappresentare cose mai viste dall’occhio umano, usando colori totalmente nuovi e inimmaginabili:

“L’artista è un astronauta che lavora con l’immaginazione”

Fondatore, negli anni Quaranta, del Gruppo Forma 1 con Pietro Consagra, Achille Perilli e Piero Dorazio, Turcato è stato uno dei maggiori esponenti dell’astrattismo informale italiano, basando tutta la sua produzione sul colore.
Una perpetua ricerca coloristica di tinte normalmente impercettibili all’occhio umano, con l’obiettivo di creare un nuovo colore che rappresentasse il futuro dell’uomo. Lo scultore Bruno Vannucci, ad esempio, osservava come le opere dell’artista avessero sempre sfumature diverse da quelle dei tubetti in commercio, cromie che stupivano e continuano a stupire ancora oggi.

L’artista mantovano, grazie alle proprie opere, ha dato vita a un mondo parallelo fatto di “Stelle”, “Itinerari” e “Superfici”, trasformandoli in maniera unica fino a renderli “alieni” materiali semplici come la gommapiuma, la sabbia, i colori a olio.

GIULIO TURCATO, Superficie Lunare, 1973

GIULIO TURCATO, Superficie Lunare, 1973 | In asta a Roma il prossimo 28 maggio

Superficie Lunare del 1973, presente il 28 maggio nell’Asta di Moderno e Contemporaneo a Roma, è un esempio perfetto della costante spinta in avanti di Turcato. Linee di pura energia arancioni si dispongono su un lago argentato. Un dripping molto diverso da quelli dell’americano Jackson Pollock, perché qui i colori contrapposti si amalgamano su una superficie di gommapiuma.

Cosa ha ispirato Turcato? Potremmo, ad esempio, fantasticare che questo sia l’ingrandimento di un pezzettino di una luna composta in altissima percentuale di mercurio, abitata da esseri filiformi che muovendosi producono energia pulita. Un’immagine che sicuramente a Giulio Turcato non sarebbe dispiaciuta.

Un artista e un uomo con lo sguardo rivolto verso il futuro e l’oltre, un atteggiamento che forse, in questo momento, potremmo fare nostro per spingere lo sguardo al di là del panorama che vediamo dalle finestre di casa nostra per arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima. (Anche solo con la fantasia).

Prossima asta

Excellent results for the Multiple and Prints Auction

More than 83% of the lots were sold, an incredible 135% for the value, for a total of almost € 160,000.

ANDY WARHOL, Ladies and Gentleman, Tav.5(dettaglio), 1975

Finarte does not stop, and once more obtains excellent results. After the photography auction, also the Multiples and Prints sale obtained an excellent result. More than 83% of the lots were sold, an incredible 135% for the value, for a total of almost € 160,000.

An extraordinary result for a peculiar auction, organized entirely remotely, due to the quarantine restrictions, also thanks to the excellent coordination and professionalism of Finarte’s team. The group has been able to overcome all the ongoing difficulties and to offer its customers a catalogue of the highest level and one unique auction experience.

The competition on may of the lots was quite intense, and it demonstrated the rebirth of a market, that of prints and multiples, in which  Finarte has believed since 2015.

Among the top lots by Italian artists Profili by Mario Ceroli, 1975, sold for € 2.048 quadrupling the basic estimate; L’Enigma del pomeriggio a classic plaza by Giorgio De Chirico, 1970, sold for € 1.920 (lot 49). From one master to another – at lot 65 – Lucio Fontana and his multiple in pink PVC sold for € 4.596.

Lot 101, a series of prints by Marino Marini, an hommage to Sacre Printemps by Igor Stravinsky, from a starting price of € 2.500 was sold for  € 8.250. Colletors appreciate homages fondly as demonstrates the works chosen as a cover to the catalogue, by  Ugo Nespolo picturing a museum room dedicated to Keith Haring, that from an estimate € 200 reached a selling price of € 1.152 (lot 113).
For € 2.304 is sold Finestra, colour screen printing on canvas by Mario Schifano (lot 159) that had a starting bid of € 600.

If these national artists have aroused a high interest among collectors, even more so, have the international works. Starting with Salvador Dalì, lot 42, with his bronze Venus Spatiale that is indeed the top scorer of the evening with a selling price of  € 27,539.

