Grafica Internazionale e Multipli d’Autore, grandi nomi da collezione a prezzi interessanti

L’ultimo mese dell’anno è quasi arrivato e Finarte lo inaugura con un’asta sempre molto attesa: quella dedicata alla Grafica e ai Multipli, con un catalogo ricco di proposte di alto livello a prezzi interessanti.

L’asta che inaugura il mese di dicembre è Grafica Internazionale e Multipli d’Autore, con 380 lotti dedicati ai grandi nomi italiani e internazionali. Sarà la sede di Roma, nella cornice di Palazzo Odescalchi, ad ospitare la vendita – in calendario per giovedì 3 dicembre alle ore 15 – con un catalogo ricco di opere decisamente interessanti, sia per quanto riguarda la qualità della selezione, sia per le diverse fasce di prezzo dei lotti proposti.

ALBERTO BURRI, Dialogo, 1968

Tra i Top Lots dedicati ai nomi italiani spiccano Dialogo, un’acquaforte acquatinta su base calcografica, esemplare 55/59, opera di Alberto Burri del 1968, rara da trovare e perfettamente conservata (lotto 55, stima € 5.000 – 7.000) e una litografia di Lucio Fontana (lotto 142, stima € 2.000 – 3.000) recante gli iconici fori riscontrabili anche nelle sue preziosissime tele. L’opera è firmata, datata 1958 e completa di timbro della galleria La Salita di Roma.

LUCIO FONTANA, Senza Titolo, 1958

L’opera davvero imperdibile è Natura Morta con quattro oggetti e tre bottiglie di Giorgio Morandi (lotto 231, stima € 9.000 – 13.000), acquaforte del 1956 firmata e datata, rilegata nel fascicolo dell’edizione di lusso di Lamberto Vitali.

GIORGIO MORANDI, Natura Morta con quattro oggetti e tre bottiglie, 1956

Di grande rilevanza anche la scultura Elephant de l’Espace di Salvador Dalí, del 1980 (lotto 94, stima € 8.000 – 10.000). Una meravigliosa rappresentazione della follia creativa dell’artista catalano riassunta in un una scultura alta quasi un metro (cm 94 x 45 x 21,5), con l’elefante in bronzo a patina bruna che poggia su base in marmo e tiene sul dorso un cono in quarzo rutilato (es. 135/350 della tiratura di ess. 350 + E.A.).

SALVADOR DALÍ, Elephant de l’Espace, 1980

Del 2007 è invece conTatto di Michelangelo Pistoletto, una serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio (es. 167/200) realizzata da Arte 3 per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (lotto 267, stima € 400 – 600). Si tratta di un multiplo che richiama uno dei suoi celebri “quadri specchianti” e proprio con il gioco del riflesso riesce, con una sola mano, a creare un rimando alla scena della “Creazione di Adamo” di Michelangelo.

MICHELANGELO PISTOLETTO, conTatto, 2007

Tra gli altri nomi internazionali, uno è di particolare rilievo poiché è di quest’anno la triste notizia della sua scomparsa. Si tratta di Christo, in asta con tre litografie di alcuni dei suoi progetti più importanti, realizzati sempre al fianco della moglie Jeanne Claude. Bellissima è l’opera Wrapped Fountain, Spoleto, Italy, 1968 (lotto 75, stima € 500 – 700), un’edizione del 2002, es. II/L, che racconta di quando i due artisti impacchettarono la fontana e il Fortilizio dei Mulini nel centro storico della cittadina umbra.

CHRISTO E JEANNE CLAUDE Wrapped Fountain, Spoleto, Italy, 1968, 2002

Immancabile anche la Pop Art, con due nomi di grande spicco, Tom Wesselmann e Andy Warhol. Seascape di Wesselmann (lotto 375, stima € 1.500 – 2.000) è una particolarissima serigrafia su porcellana del 1984, un frammento sul quale si scorge il profilo di una donna chinata con il seno scoperto. Realizzato in un’edizione di 500 pezzi, quello in asta è l’esemplare 304 e misura 38,5 x 45 cm (48 x 52 incluso il supporto).

TOM WESSELMANN, Seascape, 1984

Di Andy Warhol è invece Ladies and Gentlemen, una serigrafia es. 200/250 edita da Mazzotta nel 1975, con firma a matita (lotto 374, stima € 2.000 – 2.500). La celebre serie di cui fa parte il lotto evidenziò il ruolo di protagonisti dei transgender nella società newyorkese degli anni Settanta.

ANDY WARHOL, Ladies and Gentlemen, 1975

L’asta di Grafica Internazionale e Multipli d’Autore si terrà giovedì 3 dicembre alle ore 15:00 in un’unica tornata, nella sede di Palazzo Odescalchi a Roma. L’esposizione è aperta, solo su appuntamento, da domenica 29 novembre a mercoledì 2 dicembre, dalle ore 10:00 alle 18.00. Come sempre sarà possibile partecipare tramite offerta scritta, telefonica e sulla piattaforma Finarte.

Vi ricordiamo che la partecipazione online è semplicissima e veloce: basta registrarsi sul sito per poter iniziare subito a fare offerte.

Catalogo online

L’intensità e le storie dei grandi artisti del passato

I dipinti antichi e l'arte del XIX secolo raccontano le storie del passato e dei loro autori: dalle scene di vita dei pittori fiamminghi ai ritratti di donne dell'Ottocento, ecco alcune delle opere più belle dal catalogo dell'asta del prossimo lunedì 23 novembre.

La prossima asta di Dipinti e Disegni Antichi e Arte del XIX Secolo di Finarte si terrà a Roma, nella suggestiva cornice di Palazzo Odescalchi, il 23 novembre alle ore 16.

Per quanto riguarda i Dipinti Antichi, apre il catalogo d’asta una selezione di disegni antichi tra cui si segnala il Battesimo di Cristo di Carlo Maratti per la pala d’altare della Certosa di San Martino a Napoli (lotto 9, stima € 4.000-6.000).

EGBERT I VAN HEEMSKERK, Scena di taverna

Alla sezione dei dipinti olandesi appartiene la Scena di Taverna, siglata da Egbert I van Heemskerk (lotto 61, stima € 8.000-12.000), mentre tra le opere dei fiamminghi, figura la Caduta di Cristo al Calvario di Frans Francken II, di grande impatto visivo seppure dipinto in punta di pennello su un piccolo supporto di rame (lotto 55, stima € 12.000-18.000).

