Finarte 2020 Selection: at auction a private Porsche collection… and not only

In our upcoming auction of the Automotive Department there will also be an important and complete Porsche-themed private collection including a very recent 911 (997) Sport Classic.

An exceptional opportunity for the FINARTE 2020 SELECTION auction will be an important and complete private collection with a main Porsche theme, belonging to the Saottini family, which was the head of the homonymous Saottini Auto S.p.A., which includes the Brescia Porsche Center.

Volkswagen and Porsche dealers since 1951, have collected and kept over the years a rich and interesting collection of cars belonging to the group; among the goodies a Volkswagen “due vetrini”, a Porsche 356 Speedster and a very recent Porsche 911 (997) in the exclusive Sport Classic version.

We inform you that it is possible to reserve a slot to view the cars.

 

Automotive Department
Via Paolo Sarpi, 6 – Milan
Phone: +39 02 33638028
Email: automotive@finarte.it

Catalog preview

Fotografia: in asta i capolavori dei grandi maestri italiani e internazionali

Vitali, Fontana, Basilico, Cartier-Bresson, Neshat, Salgado, McCurry e Prince. Sono solo alcuni dei grandi nomi che trovate nel catalogo della prossima vendita all'incanto del 30 settembre a Milano.

Lotto 182, ORMOND GIGLI, Girls in the Windows, New York, 1960 (dettaglio), Stima € 15.000 - 18.000

L’asta (211 lotti) avrà una prima tornata dedicata alla fotografia italiana e una seconda ai maestri internazionali, con un interessante sguardo sia a lavori storici sia a opere contemporanee.

La prima sessione si apre con un nucleo dedicato al paesaggio extraurbano, con bei lavori di Franco Fontana e Massimo Vitali, e cittadino, che culmina con la monumentale Beirut di Gabriele Basilico (lotto 11, stima € 4.000 – 5.000).

Questa tornata presenta tutti i grandi autori del panorama della fotografia del nostro paese, da Mimmo Jodice a Gianni Berengo Gardin, da Nino Migliori a Maurizio Galimberti, passando per Mario Giacomelli. Del fotografo senigalliese troviamo un vero e proprio excursus della sua produzione dai lavori delle serie Lourdes, Zingari, Puglia, La buona terra, Motivo suggerito dal taglio dell’albero, il canto dei nuovi emigrati, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, il mare dei miei racconti, Favola per un viaggio verso possibili significati interiori, Questo ricordo lo vorrei raccontare, agli iconici Pretini (lotto 52 Io non ho mani che mi accarezzino il volto, stima € 2.800 – 3.500). Si chiude la prima tornata con 3 stampe vintage dei lavori più significativi del fotografo emiliano Luigi Ghirri, dalla serie Kodachrome “Lucerna”, lotto 85, stima € 4.000 – 5.000, “Modena” dalla serie “Still Life”, lotto 86, stima € 4.000 – 5.000.

La seconda tornata comincia con 6 eccezionali lotti dedicati al grande fotografo Henri Cartier-Bresson, con Behind the Gare Saint Lazare al lotto 88 (stima € 8.000 – 10.000) e Rue Mouffettard al lotto 89 (stima € 12.000 – 18.000), che sono due vere rarità per il mercato italiano. Il catalogo prosegue con altri autori francesi di origine o adozione, Kertesz, Riboud, Lartigue, Sieff, Man Ray, per poi presentare dai lotti 107 a 113 opere delle due grandi autrici americane contemporanee Cindy Sherman e Francesca Woodman. Segnaliamo della prima la divertente Untitled (Lucille Ball) al lotto 107 (stima € 6.000 – 8.000) e della seconda le introspettive Providence Rhode Island (lotti 110 e 111, stima € 6.000 – 8.000 ciascuna).

Interessanti alcuni lavori dedicati al nudo e alla provocazione con nomi del calibro di Pierrè Molinier, Sally Mann, Herb Ritts (una perla la stampa al platino al lotto 118, stima € 8.000 – 10.000), Daido Moriyama, Brett Weston, Araki e, soprattutto, Helmut Newton. Del maestro tedesco vengono offerti 4 bei lavori, con una capacità di provocare e di spiazzare l’osservatore fuori dal comune. Spiccano tra questi senz’altro il lotto 116, Saddle I, proposto a € 30.000 – 40.000, e il 117, Sie Kommen, a € 20.000-30.000. Si raggiunge l’apice del catalogo ai lotti 155 e 156, veri top lot dell’asta. Le prove d’artista di Richard Prince dalla serie Cowboys sono una vera rarità e vengono presentati a € 125.000 – 150.000 ciascuno.

Ai due lotti successivi ecco invece due vere icone di Steve McCurry: Dust Storm (lotto 157, stima € 2.200 – 2.800) e, soprattutto, la famosissima Afghan Girl, Sharbat Gula, Peshawar, Pakistan (lotto 158, stima € 7.000 – 10.000).

Altri grandissimi della fotografia che chiudono questa carrellata di capolavori sono Shirin Neshat, Manuel Alvarez Bravo, Weegee e Sebastião Salgado (lasciano a bocca aperta l’inquietante Blind woman, Mali, al lotto 160 e il brulicare di minatori nella Sierra Pelada al lotto 161, entrambe stimate € 5.000 – 7.000).

Di forte impatto al lotto 182 le 41 coloratissime modelle di Ormond Gigli: il suo Girls in the Windows, New York, è senza dubbio l’opera più famosa del fotografo newyorkese.

Infine tre ritratti di Albert Watson: i pezzi unici ai lotti 199, 200, 201 davvero preziosi, sia per il formato, sia per la qualità delle stampe.

Catalogo online

La stamperia Berardinelli: opere nate dall’amore per la stampa

Da Paladino a Chia, da Schifano a Angeli e Rotella, da Mondino o Carmi a Dario Fo o Nanni Balestrini, da Charlotte Moorman e Nam June Paik, a Daniel Spoerri e Joe Tilson. Una grande molteplicità di artisti internazionali che sono transitati nel laboratorio di stampa dando vita ad altrettanti capolavori che saranno in asta il prossimo 24 settembre a Roma.