The pop-up book by the most famous New Yorker graffiti artist, Keith Haring, lot 77, found a new home for € 1,920. The ever-loved Pablo Picasso, present here with a ceramic plate decorated with a goat’s head, doubles the initial estimate to reach € 13,900. The female portrait at lot 194, a screenprint by Andy Warhol, is sold, quadrupling its starting bid, for € 11,400.

Complete results

Finarte upcoming auction
–   Vini e Distillati (Hong Kong, 17th of May)
–   Arte Moderna e Contemporanea (Rome, 28th of May)
–   Fashion Vintage (Rome, 11th of June)
–   Gioielli e Orologi (Milano, 18th of June)
–   Argenti e Monete (Milano, 18th of June)

*All results include the buyer’s premium

 

 

Asta di Grafica e Multipli: le opere da non farsi sfuggire

Il mondo della grafica e dei multipli d’autore: un universo fatto da bellissimi pianeti/artista tutti da scoprire. Ed è per questo che  abbiamo pensato di selezionare per voi alcune opere imperdibili tra quelle in asta il 27 aprile.

KEITH HARING, Luna Luna Karussel, A poetic extravaganza, Pop up 3D (volume incluso), 1986 - Stima € 800 - 1.000

“Non è necessariamente l’originale che noi dobbiamo possedere, ma una delle sue forme ricreate, capace di procurarci la ragione della sua bellezza”.

Queste parole sono del grande artista ungherese, naturalizzato francese, Victor Vasarely. Uno spot perfetto per quel grande mondo della Grafica e dei multipli d’autore, le cui svariate tecniche sono state amate dagli artisti di tutte le epoche per le enormi possibilità di sperimentazione. Per rendersi conto di questo basta osservare alcuni dei lotti presenti nell’asta dedicata al tema da Finarte il prossimo 27 aprile.

Lotto 24
ENRICO CASTELLANI, Estroflessione

ENRICO CASTELLANI, Estroflessione, 1968 | Stima € 1.500 - 2.000

Cominciamo con una classica estroflessione di Enrico Castellani (lotto 24, € 1.500-2.000). Realizzata in pvc bianco e accompagnata da un volume con l’introduzione di Vincenzo Agnetti, tra i primi ad apprezzare e comprendere il valore dell’opera dell’artista, e fotografie documentative tra gli altri di Ugo Mulas. Un perfetto esempio delle ricerche di Castellani improntate all’analisi e definizione dell’oggetto, della sua superficie e fruizione. Una vita artistica incentrata sulla ripetizione di una puntinatura ritmica che come la pelle di un camaleonte muta a seconda del colore della tela e delle sue dimensioni adattandovisi.

Sempre uguale ma mai identica. Un’opera senza tempo perché come ripeteva Castellani: “Il lavoro di un artista è sempre inattuale”.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 1.500 – 2.000


Lotto 77
KEITH HARING, Luna Luna Karussel, A poetic, Extravaganza

Dal minimalismo dell’artista veneto all’horror vacui di uno dei pionieri del graffitismo americano. Logicamente parliamo di Keith Haring e del suo Luna Luna Karussel, A poetic, Extravaganza, del 1986 (lotto 77, € 800-1.000). Un lavoro doppiamente unico nel suo genere sia per la sua natura di libro pop-up sia per la sua genesi. L’opera è nata infatti per promuovere un progetto nato dalla mente visionaria dell’impresario/artista austriaco André Heller: realizzare un luna park itinerante le cui attrazioni fossero ideate da artisti. Per fare questo Heller, tra il 1985 e il 1987, contattò e coinvolse oltre a Haring, Basquiat, Anselm Kiefer, Georg Baselitz, Kenny Scharf e tanti altri. Il progetto per la sua complessità si arenò alla prima tappa prevista, Amburgo, ma alcune sue componenti sono andate a decorare il progetto del giardino botanico aperto dallo stesso Heller a Gardone Riviera sul lago di Garda. Un’opera libro che secondo le intenzioni di Haring non ha bisogno d’altro che di una persona che la guardi e ne colga l’energia.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 800 – 1.000


Lotto 101
MARINO MARINI, Personages du Sacre Printemps

MARINO MARINI, Personnages du Sacre Printemps, 1974 - Stima € 3.000 - 5.000

Gli artisti sono in primis degli esseri umani e come tali loro stessi hanno dei miti e dei punti di riferimento, perfetto esempio di questo le otto litografie di Marino Marini, al lotto 101 (€ 2.500-3.500). Personages du Sacre Printemps è, infatti, un omaggio diretto a Igor Stravinskij e al suo balletto La Sagra della primavera, composto tra il 1911 e il 1913.

