Risultati eccezionali per l’asta di Gioielli

Aggiudicazioni da record per la Jewelry Week: dai gioielli d'artista ai diamanti, ecco i Top Lots e gli highlight dell'asta di Gioielli

La scorsa settimana, i tre giorni di aste dedicate a Gioielli e Argenti hanno registrato risultati eccezionali, con quasi il 100% in valore dei lotti venduti e alcune importanti aggiudicazioni.

 

Lotto 614, CANNILLA PER MASENZA-ROMA, Bracciale con smeraldi, ametiste e diamanti. Base d’asta € 3.500 – Venduto € 37.500

Top Lot dell’asta è stato il gioiello d’artista al lotto 614, bracciale in oro giallo con smeraldi, ametiste e diamanti, suggestiva creazione di Franco Cannilla per Masenza Roma che ha raggiunto i 37.500 €, superando di ben 10 volte la stima iniziale: la raccolta di gioielli di Mario Masenza nella terza tornata è stata la grande protagonista della vendita.

 

Lotto 250, POMELLATO, Cinque collane con pietre dure, 1970 circa. Base d’asta € 6.000 – Venduto € 28.800

L’asta ha registrato numerosi risultati da record anche nelle prime due sessioni, con le cinque collane con pietre dure di Pomellato del 1970, al lotto 250, vendute per quasi 30.000 € (base d’asta 6.000 €) e un meraviglioso anello con diamante taglio brillante da 8,30 carati, lotto 495, battuto a 42.500 € (base d’asta 15.000 €).

 

Lotto 495, Anello solitario con diamante taglio brillante ct 8,30 circa. Base d’asta € 15.000 – Venduto € 42.500

Vendiamo in tutto il mondo

Interessante è anche il notevole aumento della partecipazione straniera alle nostre aste di gioielli. Gli acquirenti esteri rappresentano infatti il 40% del totale, con un grande riscontro negli Stati Uniti, in Svizzera e in Cina ma anche in Europa, con Portogallo, Belgio Francia e  in testa alla classifica.

 

Lotto 445, Anello con zaffiro naturale no heat taglio ovale ct 9,30 circa e diamanti. Base d’asta € 5.000 – Venduto € 21.400

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Un viaggio nella storia dell’arte antica: le opere in asta a Roma

L'asta di Dipinti e Disegni Antichi del prossimo 25 maggio offre una selezione di opere d'arte degli antichi maestri, abbracciando quattro secoli di storia dell'arte, dal XV al XIX secolo. Tra i 187 lotti offerti spiccano quelli provenienti da due prestigiose collezioni, con disegni dei grandi artisti delle scuole italiane e importanti dipinti del Sei-Settecento.

Un viaggio nella storia dell’arte antica: 187 lotti, tra dipinti e disegni dal 1400 al 1800, con una raccolta di opere provenienti da due prestigiose collezioni. La prima, dello storico dell’arte Giancarlo Sestieri, con una proposta dedicata ai disegni e ai grandi artisti delle scuole italiane (lotti 1-85), la seconda dalla residenza romana sull’Appia Antica di Marcello Ranieri e Maria Vittoria Curto, che raccoglie più di trenta dipinti italiani del Sei-Settecento (lotti 102-124).

La copertina del catalogo dell’asta è dedicata all’inedito, magnetico dipinto di Pacecco De Rosa, raffigurante il conturbante tema biblico di Loth e le figlie (lotto 186). Un’opera sola, di una bellezza senza tempo, appartenuta per più di cent’anni alla stessa famiglia di origini napoletane, ma residente nel Nord Italia dagli anni del boom economico. Stesso destino accomuna l’Adorazione del Bambino di Joos van Cleve e atelier, appartenuto a privati da almeno un secolo (lotto 182).

Lotto 182, JOOS VAN CLEVE E ATELIER, Adorazione del Bambino, stima € 20.000 – 30.000

Questa fortunata composizione era conosciuta finora solo attraverso versioni dipinte su tavola conservate in importanti musei europei, lo Statens Museum for Kunst di Copenhagen e la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda, ma il supporto di rame su cui è realizzata, rende quest’opera un unicum nella produzione del Leonardo delle Fiandre – come anche viene chiamato van Cleve – in terra straniera.

Nella vendita della settimana prossima dedicata ai Dipinti antichi sono presentate inoltre due ragguardevoli collezioni d’arte, a riprova di come i cataloghi delle aste riflettano alcuni peculiari aspetti dell’arte di possedere e di collezionare il bello.

Lotto 6, BENEDETTO LUTI, Vestizione di San Ranieri, stima € 800 – 1.000

Un nucleo di oltre novanta disegni, che Giancarlo Sestieri ha raccolto e studiato negli anni, apre la tornata unica dell’asta. I disegni e gli acquerelli appartengono perlopiù alla scuola romana e napoletana del Sei e del Settecento e riflettono i suoi interessi di storico dell’arte e di conoscitore degli Old Masters. Il fil rouge che ha guidato gli acquisti dello storico dell’arte a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, effettuati principalmente sul mercato antiquario londinese e romano, sono gli studi di figura e di composizioni preparatori per dipinti – tra queste ultime la Vestizione di San Ranieri di Benedetto Luti per il Duomo di Pisa (lotto 6) e lo Studio per il soffitto di Palazzo Borghese a Roma di Filippo Lauri (lotto 59) ed i nudi d’Accademia (lotti 13-16).

Lotto 2, GIOVANNI BATTISTA BUSIRI, Due vedute di Roma: Campo Vaccino e Ponte Rotto, stima € 7.000 – 10.000

Un’attenzione verso la qualità l’ha portato a comprare le vedute di Roma di Giovanni Battista Busiri (lotto 2), predilette da sempre dai viaggiatori del Grand Tour (lotto 83) e gli acquerelli di Bartolomeo Pinelli (lotto 84), di insolita freschezza e conservazione. Tra i fogli, accompagnati da brevi ma accurate didascalie di mano di Sestieri, figurano pure curiosità come il Capriccio del falsario noto come il Maestro del Ricciolo (lotto 73) ed una grafica giapponese raffigurante un Gatto (lotto 391).

Lotto 103, Flora, stima € 3.000 – 5.000

Legata alla moda di collezionare gli Old Masters del secondo dopo guerra è la raccolta d’arte Ranieri Curto di più di trenta dipinti italiani del Sei-Settecento, conservata in un casale sull’Appia Antica, un tempo appartenuto ai Caetani, a pochi passi dalla Tomba di Cecilia Metella. La magia del luogo in cui sono state per quasi mezzo secolo le opere d’arte e gli arredi d’epoca rinascimentale, ci è restituita da una fotografia rinvenuta nell’archivio di famiglia della torre medievale del casale, coperta dal glicine in fiore.

Lotto 122, JUSEPE DE RIBERA E ATELIER, San Girolamo, stima € 40.000 – 60.000

Il generale Marcello Ranieri e sua moglie Maria Vittoria Curto acquistarono i dipinti sul mercato antiquario della Capitale, da sempre particolarmente vivace e ricco di felici sorprese per amatori e collezionisti. Le fonti di approvvigionamento erano le gallerie d’arte di Cesare Lampronti ed Arnaldo Peretti e le aste di Christie’s, Sotheby’s e de L’Antonina, e la scelta si rivolse alle opere di figura e di gusto caravaggesco, con una sensibilità e un gusto anticipatori di una vera e propria moda che prese piede successivamente. Federico Zeri e Maurizio Marini si annoverano fra gli ospiti di casa Ranieri, mentre Marcello Lanci con studio a Via dei Greci era il loro restauratore di fiducia.