JOE TILSON - Look (dettaglio), 2002 (Stima € 500 - 700)

Se fossi un foglio di carta non avrei dubbi: vorrei entrare a far parte della grande famiglia delle tirature della Stamperia d’Arte Berardinelli, di casa in via Santa Maria dell’Organo a Verona.

Se la grandezza di una persona si giudica da chi frequenta e da chi lo circonda, quella di un artigiano può essere determinata dai nomi di chi vi collabora. Basta sfogliare questo catalogo e far scorrere gli occhi sugli autori che si sono avvalsi delle conoscenze di questa famiglia per intuirne la bravura: da Paladino, Chia e Cucchi a Schifano, Angeli e Rotella, da Aldo Mondino o Eugenio Carmi a Dario Fo o Nanni Balestrini, da Charlotte Moorman e Nam June Paik, a Daniel Spoerri e Joe Tilson così via.

Una grande molteplicità di artisti internazionali che sono transitati nel laboratorio di stampa dando vita ad altrettanti capolavori, ma che rappresentano solamente un piccolo frammento della storia dei Berardinelli.

Una storia profonda che affonda le sue radici alla fine degli anni Sessanta. È infatti il 1969 quando Gino Berardinelli, terminato il servizio militare, decide di trasferirsi a Parigi sulle tracce dei protagonisti della sua grande passione: l’arte. Proprio visitando i luoghi degli impressionisti, di Picasso e Duchamp, fa l’incontro che gli cambierà la vita: conosce lo stampatore d’arte Arcay che lo prenderà a bottega.

Ritoccare manualmente le stampe di artisti cinetici dai disegni complessi ed elaborati come Victor Vasarely e Yacoov Agam è per Gino Berardinelli solo l’inizio dell’esperienza nel laboratorio francese, un confronto che lo tempra e lo porta ad amare sempre più il mondo della stampa d’arte. A Parigi conosce anche il professor Gatti, uno dei massimi esperti italiani di stampe d’arte, che insegnando all’American Centre di Montparnasse lo coinvolge nella stampa anche di manifesti ed edizioni d’arte.

La famiglia Berardinelli

La famiglia Berardinelli

La nostalgia è però forte e Gino torna in Italia dove conosce Giulia, la donna che diverrà la metà con cui condividere una vita intera e veder materializzare il sogno di un proprio laboratorio di Stampa d’arte a Verona. Come tutte le avventure, l’inizio è irto di difficoltà e sacrifici, l’attività si concentra nella collaborazione con artisti locali, ma ben presto la notizia della bravura di Gino comincia a circolare e alla porta del laboratorio cominciano ad affacciarsi artisti riconosciuti a livello internazionale appartenenti a vari movimenti artistici come Fluxus, l’Arte Povera, la Transavanguardia o la Pop Art.

La figura dello stampatore d’arte è particolare perché un “bravo” stampatore non è solo un artigiano o un freddo tecnico, ma è dotato di una sensibilità particolare con cui riesce a entrare in sintonia con l’artista che ha davanti fino a comprenderne e spesso anticiparne le esigenze e a creare un rapporto unico di simbiosi che sfocia spesso in sincera amicizia.

Gino, Giulia, i figli Teo, Isadora e Alessandro, che nel corso degli anni hanno affiancato i genitori nelle attività della stamperia, sono tutti dotati di questa particolare sensibilità, altrimenti non si spiegherebbero opere come la valigia di Joan Brossa (lotto 21), letteralmente una carriera artistica in valigia; le collaborazioni con Sandro Chia (dal lotto 30 al lotto 36), un maestro del disegno che sfrutta al meglio le potenzialità dell’acquatinta per dare vita ai suoi personaggi che, adagiati in un bosco o stretti in un abbraccio, creano degli haiku, micro narrazioni di un fermo immagine.

Lotto 21 - JOAN BROSSA Tutto Brossa, 1997 (Stima € 5.000 - 7.000)

Lotto 21 – JOAN BROSSA Tutto Brossa, 1997 (Stima € 5.000 – 7.000)

Prisca di Enzo Cucchi (lotto 44), “opera-gioco” in cui delle litografie assemblate in cubi permettono di dare vita a combinazioni artistiche sempre nuove. Le ricerche astratte di Piero Dorazio (dal lotto 52 al lotto 60), le cui composizioni si trovano a proprio agio in serigrafie che in alcuni casi superano i due metri. Una sfida tecnica e coloristica per i Berardinelli felicemente vinta.

La stampa d’arte va anche toccata e accarezzata per percepire il peso della carta e la sua tramatura e in alcuni casi vengono chiamati a collaborare dei maestri cartai per eseguire delle carte particolari, come nel caso della grande composizione di Dorazio, proposta come lotto 56, stampata su carta fatta a mano da Georges Duchene o nel caso del grande libro illustrato di Guido Crepax: Lanterna Magica, lotto 43, la cui carta è stata realizzata ad Amalfi da Luigi Amatruda.

Anche nelle opere non realizzate dalla Stamperia Berardinelli, ma collezionate dalla famiglia, si nota la ricerca della grande qualità, e se le opere di Sandro Chia sono l’apoteosi del colore, al contrario nei lavori del compagno di viaggio della Transavanguardia Mimmo Paladino sono il bianco e nero a esprimere a pieno la sua potenza come nella linoincisone (lotto 112) composta da sei elementi di 204,5 x 75 cm , disegni che sembrano diretta – mente graffiti nel buio di un cielo notturno. Il colore nero la fa da padrone anche nelle opere di Emilio Vedova (dal lotto 169 al lotto 173) tavole di pura energia che racchiudono la matericità e la gestualità del maestro veneto.

