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Alla scoperta delle “Vues d’optique”, antenate del cinema moderno

Le prime vennero pubblicate a Londra all'inizio del XVIII secolo, per poi diffondersi in tutta Europa. Le vedute ottiche sono stampe prospettiche che, viste attraverso uno zograscopio, creavano l'illusione prospettica: in pratica, gli antenati del cinema moderno! L'asta del prossimo 30 marzo offre un lotto di 27 meravigliose "vues d'optique" assolutamente imperdibili.

Una superba testimonianza dell’Illuminismo e della fiducia assoluta nella scienza e nella tecnologia

Le vues d’optique o vedute ottiche sono stampe prospettiche ritoccate all’acquerello che venivano viste attraverso uno zograscopio, o una scatola ottica, per creare l’illusione del rilievo e della prospettiva accentuata. Sono perlopiù scene di vita cittadina, scorci d’ambiente, tavole a soggetto biblico, molto apprezzate nel XVIII secolo: una superba testimonianza dell’Illuminismo e della fiducia assoluta nella scienza e nella tecnologia. Chiamate inizialmente “prospettive” (data convenzionale di nascita il 1730 circa), presero il nome di “vedute ottiche” intorno al 1740. Le prime furono pubblicate a Londra all’inizio del XVIII secolo, la moda si diffuse poi in tutta Europa tra il 1740 e il 1790 e si continuarono a produrre per gran parte dell’Ottocento.

Lotto 212, Vues d’optique [vedute ottiche], 1760, stima € 20.000 – 22.000

I principali centri di produzione furono 4: Londra, Parigi (rue Saint Jacques), Bassano e Augusta, mentre centri secondari furono Berlino, Vienna e l’Olanda. La moda per le vues fu anche esportata in Cina e Giappone nel XVIII secolo attraverso gli olandesi.

Vennero particolarmente apprezzate dalle classi agiate appassionate di scienza, che possedevano un armadietto delle curiosità dove proiettarle al buio. Si trattava infatti di oggetti costosi: a Londra, intorno al 1760, costavano tra i 18 scellini e le 2 sterline, considerando che 1 scellino era il prezzo di una giornata di lavoro per un operaio londinese!

Lotto 212, Vues d’optique [vedute ottiche], 1760, stima € 20.000 – 22.000

Erano anche un modo per familiarizzare con le leggi dell’ottica e per introdurre i più giovani alla geografia. L’immagine poteva essere visualizzata con diversi strumenti. Il più diffuso è lo zograscopio, costituito da un piede in legno che sostiene una lente biconvessa e uno specchio inclinato a 45 °. Posizionata appena sotto, la stampa si riflette nello specchio e lo spettatore la osserva attraverso l’obiettivo.

Lotto 212, Vues d’optique [vedute ottiche], 1760, stima € 20.000 – 22.000

Lo specchio crea una distanza – da qui l’effetto della profondità di campo – e l’obiettivo una distorsione, che enfatizza la prospettiva. Le illustrazioni potevano essere visualizzate anche in apposite scatole ottiche, dotate di uno specchio inclinato, ma l’immagine veniva celata all’interno del dispositivo, rendendo l’esperienza più “magica”. Di qui l’epiteto di “antenati” del cinema moderno.

Lotto 212, Vues d’optique [vedute ottiche], 1760, stima € 20.000 – 22.000

“Les vues d’optique s’inscrivent dans la tradition des fameuses vedute ou vues d’Italie que les amateurs, souvent anglais, se procuraient lors du Grand Tour ; portraits fidèles de sites naturels, de villes et de monuments, réalisations d’artistes de renom ou images à bon marché, les vedute fixaient le souvenir de lieux enchanteurs et pouvaient éveiller la nostalgie du visiteur rentré chez lui, ou bien faire rêver ceux qui n’avaient pas eu la chance d’entreprendre l’aventure”, così le descrive lo storico Françoise Pellicer.

Lotto 212, Vues d’optique [vedute ottiche], 1760, stima € 20.000 – 22.000

Il lotto 212, che verrà offerto nella prima tornata dell’asta dedicata a Libri, Autografi e Stampe del prossimo 30 marzo, è composto da una splendida serie di 27 vues d’optique e una tavola di apertura raffigurante una quinta teatrale, realizzate all’acquaforte e acquerellate, traforate da punzoni e ritagliate con la tecnica del découpage, lavorazione al retro con trattamento a tempera nera e inserti di carte e stoffe colorate, misurano ciascuna 290 x 435 mm. circa, lievi difetti, realizzate in parte ad Augusta [Augsburg], “au Negoce commun de l’Academie Imperiale d’Empire des Arts libéraux”.

Lotto 212, Vues d’optique [vedute ottiche], 1760, stima € 20.000 – 22.000

Si individuano varie serie: 11 scene bibliche con soggetto le Piaghe d’Egitto (da 1 a 10) e una vue raffigurante il Profeta Daniele col Drago babilonese Bel; 3 vedute spagnole del Palais Royal e dei Jardins de Buen Retiro en Espagne, del Prospectus Domus Regiae…Hispaniae e una veduta della flotta spagnola a largo di Gibilterra; 6 vedute di città italiane, di cui 2 di Firenze, una di Venezia, una di Roma un interno di cattedrale probabilmente del Nord Italia e una grande piazza con Fontana; 2 vedute di città svedesi; 3 vedute rispettivamente di Vienna, di New York (lo scorcio di una via con al centro l’erezione di una statua su un piedistallo), e di ampi giardini (probabilmente di città austriaca) di un non meglio identificato Schloss; due vues notturne raffiguranti un accampamento di tende con bandiere variopinte e un Palazzo illuminato.

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