L’artista toscano prende come elemento architettonico base su cui modulare le composizioni il suo soggetto iconico: il connubio cavallo e cavaliere, riuscendo abilmente a trasmettere il medesimo dinamismo e poliritmia dell’innovativa opera musicale. Un omaggio alla rinascita della terra, un rito pagano in cui i colori divengono i ballerini e come tali gli elementi scatenanti le emozioni nello spettatore. Stampe di pura energia.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 2.500 – 3.500


Lotto 120
MIMMO PALADINO, Senza titolo (Mano, Toro, Cane, Testa)

Dal chiasso al silenzio. Questo sembra essere il passaggio dalle litografie di Marino Marini alle acqueforti e acquetinte di Mimmo Paladino, al lotto 120 (€ 2.500-3.000). Quattro fogli, quattro soggetti: Mano, Toro, Cane e Testa. Elemento comune l’uso della foglia d’oro un omaggio diretto ai mosaici bizantini e alla loro sacralità. Immagini primordiali in cui il vuoto sembra prevalere e acquistare un peso. Paladino nelle sue opere, infatti, professa una ricerca alle radici del segno. Grazie ad un nomadismo spazio temporale che gli permette di attingere dai bizantini ai primitivi, dai greci ai totem indiani esplora la storia indagando quelle forme immediatamente comprensibili da tutti dando corpo a delle icone universali.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 2.500 – 3.000


Lotto 156
MARIO SCHIFANO, 8 serigrafie

Ancora più vuote possono apparire le otto grandi campiture di colore al lotto 156. Una cartella di serigrafie di Mario Schifano (€ 2.000-3.000). Macchie di colori apparentemente casuali che, a uno sguardo più attento, svelano al loro interno delle lettere.
Vocali e consonanti che accostate vanno a comporre il nome dell’artista: S.C.H.I.F.A.N.O..
L’artista si ritrae così, raggiungendo il massimo della sintesi. Le sue tinte preferite: grigio-blu-arancio-celeste-giallo-verde-rosso e nero che hanno dato vita alla moltitudine delle sue opere (risaputa la sua prolificità creativa) sono qui il suo corpo sezionato. Un’opera che è la perfetta rappresentazione di un animo fragile consumato dal continuo bisogno di : “fare cose nuove, senza tregua”. Forse uno dei più sinceri autoritratti della Storia dell’Arte.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 2.000 – 3.000


Lotto 184
VICTOR VASARELY, Optical

Le opere del già citato Victor Vasarely sono invece colme di forme geometriche come si ravvede dal lotto 184, Optical (€ 400-600). Uno dei massimi esponenti del movimento cinetico cerca tramite le sue opere bidimensionali di creare un’illusione di tridimensionalità che va ben aldilà della prospettiva rinascimentale. Nei suo disegni le dimensioni sembrano dunque moltiplicarsi quattro, cinque, sei volte superando le regole del mondo naturale.
L’artista, infatti, parte da rigide regole matematiche che piega e deforma a suo piacere per ottenere vari effetti, come quello di rigonfiamento che caratterizza l’opera in asta e ascrivibile al suo periodo Vega. Recentemente la complessità delle opere d’arte di Vasarely è stata, anche, attestata, da uno studio della Facoltà di Design dell’Università di Budapest che ha analizzato digitalmente alcune sue opere. Forse, per attitudine, un ingegnere mancato ma sicuramente un grande artista. E a noi va bene così.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 400 – 600


Lotti dal 174 al 182
GIULIO TURCATO

Se Vasarely nelle sue opere cercava di superare i limiti fisici della rappresentazione il veneto Giulio Turcato ha invece approntato la sua carriera artistica al “vedere al di là dell’occhio”.
Considerandosi come “un’astronauta che lavora con l’immaginazione e per illuminazioni solitarie”, l’artista nelle sue opere ha cercato, infatti, di dare vita a nuove forme dai colori mai visti e percepiti. Membro con Consagra, Perilli e Dorazio del movimento dell’astrattismo informale Turcato ha saputo, però, mantenere sempre una propria indipendenza stilistica di cui sono testimonianza i molteplici lotti in asta dal 174 al 182, galassie e cieli di “mondi alieni”.

 

Catalogo completo

Sogni a occhi aperti: artisti e opere con il potere di far volare la mente

In asta lunedì 27 aprile ci saranno Man Ray, Maurice Henry, Salvador Dalì, De Chirico: artisti che ispirano sogni e sono capaci di farci volare con la mente.