Lotto 123, ATELIER DI BARTOLOMEO CAVAROZZI, Sacra Famiglia. Stima € 20.000 – 40.000

Marcello Ranieri riporta, in alcune sue note, originali osservazioni stilistiche sui dipinti della collezione da esperto “dilettante” e appassionato cultore del bello, quale egli fu senza ombra di dubbio, attento alla ricerca dell’attribuzione importante, che poi non si è sempre potuta asseverare (Fortune e meriti del collezionismo: la quadreria romana di Maria Vittoria Curto e Marcello Ranieri, schede critiche di Marcello Ranieri, a cura di G. Rostirolla, Roma 2020).

Lotto 102, SCUOLA BOLOGNESE, PRIMA METÀ DEL SECOLO XVII, La passeggiata (Coppia galante entro un capriccio architettonico), stima
€ 6.000 – 8.000

D’altro canto il collezionismo di dipinti è sempre stato pervaso da geniali intuizioni ed erronee attribuzioni, da investimenti importanti e colpi di fortuna. Quello che caratterizza una collezione è in ultima analisi la scelta fatta nel momento preciso dell’acquisizione di un’opera, ma il suo valore intrinseco resta ed è sempre in attesa di un nuovo appassionato custode.

L’esposizione delle aste di Dipinti e Disegni Antichi, Incanti d’Arte e Arte Orientale a Palazzo Odescalchi è aperta da venerdì 21 a lunedì 24 maggio dalle ore 10:00 alle 18:00 e martedì 25 maggio dalle ore 10.00-13.00.

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“Sia la luce!”: le lampade must have dei grandi designer del ‘900

Un viaggio attraverso la luce e i celebri designer che nel corso del XX secolo hanno riscritto la storia degli apparecchi luminosi. Vi proponiamo una serie di lotti "must have" della prossima asta di Design e Arti Decorative.

“Dio disse: ‘Sia la luce!’. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre. Chiamò la luce giorno, e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo”.

Se anche Dio, come testimoniato nel primo libro della Genesi, dedica il primo giorno della creazione a combattere l’oscurità dando vita alla luce e al binomio giorno e notte, si può facilmente comprendere l’importanza che questo argomento ha sempre avuto per il genere umano.

D’altronde l’uomo da sempre ha cercato di combattere il buio e l’oscurità e con essi gli incubi, i pericoli e i mostri che l’impossibilità di vedere porta a credere vi risiedano. Qualsiasi luce, anche la più tenue, ci consente di vedere l’ambiente che ci circonda, tranquilizzandoci. Proprio perché il buio è uno dei nostri “nemici” più antichi, l’uomo da sempre si è impegnato nel contrastarlo, prima inventandosi modi per accendere fuochi e successivamente nei secoli con invenzioni tecnologiche come le lampade a petrolio, l’elettricità, la lampadina, i neon o il led.

Un’evoluzione continua che ha avuto tra i suoi paladini anche alcuni dei più importanti nomi del design mondiale spinti dall’idea di fare luce con il bello o di dare vita alla luce perfetta proprio come novelle divinità.

Lotto 122, Carlo Scarpa, Lampada da muro, 1930 ca. Base d’asta € 1.800

Uno dei materiali più utilizzati per queste ricerche, date le sue caratteristiche tecniche di trasparenza e flessibilità, è sicuramente il vetro e uno dei suoi massimi cantori è il veneziano Carlo Scarpa. L’architetto autodidatta che fece della perfetta coesistenza tra materiali il fulcro della sua poetica progettuale, per la vetreria Venini diede vita a dei capolavori di tecnica e forme come la lampada da muro (lotto 122) del 1930 ca., in cui tre “rami” in vetro cristallo molato si irradiano da una base in ottone e da essa pendono come dei fiori di campanula in vetro zanfirico delicatamente istoriato di bianco lattiginoso.

E, se nell’applique le linee bianche decorative dei vetri sono irregolari, al contrario nella lampada a sospensione da lui disegnata negli stessi anni sempre per Venini (lotto 123) sono a intreccio regolare a imitazione di un canestro di vimini. Un disegno che una volta illuminato Carlo Scarpa sapeva benissimo sarebbe andato a ricrearsi alle pareti della stanza dando un effetto unico all’ambiente.

Lotto 124, Barovier e Toso, Coppia di lampade da muro, 1940 ca. Base d’asta € 500

Come Venini, anche Barovier è un nome iconico della produzione vetraria muranese, essendo la loro impresa nata a metà del XIII secolo. Tra i maestri indiscussi nella lavorazione del vetro, non poterono esimersi dall’applicare le loro conoscenze anche all’illuminotecnica e alla creazione di lampade sfruttando appieno le infinite possibilità di forme e colori del vetro. Dalle forme naturali della corolla di un fiore come quelle delle lampade da muro, lotto 124, con il cristallo che va a imitare proprio la delicatezza dei petali fino alla purezza della forma del cono e dei colori del lotto 125 a firma Ercole Barovier uno dei massimi esponenti della famiglia veneziana.

Lotto 125, Ercole Barovier, Lampada a sospensione, 1950 ca. Base d’asta € 500

Tra il 1926, data del suo ingresso nella vetreria, fino all’inizio degli anni Settanta, seppur non essendo direttamente un “soffiatore”, cioè un tecnico realizzatore, diede vita e introdusse nuove tecniche realizzative nell’arte vetraria spesso intravedendo le potenzialità tattili e visive negli “errori” e sbagli di produzione che immancabilmente caratterizzano la lavorazione di una materia viva e mai doma quale il vetro. A lui per esempio viene attribuita l’ideazione della lavorazione a Murrina, in pratica di quella che poi negli anni è diventata la lavorazione iconica del vetro di Murano.

Lotto 135, Gino Sarfatti, Lampada mod. 586, 1962. Base d’asta € 700

Se Barovier è stato uno dei “poeti” del vetro, sicuramente Gino Sarfatti è il “sommo poeta” delle lampade. Il designer di origine venete ha infatti dedicato tutta la sua vita alla creazione di punti luce ottenendo risultati e soluzioni ancora oggi riconosciute uniche. Anche se la sua avventura era nata un po’ per caso: rappresentante commerciale di una vetreria d’arte, tutto ebbe inzio quando, su invito di un cliente, modificò un vaso trasformandolo in lampada. L’azienda da lui fondata nel 1939, l’Arteluce Società Anonima A.L., e attiva fino a metà degli anni Settanta arrivò ad avere in catalogo fino a 700 modelli con 26 brevetti depositati, quasi nella totalità disegnati da Gino Sarfatti.

Lotto 133, Gino Sarfatti, Lampada da terra mod. 1086, 1961. Base d’asta € 3.000

Un personaggio timido e schivo nella vita – forse per questo le sue lampade non hanno nomi di fantasia, ma semplici serie di numeri progressivi – che ci ha regalato oggetti come la lampada da terra modello 1086, lotto 133, o le due lampade da tavolo “sempre in piedi” lotti 134 e 135, in cui l’ideatore ha scarnificato l’idea di lampada portandola alla sua essenza senza, però, tralasciare l’importanza delle linee e l’appagamento dell’occhio.

Lotto 134, Gino Sarfatti, Lampada mod. 600/C, 1966. Base d’asta € 400

Se nei suoi prodotti Sarfatti lavorava per sottrazione, Angelo Mangiarotti per le sue “Giogali” del 1966 (lotto 142) ha lavorato per addizione. L’architetto e designer milanese per le sue lampade da muro, prodotte da Vistosi, crea una maglia di anelli di vetro, una vera e propria stoffa trasparente che frapponendosi alla lampadina va a creare alle pareti dei giochi di luce che divengono un vero e proprio elemento decorativo. I punti luce perfetti per chi non ama appendere quadri ma che vuole stupire i suoi ospiti con effetti unici.