MIMMO PALADINO - Atlantico, 1987 (Stima € 5.000 - 7.000)

MIMMO PALADINO – Atlantico, 1987 (Stima € 5.000 – 7.000)

Sempre dal nero emerge il profilo di un buco di una serratura da cui spiamo la pin-up bionda, opera dell’americano Mel Ramos (lotto 132). Un rapporto speciale è quello tra la stamperia e Joe Tilson, uno dei padri della Pop Art inglese e che ha portato a una collaborazione attiva da anni e a opere come i multipli in legno dipinto, presentati dal lotto 161 al lotto 165 che racchiudono in sé le ricerche sugli archetipi e sulla quotidianità della vita.

 

Opere di artisti e generi diversi nate tutte, però, dall’amore dei Berardinelli per la stampa e dalla loro capacità di comprendere e interagire con gli artisti secondo il principio che:

La libertà più grande risiede nella libertà di esprimersi facendo ciò che piace

E si vede che stampare ai Berardinelli piace.

Catalogo online

Si riparte il 15 settembre con l’asta di Dipinti Antichi e Arte del XIX Secolo

Tra i top lot un "San Sebastiano" di anonimo Maestro caravaggesco, una rara "Madonna" di Gherardo di Giovanni del Fora e un brillante studio di Teodoro Duclère di un'opera oggi custodita nelle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo.

Lotto 36, GHERARDO DI GIOVANNI DEL FORA, Madonna con Bambino e San Giovannino (dettaglio)

Finarte riprende la sua attività dopo la pause estiva con un fitto calendario di aste già dal mese di settembre.

Tra i top lot di Dipinti Antichi dell’asta che si terrà il 15 settembre nella sede Finarte di Roma a Palazzo Odescalchi, il San Sebastiano di anonimo Maestro caravaggesco attivo a Napoli intorno al 1620 appare una sublime sintesi tra citazioni classiche nella postura del santo e nella ricerca espressionistica del volto del giovane martire contratto dal dolore, amplificato dal crudo realismo delle gocce di sangue sulla schiena, dove si conficcano le frecce (lotto 40, stima € 22.000-28.000).

Il Ritratto di Antonio Barberini di Simone Cantarini, noto agli studi e ora ritrovato, è lo studio preparatorio del pittore pesarese ai suoi esordi per il ritratto del cardinale nipote, poi realizzato su tela in due versioni. Eseguita probabilmente dal vero durante il soggiorno del prelato a Pesaro nell’estate del 1631 l’opera, proveniente dalla collezione della Fondazione Gennaro Santilli, rappresenta una prova eccelsa del giovane Cantarini, che rivela fin dagli esordi una personalità inquieta, sperimentale ed eclettica (lotto 30, stima € 20.000-30.000).

Sarà offerta anche una rara selezione di antichi dipinti su tavola tra cui Sant’Antonio Abate con una Santa Caterina di Taddeo di Bartolo, piccola ma preziosa opera eseguita a tempera e facente probabilmente parte di un altarolo portatile per la devozione privata, secondo una prassi assai diffusa nella Siena della seconda metà del Trecento (lotto 33, stima € 15.000-20.000).

Appartengono alla raccolta le due Madonne con Bambino e San Giovannino, l’una assegnata a Tommaso di Credi, che fu allievo e stretto collaboratore di Lorenzo di Credi, il cui influsso è ben visibile nella naturalezza con cui sono resi il paesaggio, la composizione delle figure e le fisionomie della Vergine e del Bambino (lotto 35, stima € 40.000-60.000); l’altra attribuita a Gherardo di Giovanni del Fora che, formatosi nella bottega del Ghirlandaio, fu artista poliedrico e raffinato miniaturista (suo è il Messale di Sant’Egidio, oggi conservato a Firenze, Museo del Bargello) e la cui produzione è assai rara, essendo perdute molte delle sue opere (lotto 36, stima € 40.000-60.000).

Agli Old Masters di alta epoca appartiene la Madonna con Bambino di scuola fiorentina della fine del Quattrocento, tradizionalmente attribuita a Francesco Botticini ma ora assegnata su basi stilistiche alla giovinezza di Jacopo del Sellaio (lotto 34, stima € 20.000-30.000).

Tra le opere in vendita, tutte di provenienza privata, anche la Madonna con Bambino di Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, inedito dipinto che si aggiunge al catalogo del maestro ferrarese, originale interprete della grande tradizione pittorica veneziana del tardo Cinquecento in terraferma (lotto 42, stima € 8.000-12.000).

Per quanto riguarda l’Arte del XIX secolo, oltre alla consueta selezione di opere delle varie scuole regionali, si segnalano le quattro sculture in terracotta di Costantino Barbella, il maestro teatino i cui lavori si contraddistinguono per la lirica rappresentazione della realtà popolare dell’Italia del Centro-sud senza però mai scadere nell’aneddotico o nell’idealizzazione.

Ne sono un felice esempio Armonia, nella quale intorno al 1877 riprende due delle tre figure del celebre gruppo La canzone d’amore (lotto 165, stima € 5.000-7.000), e il vibrante Studio per La ciliegia o Al mercato, datato 1894 (lotto 167, stima € 5.000-7.000), mentre Soli o Canestro d’amore, databile al 1879, rappresenta uno dei suoi soggetti più ammirati e richiesti (lotto 164, stima € 4.000-6.000). In queste tre opere emerge tutta l’abilità di modellato dello scultore, dalla morbidezza delle figure femminili alla minuzia dei particolari, nonché la sua capacità d’introspezione psicologica. Il Gruppo di Trafalgar datato 1905, che raffigura gli ultimi momenti dell’Ammiraglio Nelson, testimonia invece del successo internazionale dell’artista (lotto 166, stima € 4.000-6.000), che realizzò il soggetto su commissione e ne presentò il bronzo alla Royal United Service Institution a Whitehall.

Lotto 168 – TEODORO DUCLÈRE, La fontana di Piazza Pretoria a Palermo

Di particolare interesse anche La Fontana di Piazza Pretoria a Palermo, brillante studio di Teodoro Duclère per l’opera di medesimo soggetto custodita nelle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo (lotto 168, stima € 7.000-10.000), dove il gioco di luci e ombre e la pittura sciolta rappresentano un fresco bozzetto per la tela nelle collezioni pietroburghesi.