HENRI CUECO, una delle due litografie in asta

Ogni mattina al proprio risveglio gli esseri umani si dividono in due categorie: chi ricorda i sogni fatti durante la notte e chi no. Per fortuna ne esiste anche una terza, quella di chi i sogni li fa a occhi aperti e riesce perfino a dargli una forma.

Tra questi tantissimi artisti e, a pieno diritto, Man Ray, alias di Emanuel Radnitzky. Artista, regista, disegnatore, fotografo di fama internazionale, intimo amico e compagno d’opere di Marcel Duchamp (si narra che proprio sotto il letto di Man Ray fosse stato conservato per un periodo Il Grande Vetro, opera fondamentale di Duchamp, e dalla polvere lì accumulatasi nacque l’idea del famoso scatto) ma soprattutto un creativo senza freni, come si può ben comprendere osservando le sue tre opere presenti alla prossima asta di grafica e multipli d’autore.

Si comincia dal lotto 137 con Compass, (stima € 3.000-5.000), opera in pieno spirito surrealista in cui si compongono tra loro due (o più) oggetti di uso “quotidiano” e con il loro accostamento si dà vita a un messaggio inaspettato. In questo caso Man Ray fa sollevare una pistola da una grossa calamita creando una nuova tipologia di bussola per la vita dai risvolti forse inquietanti e brutali ma unici. Un messaggio di pace sempre valido dal 1920, momento della sua ideazione, a oggi.

MAN RAY, <em>Compass</em>, 1920/1976 - Stima € 3.000 - 5.000

MAN RAY, Compass, 1920/1976 – Stima € 3.000 – 5.000

Quando era ancora giovane e viveva in America (prima di imbarcarsi per l’Europa e Parigi dove conquistò la fama), Man Ray intraprese la carriera da apprendista incisore, un interesse che coltivò per tutta la vita, come si può evincere dai lotti 138 e 139: Main Bleu (stima € 500-700) e Anatoms (stima € 300-400), entrambi degli anni Settanta.

Nel primo foglio una mano/guanto è al contempo il profilo di un uomo, basetta compresa. La testa di un osso sembra emergere dall’arto/viso come se fosse stato amputato… Chissà, forse una riflessione sulla pratica della lettura delle linee della mano. Solchi che sembra abbiano inscritto in sé il nostro presente, passato e futuro, quindi noi stessi, volti compresi.

Nel secondo foglio compare solo una silhouette, un semplicissimo tratto nero. Non è uomo né donna; quello che, però, emerge è che il personaggio ha il volto rivolto verso l’alto, al cielo. Verso il sole, le stelle, l’infinito, i sogni.

MAN RAY, <em>Main bleue</em>, 1971 - Stima € 500 - 700 (a sinistra) / <em>Anatoms</em>, 1970 Stima € 300 - 400

MAN RAY, Main bleue, 1971 – Stima € 500 – 700 (a sinistra) / Anatoms, 1970 Stima € 300 – 400

Grandissimo sognatore anche Maurice Henry, figura poliedrica del surrealismo forse più di Man Ray, grandissimo poeta e critico d’arte e cinematografico, affianca alla carriera di pittore quella di disegnatore umorista per varie testate.

Un umorismo cinico e “noir” che risponde al suo grande credo è “Grand Jeu” e come un Grande Gioco deve essere l’arte. Suoi il lotto 80 composto da tre fogli (stima € 200/300) e il lotto 81 (stima € 50/80).

Paesaggi desertici e lunari simili a Grand Canyon su cui si stagliano alberi fossilizzati, gatti e volti enigmatici, strane forme nel cielo e personaggi volanti su cieli lilla riempiono le opere dell’artista. Leggenda vuole che Picasso, nel 1941, sia stato il primo acquirente alla prima personale di Maurice Henry, alla Galerie La Peau de Chagrin, sicuramente un grande battesimo.