FRANS FRANCKEN II, Salita al Calvario

La scuola pittorica romana è ben rappresentata dai paesaggi arcadici ambientati nella campagna laziale e animati spesso da figure in abiti all’antica di Jan Frans van Bloemen (lotti 30 e 43, stima € 5.000-8.000) e dalla Conversione di Saul, che spicca per le accese cromie e i raffinati cangiantismi (lotto 36, stima € 5.000-8.000). Risalente alla fine del Cinquecento, quest’ultima opera, in rare condizioni conservative e proveniente da una collezione privata, appartiene ai modi di Antonio Tempesta, originale interprete dei dettami controriformati e dell’antichità rivisitata in chiave moderna, che fu tra i pittori più richiesti del suo tempo dal papa Gregorio XIII e dalla nobiltà dell’Urbe.

SCUOLA ROMANA, FINE SECOLO XVI, Conversione di Saul

La sezione dedicata all’Arte del XIX Secolo si apre con le opere provenienti dalla collezione del politico e giurista parmense Agostino Berenini, dal 1917 al 1919 Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia sotto il Governo Orlando, fra cui spiccano i tre dipinti di Salvatore Marchesi (lotti 65, 68 e 70, stime da € 2.000 a € 5.000).

COSTANTINO BARBELLA, Su Su!…, 1882

Interessante il nucleo di sculture in terracotta opera del maestro teatino Costantino Barbella, nelle quali l’artista unisce capacità di introspezione psicologica e finezza di dettagli per risultati di grande naturalismo e vivacità come in Su Su!… (lotto 106, stima € 4.000-6.000) e Armonia (lotto 108, stima € 4.000-6.000). Di gusto quasi liberty è invece il suo bozzetto del 1907 Donna tra le rose, che rappresenta una prima idea per il celebre nudo Ebrezza (lotto 107, stima € 2.000-3.000).

ANTONIO MANCINI, Contro luce

Di grande espressività anche la tela di Antonio Mancini Contro Luce (lotto 110, stima € 35.000-50.000), in cui il suggestivo gioco di luci e ombre di una giovane ritratta sorridente di fronte a una finestra testimonia l’assoluta autonomia e originalità dell’artista, non ascrivibile ad alcuna corrente o movimento artistico.

ARMANDO SPADINI, La servetta, 1914

Altrettanto originale la posizione artistica di Armando Spadini di cui La servetta, tela fronte-retro risalente al 1914 (lotto 124, stima € 15.000-18.000), rappresenta un perfetto esempio, mostrandone i tratti tipici: immediatezza e spontaneità, una tavolozza chiara, luminosa e vibrante, le pennellate materiche.

Come sempre sarà possibile partecipare tramite offerta scritta, telefonica e sulla piattaforma Finarte.

Catalogo online

Asta di Arte Moderna e Contemporanea: 7 capolavori su cui investire

Dalla figura umana al concettuale, dall’optical art al graffittismo, l’asta di Arte Moderna e Contemporanea è pronta a soddisfare ogni vostro desiderio da collezionisti.

Che amiate la figurazione o l’astrazione, che collezionate dipinti o sculture, l’asta di Finarte di domani 22 ottobre 2020 è l’occasione giusta per far entrare un nuovo capolavoro dell’arte nelle vostre case.


Lotto 1
MARIO SIRONI, Due figure

Ampia e varia la scelta di opere: a partire dal lotto numero 1, Due figure di Mario Sironi, una tecnica mista su carta applicata su tela, è un susseguirsi di maestri e di movimenti artistici italiani e internazionali, un vero e proprio spaccato della Storia dell’arte.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 1.500 – 2.000


Lotto 19
ANTONIO CALDERARA, Carmela

 

Tra le opere ne spiccano alcune, come Carmela al lotto 19, un olio su tela di Antonio Calderara (€12.000-14.000). Un intenso ritratto della moglie realizzato da uno dei maestri dell’astrazione italiana, famoso per i suoi monocromi e i dipinti tono su tono dalle tinte pastello, che dimostra in quest’opera di conoscere a fondo le lezioni del realismo.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 12.000 – 14.000


Lotto 91
LUCIO FONTANA, Crocifisso

 

Non ha bisogno di presentazioni Lucio Fontana, artista acclamato a livello internazionale, la cui rivoluzione in campo pittorico a base di “tagli” è nelle pagine di tutti i manuali d’Arte. Al lotto 91 troviamo un suo Crocifisso in ceramica del 1951 (€ 60.000-80.000). Come in pittura, anche in scultura l’artista ha saputo trovare una propria via di ricerca in cui la creta sembra essere modellata per strappi, in un unico gesto violento e immediato. Le immagini, pur essendo perfettamente riconoscibili, risultano quindi nella loro essenza e linee di forza.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 60.000 – 80.000


Lotto 106
ARNALDO POMODORO, Sfera

 

Da un artista a tutto tondo a uno scultore che ha fatto del bronzo la sua materia d’eccellenza, al lotto 106 ci accoglie Arnaldo Pomodoro con una delle sue famose Sfere, datata 2003-2004 e stimata € 180.000-220.000, ha un diametro di cm 40 e racchiude in sé la bellezza di tutte quelle opere monumentali dell’artista che adornano tante piazze e angoli del mondo da Milano a Honolulu, da Chicago a San Paolo del Brasile. Pomodoro squarcia la superficie di una sfera perfetta per mostrarcene i suoi meccanismi interni e le sue architetture. Ci insegna che dietro ogni cosa, anche la più semplice, si può nascondere molto altro: la complessità del mondo.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 180.000 – 220.000


Lotto 169
VICTOR VASARELY, FFIA

Le geometrie interne della sfera di Pomodoro sembrano essere poi fuoriuscite per andare a depositarsi sul lotto 169, FFIA di Victor Vasarely (€ 30.000-40.000). Un collage del 1964 in cui uno dei padri fondatori dell’Op Art riflette sull’interazione tra loro di colori come il rosso, il verde, il lilla, l’azzurro, ecc… con 289 combinazioni diverse. Duecentoottantanove percezioni differenti per occhio. Un’opera che per volere del suo autore non vuole essere solo bella ma anche scientificamente ineccepibile e utile per lo studio delle cromie.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 30.000 – 40.000


Lotto 205
GIANFRANCO BARUCHELLO, Ma se persino l’ossimoro!