Il 17 settembre sarà invece presentata nell’asta Incanti d’arte una raccolta eterogenea di oggetti di collezionismo e curiosità che comprende arredi e dipinti, vetri, argenti, porcellane e una raffinata selezione di arte orientale; tutti i lotti, appartenenti alle cosiddette ‘arti minori’, sono offerti a prezzi affordable.

Per i cultori delle Wunderkammer ed amanti del Bello si segnalano: un automa con scimmietta che suona la chitarra (al lotto 1, stima € 1.200-1.800), la scatolina francese del Settecento in galuchat (lotto 6, stima € 100-200), un salottino in miniatura di argento (lotto 27, stima € 150-250). Di particolare impatto visivo appare il vaso Gallè in vetro con motivo a craquelage, firmato con grafia orientaleggiante e risalente agli anni Venti del Novecento (lotto 81, stima € 5.000-8.000).

Alfa Romeo 6C 2500 Sport, una delle uniche tre auto con l’eccezionale design “Turinga”

L'auto con telaio no. 915207 e carrozzeria no. 2857 è uno dei pochissimi esemplari costruiti nel 1944, costruita con carrozzeria Berlinetta con il famoso e innovativo sistema Superleggera, e sarà venduta in asta a ottobre da Finarte.

L’Alfa Romeo 6C 2500 Sport, con telaio no. 915207 e carrozzeria no. 2857, è uno dei pochissimi esemplari (18 in tutto, secondo Luigi Fusi; di queste, 9 erano Sport Berlinetta) costruiti nel 1944, un momento davvero particolare e difficile: in pieno svolgimento della II guerra mondiale, quando la maggior parte della produzione, quando ancora era possibile, nonostante i bombardamenti, era rivolta alle esigenze belliche.

Fu costruita con carrozzeria Berlinetta (4 posti), dalla cosiddetta Carrozzeria “Turinga“, con il famoso e innovativo sistema Superleggera. Il metodo Superleggera fu introdotto dalla Carrozzeria Touring nel 1936. La tecnica (mutuata dalla costruzione di aeroplani) prevedeva una scocca in sottili (ma resistenti) tubi d’acciaio alla quale sono applicati i pannelli in alluminio della carrozzeria. Telaio e scocca, inoltre, erano tutt’uno, anticipando di parecchi anni l’avvento della scocca portante. La Carrozzeria Touring che, insieme a Pinin Farina e con lungo distacco sugli altri carrozzieri, allestì la maggior parte di 6C 2500, fu artefice delle massime espressioni su quel telaio. Le creazioni di Touring furono le preferite da una clientela esclusiva e si guadagnarono ripetuti successi ai concorsi d’eleganza, così come grandi risultati nelle competizioni.

In breve, la Carrozzeria Touring era, per il modello 6C 2500, il riferimento. Il telaio n. 915207, con la sua particolare linea dinamica ed imperativa, è a metà della strada che porta Touring dai modelli anteguerra, ai fasti della “Villa d’Este”, dopo la guerra.

Il profilo della carrozzeria Berlinetta (4 posti), dalla cosiddetta Carrozzeria "Turinga", con il famoso e innovativo sistema Superleggera

Il profilo della carrozzeria Berlinetta (4 posti), dalla cosiddetta Carrozzeria “Turinga”, con il famoso e innovativo sistema Superleggera

A proposito del nome “Turinga“: quando le relazioni tra l’Italia fascista e il resto dell’Europa iniziarono a diventare ostili, Mussolini introdusse una legge non scritta per evitare l’uso di parole straniere, così “Inter” (squadra internazionale di calcio – squadra di calcio di Milano) divenne “Ambrosiana” (Sant’Ambrogio è il patrono di Milano), “Cognac” divenne “Acquarzente” (acqua che brucia), “Basket” divenne “pallacanestro” e, per “italianizzare” il loro marchio, “Touring” divenne “Turinga“.

Comunque, un numero davvero limitato di auto Touring venne contrassegnato con il marchio Turinga e pochissime furono le 6C 2500, alcune convertibili; solo tre “Berlinetta” sopravvivono di cui una è stata modificata, per cui solo due sopravvivono con queste forme, inclusa l’auto in questo lotto.

Le linee, tipicamente “Touring”, sono piuttosto improntate alla presenza ed imponenza dei volumi, ma restano pur sempre dinamiche. In particolare il muso, molto rastremato ma pronunciato, come una prua stretta tra i due grandi fari ovali che taglia a metà le linee orizzontali tese delle griglie e dei paraurti semi-integrati (una novità per un’auto che nasce ante-guerra). Le proporzioni dei volumi sono equilibrate e raccordate armoniosamente. Le finiture di lusso e i dettagli, degni di un orefice, si alternano a specifiche “corsaiole” come i finestrini laterali e posteriori in plexiglass.

All’interno, una sensazione tangibile di lusso e raffinatezza; tutto l’abitacolo ed i 4 sontuosi sedili sono rivestiti di velluto a coste; tasche maniglie e manopole, in metallo cromato, legno e bachelite sono disegnati da linee armoniche e curve, con attenzione ad ogni dettaglio; la raffinatissima plancia, è in un’eccezionale finitura in pelle martellata sotto un sottile strato di plexiglass trasparente serigrafato.

Se volete scoprire di più su questa fantastica auto, qui trovate la scheda completa e qui tutte le informazioni sull’asta che si terrà a ottobre.

 

Oggetti speciali per personalizzare i propri spazi: ecco quali non farsi sfuggire

Asta di Design e Arti Decorative, 22 luglio: da dove cominciare per arricchire e personalizzare gli spazi che ci ospitano e le stanze che abitiamo

Lotto 18, GIO PONTI, Tavolino, 1930 ca. - Base d'asta € 7.000

Ormai è prassi completare il proprio look con l’aggiunta di uno o più accessori che ci renda unici. Una cinta, un foulard, un cappello, degli orecchini o una collana sono tutti elementi che contribuiscono a caratterizzarci. Dovremmo imparare a praticare la medesima attenzione agli ambienti che ci ospitano, le stanze in cui abitiamo con l’aggiunta, anche, di un unico elemento potrebbero cambiare e divenire “speciali” come noi.