MAURICE HENRY, <em>Chauffage</em> (uno dei tre fogli) - Stima € 200 - 300 (a sinistra) / <em>Sogno Stima</em> - Stima € 50-80 (a destra)

MAURICE HENRY, Chauffage (uno dei tre fogli) – Stima
€ 200 – 300 (a sinistra) / Sogno Stima – Stima € 50-80 (a destra)

Tra simili ci si intende, come si suol dire, forse per questo tra gli amici di Maurice Henry ci fu anche lo spagnolo Salvador Dalì, Surrealista Maximo, paladino di Genio e Sregolatezza. L’uomo che ha tentato di rendere “surrealista” la propria vita grazie a comportamenti eccentrici e sopra le righe ma che soprattutto ci ha regalato opere come la Venus Spatiale, lotto 42 (stima € 2.500-3.000). Una scultura in bronzo patinato in cui l’artista recupera, a “modo suo”, la classica iconografia dei torsi di Venere tramandatici dalla tradizione scultorea greca e romana. Sezionato all’altezza del torso, l’artista vi poggia un uovo simbolo della creazione e fertilità, sul collo un orologio si scioglie, il tempo si ferma, si annulla in un’eternità.

Salvador Dalì, Venus Spatiale, 1977-84

SALVADOR DALÌ, Venus Spatiale, 1977-84 – Stima € 2.500-3.000

Di torsi e busti è ricca anche l’opera del tedesco Hans Bellmer, la cui produzione artistica ruota attorno a due bambole di sua creazione di dimensione reali, smontabili e modificabili a piacimento. Un’ossessione, quella per i manichini, nata dopo la visione dell’opera Contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach, in cui i due protagonisti, una sorta di moderni Pigmalione, si innamorano della medesima donna, rendendosi conto solo successivamente della sua natura di fantoccio animato. Erotismo, perversione e trasgressione sono solo alcune delle impressioni che si hanno guardando le fotografie scattate da Bellmer ai suoi manichini. A uno sguardo più attento, emerge anche la delicatezza e la cura di ogni posa, una sorta di sguardo amorevole. Se come fotografo l’artista potrebbe ritenersi un dilettante, nel disegno mostra una bravura e una finezza senza eguali. Donne e parti di corpi femminili, composti, ricomposti, moltiplicati ma sempre morbidi e suadenti, a volte disturbanti ma mai banali e sicuramente d’effetto.

Come il lotto 13, un’acquaforte in cui, in pieno stile Arcimboldo, Bellmer ricostruisce il volto di una fanciulla grazie all’accostamento dei corpi di altre fanciulle (stima € 100-150).

HANS BELLMER, <em>Femmés</em> - Stima € 100 - 150

HANS BELLMER, Femmés – Stima € 100 – 150

Enigmi sono le opere dell’artsta metafisico presente in asta,  Giorgio De Chirico. Da notare come, in gioventà De Chirico avesse conosciuto un altro artista, co-fondatore della corrente metafisica, Carlo Carrà. I due hanno condiviso gli spazi dello studio messogli a disposizione presso l’ ospedale militare di Villa del Seminario a Ferrara, a cui De Chirico era stato assegnato con l’incarico di scritturale, quale membro del 27° reggimento di Fanteria, e Carrà era convalescente. Da qui, forse la comunione di intenti avuta per un periodo delle loro carriere artistiche ed in particolare l’uso di manichini e fantocci e la creazione di quadri rebus. 

Molte le possibilità di aggiudicarsi un’opera dell’artista romano d’adozione. Dal lotto 43 al lotto 49, si sussegue infatti l’intero mondo immaginifico di De Chirico: cavalli su una spiaggia con capitelli e templi; cavalieri piumati su cavalli imbizzarriti; miti greci e manichini vaticinanti; piazze deserte con soli; piscine; teste che emergono dal terreno; sofà e poltrone all’aperto. Tanti mondi e mille narrazioni in cui far librare lo sguardo e la mente in totale libertà.

GIORGIO DE CHIRICO, <em>L'enigma del pomeriggio</em>, 1970 - Stima € 600 - 800

GIORGIO DE CHIRICO, L’enigma del pomeriggio, 1970 – Stima € 600 – 800

Della libertà avevano fatto il proprio caposaldo i componenti del gruppo francese Les Malassis, attivo tra il 1968 e il 1981, e da loro stessi definitisi “dei bastardi con la vernice”.

In linea con lo spirito contestatario dell’epoca, Henri Cueco, Lucien Fleury, Jean Claude Latil, Michel Parré, Gerard Tisserand e Christian Zeimert, nonostante gli stili pittorici diversi, si trovarono accomunati dall’idea di creare opere destinate a nuocere da un doppio punto di vista sia estetico che politico. Un vero e proprio terrorismo artistico atto ad attaccare alcuni valori della società usando il mezzo più tradizionale: la pittura. Scegliendo ad esempio di esporre le proprie creazioni in luoghi non deputati all’arte e alla cultura, e di affittare ma non vendere le proprie opere, allo scopo di rendere l’arte più accessibile per tutti. Un bene primario come il pane.