Al lotto 205 ci accoglie l’affermazione Ma se persino l’ossimoro! di Gianfranco Baruchello, una tecnica mista su alluminio del 1969 (€ 6.000-8.000). Un’opera riconoscibilissima dell’autore toscano, fatta di micro disegni, parole, linee e frecce; diagrammi che dialogano tra loro e che sembrano essere una trasposizione diretta del flusso di coscienza e pensieri dell’artista e delle sue riflessioni sulla società e le sue componenti. Immagini che a volte appaiono discordanti tra loro ma che, d’altronde, Baruchello stesso ci invita nel titolo a leggere come ossimori: figure retoriche per cui vengono accostate due parole che esprimono concetti contrari. I quadri di Baruchello sono come tavole didattiche, opere di un artista “maestro”.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 6.000 – 8.000


Lotto 205
SALVO, Ottomania

Se Baruchello astrae il mondo nelle sue componenti, l’artista siciliano ma torinese d’adozione Salvo nei suoi dipinti astrae angoli di mondo come Ottomania al lotto 236 (€ 8.000-12.000).

Un olio su tela in cui è raffigurato un edificio orientaleggiante circondato da alberi dalle forme sinuose su un terreno vista mare. Sicuramente non un paesaggio reale, l’artista nato come concettuale applica alla pittura le stesse ricerche che aveva intrapreso nel linguaggio, regalandoci quindi non un’immagine ma un’idea.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 8.000 – 12.000


Catalogo completo

Un’opera iconica di Obey in asta il 22 ottobre da Finarte

Mercoledì 21 ottobre 2020 dalle 17:00 alle 20:00, St Mark's Square Venice di Obey sarà visibile, su appuntamento, presso la sede milanese di Via Paolo Sarpi 6

Come ci sono artisti e artisti, allo stesso modo esistono graffitisti e graffitisti. Se osservando i lavori di uno dei primi e massimi esponenti del graffitismo, Keith Haring,  ci si rende conto che i suoi “nuclear boys” sono il gesto liberatorio e immediato di un genio del disegno che con i suoi dinamici personaggi ha deciso di condividere con il mondo un po’ della sua gioia di vivere e spensieratezza liberandoli nelle metropolitane, nelle periferie e nei palazzi del mondo.

Guardando le opere di un altro maestro dell’arte di strada come Shepard Fairey, conosciuto anche come Obey, appare evidente come le sue opere siano invece profondamente studiate e meditate con moltissimi riferimenti culturali, dalla storia dell’arte alle dinamiche del mondo della comunicazione. Innanzitutto, la scelta della tecnica dello stencil e del manifesto per i propri interventi, che per volontà dell’artista americano vuole rimandare sia alla cartellonistica pubblicitaria che all’uso che ne hanno fatto spesso i regimi per la divulgazione delle proprie ideologie. 

Obey si appropria dell’estetica e dei soggetti di questi materiali e li fa propri con dei minimi interventi per capovolgerne letteralmente il messaggio. Un esempio perfetto è la guerrigliera vietnamita, soggetto utilizzato spesso dall’artista, che se all’origine poteva essere un invito ad arruolarsi imbracciando le armi, nelle opere dello Street Artist, con quella rosa rossa che sbuca dalla canna del fucile, diviene invece un messaggio di pace.

Immagine iconica di Obey che è presente anche in St. Mark’s Square Venice, monumentale opera (quasi 6×9 metri) che verrà battuta all’asta il prossimo 22 ottobre.

Realizzata da Obey nel 2009 su invito della SMS Venice Foundation per una raccolta fondi per la salvaguardia del patrimonio artistico e architettonico della città lagunare ed esposta su un’impalcatura a Piazza San Marco – da cui il titolo – l’opera racchiude in sé tanti degli elementi della poetica dell’artista.

Oltre alla “soldatessa” compare, infatti, in primo piano un’altra delle figure preferite dall’artista: l’attivista degli anni Settanta, Angela Davis, famosa, oltre, che per la sua capigliatura a “casco”, per il suo impegno per il riconoscimento dei diritti degli afroamericani.

Sullo sfondo invece, in dimensione ridotta, altri famosi manifesti dell’artista: dalle tre braccia con mitragliatori inneggianti al cielo con rose nella canna alla donna velata, da POWER & EQUALITY a Andre the Giant, ritratto del famoso wrestler e primo soggetto di successo nelle affissioni di Obey.

Un artista di “strada” colto che non solo cita personaggi e iconografie della storia moderna, ma che per l’estetica della propria opera fa suoi gli insegnamenti dei costruttivisti russi come El Lissitzky, basati sull’uso del rosso e del nero, linee semplificate e campiture piene.

Come si suol dire: “Il fine giustifica i mezzi” e Fairey ne fa suoi molti per riuscire a raggiungere più persone possibili e trasmettere i suoi messaggi di pace e uguaglianza.

Come sempre “PEACE & LOVE”.


“St Mark’s Square, Venice”: l’esposizione esclusiva dell’iconica opera di Obey

L’opera St. Mark’s Square di Obey, realizzata per Piazza San Marco, andrà in asta il 22 ottobre. Vi offriamo l’occasione imperdibile di vederla in anteprima gratuitamente mercoledì 21 ottobre 2020 dalle 17:00 alle 20:00 (ma solo su appuntamento).

Arte Moderna e Contemporanea: Finarte inaugura la stagione di aste del settore

Presenti in catalogo oltre 270 lotti tra dipinti, sculture e disegni, eseguiti tra i primi anni del novecento ai giorni nostri.

LUCIO FONTANA, Crocifisso (dettaglio), 1951, Stima € 60.000 - 80.000

A Milano il 22 Ottobre 2020 Finarte inaugurerà con una importante asta di Arte Moderna e Contemporanea il ciclo delle Aste dedicate al settore per la stagione Autunno/Inverno 2020/2021.

Nella sezione dedicata agli Artisti di inizio secolo, si segnalano alcune importanti opere dei nostri Maestri più rinomati, come il suggestivo dipinto di Lorenzo Viani, gli Ossessi (I minatori), opera eseguita tra il 1908 e il 1909 con forti richiami al mondo simbolista ed espressionista d’oltralpe, un olio su tavola, cm 60×65, stimato € 10.000/15.000 (lotto n.29) ed un’audace tela di Virgilio Guidi, di gusto secessionista, appartenente al suo primo periodo, Dama dal mantello nero, del 1914, olio su tela, cm 130×100, stimata € 30.000 – 50.000 (lotto n.31).

Sempre tra i dipinti, dopo il successo dello scorso 28 maggio per Finarte nella vendita di Roma, con la sua opera Affetti (bozzetto) del 1910, la cui aggiudicazione ha sfiorato i 100mila euro, si segnala un dipinto di Giacomo Balla, Villa Borghese – Erma a Parco dei Daini, degli Anni ‘ 20, olio e sabbia su cartone applicato su tavola, cm 49,6x 75, valutato € 35.000/40.000 (lotto n.22), che testimonia, anche nell’utilizzo dei materiali, la grande modernità del suo autore. Per gli appassionati di scultura, sarà presentata un’opera importante di Arturo Martini, Marinella, una terracotta, esemplare unico, del 1921, esposta alla terza biennale di Roma del 1925, proposta in vendita per € 35.000/40.000 (lotto n.35).