Quale miglior occasione per cominciare se non la prossima asta di Design e Arti Decorative del prossimo 22 luglio?

Se, per esempio volete rendere unico il vostro ufficio e spazio lavorativo, il lotto che fa sicuramente per voi è sicuramente il numero 128 (€ 5.000), un tavolo per ufficio in acciaio e legno con un piano di ben 6 m di lunghezza, progettato dal brasiliano Oscar Niemeyer; da accompagnare con il lotto 130 un tavolo per riunione in massello di noce americano dalle dimensioni più contenute, 280 cm di lunghezza, ma che con il suo unico piede in acciaio satinato sfida le regole della staticità, rendendolo visivamente simile a un trampolino da tuffi.

Un buon modo per tuffarsi nell’immaginario del grande architetto brasiliano spesso accostato alla figura di uno scultore per l’audacia delle sue forme arrotondate, d’altronde come amava affermare: “L’architettura deve sorprendere e l’intero universo è fatto di curve, e la donna che è la cosa che più ci interessa, piace proprio per le curve che ha”.

Da un maestro sudamericano a il “Maestro” per eccellenza del design italiano Giò Ponti.

Figura poliedrica che nella sua lunga carriera ha affrontato il mondo della produzione di oggetti in tutte le sue mille sfaccettature e, in asta potete, infatti, trovarne alcuni esempi come il set da cucina degli anni ’30 (lotto 1, € 500) o il bellissimo calamaio del 1927, in porcellana policroma (lotto 8, € 600) che ricorda il tendone di un circo.

Tra i materiali più usati dal maestro milanese il vetro con le lunghe collaborazioni con i maestri muranesi di cui sono testimonianza le due lampade a sospensione che trovate ai lotti 15 e 16 (rispettivamente € 1.500 e 2.000). In cristallo opalino, invece, il piano del tavolino, del 1930 ca., al lotto 18, un perfetto esempio di progettazione nato dal connubio di forme semplici, trasparenza e opacità dei materiali (€ 7.000).

Lotto 35, GIO PONTI, Scrivania disegnata per la Banca Nazionale del Lavoro, anni ’50 – Base d’asta € 2.200

A Ponti furono affidati grandi progetti dalle maggiori aziende e istituzioni italiane e proprio da una committenza, quella, ricevuta dalla Banca del Lavoro, degli anni ’50, deriva la scrivania in legno di noce e finiture d’ottone al lotto 35 (€ 2.200).

Ponti un designer che si considerava artista perché: “non il cemento, non il legno, non la pietra, non il ferro, non l’acciaio, non l’alluminio, non la ceramica, non il vetro: sono le materie più durevoli: ma l’arte, nel costruire, è la materia prima più durevole; è sempre la materia prima”.

Sempre milanese, un altro protagonista dell’asta: Angelo Mangiarotti un cantore della materia piegata alla funzionalità senza, però, mai disdegnare una strizzatina d’occhio alla forma.

Di questa affermazione sono un perfetto esempio i lotti 79, 80 e 81 (rispettivamente € 200; € 200 e € 300) vasi porta oggetti, in ceramica smaltata, le cui forme arrotondate creano degli incastri naturali per liberare la fantasia del possessore in composizioni e accostamenti sempre nuovi.

Come sempre nuove sono le forme delle lampade disegnate per Candle composte da delle molle, lotti 108 e 109 (€ 2.500 e € 400).

Una caratteristica fondamentale di Mangiarotti è quella di approcciare i materiali con ironia portandoli a superare i propri limiti in maniera inaspettata e questo si comprende benissimo vedendo come ha affrontato uno dei mobili per antonomasia: il tavolo.

Al lotto 120 il Tavolo Skipper, della serie Eros, degli anni ’70, completamente in marmo nero sapientemente lavorato per creare con dei semplici incastri e senza nessun altro supporto di sostegno, una superficie piana che per la preziosità del materiale ricorda un cielo stellato (€ 3.500). Una forma ancestrale che non può che ricordare i dolmen con tutti la loro storia e che ritroviamo anche nella consolle al lotto 123 (€ 4.000). Al lotto 124, la versione di tavolo basso il maestro non fa altro che aggiungere una gamba e magicamente tutto si trasforma in un omaggio al cerchio. Omaggiato anche con il Tavolo “Longobardo”, prodotto da Skipper, un cristallo circolare poggia su un fiore stilizzato in metallo dai cinque petali.

Lotto 131, GRUPPO NP2 (NERONE PATUZZI), “Grande Pannello”, 1979 – Base d’asta € 8.000

Forse per naturale predisposizione i designer sono affini agli scultori e proprio per questo tanti di loro hanno affrontato gli oggetti dando vita a delle forme che nulla hanno da invidiare a quelle di altre arti. Ci sono, però, anche scultori che per corrispondere a degli ideali hanno deciso di prestare la propria opera al design, sicuramente uno di loro è stato Giovanni Ceccarelli detto Nerone che con Giancarlo Patuzzi, ha dato vita al gruppo NP2.

Lotto 132, GRUPPO NP2 (NERONE PATUZZI), “Grande Colonna”, 1979 – Base d’asta € 7.000

Attivo tra il 1962 e il 1974 e negli anni allargatosi fino a comprendere tra le proprie file: Luigi Marchisotti, Dedalo Montali, Jolanda Novi, Lucia Petrocchi, Virgilio Petrocchi e Raoul Portale, lo studio nasceva dal bisogno di Nerone di dar vita ad una totale integrazione tra arte e architettura. Obbiettivo perseguito grazie alla creazione di pezzi unici di altissima qualità artigianale che rispecchiassero il suo credo fatto di forme geometriche semplici, rielaborate in composizione modulari, sinfonie in cui la partitura principale era data dall’accostamento di materiali dalle finiture diverse come legni scuri e chiari, lucidi o opachi, ottone, argento o vetro; un inno attraverso alla materia all’architettura che lo conteneva.