Lotto 142, Angelo Mangiarotti, Giogali, 1966. Base d’asta € 1.800

 

“La luce è la quarta dimensione. Qualcosa di spirituale, di mistico, strettamente connesso al nostro benessere”

Come uniche sono le creazioni del tedesco Ingo Maurer. A testimoniare il suo amore per il mondo dell’illuminazione basta dire che in cinquant’anni di carriera ha progettato più di 200 modelli di lampade spinto dall’idea che: “La luce è la quarta dimensione. Qualcosa di spirituale, di mistico, strettamente connesso al nostro benessere”. Alla ricerca perenne della luce più adatta per ogni circostanza, Ingo Maurer ha utilizzato nelle sue creazioni tutte le tipologie di illuminazione dalle lampadine ad incadescenza, iconiche le sue “Lucellino” (semplicissime lampadine dotate di ali d’angelo), fino ai led e agli oled più moderni. Uno dei modelli più raffigurativi di Maurer è la lampada da terra modello “Gulp”, (lotto 146), in metallo regolabile e con un sistema di regolazione che permette appunto a ognuno di avere la sua luce “ideale”.

Lotto 146, Ingo Maurer, Lampada da terra, 1960 ca. Base d’asta € 900

Progettare è un po’ come comporre poesie: richiede tempo, dedizione e continue limature per ottenere l’effetto desiderato, dalle parole come dall’oggetto. Un designer poeta è sicuramente Tobia Scarpa, che trent’anni dopo, con lo stesso spirito di creatività del padre Carlo, ha un approccio totalmente diverso al tema lampada a sospensione (lotto 144).

Per il suo progetto per Flos si ispira alla natura e alle forme del fiore di loto capovolgendolo e realizzandolo in ottone laccato bianco. Forme armoniche e morbide che caratterizzano la maggior parte delle creazioni di questo designer amante della natura dall’animo gentile, se come lui stesso afferma: “Ho sempre pensato che ogni azione che realizza un manufatto destinato a durare nel tempo diventi di per stesso immagine del suo creatore”.

Lotto 144, Tobia Scarpa, Coppia di lampade, 1962. Base d’asta € 900

Noi siamo grati a tutti loro che con le loro creazioni ci permettono non solo di combattere l’oscurità che da un certo punto della giornata in poi avvolge naturalmente le nostre vite ma di poterlo fare con il Bello.

L’asta di Design e Arti Decorative del prossimo mercoledì 28 aprile propone, tra i 160 lotti in catalogo, una ricca selezione di lampade, lampadari e appliques dei grandi designer del ‘900. Scopri subito tutti i lotti in asta!

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Gianni Berengo Gardin, Venezia, l’Italia e la fotografia sociale

Gianni Berengo Gardin è uno dei grandi maestri italiani della fotografia. Ha dedicato la sua vita e la sua carriera alla denuncia sociale e alla sua amatissima Venezia. L'asta di Fotografia: Under 1K proporrà 18 scatti che raccontano alcuni dei suoi progetti più importanti.

“Sono solo un testimone di quello che vedo. Cerco di essere il più obiettivo possibile, fotografando la realtà. Per me l’importanza della fotografia è la documentazione, la testimonianza, come eravamo in quel momento.  

Leica (“Me la tengo sempre legata al polso”), pellicola e bianco e nero. Se dovessimo riassumere la fotografia di Gianni Berengo Gardin useremmo esattamente queste tre parole, aggiungendone però un’ultima, fondamentale: Venezia 

Lotto 100, Gianni Berengo Gardin, Venezia, anni 1960. Stima € 500 – 800

Berengo Gardin nasce nel 1930 a Santa Margherita Ligure, dove i suoi genitori gestivano un hotel. Cresce e studia nella città lagunare, che lui definisce “la sua vera città natale”, quella città che da oltre sessant’anni racconta attraverso i suoi scatti: le storie della città e dei suoi abitanti.  

La passione per la fotografia inizia proprio nella sua Venezia, negli anni ‘50, quando scriveva per alcuni giornali d’aviazione e aveva bisogno di immagini che illustrassero i suoi articoli. Uno zio che abitava negli Stati Uniti era consigliere al The International Center of Photography di New York, che all’epoca era diretto da Cornell Capa, fratello del più conosciuto Robert Capa. Fu così che lo zio, avendo notato la passione del giovane Gianni, chiese consiglio proprio a Cornell Capa su quali libri potesse spedirgli in ItaliaFurono le foto della Farm Security Administrationdell’AIF, di Eugene Smith e Dorothea Lange che scoprì su quei volumi a cambiare totalmente il suo approccio alla fotografia, che in breve divenne la sua professione a tutti gli effetti.

Lotto 101, Gianni Berengo Gardin, Venezia, anni 1960. Stima € 500 – 800

Comincia così il suo percorso fotografico, con uno spiccato interesse verso il “Sociale” o meglio verso le persone, il costume, il mondo che lo circonda. Così racconta Berengo Gardin: “L’uomo cerco di infilarlo sempre nelle mie foto, la presenza dell’uomo è importante. Anche dove non c’è l’uomo si percepisce la sua presenza.” 

Viaggia molto, da Venezia a Roma, da Roma in Svizzera poi in Francia poi a Milano. A Parigi, negli anni ‘50, diventa amico dei grandi fotografi francesi, BoubatDoinseauMasclet ma soprattutto Willy Ronis e Henri Cartier-Bresson, che furono per lui di grane ispirazione: Bresson era già un mito e aveva appena fatto ‘Images à la Sauvette’ da cui ho imparato moltissimo: è stata la mia bibbia. Lavoravo come cameriere in hotel ma il pomeriggio andavo a scattare. I baci mi appassionavano: io ammetto di essere un guardone. Il fotografo dev’essere un guardone, curioso di tutto!” 

Lotto 105, Gianni Berengo Gardin, Venezia, anni 1960. Stima € 700 – 1.000

Negli anni, Berengo Gardin ha accumulato una quantità monumentale di fotografie, che oggi fanno parte del suo importante archivioSpesso, nelle interviste, il fotografo racconta di come il suo archivio sia per lui una risorsa fondamentale e di come in molti casi, per alcune monografie, si ritrovi a stampare foto scattate 50 anni fa, che all’epoca non considerava “materiale buono”. Oggi l’archivio raccoglie oltre un milione di scatti: “C’è tutto quello che ho fatto. L’archivio è come il buon vino, negli anni migliora”. 

Lotto 102, Gianni Berengo Gardin, Venezia, Ponte dei Sospiri, anni 1960. Stima € 700 – 1.000

Il primo libro che pubblica è, ovviamente, su Venezia. La sua Venezia, quella intima e meno conosciutaVenise des Saisonsnel 1965. Dopo averlo proposto a 8 editori italiani, fu il caso a fargli incontrare la persona giusta in occasione di una sua mostra all’Istituto di Architettura di Londra, un editore della Guilde du Livre di Losanna, che all’epoca era la casa editrice più importante in Europa per la stampa fotografica.  

Lotto 174, Gianni Berengo Gardin, Firenze, 1965. Stima € 700 – 1.000

Il lavoro di Berengo Gardin è incentrato sull’indagine sociale: “Il mio lavoro non è assolutamente artistico” racconta Berengo Gardin “e non ci tengo a passare per un artista. L’impegno stesso del fotografo non dovrebbe essere artistico, ma sociale e civile”. Uno dei suoi progetti più importanti è quello dei manicomiche aiutò a far passare la legge Basaglia che nel 1978 dispose la chiusura dei manicomi, segnando una svolta totale nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici. 