Per gli amanti delle opere su carta, spesso preziose testimonianze delle prime idee all’origine di grandi capolavori, sarà inoltre posto all’incanto uno Studio per La città sale, di Umberto Boccioni, disegnato al recto e al verso, esposto al MoMa di New York e pubblicato sui volumi più prestigiosi dedicati all’artista, eseguito a matita su carta nel 1910, proveniente dalla illustre collezione Winston -Malbin, passato poi dalla raccolta di Gianni Manzo in mani private e stimato € 50.000/70.000 (lotto 30).

UMBERTO BOCCIONI, Studio per La città sale, 1910, Stima € 50.000 – 70.000

Al centro della sessione dell’importante vendita, spicca per il suo particolare interesse storico, artistico e simbolico una ceramica smaltata a lustro e dipinta in bianco, grigio e rosso con lumeggiature oro, di Lucio Fontana, raffigurante Cristo, datata 1951 e proveniente da una collezione privata lombarda, proposta per € 60.000 – 80.000 (lotto n.91).

LUCIO FONTANA, Crocifisso, 1951, Stima € 60.000 – 80.000

Tra gli artisti che hanno fatto proprie le poetiche del Segno e del Gesto, si segnalano i lavori di Emilio Vedova, presente con una Composizione del 1983, tecnica mista su carta intelata, stimata € 30.000/50.000 (lotto n.93) e di Hans Hartung, in asta con, acrilico e inchiostro su cartone, datato 1967 con stima € 25.000/35.000 (lotto n.107). All’incanto anche un corpus di opere di Bruno Munari tra cui la geniale Macchina inutile, del 1956, scultura in alluminio, smalti e fili di nylon, in asta per € 25.000 – 35.000 (lotto 163).

Top lot indiscusso dell’asta, l’iconica scultura di Arnaldo Pomodoro Sfera, eseguita negli anni 2003-2004, in bronzo, 40 cm di diametro, stimata € 180.000 /220.000 (lotto n.106).

ARNALDO POMODORO, Sfera, 2003-2004, Stima € 180.000 – 220.000

Notevoli inoltre, alcune opere di diversi artisti, tutte realizzate negli Anni ’60 come la peculiare tela di Paolo Scheggi, Per una situazione, 1964, acrilico bianco su tre tele sovrapposte, cm 40x50x6, stimata € 80.000/120.000 (lotto n.157); quella di Agostino Bonalumi, Rosso, del 1964, tela estroflessa e tempera vinilica, cm 45×55, stimata € 40.000/60.000 (lotto n.168) e poi un collage optical di Victor Vasarely, FFIA del 1964, cm 51×51, stimato € 30.000/40.000 (lotto n.169) e una coloratissima scultura di Joe Tilson, Reflector Ziggurat Spectrum B, del 1966, in acrilico, poliuretano, legno e acciaio inossidabile, cm 35,5x33x35,5 (lotto n.208).

Per gli appassionati di Teatro si segnalano anche l’interessante lavoro di Carlo Carrà, Schizzo per la scena della Boheme, una tempera su carta del 1934 (lotto n.3), ed un raro lavoro di Ellsworth Kelly, Decor for “Tablet”, 1958, bozzetto per il Fondale del balletto d’avanguardia Tablet, di Paul Taylor, messo in scena nel 1960 al Festival dei Due Mondi di Spoleto con i ballerini Pina Bausch e Dan Wagon, stimato € 30.000/40.000 (lotto n.179).

Quasi al termine della tornata di vendita, sarà posta all’incanto un’opera di dimensioni ciclopiche di Obey, all’anagrafe Frank Shepard Fairey, St. Mark’s Square, Venice, 2009, tecnica mista (stencil, serigrafia e collage di carta stampata e dipinta, cm 587×956, realizzata ed esposta a Venezia nel 2009, ora in collezione privata, stimata € 50.000/70.000 (lotto 267).

SHEPARD FAIREY – OBEY, St. Mark’s Square, Venice, 2009, Stima € 50.000 – 70.000

 

In concomitanza con l’esposizione, il 18 ottobre 2020 dalle ore 9.00 alle ore 14-14.30, Finarte in collaborazione con la Fondazione IEO-CCM dell’Istituto Europeo di Oncologia e del Centro Cardiologico Monzino, terrà un evento di beneficenza. Con una donazione da effettuare preventivamente attraverso il sito della Fondazione, sarà possibile essere immortalati dall’obiettivo di Francesco Rocco, nello scenario temporaneo e irripetibile della esposizione dell’asta, allestita negli spazi della sede di Finarte a Milano, in via Paolo Sarpi.

 

Catalogo completo

Il premio Nobel di quest’anno parla anche di aste

Perché alla fine partecipare a un’asta, sia come venditore che come compratore, è un’attività meno rischiosa di quel che sembri e, soprattutto grazie ad internet, è più comune di quanto si possa pensare.

© Nobel Media. Ill. Niklas Elmehed.

Il premio 2020 Sveriges Riksbank in Scienze Economiche alla Memoria di Alfred Nobel è stato infatti assegnato a Paul R. Milgrom e Robert B. Wilson per i loro studi sulle aste.

I due economisti statunitensi sono specializzati nella teoria delle aste, ramo applicato della teoria dei giochi resa celebre da un altro matematico americano, il John Nash incarnato sul grande schermo da Russell Crowe in A Beautiful Mind.

A Milgrom e Wilson è stato riconosciuto di aver

“migliorato la teoria delle aste e inventato nuovi formati di aste, a vantaggio di venditori, acquirenti e contribuenti in tutto il mondo” poiché “le aste influenzano la nostra vita quotidiana”.

Particolarmente interessanti per le vendite all’incanto sono gli studi di Milgrom sul valore di un bene: per l’arte ad esempio si parla di “valore comune” e “valore privato”, ovvero quello che il singolo è disposto a dare ad un bene. Insomma, se la stima che trovate in catalogo è basata su un valore condiviso da tutti i partecipanti ad un’asta quello che siete effettivamente disposti a spendere sarà il vostro “valore privato”.