Uno spirito dirompente che nelle loro opere trova forma in immagini fantastiche e folli come le figure rosse che cadono e spiccano il volo da grattacieli di Henri Cueco, al lotto 40 (stima € 80-100); il bosco nella stanza di Lucien Fleury, lotto 63 (stima € 150-200); lo strano essere di Michel Parré, dotato di tre coppie di seni e il volto di George Washington, lotto 124 (stima € 50-100).

HENRI CUECO, uno dei due fogli in asta - Stima € 80 - 100

HENRI CUECO, uno dei due fogli in asta – Stima € 80 – 100

Perché non provare ad aggiudicarsi uno di questi bellissimi lotti e appenderlo nella propria camera da letto?

Sicuramente ispirerebbe i nostri sogni facendoci volare con la mente.

Catalogo completo

La Transavanguardia, dipinti irreali che sono più reali del reale

Per i nostalgici degli anni '80 o per chi vuole assicurarsi un’opera dell’ultimo movimento programmato dell’Arte Italiana, tante occasioni da non perdere nell'asta di lunedì 27 aprile.

MIMMO PALADINO, Senza titolo (dettaglio), 2001

Cosa resterà di questi anni 80” cantava un giovane Raf nel 1989. Di quel periodo più che Boy George o il movimento dei Paninari rimarrà sicuramente la Transavanguardia.

O meglio, la Trans-Avanguardia, come compare nominata per la prima volta nell’articolo pubblicato su Flash Art nell’autunno del 1979, a firma del suo teorico e promotore, il critico d’arte contemporanea Achille Bonito Oliva.

Testo che inizia così:

“L’arte finalmente ritorna ai suoi motivi interni, alle ragioni costitutive del suo operare al suo luogo per eccellenza che è il labirinto, inteso come lavoro dentro, come escavo continuo dentro la sostanza della pittura”

Gli anni Sessanta erano, infatti, stati caratterizzati da un progressivo abbandono da parte degli artisti dei materiali “tradizionali”, come pennelli e colori a olio, per abbracciare materiali atipici provenienti da altri contesti, come aveva fatto l’Arte Povera o con la comparsa di opere prettamente concettuali, spesso con intento “politico” o moralistico.

Bonito Oliva propugna un ritorno alla pratica artistica quotidiana. Un ritorno all’io e a ricerche che vadano al di là di un gusto sociale imperante ma che, partendo da riflessioni sulla propria interiorità, la superino spingendo l’esistenza e i quadri verso condizioni di impossibilità. Non dipingere il reale ma l’irreale, rendendolo più reale del reale. Quadri che sono il risultato del semplice fluire dell’idea dalla mente al braccio e alla mano, al pennello e infine alla tela.

MIMMO PALADINO, una delle tavole <em>I segni dello zodiaco</em>, 1987

MIMMO PALADINO, una delle tavole I segni dello zodiaco, 1987

Opere universalmente e immediatamente comprensibili da tutti perché create in totale libertà, senza filtri o pregiudizi. Gli artisti sono liberi di inserire citazioni o trarre ispirazione da autori precedenti (come Michelangelo, Matisse, i fauves, ecc…) in un approccio alla Storia dell’Arte non più lineare e cronologico, ma acronico e rizomatico a seconda delle proprie necessità.

L’opera è per la collettività perché nasce dalla singolarità più profonda. Caratteristica evidente quando ci si approccia alle opere degli artisti più rappresentativi della Trans-Avanguardia: Francesco Clemente, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Mimmo Paladino e Nicola De Maria. Ciascuno di loro ha percorso una propria via, mantenendo un proprio stile ben riconoscibile fin dal momento del loro riconoscimento a livello internazionale: la partecipazione a Aperto ’80, mostra organizzata in concomitanza della Biennale di Venezia di quell’anno e a cura del già citato Bonito Oliva e del guru della curatela Harald Szeemann.

Tanto diversi tra loro, ma con una grande passione in comune: la pratica del disegno, la via più diretta per dare vita ai propri pensieri. Tratto che emerge chiaramente osservando alcuni lotti presenti nella prossima asta del 27 aprile, dedicata alla grafica internazionale e ai multipli d’autore.