Diversi anni prima, mentre Basaglia avviava già le sue prime esperienze anti-istituzionali nei confronti nell’ambito della cura dei malati mentali, Berengo Gardin insieme a Carla Cerati realizzavano i primi reportage nei manicomi, che poi divennero parte del libro “Morire di classe”che diede grande contributo alla battaglia per l’approvazione della legge 180, usando quelle immagini forti e di denuncia sullo stato dei pazienti nelle strutture. 

Lotto 175, Gianni Berengo Gardin, Istituti Psichiatrici Italiani, 1969. Stima € 500 – 800

“Ogni volta che facevamo foto spiegavamo ai malati perché volevamo fotografarli e loro capivano, ci davano la loro approvazione. Cercavo di non fotografare il malato e “la malattia per la malattia” ma la condizione nella quale era costretto il malato: alcune cose che succedevano erano già proibite per legge ma venivano comunque fatte. 

Un altro importante filone è stato quello legato agli Zingariattraverso una sovvenzione dell’Unione Europea per aiutare le minoranze, Berengo Gardin trascorse diversi mesi nel campo nomadi di Firenze, dove testimoniò le loro vite ed usanze, sempre con un occhio critico nei confronti dei giudizi e dell’indifferenza della società e allo stesso tempo con un obiettivo riservato, capace di cogliere la realtà: “gli zingari sono sempre prevenuti nei confronti della macchina fotografica proprio perché, solitamente, si fotografa il lato negativo della realtà. Per me è stato difficile entrare in questo mondo, ma quel che mi resta da questo reportage è la generosità, la poesia e la musica”. 

Lotto 176, Gianni Berengo Gardin, Senza titolo (Operai del vetro), anni 1960. Stima € 700 – 1.000

Tanti altri i temi affrontati da Gianni Berengo Gardin negli oltre 60 anni di carriera (nel 2020 ha compiuto 90 anni): la religione, il lavorola Olivettile donne (“Amo moltissimo le donne, da sempre. Prima viene la Leica, poi le donne, poi i gelati. È più forte di me!”), il Sessantotto, i cantieri in collaborazione con Renzo Piano, la “nuova Venezia” – quella delle navi da crociera e del turismo fuori controllo, l’Italia nelle sue mille sfaccettature e le persone che la abitano e la vivono. 

Lotto 334, Gianni Berengo Gardin, Campagna Levi’s, 1990. Stima € 700 – 1.200

Tante di queste storie sono raccontate nei ben 18 scatti di Gianni Berengo Gardin in asta il 5 e 6 maggio in occasione di Fotografia: Under 1KUna selezione di opere del grande fotografo verrà infatti proposta in vendita con una base d’asta inferiore ai 1000 euro, un’occasione unica per scoprire di più sulla sua ricchissima produzione e sul suo impegno sociale nel nostro paese, magari regalandovi uno dei suoi celebri scatti!

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Un mercato che non conosce tramonti: i libri antichi e da collezione

Com'è cambiato il mercato dei libri antichi negli ultimi anni? Quali sono i volumi e le edizioni più richieste e gli elementi che ne determinano il valore? Fabio Massimo Bertolo, Senior Specialist del dipartimento di Libri, Autografi e Stampe ci racconta il nuovo mercato del libro da collezione.

Il libro italiano, declinato nelle sue varie forme, non può mancare in una collezione che si rispetti, italiana o straniera che sia.

In un mercato solido e tradizionale quale quello del libro di pregio, qualcosa è cambiato negli ultimi anni a seguito dei mutamenti impressi dalla svolta digitale: la globalizzazione ha aperto nuovi orizzonti al collezionismo libraio, rendendolo mondiale. Ogni singolo lotto può ormai trovare la sua giusta collocazione all over the world.

 

Luca Pacioli, 1494 Suma de Arithmetica Geometria Proportioni & Proportionalita. Venduto € 526.200

 

Nuovi studi di storia del libro hanno ampliato le nostre conoscenze, sia delle edizioni antiche che di quelle moderne, il che vuol dire un deciso allargamento dei generi di opere collezionate: si è così riscoperto il valore di antichi testi di medicina, di ricette, di uso delle erbe medicinali; si sono riletti i remoti trattati di culinaria e gastronomia per carpire il valore delle antiche ricette; così come si sono reintepretati in chiave moderna i trattati di demonologia ed esoterismo, alla ricerca di recondite patologie psicologiche e si è riscoperto il valore fondativo dei trattati scientifici del Seicento, alla base della scienza moderna. Le nuove conoscenze hanno portato la riscoperta di antichi testi.

 

ATLANTE – VINCENZO MARIA CORONELLI, [Atlante Veneto: Corso geografico universale, o sia la terra divisa nelle sue parti e subdistinta ne’ suoi gran regni], 1692. Venduto € 21.339

L’effetto internet ha decretato l’esistenza di un solo, grande mercato Internazionale, dove le nostre edizioni italiane dei secoli d’oro (1460-1660) sono ormai richieste e collezionate da appassionati di tutto il mondo. La nuova normativa in materia di esportazione, finalmente andata a regime, favorirà una sempre più ampia e capillare circolazione del libro italiano nel mondo.

Dante Alighieri, Comento di Christophoro Landino Fiorentino sopra la Comedia di Danthe Alighieri poeta fiorentino, 1481. Venduto € 62.500

 

I punti di pregio delle nostre edizioni sono noti:

· eleganza tipografica

· qualità filologica dei testi

· modernità delle edizioni

· rarità e forte richiesta del mercato

 

Dalle Aldine ai preziosi incunaboli, dalle edizioni scientifiche agli Atlanti, dagli Illustrati del Settecento alle prime edizioni dell’Otto e Novecento, dal Futurismo alle più recenti Avanguardie, non c’è edizione che non abbia un respiro internazionale: il libro italiano, declinato nelle sue varie forme, non può mancare in una collezione che si rispetti, italiana o straniera che sia.

Ardengo Soffici, Simultaneità e Chimismi lirici, 1915. Venduto € 13.899

 

Finarte è leader nel settore da diversi anni, forte dell’esperienza ultraventennale di Fabio Massimo Bertolo e Silvia Ferrini. Chi vende e chi compra sa bene di essere in buone mani, le migliori per serietà, professionalità e apertura internazionale.

Vendi con noi

Il dipartimento di Libri, Autografi e Stampe seleziona testi antichi, libri da collezione ed edizioni contemporanee per la prossima asta del 24 giugno a Roma. I nostri esperti sono disponibili per valutazioni gratuite e confidenziali.

 

Dalla magia dei vetri di Paolo Venini allo stile di Fornasetti: il Design e Arti Decorative in asta

Il prossimo 28 aprile verranno battuti in asta 160 lotti, dai pregiati e raffinati Vetri ai pezzi dei grandi nomi del panorama italiano e internazionale: tra i Top Lot spiccano la serie completa "100% Make-Up" di Alessandro Mendini per Alessi (un vero e proprio pezzo da museo), le opere di Ettore Sottsass Jr. e alcune creazioni dei più grandi maestri vetrai del '900.

100% Make-up è il nome ideato nel 1992 dalla vulcanica mente di Alessandro Mendini per la sua collaborazione con Alessi dedicata a una sezione particolare chiamata “Tendentse”. Un progetto che per le sue complessità organizzative e tecniche ha richiesto un impegno di più di tre anni e che rispecchia completamente le modalità progettuali di Alessandro Mendini: non solo un designer ma un artista a 360 gradi.