Uno dei loro progetti più importanti fu la decorazione dell’edificio Schuman, una delle prime sedi del Parlamento Europeo a Lussemburgo, per cui realizzarono il colossale bassorilievo in zinco per la decorazione dell’emiciclo.

Lotto 133, GRUPPO NP2 (NERONE PATUZZI), Scultura, 1981 – Base d’asta € 800

La monumentalità è una delle caratteristiche del gruppo come si comprende dal lotto 131 (€ 8.000), il “Grande Pannello”, del 1979. Una scultura in legno montato e inciso, di varie tinte, realizzato per la decorazione di un importante ufficio nella città di Torino da cui proviene anche il lotto 132, la “Grande Colonna” (€ 7.000). Due perfetti esempi di come il gruppo intendesse approcciarsi al design ponendo maggior rilievo al lato artistico e decorativo che al funzionale.

Ogni designer ha un modo diverso di approcciarsi al mondo e tante sono le possibilità a cui potrete attingere per rendere la vostra casa unica come voi, non lasciatevi scappare questa possibilità.

Catalogo Online

Un ottimo risultato per la prima asta dedicata alle “testimonianze” con il 70% di lotti aggiudicati

Fa piacere constatare che anche i collezionisti stiano cominciando a comprendere come riviste, inviti, cataloghi, libri d’artista, poster e fanzine siano indispensabili per tracciare la figura di un artista in tutta la sua complessità che non si esaurisce con l’opera d’arte.

Le testimonianze sono importanti, ricordano a ognuno di noi da dove veniamo. Possono essere private come fotografie, diari, lettere d’amore o tra amici oppure reperti archeologici da cui attingere notizie sugli usi e costumi di una popolazione ormai perduta. Le testimonianze fanno parte della vita di ognuno di noi, ma per alcune figure assumono un valore particolare perché sono le tracce di un percorso di maturazione creativa.

Per esempio gli artisti. Fa piacere constatare che anche i collezionisti stiano cominciando a comprendere come riviste, inviti, cataloghi, libri d’artista, poster, fanzine, ecc… sono indispensabili per tracciare la figura di un artista in tutta la sua complessità che non si esaurisce con l’opera d’arte. A dimostrazione di questo, l’ottimo risultato dell’asta di Finarte dedicata ai documenti dell’Arte Moderna e Contemporanea, con un aggiudicato di circa il 70% dei lotti per un venduto di più 110.000 euro.

Notevole l’interesse per quei lotti utili a ricostruire la storia di un movimento artistico come il Futurismo, che poneva particolare attenzione alla composizione grafica dei suoi componimenti con soluzioni innovative studiate per trasmettere le tanto amate idee di velocità e progresso.

Il lotto 1, un’edizione del catalogo 7 Futuristi Padovani, è stato aggiudicato a € 230,40; il lotto 57, il pamphlet pubblicitario di un libro di Fortunato Depero su New York composto dallo stesso artista, venduto per € 576; il primo numero della rivista Freccia Futurista del 1917 a € 832 o il volume sull’architettura futurista di Virgilio Marchi pubblicato nel 1924 venduto a € 524,80.

 

Tutti venduti anche i numeri della rivista pubblicata dall’istituto del Bauhaus per promuovere le proprie attività, come il volume numero 7 sommatoria fotografica della produzione di mobili, oggetti, tappeti e suppellettili (€ 960) o il pensiero dei propri docenti come Wassily Kandinskij (lotto 83, € 1.408), Paul Klee (lotto 89, € 1.216), Walter Gropius (lotto 109, € 256), Lazlo Moholy-Nagy (lotto 111, € 1.792).

Anche due tavole d’esercizio realizzate durante i corsi dell’istituto tedesco sono state aggiudicate entrambe a € 1.920 (lotti 6 e 117).

Sempre nell’orbita Bauhaus, di cui fu studente, l’architetto, artista, designer e grafico Max Bill. Le sue opere astratte basate su raffinati calcoli matematici colpiscono le menti e per questo il lotto 25 composto da 10 litografie viene venduto a € 5.100 e la sua cartella X=X a € 4.344.

Alcuni artisti hanno fatto della carta una componente abituale delle proprie opere d’arte come Alighiero Boetti, esponente tra i più importanti del movimento dell’Arte Povera. Il suo poster di Faccine da colorare, lotto 29, passa di mano a € 627,20 mentre il libro d’autore a edizione limitata per la Galleria Pio Monti di Roma raggiunge la cifra di € 1.536.

Chi invece ha fatto del gioco e della provocazione la base delle proprie opere è Maurizio Cattelan. Ogni suo lavoro, nato per far discutere, trova poi un ampio apprezzamento nei collezionisti e anche qui i lotti legati al suo nome sono tutti aggiudicati (lotto 40, € 1.024; lotto 41, € 844,80; lotto 42, € 409,60)

Lotto 9 - Uno dei sei poster di Marina Abramovic Ritmo 4 - 1974 [Rhytm 4] - Stima € 1.200-1.400

Lotto 9 – Uno dei sei poster di Marina Abramovic Ritmo 4 – 1974 [Rhytm 4] – Stima € 1.200-1.400

Tra gli artisti stranieri che hanno saputo destare l’interesse dei partecipanti da segnalare Marina Abramovic, che con la tiratura limitata di poster riproducenti la sua prima performance in Italia presso la Galleria Toselli di Milano raggiunge quota € 2.816.

Il graffitista più famoso del mondo, Keith Haring, con i suoi personaggi nucleari negli anni Ottanta diede vita a degli album da colorare ormai ricercatissimi (lotto 73, € 640; lotto 74, € 320; lotto 75, € 576).

La maquette costruita a mano dal pittore astratto Blinky Palermo per il catalogo di una sua mostra in Germania del 1974, con correzioni e indicazioni autografe, si aggiudica a € 1.536 (lotto 121).