Analizzare meccanismi così complessi non è ovviamente facile, perché chi offre in un’asta segue una sorta di propria strategia, basata fra l’altro sul timore più o meno consapevole di quella che viene definita “maledizione del vincitore”, ovvero pagare una cifra superiore a quella a cui si potrà eventualmente rivendere un bene. Fortunatamente per gli offerenti, gli studi di Wilson dimostrano come tendenzialmente essi propongano delle offerte prudenti, proprio per evitare quella circostanza. Non solo, ma Milgrom “ha analizzato le strategie di offerta in una serie di ben noti modelli di aste, dimostrando che un modello darà al venditore entrate attese più elevate quando gli offerenti conoscono di più i valori stimati l’uno dell’altro durante l’asta”.

Partecipare a un’asta, sia come venditore che come compratore, è quindi un’attività meno rischiosa di quel che sembri e soprattutto, anche grazie ad internet, è più comune di quanto si possa pensare.

Cinque maestri della fotografia da non farsi sfuggire

Una foto può essere definita come risultato di una magia, soprattutto quando a praticarla sono dei maestri della fotografia, come alcuni di quelli che troverete in asta il prossimo 30 settembre.

LOTTO 149, ANDY WARHOL, Self-Portrait (dettaglio)

Che cos’è una fotografia? Una domanda apparentemente banale ma della quale non esiste una risposta capace di definire in modo corretto la complessità di un oggetto che non è solo il risultato di processi meccanici, chimici o elettronici, ma un vero e proprio frammento di tempo, una storia, emozioni.

Una fotografia può essere definita come risultato di una magia, soprattutto quando a praticarla sono dei maestri come quelli che troverete in asta il prossimo 30 settembre.


Lotto 90
HENRI CARTIER-BRESSON, Alberto Giacometti, rue D’Alésia, Paris 

LOTTO 90, HERNI CARTIER-BRESSON, Alberto Giacometti, rue D’Alésia – Stima Stima € 8.000 – 12.000

Come si fa a non rimanere stupiti dalla capacità ritrattistica del francese Henri Cartier-Bresson come dimostra questo scatto che ritrae lo scultore Alberto Giacometti attraversare una strada e che, riparandosi con il cappotto dalla pioggia parigina, sembra trasformarsi proprio in una delle sue famose sculture Femme qui marche? O al lotto successivo, che dire di un Henri Matisse impegnato a ritrarre una colomba reggendone una in una mano? Come può non meravigliare la tranquillità dell’animale, ipnotizzato o lusingato di essere ritratto da un grande maestro?

Scheda completa dell’opera

STIMA € 8.000 – 12.000


Lotto 11
GABRIELE BASILICO, Beirut

 

LOTTO 11, GABRIELE BASILICO, Beirut – Stima € 4.000 – 5.000

Se una colomba non in volo ci può stupire, quello che colpisce nello scatto di scatto di Gabriele BasilicoBeirut, sono i palazzi con tutte le finestre infrante, i muri e le insegne divelte, il lampione in primo piano inclinato e arrugginito, una città precocemente invecchiata per cause indipendenti da lei, legate ai conflitti tra uomini. Una cruda testimonianza di quello che può fare una guerra.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 4.000 – 5.000


Lotti dal 147 al 151
ANDY WARHOL

LOTTO 151, ANDY WARHOL, Self-Portrait – Stima € 7.000 – 10.000

Probabilmente, a livello oggettuale non vi è nulla di più intimo di una polaroid: le sue dimensioni ridotte, i suoi colori a volte slavati, il minimo controllo che permettono al fotografo contribuiscono ad aumentarne la sua aurea di fragilità. Forse per questo Andy Warhol decise di servirsene come mezzo di creazione.

Lotto 148, ANDY WARHOL, Querelle, 1982 – Stima € 3.000 – 5.000

Abituato a  “rubare” fotografie potenti per le sue opere pittoriche, aveva bisogno come contraltare di qualcosa di più “fragile” e personale. Come tali appaiono i lotti dal 147 al 151: due ragazzi che scherzano facendosi la linguaccia o mostrando gli attributi, ma soprattutto i tre autoritratti in cui Warhol sembra solo e “nudo” senza il baraccone della sua Factory. Finalmente uomo e non prodotto.

STIME DA € 3.000 10.000


Lotto 187
DARREN ALMOND, Fullmoon@Dunluce

LOTTO 187, DARREN ALMOND, Fullmoon@Dunluce – Stima € 5.000 – 8.000

Ognuno di noi ha un suo luogo del cuore. Per l’artista inglese Darren Almond molto probabilmente questo luogo è al di sopra delle scogliere di un angolo d’Inghilterra, da cui si intravede uno scoglio e le forze della natura che su di esso agiscono.  Soggetto ripreso nel corso degli anni dall’autore in tutte le possibili condizioni climatiche e di luce, come mostra il Fullmoon@Dunluce del 2007. In questa ricerca la serie di attimi colti va a creare una narrazione più grande, come se quest’angolo di paesaggio fosse quasi un parente caro dell’artista colto nelle varie fasi della vita.

Scheda completa dell’opera

STIMA € 5.000 – 8.000


Lotti dal 110 al 113
FRANCESCA WOODMAN

LOTTO 113, FRANCESCA WOODMAN, It must be time for lunch now – Stima € 4.000 – 6.000

Se c’è chi cerca il paesaggio al di fuori di sé, c’è anche chi si è trasformata in paesaggio. Parliamo dell’americana Francesca Woodman, che ha prodotto i suoi maggiori capolavori in un brevissimo arco di tempo prima di togliersi la vita.

Dal lotto 110 al lotto 113 si susseguono alcuni dei suoi autoritratti, in cui cerca di mimetizzarsi con l’ambiente che la circonda, annullandosi totalmente. Un tentativo di nascondersi al mondo, mostrandosi in tutta la propria fragilità e nudità.

Catalogo online

Tutti i lotti da non farsi sfuggire nell’asta della opere della Stamperia Berardinelli

Opere di qualità elevata, di grandissimi autori e a prezzi ben più accessibili. Parliamo delle stampe d’arte realizzate dagli artisti con la collaborazione dei “maestri” Berardinelli che saranno in asta il 24 settembre a Roma.

Le testate giornalistiche in genere rivolgono la propria attenzione alle case d’aste solo nel caso di opere aggiudicate con cifre che definire iperboliche potrebbe essere riduttivo. In questo modo nel grande pubblico viene amplificata la percezione errata che le opere d’arte siano per pochi e non per tutti.

Nella realtà dei fatti è vero l’esatto contrario: esistono certamente capolavori della Storia dell’Arte e opere riconosciute di grandi artisti a cui collezionisti di tutto il globo ambiscono e giustamente si contendono a suon di rilanci, ma vi sono opere di qualità altrettanto elevata e, spesso degli stessi autori, ben più accessibili. Parliamo delle stampe d’arte realizzate dagli artisti con la collaborazione o sotto la guida di “maestri” e per rendersene conto basta sfogliare il catalogo della prossima asta del 24 settembre.