In 100% Make-up si comprende totalmente il suo desiderio di lavorare assieme ad altri: 100 autori tra architetti, designer, grafici, artisti e autori appartenenti a culture alternative invitati a creare il proprio “racconto visivo” per decorare ciascuno, grazie a delle decalcomanie, 100 copie del vaso disegnato da Alessandro Mendini stesso. Tra i nomi compaiono quelli di Alighiero Boetti, Carla Accardi, Nicola De Maria, Philippe StarckEttore Sottsass Jr. ma anche del musicista Brian Eno e dell’architetto Massimo Mariani.

Leggi l’articolo completo su 100% Make-Up

Lotto 100, Alessandro Mendini,  100% Make-up serie completa, 1992. Base d’asta € 70.000

Uno sguardo ai Top Lots
Tra Vetri, Lampade e Design Contemporaneo

 

Il catalogo dell’asta del 28 aprile propone 160 lotti, partendo da una raffinata selezione di Vetri, tra i quali spiccano alcune creazioni dei più grandi maestri vetrai del XX secolo: al lotto 51 troviamo un vaso della serie Murrine a Dame di Paolo Venini, un esemplare del 1953 con decoro a murrine bicolori nei colori nero e rosso (base d’asta € 11.000); diverse le creazioni di Carlo Scarpa in asta, tra le quali spiccano i lotti 46,47 e 48, esemplari dagli anni ‘30 agli anni ‘40 e una bottiglia in vetro soffiato a canne colorate di Gio Ponti per Venini al lotto 52 (base d’asta € 2.000).

Lotto 51, Paolo Venini, Vaso serie Murrine a Dame, 1953 ca. Base d’asta € 11.000

Proseguendo, il catalogo propone anche un’interessante collezione dedicata all’Illuminazione: lampade, lampadari e appliques in una narrazione costellata di stelle. Al lotto 122 segnaliamo una lampada a muro a tre luci in vetro e cristallo di Carlo Scarpa, produzione Venini, data agli anni ‘30 (base d’asta € 1.800), al lotto 133 una creazione del grande Gino Sarfatti, una lampada da terra del 1961, mod. 1086, produzione Arteluce (base d’asta € 3.000) e di nuovo un’originale proposta in vetro colorato di Ercole Barovier al lotto 125, una lampada a sospensione del 1950 ca. (base d’asta € 500). Degli anni 2000 è invece la lampada da terra Nuvola, di Toni Cordero, al lotto 147 (base d’asta € 2.500)

Lotto 133, Gino Sarfatti, Lampada da terra mod. 1086, 1961. Base d’asta € 3.000

Una tendenza che si sta consolidando vede diventare sempre più conosciuti e diffusi i pezzi di Design Contemporaneo che giocano con le diverse linee del plexiglass ideate da Studio Superego, (lotti 107-111) già icone nei punti vendita dei grandi marchi dell’alta moda, tra cui Louis Vuitton. Finarte propone nella sua asta una selezione di tavolini che lavorano su queste trasparenze, affascinanti, eleganti e divertenti allo stesso tempo.

Lotto 111, Studio Superego, Tavolino / sgabello, 2016. Base d’asta € 1.800

Tra i grandi designer conosciuti a livello internazionale, l’asta propone diversi lotti di Piero Fornasetti (lotti 91-98), un incredibile Vaso Scultura di Mario Bellini, “Sogni Infranti” del 1992, al lotto 79 (base d’asta € 6.500), la fenomenale Consolle Damecuta, 1982 ca. di Ettore Sottsass, realizzata in marmo rosa Portogallo, bianco Carrara e rosso Levanto al lotto 99 (base d’asta € 5.000) e il più tradizionale Ignazio Gardella con un elegante tavolo del 1950, con piano in marmo e dettagli in ottonelotto 101 (base d’asta € 8.500).

L’appuntamento con l’asta di Design e Arti Decorative è per mercoledì 28 aprile alle 17 nella nostra sede di Milano e online. Vi ricordiamo che è possibile visionare i lotti in esposizione nei giorni di venerdì 23, sabato 24, lunedì 26 e martedì 27 aprile, solo su appunatmento, dalle 10 alle 18.

Catalogo online

100% Make-up, 100 vasi per cento autori: il progetto di Alessandro Mendini per Alessi

Nel 1992, Alessandro Mendini collaborò con Alessi per il progetto 100% Make-up: cento vasi in porcellana, ciascuno decorato da uno dei cento artisti che presero parte all'iniziativa, riprodotti in un massimo di cento esemplari per una tiratura totale di 10.000 vasi. La collezione completa verrà offerta in asta l'11 giugno e sarà possibile fare offerte sia sulla serie dei 100 vasi (lotto 0), oppure sui singoli lotti dei diversi autori (lotti 1-100)

Un’opera corale, testimonianza, grazie alle 100 decorazioni proposte da 100 angoli del mondo, delle diversità non solo del singolo individuo ma anche delle culture che rappresentano.

100% Make-up sarebbe il nome perfetto per un tutorial online di trucco, in realtà è il nome partorito, nel 1992, dalla vulcanica mente di Alessandro Mendini per la sua collaborazione con Alessi dedicata a una sezione particolare chiamata “Tendentse”. Un progetto che per le sue complessità organizzative e tecniche ha richiesto un impegno di più di tre anni e che rispecchia completamente le modalità progettuali di Alessandro Mendini: non solo un designer ma un artista totale, si direbbe “rinascimentale”.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vasi (da sinistra a destra): n.32 Micheal Graves, n.30 Anna Gili, n.15 Nigel Coates, n. 43 Mark Kostabi

In ogni progetto del designer milanese si percepisce il divertimento e il piacere che ne hanno portato alla creazione. In particolare in 100% Make-up si comprende totalmente il suo desiderio di lavorare assieme ad altri, noti o ignoti, coordinando gruppi. Un’attività quasi più da curatore che da progettista: cos’è infatti questa operazione se non una mostra collettiva in cui le tradizionali pareti di uno spazio espositivo sono sostituite dalle forme di un vaso bianco? 100 autori tra architetti, designer, grafici, artisti e autori appartenenti a culture alternative invitati a creare il proprio “racconto visivo” per decorare ciascuno, grazie a delle decalcomanie, 100 copie del vaso disegnato da Alessandro Mendini stesso.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vaso n. 19 Nicola De Maria

Ma perché un vaso e non una sedia, una caffettiera o una lampada?
Il vaso, come scelta di un oggetto, non è casuale. In esso coesistono le forze della terra, della materia che lo compongono, dell’acqua che aiuta a plasmarlo e del fuoco che ne rende immutabili le forme.
Protagonista sia di leggende e storie, a cominciare dal mito del vaso di Pandora, che della quotidianità dei nostri avi come recipiente per il trasporto di farine, vino, olio o acqua fino a oggetto decorativo vuoto o accompagnato da fiori e piante per la casa moderna. Il vaso accompagna quindi l’essere umano da secoli nel suo percorso lungo le vie del mondo e proprio queste sue caratteristiche di universalità e trasversalità devono essere sembrate perfette a Mendini per questo suo progetto corale di unione di persone, culture e formazioni diverse.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vasi (da sinistra a destra): n. Guillermo Tejeda, n. 93 Mara Voce, n. 78 Ettore Sottsass Jr.