Al lotto 28, Improvvisazioni su Leonardo, una cartella del 1991, comprendente cinque acqueforti del toscano Sandro Chia, segni minuscoli e nervosi si intrecciano tra loro dando vita a vari personaggi: chi è immerso in un mare, chi discende da una scala (forse qui oltre a Leonardo un omaggio a Duchamp?), chi si abbraccia teneramente e chi cattura al volo un angioletto con tutta l’ironia che caratterizza tutta la produzione dell’artista. Delicati bianco e nero con delle lievi sottolineature di colore stimati € 1.000-1.500.

Ancora cinque, ma litografie, le opere di Enzo Cucchi del 1981 al lotto 39 a € 1.000-1.500. Un titolo, Immagine feroce, che ben riassume i soggetti delineati come se fossero al carboncino. Micro narrazioni visive in cui pesci pregano, una coppia pesca con un remo un pesce mostruoso o un cane salva una coppia da un incendio. Forse materializzazioni dei sogni dell’artista marchigiano.

Ben più corposa la presenza di Mimmo Paladino, dal lotto 119 al 123, l’artista dà sfogo a tutta la sua fantasia sfruttando a pieno tutte le potenzialità dell’arte incisoria e delle sue tecniche: acquatinta, acquaforte, linoleografie, inserti in foglia d’oro si mischiano tra loro dando vita a veri capolavori. Riconoscibilissime le sue silhouette umane ispirate ai kouros della statuaria greca che di volta in volta reggono case, animali mostruosi, fino a divenire Attila. Per gli amanti degli oroscopi, da non perdere assolutamente la rappresentazione dei dodici segni zodiacali dell’artista campano a € 2.500-3.500.

Per i nostalgici degli anni ’80, ma anche per chi vuole assicurarsi un’opera di quello che viene considerato l’ultimo movimento programmato dell’Arte Italiana ad oggi, tante ghiotte occasioni da non perdere.

Catalogo completo

Grafica e Stampe: modalità di partecipazione all’asta e visita all’esposizione virtuale

L'esposizione sarà visibile online e la partecipazione all'asta sarà possibile da remoto con diverse modalità.

Visita l'esposizione virtuale dell'asta di Grafica Internazionale e Multipli d'Artista

A causa della situazione di emergenza sanitaria, le nostre sale espositive sono chiuse al pubblico. Per questo motivo abbiamo sviluppato un’ esposizione virtuale nella quale potrete vedere esposte tutte le opere dell’asta di Grafica Internazionale e Multipli d’Autore.



Per quanto riguarda invece la partecipazione all’asta del 27 aprile alle ore 17:00 sarà possibile da remoto, secondo le seguenti modalità:



TELEFONICAMENTE

Compilando il modulo per le offerte telefoniche da inviare per e-mail all’indirizzo bid.roma@finarte.it  almeno 24 ore prima dell’asta, si verrà contattati da un nostro operatore il giorno dell’asta.




TRAMITE OFFERTE SCRITTE

Compilando il modulo per le offerte scritte da inviare per e-mail all’indirizzo bid.roma@finarte.it almeno 24 ore prima dell’asta.




ONLINE SUL SITO DI FINARTE

È possibile registrarsi sulla nostra piattaforma e partecipare all’asta che sarà visibile in diretta streaming. Per effettuare offerte pre-asta e per partecipare all’asta live è necessario caricare i proprio documento d’identità. L’abilitazione verrà effettuata nel giro di 24 ore.




ONLINE SULLE PIATTAFORME PARTNER

L’asta verrà ritrasmessa in diretta e sarà possibile partecipare live anche su Invaluable, ArsValue, Bidsquare e Bid Spirit.




TRAMITE WHATSAPP

Eccezionalmente per quest’asta sarà possibile registrarsi inviando i propri documenti e le relative offerte tramite WhatsApp al numero 349 9117695.


Finarte vi ringrazia per la comprensione e la collaborazione.

Prossima asta

Prints and Multiples: Finarte does not stop in its mission of sharing beauty.

A vibrant catalogue that features renowned Italian and international masters and many perks

CARLA ACCARDI, Senza titolo (dettaglio), 1979

On April 27th at 5.00 pm, the Multiples and Prints auction will take place online. It is possible to participate through written and telephone bids by filling up the form and sending it to bid.roma@finarte.it or directly to the WhatsApp number 349 9117695. Participation is also possible online from our platform: www.finarte.itYou can bid online also on some partner sites: Invaluable, Ars Value, Bidsquare and Bidspirit.