Questi sono solo alcuni dei tanti nomi che hanno animato l’asta Testimonianze, a dimostrazione dell’importanza assunta dai documenti per una corretta conservazione storica e comprensione dell’universo arte. Un consiglio; la prossima volta che, usciti da una galleria o un museo, siete lì lì per gettare il comunicato stampa o l’invito, fermatevi e non fatelo, non si sa mai che anche quel pezzo di carta in futuro non possa assumere un valore sicuramente storico.

RISULTATI ONLINE 

 

Testimonianze di Bauhaus, dove il tutto si fonde

Alcunu dei volumi "Bauhuas Bücher" saranno venduti il prossimo 16 luglio nell’asta Testimonianze, dedicata ai documenti dell’arte Moderna e Contemporanea.

Dettaglio della copertina del lotto 83

Il Bauhaus è sicuramente la scuola che qualsiasi artista, designer e architetto contemporaneo vorrebbe aver frequentato se non fosse stata, purtroppo per noi, attiva solo tra il 1919 e il 1933.

Nata dalla mente di Walter Gropius sotto l’influsso delle riflessioni di John Ruskin e dell’Arts & Crafts di William Morris, l’istituto si poneva l’obiettivo di innalzare il livello dei prodotti di tutti i settori merceologici allo stato di arte grazie alla collaborazione diretta e attiva degli artisti in tutte le fasi: dalla ideazione alla progettazione, dalla prototipizzazione alla realizzazione secondo le parole dell’architetto tedesco:

“Diamo vita tutti assieme alla nuova costruzione del futuro in cui tutto: architettura, scultura e pittura sarà destinato a fondersi”

Proprio per sottolineare il concetto del “costruire”, la scelta del nome cadde su Bauhaus, storpiatura della parola tedesca “Bauhutte”: capannone.

Proprio come un cantiere venne strutturata la scuola in cui Walter Gropius chiamò a insegnare come capimastri dei professionisti del calibro di Paul Klee, Wassily Kandinsky, Oskar Schlemmer, i coniugi Albers, Mies van der Rohe, Johannes Itten, Laszlo Moholy Nagy e tanti altri.

Tutti loro utilizzarono gli spazi della scuola e gli studenti per affinare le loro teorie e ricerche e un bellissimo modo per noi di avvicinarci a questi pensieri sono i volumi della rivista prodotta dalla scuola, i Bauhuas Bücher, di cui alcuni numeri saranno presenti il prossimo 16 luglio nell’asta Testimonianze, dedicata ai documenti dell’arte Moderna e Contemporanea.

Volumi monotematici la cui direzione di ciascuno era affidata a un professore, come il numero 9 a cura di Wassily Kandinsky (lotto 83, stima € 1.000-1.500), in cui il “creatore” dell’arte astratta espone le sue teorie su punto, linea e superficie. Al lotto 89 troviamo il numero 2 del magazine con Paul Klee e le sue lezioni su linee, strutture e forze (stima € 1.000-1.500).

Non solo arte e approccio visivo al mondo ma anche architettura con il numero 3 curato direttamente da Walter Gropius e dedicato ai migliori e più moderni metodi di progettazione ed edificazione di palazzi (lotto 109, stima € 200-400). Al lotto 111 Moholy Nagy ci insegna invece a leggere una fotografia compositivamente e a ottimizzare la grafica dei nostri componimenti e libri (stima € 1.500-2.000). Se invece volessimo avere un riassunto di buona parte della produzione di design e arti applicate della scuola è al lotto 71 che dobbiamo rivolgerci, volume sette della rivista, un catalogo fotografico da cui ancora oggi attingere idee innovative (stima € 600-800).

Il Bauhaus nei suoi anni di attività ebbe delle collaborazioni dirette con alcune eccellenze produttive dell’epoca. Ne è testimonianza il lotto 166, un catalogo degli anni Trenta della Thonet, la famosa casa di sedie e poltrone, in questo caso con modelli ideati dalla scuola in un catalogo composto graficamente dalla scuola stessa (stima € 500-700).

Lotto 166: CATALOGO AZIENDALE (BAUHAUS) - THONET / Stima € 500 - 700

Lotto 166: CATALOGO AZIENDALE (BAUHAUS) – THONET / Stima € 500 – 700

Avere tra le mani questi volumi permette di toccare con mano il pensiero di alcuni dei più grandi artisti, comunicatori e maestri di pensiero di ogni tempo e, perché no, venirne ispirati.

Catalogo Online

Design e Arti Decorative: pezzi particolari e originali, con il comune denominatore del “Made in Italy”

Una molteplicità di punti di vista: dalle ceramiche ai vetri, dall'arredo, all'illuminazione, fino a proposte contemporanee di design estremo.

Lotto 41, GUGLIELMO VERONESI, Salotto composto da divano e due poltrone, 1950 ca. - Base d'asta € 3.000

Per la sua asta di luglio, Finarte presenta un ricco catalogo di Design italiano e Arti Decorative del XX Secolo.

L’asta propone una selezione di oggetti che vanno dalle ceramiche ai vetri, dall’arredo, all’illuminazione, fino a proposte contemporanee di design estremo.

La diversificazione dei lotti proposti è stata pensata per fornire una molteplicità di punti di vista attraverso il lavoro di diversi designer e di aziende produttrici, offrendo una selezione di articoli del design italiano e delle arti decorative prodotti dal 1900 fino ad oggi. Tutti hanno la caratteristica di essere pezzi particolari, originali, e di avere come comune denominatore il Made in Italy.

Tra i top lot, segnaliamo le tre sculture di Nerone Patuzzi, cuore pulsante del Gruppo NP2, provenienti da un importante ufficio torinese, tutti pezzi unici datati tra la fine degli Anni Settanta e i primi Anni Ottanta e con firma incussa: si tratta di un pannello di grandi dimensioni, una colonna decorativa e un tavolino/scultura.