Chiedendo a ciascuno dei 100 designer, architetti, grafici e artisti, Mendini dà corpo non solo a un’operazione di design ma a una vera e propria ricerca antropologica e sociale. Un’opera corale, testimonianza, grazie alle 100 decorazioni proposte da 100 angoli del mondo, delle diversità non solo del singolo individuo ma anche delle culture che rappresentano.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vaso n. 9 Alighiero Boetti

Scorrendo la lista dei nomi balzano agli occhi nomi di artisti come Alighiero Boetti, che approccia la decorazione come i suoi multicolori collage ottenuti sovrapponendo le immagini tratte da riviste e settimanali, o Nicola De Maria che ripropone le sue composizioni di triangoli, stelle e quadrati nei toni dei colori primari, giallo, rosso e blu fino a Carla Accardi, che elegantemente include i suoi graffiti in bianco e nero all’interno di un ovale. Il tedesco Andreas Schulze si scosta totalmente, invece, dai soggetti dei suoi dipinti trasformando il vaso in un album di famiglia con tante fotografie di parenti e amici condividendo i suoi ricordi.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vaso n. 2 Carla Accardi

Se il musicista e compositore Brian Eno sparge archetti dorati e neri sulle superfici bianche come onde sonore, l’israeliano Yael Applefeld rende omaggio al vaso stesso rendendolo anche decorazione nella sua silhouette.
Un vaso può ironicamente essere trasformato in una forma di groviera con tanti topini che sbirciano dai fori, come ha fatto ad esempio l’architetto Massimo Mariani o essere messaggero di riflessioni come accade per opera di Philippe Starck, che disegnando alternativamente croci celtiche, stelle di david e lune crescenti, non può non rimandare alle simbologie che rappresentano.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vaso n. 80 Philippe Starck “Mèmorie d’avant-guerre”

Tra i continenti più rappresentati l’Africa, dove il vaso tradizionalmente non aveva nessun valore decorativo ma solo funzionale, nella convinzione che avere fiori in casa potesse ad esempio attirare i serpenti. Questo non ha impedito a maestri come il congolese Cheri Samba di renderlo unico con i suoi personaggi in una narrazione vicina al fumetto, o al conterraneo Bodys Isek Kingelez di immaginarvi i suoi edifici utopici multicolori, fino all’ivoriano Frédéric Bruly Bouabré che ne usa la superficie per inquadrarvi i suoi disegni naif.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vasi (da sinistra a destra): n.21 Emmanuel Ekefrey, n. 52 Esther Mahlangu, n. 73 Cheri Samba, n. 87 Twins Seven Seven, n. 53 Valente Malangatana

Questi sono solo alcuni dei 100 autori i cui nomi compaiono riuniti alla base di ogni vaso con il numero di tiratura. Democraticamente, infatti, le prime 100 copie di ognuno di essi furono proposte allo stesso prezzo indipendentemente dalla fama e carriera di ciascuno degli autori. Altrettanto democraticamente la richiesta del pubblico avrebbe determinato il successo di un modello o di un altro e la relativa messa in produzione in tiratura illimitata e a prezzo differenziato.

Alessandro Mendini, 100% Make-up, The New Romantic Style. Alessi, 1992. Vaso n. 89 Hilde Vemren “Odi et amo”

100% Make-up, 100 autori, 100 decorazioni, 100 vasi, un’unica grande mente dietro a tutto, quella di Alessandro Mendini che amava affermare: “Per me le superfici degli oggetti e delle architetture sono come dei dipinti” e noi come dipinti contempliamo le sue creazioni.

L’arte come appagamento dell’animo umano

Le belle opere d’arte hanno la capacità di allietare e appagare in ogni situazione l’animo umano. Per aumentare le possibilità che questo avvenga possiamo circondarci di capolavori come questi che vi presentiamo, offerti il 15 aprile nell’asta di Arte Moderna e Contemporanea.

Dietro a ogni opera ci sono tante storie: quella dell’artista, dell’opera stessa e quella dei suoi possessori negli anni. Una storia che non si ferma mai e a cui è bello partecipare, anche solo osservandola.

Le belle opere d’arte hanno la capacità di allietare e appagare in ogni situazione l’animo umano. Per aumentare le possibilità che questo avvenga possiamo circondarci di capolavori come questi che vi presentiamo, offerti il 15 aprile nell’asta di Arte Moderna e Contemporanea.

Lotto 54, Umberto Boccioni, Testa femminile, 1908-1909. Stima
€ 40.000 – 60.000

Testa Femminile (lotto 54, stima € 40.000 – 60.000), realizzato a pastelli da Umberto Boccioni, nel 1908-1909, è un tipico esempio dello stile dello stile, anche pittorico, sviluppato da uno dei maggiori esponenti del futurismo. Composto da una serie di linee che si intrecciano tra loro, pur non definendo in maniera netta i lineamenti della donna, riesce a trasmetterci la quiete e dolcezza del suo animo. Un disegno che può benissimo affiancarsi ad altri capolavori dell’artista di origini calabre ben più noti come i dipinti come la serie di ritratti alla madre.

Lotto 29, Giorgio Morandi, Natura morta, 1960. Stima € 20.000 – 30.000

La capacità di operare per sintesi in letteratura come nell’arte è una delle pratiche più difficili. Chi ha perseguito l’essenza delle cose per tutta la sua vita è stato sicuramente Giorgio Morandi. Una vita dedicata alla ricerca della rappresentazione della luce dando vita a bottiglie e vasi nel suo studio bolognese. La sua capacità di cogliere l’essenza delle cose e della loro interazione con la luce, ancor più che nei suoi dipinti, emerge appieno nei disegni come la Natura Morta (lotto 29, stima € 20.000 – 30.000), del 1960. Tre oggetti appoggiati su un piano vengono colpiti da una luce netta e violenta da sinistra che ne delinea le forme e ne prolunga le ombre. Morandi con pochi segni ci trasmette tutto il calore delle ore centrali della calda giornata estiva in cui realizzò questo piccolo spaccato di realtà.

Lotto 146, Afro Basaldella, Terra di Pozzuoli, 1973. Stima € 30.000 – 50.000

La tecnica mista e collage titolata Terra di Pozzuoli (lotto 146, stima € 30.000 – 50.000), di Afro Basaldella, potrebbe essere letta, quasi, come una mappa della città campana, le varie forme più scure l’abitato, le parti arancio le aree di verde e l’azzurro lo sbocco sul mare con la sua baia. Una tavolozza di colori caldi ridotta all’osso per esprimere il calore di un territorio riscaldato dal sole ma con il refrigerio benefico del mare. Afro uno dei maggiori esponenti italiano dell’informale, mostra in quest’opera come “senza forma” non significhi senza storia o narrazione ma attraverso la sua maestria ci comunica una gamma di emozioni e sensazioni che ci riconducono a una realtà fisica e tangibile ben più di qualsiasi altra rappresentazione più dettagliata.

Lotto 158, Roberto Sebastian Matta, Senza titolo, 1957. Stima € 65.000 – 80.000

Ci sono opere di alcuni autori che sembrano risalire alla notte dei tempi, a questa categoria sono sicuramente ascrivibili i lavori di Roberto Sebastian Matta. Ne è un esempio, Senza Titolo (lotto 158, € 65.000 – 80.000), un olio su tela del 1957. In ques’opera l’artista cileno dispiega sulla tela una serie di segni che sembrano richiamare i graffiti delle grotte preistoriche; personaggi quasi alieni, popolano un mondo immaginario. Uno spaccato della mente di un grande artista surrealista.