Lotto 8
GETULIO ALVIANI, Cromo

 

Al lotto 8, ad esempio, troviamo una serigrafia a colori del 1977 di Getulio Alviani (friulano), tra i fondatori e maggiori esponenti del gruppo dell’Arte cinetica, titolata Cromo. Due strisce suddivise in quadrati, ciascuno di un colore dello spettro luminoso, ci presentano a sinistra la tinta piatta e a destra la medesima ma sfumata. Una variazione che ci mostra quanto sia semplice creare movimento e percezioni diametralmente opposte (€ 200-300).

Scheda completa dell’opera

STIMA € 200 – 300


Dal lotto 9 al lotto 12
FRANCO ANGELI

 

Dal lotto 9 al 12 troviamo invece alcuni lavori di Franco Angeli, che racchiudono in sé diverse delle tematiche amate dall’esponente della Scuola di Piazza del Popolo: dall’aquila simbolo del dollaro, agli aeroplani, ai notturni. Forme “pop” con quotazioni dai 100 ai 200 €.

Schede complete delle opere

STIME A PARTIRE DA € 100


Dal lotto 22 al lotto 24
GIUSEPPE CAPOGROSSI

Ben diverse le opere di Giuseppe Capogrossi, un maestro del segno che ha basato la sua produzione artistica sull’identificazione di una forma semplice ideale, ripetuta in tutte le sue possibili combinazioni, una sorta di DNA della creatività. Dal lotto 22 al 24 si succedono tre di queste ricerche: Quarzo n 8 (1970), Composizione rossa (1966), Composizione nera (1963), delle variazioni sul tema per colori e soluzioni compositive che sembrano aprire ciascuna le porte per nuove riflessioni, in un gioco infinito di creazioni molto simile al mondo della natura (€ 500-700).

Schede complete delle opere

STIME  € 500 – 700


Dal lotto 30 al lotto 36
SANDRO CHIA

Tra figurazione e astrazione le opere di Sandro Chia. Dal lotto 30 al 36 vediamo scorrere nel suo riconoscibilissimo stile figure in riva a un mare profondissimo, pittori, persone riunite in un bosco, amanti che si abbracciano o si baciano, azioni comuni che nella trasposizione pittorica dell’esponente della Transavanguardia si riempiono di magia diventando uniche (da € 500 a € 3.000).

Schede complete delle opere

STIME DA € 500 A  3.000


Dal lotto 45 al lotto 50
LUCIO DEL PEZZO

Se Chia pone l’attenzione sulla parte affettiva del genere umano, un artista come Lucio del Pezzo sembra divertirsi molto di più ponendo il suo sguardo sul lato ludico e dando vita a creazioni che sembrano dei veri e propri giochi trasposti da un asilo per l’infanzia al mondo degli adulti. Forme semplici come triangoli, coni e stelle dai colori vivaci o sagome di piante, campane, arcobaleni che a volte si staccano dalla bidimensionalità del foglio per diventare reali, oggetti e composizioni in legno. Delle vere e proprie opere con cui interagire come il lotto 47, Casellario, del 1988 (€ 600-800), Centrotavola del 1990 (€ 250-300) o la Stele del 1988 (€ 1.000-1.500).

Schede complete delle opere

STIME DA € 250 A  1.000


Dal lotto 68 al lotto 72
PIERO GILARDI

L’ambiente che ci circonda in tutte le sue variabili, mare, montagna, boschi, deserto, autunno, inverno, estate, primavera è al centro delle ricerche del torinese Piero Gilardi, un artista che ha fatto dell’uso di materiali artificiali (ad esempio la gommapiuma) la sua poetica. Pare, quindi, naturale la scelta effettuata nei lotti dal 68 al 72 di utilizzare una carta floccata per la realizzazione di questi frammenti di mondo. Una carta che con il suo effetto vellutato può rendere più efficacemente il piumaggio di un gabbiano, le foglie autunnali o un’anguria (da € 80 a € 300).

Schede complete delle opere

STIME DA € 80 A  300


Dal lotto 98 al lotto 102
BRUNO MUNARI

 

 

Dal lotto 98 al 102 troviamo i lavori di una delle figure più eclettiche del mondo della cultura italiano: Bruno Munari, designer, grafico, pedagogo e artista geniale che anche nelle opere di stampa ha saputo trasporre le sue idee semplici ma sempre dai risultati inaspettati e sorprendenti.

Basta vedere Lei non sa che la guardiamo (lotto 98, € 600-800), un cerchio verde viene progressivamente eroso dall’arancio fino a divenirne la perfetta metà; o al lotto 99 Continuità, un semi cerchio magenta e un semi cerchio verde si intersecano sempre più per dare vita al viola (€ 600-800). Delle vere e proprie micro narrazioni educative.

Schede complete delle opere

STIME € 600 – 800


Dal lotto 98 al lotto 102
MARIO SCHIFANO

 

 

Se Munari eccelleva nelle pratiche educative, un personaggio come Mario Schifano era sicuramente un maestro della pittura gestuale. Dal lotto 143 al 146 possiamo apprezzare la sua capacità di sintesi nella rappresentazione del rappresentabile: un canestro di frutta, un campo di grano, un mare con le sue onde vengono semplificati nelle loro essenze per divenire un tutt’uno con ogni singolo tratto di colore (da € 200-500).

Schede complete delle opere

STIME € 200 – 500


Lotto 20
JOSEPH BEUYS, Im kopf  und in topf

 

 

Non solo artisti italiani, ma anche molti stranieri per chi volesse portare nella propria casa un pezzo di Storia dell’Arte. Basta vedere, al lotto 20, Im kopf  und in topf di Joseph Beuys (€ 500-700), maestro indiscusso del Concettualismo e della Performance Art.

Scheda completa dell’opera

STIME € 500 – 700


Lotto 29
MARC CHAGALL, Les petit poisson et le pecheur

 

 

Al lotto 29, Les petit poisson et le pecheur di Marc Chagall che, anche se ha fatto del colore e dell’onirico le basi delle sue opere, anche in questo bianco e nero dimostra tutte le sue abilità di disegno (€ 400-600).

Scheda completa dell’opera

STIME € 400 – 600


Lotto 51
JIM DINE, Portrait (red)

 

 

Al lotto 51 una vestaglia in tre varianti, su fondo rosso, diviene la protagonista dell’opera di Jim Dine, artista americano che ha saputo muoversi tra il New Dada e l’arte Pop mantenendo una propria cifra stilistica e che anche il Palazzo delle Esposizioni di Roma ha omaggiato con una grande retrospettiva.