The catalogue is vibrant and features top names of the Italian and international art scene and many perks.

Among the lots of the Italian masters, a shaped canvas painted in white PVC by Enrico Castellani, lot 24, dated 1968 and accompanied by a photographic volume with a text written by Vincenzo Agnetti and images by Giorgio Colombo, edited by Achille Mauri (estimate € 1,500 – 2,000).

ENRICO CASTELLANI, <em>Estroflessione</em>, 1968 | Stima € 1.500 - 2.000

ENRICO CASTELLANI, Estroflessione, 1968, € 1.500 – 2.000

The catalogue also features a series of works by Mario Ceroli, an artist known for his participation in the Arte Povera movement. At lot 27, we find Profili, a zinc matrix dated 1975, six superimposed profiles giving life to a sculpture uniquely animated (estimate € 500-700).

The two subsequent lots are also quite fascinating, even if notably different from one another. We find Homage to Leonardo da Vinci by Sandro Chia (lot 28, estimate € 1,000-1,500), one of the most eminent artists in the Transavanguadria art movement. It follows Senza Titolo, 1972, by Giuseppe Chiari – composer and visual poet. The lot comprises seven musical-themed photolithographs including There is no more beautiful music than what I am listening to now (lot 29, estimate € 200-400).

A lot composed of multiple works is also number 44, ten lithographs by Giorgio De Chirico, an iconographic summa of the artistic work Roman master (€ 6,000-8,000).

Lots 64 and 65 are two artworks by Lucio Fontana. The first one is a Spatial Concept dated 1956, an etching in which the idea of the cuts spouses the notion of motherhood and nature ( estimate € 800-1,000). The second is an artist edition in pink PVC, reproduction of the gesture of the brilliant cuts, accompanied by a publication with photographs by Ugo Mulas, edited by Achille Mauri (estimate € 3,000-4,000).

The subject of lot 82 by Emilio Isgrò is Cricket. In this workthe words – the artist’s natural raw material – sapiently mix with stones on a silk-screen printing of delicate tones (estimate € 150-200).

A sound sculptor cannot exempt himself from being an excellent draughtsman. And this concept can be fully grasped with Personnages du Sacre Printemps’ folder, eight lithographs by Marino Marini. The artist expertly analyzes the figure of the horse and the rider, destructuring it in a sort of drawn collage (estimate € 3,000-5,000).

From lot 119 to 123 it is possible to appreciate a sequence of beautiful engravings with different subjects by Mimmo Paladino, perhaps the best-known artists of the Transavanguardia and a fond user of the engraving technique.

Mario Schifano features in the catalogue with five lots. The most interesting is lot 155 a folder with each letter of artist’s surname written in the centre of each of the sheets (estimate € 2,000-3,000) and Finestra, a work of substantial scale (serigraphy on canvas, estimate € 600-800).

Among the other Italians featured in the catalogue, we find artists of the calibre of Carla Accardi, Enrico Baj ,Giuseppe CapogrossiPiero Guccione, Achille Perilli and Emilio Vedova but also masters of the world of illustrations such as Leo Lionni  and Tullio Pericoli.

The auction also presents lots by influential international artists.

At lot 15, you can find rare triptych, dated 1972, by Joseph BeuysAlla Modern Art Agency, three screenprints depicting the German artist engaged in one of his legendary performances (estimate € 200-300).

Beuys returns at lot 194 in a double portrait of Mimmo Jodice, with Andy Warhol, a rare poster from 1980, with an estimate of € 400-600. Among the most influential artists, the best-known representative of Pop Art – Andy Warhol – at lot 193, Ladies and Gentleman TAV.5, a female portrait in perfect pop-style, offered at € 3,000-4,000.

From pop to graffiti, the step is short. Take a look for example at lot 77 by Keith HaringLuna Luna Karussel, a poetic extravagance, a Pop up in 3D, dated 1986, with an estimate of € 800-1.000.

Among the three-dimensional multiples the bronze sculpture by the Spanish surrealist Salvador DalìVenus Spatiale, a reinterpretation of the Greek and Roman Venuses with an egg and a liquid clock attached (estimate € 2,500-3,000) and Compass one of the mythical, different surreal, compositions by Man Ray. In this work by the American artist, a magnet is holding a gun (lot 137, estimate € 3,000-5,000).

Two hundred and four lots that represent two hundred and four possibilities to enrich your homes with a news entry at a small price.

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