Lotto 106, Fausto Melotti, Scultura H (La clavicola), 1971. Stima € 40.000 – 60.000

Fausto Melotti è un maestro riconosciuto della scultura italiana, le sue opere sono un esempio di pulizia visiva e di equilibrio, suoni e poesie rese tridimensionali. Proprio come Scultura H (Clavicola) (lotto 106, stima € 40.000 – 60.000), realizzata in acciaio inox e del filo di nylon che permette a un’onda di acciaio di trapassare “magicamente” le quattro arcate terminali di altrettante colonne. Una riflessione che partendo dai ritmi del mondo musicale tanto amato dal maestro di adozione milanese, sfocia in quello dell’architettura dando vita a una riflessione sulle forme primordiali alla base dell’idea di tempio.

Lotto 216, Ilya Kaboakov, Charles Rosenthal 1913 Pianista e Musa, 2001. Stima € 80.000 – 100.000

Di musica doveva essere appassionato anche Charles Rosenthal vedendo la ceramica Charles Rosenthal 1913 Pianista e Musa, 2001 (lotto 216, stima € 80.000 – 100.000). Ma chi è l’artista Charles Rosenthal? Nella realtà, è un personaggio ideato da Ilya Kabakov. L’artista ucraino l’ha reso infatti protagonsita di alcune sue mostre dandogli vita con la creazione di dipinti, sculture e documenti, fittizi, che ne attestano la biografia. Un lavoro che riflette sulla sottile separazione tra fiction e realtà, in un mondo sempre più pieno di informazioni in cui ciascuno di noi può ad un certo punto decidere di dare vita a una storia.

L’asta di Arte Moderna e Contemporanea si terrà il prossimo giovedì 15 aprile alle ore 16 nella nostra sede di Milano e online. Scopri subito il catalogo completo!

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Lichtenstein, Valentini, Nitsch & Co: gli artisti da non perdere nella nostra prossima asta

Arte astratta, dipinti del movimento informale europeo, Pop Art e ancora, sculture in terracotta e opere concettuali. Abbiamo selezionato dal catalogo dell’asta di Arte Moderna e Contemporanea sei artisti rappresentativi di diversi movimenti e scuole, con un denominatore comune: quello di essere in un momento di forte crescita sul mercato.

Hans Hartung

 

Lotto 175, Hans Hartung, T 1976-E 18, 1976. Stima € 80.000 – 120.000

Hans Hartung, tra i principali esponenti della pittura informale e dell’astrazione lirica a livello mondiale, sta vivendo un nuovo momento d’oro sul mercato. Dopo il periodo di massimo successo alla fine degli anni Ottanta, la domanda nei confronti delle sue opere si era bruscamente fermata con la scomparsa dell’artista, avvenuta nel 1989. Nel 2017 però, dopo aver constato un rinnovato interesse dei collezionisti nei confronti delle opere dell’artista informale tedesco, Galerie Perrotin ha firmato un accordo per assicurarsi la possibilità di rappresentare Hartung a livello mondiale e l’anno dopo ha portato, con il gallerista londinese Simon Lee, alcune importanti opere ad Art Basel. Dal 2018 in poi, la curva dei prezzi di Hartung s’impenna, con un picco raggiunto lo scorso anno.

Per i collezionisti e gli appassionati delle grandi opere astratte e informali, l’asta del 15 aprile propone un acrilico su tela del 1976, T 1976-E 18, 1976, opera firmata, data e titolata e registrata presso l’archivio dell’artista.


Nanni Valentini

 

Lotto 199, Nanni Valentini. Il passaggio dell’angelo, 1985. Stima € 7.000 – 8.000

Diverse le proposte in asta per gli appassionati dell’arte di Nanni Valentini, figura cruciale dell’arte italiana e considerato tra i più importanti scultori ceramisti del decennio 1970-1980. Anche per Valentini l’ultimo biennio si è rilevato fruttuoso, in particolare il 2020 ha segnato un trend di crescita importante nel fatturato, aumentato di quasi il 500% rispetto al 2018.

Tra le cinque opere in asta presentiamo due interessanti tecniche miste su carta, due caratteristiche opera in terracotta e un’emblematica opera del 1985, anno della sua scomparsa: Il passaggio dell’Angelo, una tecnica mista su carta e terracotta estremamente rappresentativa della sua personalissima lavorazione materica.


Bernar Venet

 

Lotto 213, Bernar Venet, Waiting for a breakthrough or two, 1969. Stima € 20.000 – 30.000

Artista concettuale francese, noto per le sue sculture metalliche curve e matematicamente precise, Bernar Venet è tra gli artisti contemporanei che vi consigliamo di tenere d’occhio per le ottime prospettive di crescita nei prossimi anni. Le sue opere infatti sono state protagoniste dell’ultime edizione online di Art Basel Miami Beach e la sua prima personale dovrebbe tenersi nel febbraio 2022 alla Galleria Waddington Custot di Londra.

Amico di Arman, Jean Tinguely, Donald Judd e Sol LeWitt, la carriera asrtista di Venet iniziò negli anni ‘60, quando si avvicinò dapprima ai Nouveaux Réalistes e, alcuni anni dopo, al Minimalismo Americano. Le sue opere si trovano nelle collezioni del MoMA di New York, dell’Art Institute di Chicago, del Fotomuseum Winterthur in Svizzera e della National Gallery of Art di Washington, D.C.

In asta proporremo un’opera del 1969, Waiting for a breakthrough or two.


Roy Lichtenstein

 

Lotto 260, Roy Lichtenstein, Modern Painting Banner, 1970.
Stima € 20.000 – 30.000

Dopo gli ottimi risultati raggiunti negli ultimi mesi da alcune stampe di uno dei grandi protagonisti della Pop-Art, Roy Lichtenstein, non possiamo non raccomandarvi uno dei Top Lot dell’asta del 15 aprile: si tratta di Modern Painting Banner, esemplare 19/30 realizzato in feltro e vinile e pubblicato da Betsy Ross Flag and Banner Co. nel 1970. L’opera, che misura 237 x 239 cm, è registrata presso la Fondazione Roy Lichtenstein e verrà inserita nel catalogo ragionato di prossima pubblicazione. Insomma, un’occasione da non perdere!


Hermann Nitsch

 

Lotto 192, Hermann Nitsch, K-TINA-07, 2007. Stima € 15.000 – 20.000

Osservando l’indice dei prezzi dell’artista, considerato tra i massimi esponenti dell’Azionismo Viennese, si nota una veloce crescita già nella prima parte di questo 2021: con un’evoluzione dei prezzi del 20% registrata lo scorso anno, sembra che lo scandaloso artista non smetta mai di voler stupire. In asta proponiamo due opere di rilievo, entrambe degli anni 2000, al lotto 192 K-TINA-07, un olio su tela del 2007 e al lotto 269 P13/RIB, olio su carta applicata su tela dell’anno 2000. In entrambe risalta il suo gesto caratterizzante e istintivo, un richiamo alle sue azioni sanguinanti che gli hanno permesso di affermare il Wiener Aktionismus come uno dei movimenti chiave dell’arte europea del XX secolo.


Lucio Fontana

 

Lotto 134, Lucio Fontana, Crocifisso, 1947. Stima € 90.000 – 120.000

Come vi avevamo raccontato poco tempo fa in questo articolo, negli ultimi anni il mercato dell’arte moderna e contemporanea in Italia ha visto crescere l’interesse verso le ceramiche degli artisti del dopoguerra, in particolare quello legato ai nomi di Lucio Fontana e Leoncillo. La vivacità del settore e le interessanti performance degli artisti che si sono dedicati alla lavorazione della ceramica è sicuramente sintomo di una rinnovata passione verso le arti applicate e dell’idea di artigianalità.