Scheda completa dell’opera

STIME € 1.000 – 1.500


Dal lotto 161 al 165
JOE TILSON

Sempre dal mondo anglosassone ma sponda Inghilterra arriva Joe Tilson, uno dei maggiori esponenti del movimento della Pop Art, che con i suoi multipli tridimensionali dal lotto 161 al lotto 165 ci fa immergere completamente nel suo immaginario fatto di insegne pubblicitarie, monumenti, parti di corpo e miti (da € 500 a 1.000).

Schede complete delle opere

STIME DA € 500 A 1.000

 

 

Queste e moltissime altre opere vi aspettano il 24 settembre, perché ogni giorno è un buon giorno per cominciare a collezionare e aprirsi al bello.

 

Catalogo completo

“Big so big”: i maestri delle stampe di grandi dimensioni

Non sempre le dimensioni contano, ma, in alcuni casi permettono agli artisti di amplificare le proprie idee raggiungendo risultati ed effetti inaspettati; dei veri e propri capolavori di cui alcuni esempi saranno in asta il prossimo 24 settembre.

Lotto 59, PIERO DORAZIO, Composizione a rombi, 1990, Stima € 750 - 1.000

Vi ricordate il jingle di una pubblicità di qualche anno fa? “Per fare una grande parete ci vuole un grande pennello” protagonista un improbabile imbianchino in bicicletta a bloccare il traffico con una gigantesca pennellessa legata alla schiena. Uno spot, sicuramente azzeccato, basato su una forte carica di ironia.

Per alcune tecniche artistiche in realtà servono effettivamente degli strumenti “speciali” se si vogliono realizzare delle opere di notevoli dimensioni, mi riferisco alle tecniche di stampa e di serigrafia che per superare dimensioni standard come il 50 x 70 cm o il 100 x 70 cm, abbisognano di materiali  ad “hoc” a cominciare dei fogli, che devono essere realizzati appositamente a mano da maestri cartai, ai telai per la serigrafia o ai torchi, tutte strumentazione che per poter realizzare grandi opere devono essere fuori scala.

Come sempre i giusti attrezzi non servono a nulla se però la mano che li guida non è salda e sicura, con l’aumentare delle dimensioni crescono anche le difficoltà di realizzazione.

Ad esempio in una xilografia (ma vale anche per tutte le altre tecniche) ogni singolo colore ha una sua lastra, in cui è riportata la porzione di disegno di quella specifica tinta, la difficoltà è posizionare e stampare correttamente le varie lastre per ottenere la composizione finale corretta decisa dall’artista. Questa fase si chiama tenere il “registro” e se è già difficile mantenerlo su un foglio 50 x 70 cm provate solamente a immaginare la difficoltà di tenerlo su un foglio di 200 x 350 cm.

Per fortuna degli artisti, esistono dei “maestri” come, ad esempio, i componenti della famiglia Berardinelli che presso il loro laboratorio non solo posseggono le risorse per realizzare stampe di grandi dimensioni, ma ne conoscono ogni singolo segreto per sfruttarle al massimo e ottenere dei veri e propri capolavori di cui alcuni esempi saranno, assieme alle opere stampate in altri eccellenti studi, in asta il prossimo 24 settembre.

Per chi ama la natura sono perfette le acqueforti- acquetinte di Davide Benati, l’artista di Reggio Emilia che dedica la sua ricerca pittorica nel rappresentare l’essenza di fiori e piante in tutti i colori della natura con effetti “acquerellati”, dal lotto 15 al 19 , le sue cromie danno vita a intuizioni di papaveri, calle e paludi su fogli che superano il metro.

Se Benati nelle sue opere sfiora solamente l’astrazione Piero Dorazio nelle sue composizioni ne fa una scelta totalizzante. Un inno di segni e colori, veri e propri ritmi che danno vita a movimenti sinfonici. Musica per gli occhi che ad esempio al lotto 56, Composizione rossa, del 1992, raggiunge i 126,5 x 63,5 cm, o, al lotto 59, la Composizione a rombi, del 1990 di ben 84 x 213 cm.

Se i colori sono perfetti per rappresentare il mondo che ci circonda e le visioni di alcuni il bianco e nero usato da Mimmo Paladino nelle sue lino incisioni deflagra davanti ai nostri occhi in tutta la sua potenza, come in Atlantico, del 1987, opera composta da 6 fogli di 204,5 x 75 cm ciascuno, in cui scheletri, ombre, corpi, navi, volatili, scale verso il cielo, si susseguono per creare una moderna mitologia con la stessa forza dei graffiti primitivi. Miti e storie di cui Paladino continua ad essere cantore nei lotti 113, 114 e 115 con rispettivamente Dedalus (1984), Elpodbomool (1984) e Small Town (1990/91).

Spesso, nei miti vi sono come protagonisti, anche, degli animali a rappresentazione di caratteristiche umane. Proprio come nelle opere di Concetto Pozzati, ai lotti 126  e 127, due serigrafie a colori, di 100 x 125 cm e 100 x 122 cm, in cui una Tartaruga e un Rinoceronte, sono i protagonisti delle composizioni e sembrano mandarci dei messaggi di attenzione verso l’ambiente che ci circonda per loro e noi stessi.

Un ambiente fatto anche da città, case, grattacieli, come quelli che sembrano emergere dalle opere di Mario Radice. Edifici sezionati dalle stanze multicolori e chi, avendone la possibilità, non vorrebbe vivere nei celesti e rosa della Composizione al lotto 130, del 1933, o nei toni della terra del lotto 131, del 1985.

Lotto 149, DANIEL SPOERRI, Cucina astrogastro, 1970/’71, Stima € 800 – 1.000

In tutte le case c’è un tavolo e, spesso, imbandito per un pasto,  un artista, Daniel Spoerri ha fatto, proprio, di questo oggetto il fulcro di parte della sua poetica esponendo dei veri tavoli con fissati gli oggetti e i resti dei pasti consumati. A conferma di questa ricerca il lotto 149, una acquaforte e acquatinta, con soggetto una ripresa dall’alto di piatti, posate, bicchieri, tovagliette e riviste d’arte, s’intravede una copia ad esempio del magazine “Flash Art”. Una riflessione sul tempo, il suo trascorrere e le sue tracce.

Come tracce sono le protagoniste delle opere di Emilio Scanavino, anche se di natura totalmente diverse, come si può vedere al lotto 142, qui dei segni simili a cuciture solcano la superficie tripartita del foglio, sembrano la rappresentazione dei movimenti di atomi nello spazio che si intersecano e sfiorano fino a scontrarsi ed esplodere in macchie di un colore intensissimo, esplosioni di pura energia.