Troviamo inoltre in catalogo due importanti sedie dell’architetto milanese Renzo Zavanella, sicuramente facenti parte di un gruppo di sei progettato per una sala da pranzo eseguita su commissione negli anni Cinquanta. Zavanella, che ha iniziato la sua carriera lavorando nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia, ha disegnato opere uniche per ciascuno dei suoi progetti, sempre caratterizzati dalla sua ricerca di forme espressive e da una qualità scultorea tridimensionale.

Lotto 36, RENZO ZAVANELLA, Coppia di rare sedie, 1950 ca. – Base d’asta € 4.500

Viene presentata anche una piccola selezione di opere di Gio Ponti, sulla cui importanza non serve spendere molte parole: segnaliamo L’Ospitalità, una bellissima scultura a tutto tondo e policroma creata con Salvatore Saponaro per Richard Ginori, stabilimento San Cristoforo a Milano; un raro calamaio in porcellana del 1927 eseguito subito dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria all’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Parigi del ‘25; due lampadari Venini in vetro lattimo e incamiciato con le classiche tinte pastello tipiche del lavoro di Ponti degli Anni Quaranta; un salotto prodotto dalla ISA di Bergamo sempre negli Anni Quaranta. E molto altro ancora.

Nella collezione troviamo alcuni lavori di pregio di un altro designer che non ha bisogno di presentazioni, Piero Fornasetti, con una selezione di estrosi oggetti decorativi.

Chiude il catalogo un gruppo di mobili-scultura progettati dallo Studio Superego, che da anni svolge una costante attività di ricerca nelle arti decorative, offrendo sia contemporaneo che vintage funzionale; con la sua collezione prende ispirazione da una passione istintiva per i minerali, dove avvicinarsi al mondo dei cristalli significa comprendere profondamente la bellezza e la perfezione della natura.

Catalogo Online

How to invest in Italian Fine Wines

After many years in the second half of 2019, attention to Italian wines has finally rekindled with very interesting growth rates. And if we consider the global financial crisis, wine seems to be the right "passion asset" to invest in.

Una selezione dei lotti che saranno in asta il 15 luglio a Milano

The global financial crisis and the low-interest rates increased the demand for diversified investments, in particular in physical assets with an intrinsic value and natural supply limitations.

The so-called “passion assets” stand out, for example, fine wines. Their primary purpose is to fulfil a passion, and their financial returns over time are difficult to ignore. One of the most significant Fine Wine price index, the Livex 1000, went from a base 100 in 2003 to over 397 in July 2019 (the index is in Euro). In other words, the value of a selection of the most traded wines in the world almost quadrupled its value within the last 17 years.

Different ways to invest

Investment in wine can take different forms:

  • investing in shares of companies active in the business, easily disposable, but more related to stock market fluctuations than to the intrinsic value of the wine itself;
  • investing in a winery, which requires significant capital and time to dismiss it profitably;
  • investing in the wine itself, the authentic essence of a passion asset, liquid by definition and flexible to the maximum degree.

 

How to define your investment goals 

The analogy with traditional investments also applies in defining the objectives of investing in fine wines: risk and volatility, in terms of time and the ability to exit the market.

Risk and volatility, at least in the medium term, are moderate if you choose to invest in brands where high volumes are regularly exchanged (such as Monfortino 1995Sassicaia or Tignanello 1998 and 1999). Their price is generally stable, and the supply-demand match tends to rise it in the medium term. The quality, in the first years of the product’s life, improves as a result of the wine refining in the bottle and the decrease in the quantity available on the market as a result of consumption.

Niche labels can lead to higher appreciation, with higher volatility and a risk factor connected to trends always affecting the wines’ world.

You also have to plan the exit time of the investment since the beginning: for long periods it is necessary to prepare a proper rotation of labels and vintages, bearing in mind that selling bottles at the best prices takes time even with the best market connection.

Why invest in Italian wines now?

After a long steady growth in particular for Burgundy and Champagne, the price of French wines has slowed down. In the second half of 2019, the investor’s attention turned to Italy, whose wines showed significant growth rates compared to the transalpine ones.

The spotlight is on Langhe wines in general, where among others Bartolo Mascarello’s Barolo 2014 and Giacomo Conterno’s Monfortino 2010 showed relevant price increases in 2019. Even more on Bolgheri wines, with Masseto 2015 and 2016 in the forefront thanks also to the two consecutive 100/100, and Sassicaia, performance champion in very different vintages, from the most accessible 2013 to the legendary 2015 and 2016, with Solaia and Ornellaia completing the group.

Always increasing in value, we find, in Tuscany, Brunello di Montalcino‘s famous Biondi Santi, Soldera, Casanova di Neri, and some established brands such as Tignanello and Pergole Torte. In Veneto, we find the wines of Valpolicella, with the celebrated Amarone’s of Quintarelli, Dal Forno, Masi, Bertani.

You can have higher returns at the price of higher risk outside these classic areas, with excellence distributed throughout the national territory, from Miani in Friuli to Valentini in Abruzzo, from Montevetrano in Campania to the Cru’s of Tenuta delle Terre Nere in Sicily, to Gianfranco Fino in Puglia.

 

Invest in Italian wines by bidding at auctions

Investing in a “passion asset” such as wine must be profitable, but also enjoyable, and the auctions add the excitement of winning and the pleasure of possessing a sought-after bottle of wine.

Buying at an auction house, however, has vital advantages that go beyond the emotional aspect:

  • the wines are carefully selected, based on quality and the preservation;commerciali,
  • unlike the most excellent wines sourcing channels, rare and already refined wines can be found at auctions, ready to express their full value best;
  • starting prices are always very competitive, and when the battle of the bids is not too hot, it is possible to win exceptional wines at values ​​significantly lower than the standard market value, with the quality guarantee of the auction house;
  • Finarte has an online platform where it is possible to check the auction catalogue beforehand (such as the one’s of our upcoming auction). Using convenient filters, that facilitate research, you can place your bid in advance on the lots of most considerable interest.

Prossima asta