Da circa un decennio, i prezzi e la richiesta per i capolavori di Fontana in terracotta sono aumentati esponenzialmente, facendo schizzare alle stelle il fatturato annuale per la scultura ceramica in Italia. Lo scorso anno, uno dei nostri Top Lots è stato proprio un Crocifisso del 1951 di Fontana, battuto in asta nell’ottobre 2020 per 207.500 €.

La prossima asta di Arte Moderna e Contemporanea propone 4 opere di Lucio Fontana, un Concetto Spaziale su cartoncino del 1956, una biro su carta, Studi per scultura del 1952 ca., Ballerina, un inchiostro su carta del 1947 e dello stesso anno, un meraviglioso Crocifisso in terracotta smaltata. A chiudere la proposta dedicata all’artista argentino, anche una collaborazione con l’amico Osvaldo Borsani: una tecnica mista su vetro proveniente da un’anta di un mobile a ribalta (la libreria E60 di Tecno S.p.A.) del 1952-53, che è stata convertita in opera dagli attuali proprietari.

L’asta di Arte Moderna e Contemporanea si terrà il prossimo giovedì 15 aprile alle ore 16 nella nostra sede di Milano e online. Scopri subito il catalogo completo!

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Arte Moderna e Contemporanea, uno sguardo all’asta del 15 aprile

L’importante asta di Arte Moderna e Contemporanea presenterà quasi 300 opere dei più grandi artisti italiani e internazionali. Da un iconico dipinto di Hans Hartung allo stile inconfondibile di Giorgio De Chirico, passando per la pittura analitica e il futurismo, ecco i lotti da non perdere.

Emblema delle sofferenze causate dall’attuale pandemia, ma anche simbolo della rinascita a nuova vita: un bel Crocifisso in terracotta smaltata di Lucio Fontana, del 1947 (cm 23,5×13, stima € 90/120mila), sarà protagonista dell’asta del 15 aprile.

Lotto 134, Lucio Fontana,vCrocifisso, 1947. Stima € 90.000 – 120.000

Tra i numerosi Top Lots, spiccano alcune importanti creazioni degli Anni’70, come l’iconico dipinto di Hans Hartung, T 1976-E 18, del 1976, acrilico su tela, cm 92×65, stima € 80/120mila; il fondamentale lavoro di Emilio Isgrò, Enciclopedia Treccani Volume XV (Professore, Foglie), del 1970, china su libro, teca in legno e plexiglass, stima € 40/60mila; una significativa opera di Fausto Melotti, Scultura H (La clavicola), del 1971, acciaio cm 70x58x7, bozzetto dell’opera monumentale installata nel Giardino Delle Sculture del Mart di Rovereto dal titolo“La Grande Clavicola”, e ancora, una peculiare figura in bronzo di Henry Moore, Standing Woman Shell Skirt, 1975, bronzo cm 17×7,5×7.5, stima € 20/30mila e poi, Giulio Turcato, Superficie lunare, 1973, olio e tecnica mista su gommapiuma applicata su tavola, cm 72×103, stima € 18/24mila; Achille Perilli, L’esaurimento vivibile, 1971, tecnica mista su tela, cm 81×100 – € 10/15mila e Gianfranco Baruchello, 1976, Progetti contro la perdita d’amore, smalto su alluminio, cm 50×50, stima € 6/8mila.

Sarà presente inoltre una preziosa raccolta di Opere da una importante collezione privata, incentrata sulla Pittura Analitica, prevalentemente degli Anni ’70, con lavori di Rodolfo Aricò, Carlo Battaglia, Paolo Cotani, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri e Claudio Olivieri, raccolti nel corso del tempo dai proprietari, tramite assidua frequentazione fraterna con i suoi massimi esponenti, ma che spazia da una particolare Amalassunta di Osvaldo Licini, disegnata su una pagina del quotidiano l’Unità nel 1946 (stima 4/6mila), passando attraverso gli Anni ’60 con un’opera su carta di Piero Dorazio, Reticolo, 1960, tecnica mista, stimata € 10/15mila ed un’altrettanto preziosa carta di Achille Perilli, del 1961, per finire con alcune inedite sculture di Giacinto Cerone, Giuseppe Maraniello, Nunzio Di Stefano e Giuseppe Uncini, del quale si segnala, tra le altre, l’opera Spazi di ferro n.128, 1992, ferro e cemento, cm 136x91x13, valutata € 15/20mila.

Per gli estimatori del contemporaneo si segnalano una elegante ceramica bianca di Ilya Kabakov, Charles Rosenthal 1913 Pianista e Musa, 2001, ceramica smaltata su base in legno, cm 134x77x50 con stima € 80/100mila ed una iconica composizione scultorea di Claudio Parmiggiani, Natura morta che dorme, 1981, in gesso e legno dipinto, cm 95x70x60 – stima € 50.000/70.000.

Di grande rilievo anche un nucleo di opere degli Anni ’50, tra le quali figurano Alberto Magnelli, Composizione, 1955, olio su tela, cm 56×45 con stima € 10/15mila; Antonio Sanfilippo, Senza titolo, 1955, olio su tela, cm 41×76 con stima € 15/20mila; Emilio Scanavino, Senza titolo, 1957, tempera, olio e collage su tela, cm 50,5×70,5, € 10/15mila; una grande composizione di Roberto Sebastian Matta, Senza titolo, 1957, olio su tela, cm 114×146, stima € 65/80mila; una rara scultura in bronzo di Miguel Berrocal, Petit Fer, Opus n.3, del 1955, in ferro forgiato e saldato, cm 52x35x24, stima € 30/40mila ed un’importante scultura in vetro di Lucio Fontana e Osvaldo Borsani, utilizzata come anta di mobile a ribalta, all’inizio degli Anni ’50, cm 79×45, stimata € 30/40mila.

Per gli amanti dei grandi Maestri del Novecento, saranno presentati in asta un olio su tela di Max Ernst della metà degli anni ‘40, Senza Titolo, cm 15×20, stima € 80/100mila, una raffinata Natura morta di Giorgio Morandi, matita su carta, cm 13×18, stimata € 20/30mila; un bel dipinto di Giorgio de Chirico, Testa di cavallo, olio su cartone telato, cm 40×30, stima € 25/35mila ed una elegante scultura di Pericle Fazzini, Danzatrice in bronzo, del 1936, ad altezza naturale, cm 160x40x30, stimata € 10/15mila; un disegno di Gustav Klimt, Studio per il ritratto di Hermine Gallia, 1903/’4, gessetto nero su carta, cm 45×31, stima € 7/10mila; Maurice Utrillo, Eglise de Simandre-Les-Ormes, 1928, gouache, acquarello e grafite su carta, cm 49×64,2 con stima € 20/30mila ed un raro disegno “double face” di Paul Delvaux, raffigurante al recto una Femme portant an oiseau ed al verso un collage con la foto dell’artista, posizionata al centro di quattro donne, disegnate con china acquarellata su carta, cm 32,5×24,7, stima € 10/15mila.

Non mancherà in catalogo una interessante sezione dedicata ai Futuristi, fra questi spiccano Umberto Boccioni, Testa femminile, 1908/’09, pastelli su carta azzurrina, cm32,2×23,2, stima € 40/60mila; Gino Severini, La Danseuse, 1954, pastelli colorati su carta, cm 55,7×37,3, stima € 18/20mila; Giacomo Balla, Motivo per paralume, Anni’20 eseguito a tempera su carta; Fortunato Depero, Metropoli in costruzione, 1948/’49, china acquarellata e matita su carta applicata su tela, cm 46×51 ed un dipinto di Enrico Prampolini, Composition plastique, 1955, tecnica mista su tavola, cm 124×77.

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