 

Lotto 173, EMILIO VEDOVA, Trittico oltre, 1992, Stima € 2.000 – 3.000

L’energia dei gesti è quella che invece emerge dalle opere di Emilio Vedova, una pittura apparentemente violenta, che racchiude in sé ogni momento e movimento della sua creazione la mappa di un determinato attimo. Il trittico al lotto 173, rappresenta nelle sue forme, proprio, il tempo e le forze intercorse tra l’artista e la lastra di stampa dall’inizio al compimento dell’opera.

Come si suol dire non sempre le dimensioni contano, ma, in alcuni casi permettono agli artisti di amplificare le proprie idee raggiungendo risultati ed effetti inaspettati anche per loro. Approfittatene.

Catalogo online

Il conturbante universo femminile nella fotografia di Helmut Newton

“Ogni fotografia parla per sé. In esse ho cercato ogni volta di aggirare dei tabù”

HELMUT NEWTON, uno degli scatti del portfolio "Cyberwoman", 2000

Da bambini si favoleggia sul lavoro che si vorrebbe fare da adulti: l’astronauta, il vigile del fuoco, il calciatore, lo scrittore, e via discorrendo… In pochi casi, però, questo desiderio si avvera e spesso ci si ritrova a riporre i propri sogni nel cassetto.

Leggendo l’autobiografia del fotografo tedesco Helmut Newton si comprende come per lui quest’affermazione non sia vera, anzi, non solo è riuscito a costruire una carriera di successo nella professione agognata fin da bambino, ma anche a ritrarre quell’immaginario femminile che fin da ragazzo lo affascinava e conturbava.

Nato Helmut Neustädter a Berlino nel 1920 da una famiglia benestante, cresce in un ambiente colmo di raffinata eleganza e intellettualmente stimolante, coccolato non solo dalla madre ma anche dalla servitù. Quelle domestiche di casa in uniforme scuro e grembiule bianco che andranno ad animare le fantasie di un adolescente e le sue successive fotografie.

La prima macchina fotografica, un’agfa tengor box, entra nella sua vita a dodici anni ed è subito amore. Il primo rullino ha sette pose, le prime sei in metropolitana vengono scure ma quella a un’antenna radio, seppur sgranata, lo rapisce, instradandolo sulla via della fotografia.

Per perseguire il suo obiettivo il giovane Helmut entra nello studio della fotografa di moda e ritratti Ili de Yva, dove impara i trucchi del mestiere e inizia a delineare le basi della sua poetica, dando vita a quell’immaginario di erotismo voyeuristico che caratterizzerà poi tutta la sua carriera.

Il cognome Newton, con cui il fotografo diverrà globalmente riconosciuto, viene assunto solo successivamente quando, a causa dell’affermarsi del nazismo nella natia Germania ed essendo lui di famiglia ebrea, è costretto a rifugiarsi in Australia. È solo l’inizio di un lungo pellegrinare dietro l’obiettivo di una macchina fotografica che, conducendolo dall’Europa all’America, lo ha portato a lavorare per le più importanti testate di moda come Vogue, Vanity Fair e Marie Claire, scandalizzando per il suo stile provocatorio in cui la donna è spesso ritratta in pose sadomasochistiche e di apparente sottomissione.

D’altronde, come lui spesso amava ripetere: “Bisogna essere all’altezza della propria cattiva reputazione” e “Ogni fotografia parla per sé. In esse ho cercato ogni volta di aggirare dei tabù”.

HELMUT NEWTON, Saddle I, Paris, 1976

Alcuni di questi potrete trovarli alla prossima asta di Fotografia del prossimo 30 settembre, come Saddle I, Paris, del 1976. Una giovane modella è ritratta nuda sopra il letto di una camera d’hotel, nulla di strano se non che sulla propria schiena indossa una sella da equitazione. La ragazza non guarda lo spettatore ma fissa decisa qualcuno al di fuori dell’inquadratura. Nonostante l’apparente situazione di sottomissione, è lei ad avere in mano il controllo della situazione e a decidere le regole del gioco.

D’altronde, le donne ritratte da Helmut Newton non trasmettono mai un’idea di fragilità o debolezza, ma di forza e potenza come le quattro modelle di Sie Kommen, realizzata nel 1981 per un servizio dell’edizione francese di Vogue. L’opera nasce come un dittico in cui le modelle sono riprese nella medesima posa prima vestite e poi solo con le scarpe coi tacchi. L’accostamento delle due immagini può inizialmente spiazzare, ma successivamente comunica tutta la forza e l’indipendenza di ciascuna modella in una perfetta rappresentazione della donna contemporanea che affronta la vita lottando come una “valchiria”.

HELMUT NEWTON, Sie Kommen, Paris, 1981

“Mi piace suggerire l’idea che le donne che mostro sono disponibili e reali”.

La realtà della vita e l’erotismo, anche implicito, in essa costantemente presente è alla base di tutta la ricerca del fotografo tedesco, per cui anche delle situazioni di posa molto forti e potenzialmente disturbanti divengono plausibili e piacevoli.

Una delle differenze che rende unica una fotografia di nudo di Newton è l’attenzione al volto dei soggetti, ogni scatto è sia un nudo che un fine ritratto psicologico. Spesso, infatti, il nostro sguardo non cade sul corpo, ma è magneticamente attirato dallo sguardo.

D’altronde, come affermava lo stesso Newton: “L’erotismo è in faccia non nei genitali!”.

Questo è ben ravvisabile nella serie di modelle del portfolio Cyberwoman. Una di esse è appoggiata a un frigorifero. Un’altra fuma seduta a gambe incrociate con un bastone da passeggio fra le mani. Un’altra ancora è sdraiata su una moquette fiorata impugnando una pistola. Una si alza da una sedia sotto un cavalcavia. Una è sdraiata sopra un cappotto per la strada con delle persone attorno. Una ci mostra il pube seduta su un divano in vestaglia. L’ultima è appoggiata a una finestra, fuori è notte, lei è illuminata da una lampada.

HELMUT NEWTON, Cyberwoman, 2000

Sette tipologie di donne, tutte svestite, tutte in pose e ambienti diversi, ma caratterizzate da sguardi magnetici che bucano lo schermo legandoci a loro e alle loro storie.

“Le mie foto sono come una storia che non ha inizio, né via di mezzo, né fine”.

Grazie Helmut perché consenti a ciascuno di noi che guardiamo le tue foto di immaginare le storie che più preferiamo. Una diversa per ognuno di noi. Immaginate anche voi la vostra partecipando all’asta di Fotografia del prossimo 30 settembre.

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