Finarte si conferma ai vertici del mercato italiano dell’Arte Moderna e Contemporanea con Warhol e de Chirico

Si è conclusa il 3 luglio, nella sede storica di Finarte, l’Asta di Arte Moderna e Contemporanea con un grande successo e una straordinaria partecipazione internazionale, di oltre 1.000 partecipanti da tutto il mondo, totalizzando un risultato complessivo di circa 2,2 milioni di euro.

Grandissimo successo ha riscosso la Collezione Lella e Fausto Bertinotti, che con 21 lotti venduti su 24 ha totalizzato oltre 300.000 euro, moltiplicando di ben quattro volte le stime iniziali. Di particolare rilievo le iconiche serigrafie Mao del 1972 di Andy Warhol (Lotti 40 e 41), partite entrambe da una stima di 20.000 – 30.000 euro: dopo una vivace partecipazione su tutti i canali – dalla sala alle offerte telefoniche, dalle piattaforme digitali alle offerte scritte – sono state aggiudicate rispettivamente a 133.000 euro e 101.000 euro.

Lotto 40. Andy Warhol – Mao, 1972. serigrafia a colori, es. 82/250. Lotto venduto a € 133.000

Accanto ai Warhol, la collezione si è distinta per una selezione di opere di grande interesse storico e artistico, tutte oggetto di vivace competizione tra gli offerenti: i due lavori di Piero Dorazio (Lotto 32, aggiudicato per 7.000 euro); la tela Camion, di Titina Maselli (Lotto 39, aggiudicato per 11.500 euro); la scultura La gabbia d’oro di Giosetta Fioroni (Lotto 44, aggiudicato per 16.500 euro).

Lotto 39. Titina Maselli – Camion, 1976. olio su tela. Lotto venduto a € 11.500

Straordinaria anche l’aggiudicazione dell’olio su tela I Bagni Misteriosi, del 1935 (Lotto 78) di Giorgio de Chirico, proveniente dalla Collezione di Monica Vitti, passato di mano per 468.000 euro e che ha segnato uno dei migliori risultati d’asta di sempre per l’artista in Italia.

Lotto 78. Giorgio de Chirico – I bagni misteriosi, 1935. olio su tela. Lotto venduto a € 468.000

Tra le vendite più significative spiccano tre opere diverse per linguaggio, ma accomunate dall’appartenenza a una stagione di intensa sperimentazione, tra astrazione e materia: Combustione, 1968, di Alberto Burri (Lotto 115, aggiudicato per 103.500 euro); Ritmo su fondo bianco, 1953, di Osvaldo Licini (Lotto 125, venduto per 48.000 euro) e Senza titolo, 1972, di Wifredo Lam (Lotto 94, aggiudicato per 51.000 euro).

Lotto 115. Alberto Burri – Combustione, 1968. plastica, acrilico, vinavil e combustione su carta. Lotto venduto a € 103.470

“Siamo contenti dei risultati ottenuti dall’asta e della grande attenzione ricevuta anche dai collezionisti esteri. Il grande successo della collezione Bertinotti e dei Bagni misteriosi di Giorgio de Chirico della collezione di Monica Vitti resterà a lungo impresso nella nostra memoria.” Georgia Bava, Responsabile Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea Roma

L’asta ha confermato l’interesse del mercato per l’arte italiana del Novecento storico e per gli artisti del secondo dopoguerra sia italiani che internazionali.

Lotto 94. Wifredo Lam – Senza titolo, 1972. Lotto venduto a € 50.550

“Questa vendita chiude idealmente un semestre particolare caratterizzato da una instabilità geopolitica non favorevole e il risultato dell’asta ci conferma che l’arte contemporanea è percepita come bene rifugio e come forma di investimento alternativo.” Alessandro Cuomo, Responsabile Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea Milano

“Per il successo della vendita è stato determinante il lavoro di promozione, svolto negli ultimi mesi con eventi e anteprime anche a Roma presso il Circolo Canottieri e a Napoli presso l’Hotel de Bonart, con cui Finarte ha finalizzato accordi di collaborazione. Questi momenti di incontro con i collezionisti hanno contribuito a rafforzare il dialogo con il pubblico e valorizzato le opere in catalogo.” Alessandro Guerrini, Amministratore Delegato Finarte

Informazioni

T. +39 02 3363801 – press@finarte.it
Maria Grazia Vernuccio – mariagrazia.vernuccio@mgvcommunication.it

Catalogo online

https://www.finarte.it/asta/arte-moderna-e-contemporanea-milano-2025-07-02

Finarte premiata ai CFO Awards 2025

Finarte e il suo Chief Financial Officer di Gruppo, Alessandro Consoli, sono stati premiati ai CFO Awards 2025 per le Best Practice nell’Area Amministrazione, Finanza e Controllo


Durante il CFO Summit 2025, tenutosi il 19 giugno e organizzato da Business International e Fiera Milano, abbiamo ricevuto il Business International Finance Award nella categoria PMI, per le Best Practice nell’Area Amministrazione, Finanza e Controllo.

Un premio che ci rende particolarmente orgogliosi e che valorizza il lavoro del nostro CFO, Alessandro Consoli, e del nostro team, così come il percorso di evoluzione che abbiamo intrapreso nei nostri processi amministrativi e finanziari.

Alessandro Consoli, CFO Gruppo Finarte

Grazie a Business International e Fiera Milano SpA per aver creato uno spazio di riflessione e confronto su un ruolo chiave per il progresso aziendale e per aver riconosciuto il lavoro di aziende come la nostra.

Questo traguardo è per noi un punto di partenza per continuare a migliorarci!

Team Amministrazione di Finarte. Da sinistra Andrea Cremascoli, Alessandro Consoli, Renisa Gorezi e Costanza Baserga

Grazie alla nostra solidità e a una crescente fiducia da parte dei collezionisti, stiamo attualmente raccogliendo intere collezioni private in vista delle prossime aste autunnali

Texas: l’opera che segna l’inizio di Alberto Burri

La genesi artistica di Burri tra i fili spinati di Hereford, lontano dai miti e dalle narrazioni romanzate

La nascita di un artista ha sempre un che di leggendario: da Giotto che disegna cerchi perfetti mentre sorveglia le pecore al pascolo al precoce e prolifico Pablo Picasso che a 7 anni già firmava il suo primo dipinto. Ci sono poi quelli che artisti lo son sempre stati, al livello più intimo e profondo, ma che hanno preso il pennello in mano tardivamente, da adulti. È il caso di Alberto Burri, uno dei maestri dell’arte italiana ed internazionale del dopoguerra, le cui prime opere vedono la luce alla soglia dei trent’anni.

La leggenda attorno al suo “risveglio” come artista è stata raccontata così tante volte, dai suoi amici scrittori e dagli storici dell’arte, che lo stesso Burri si è trovato a doverne smentire alcuni dei punti più poetici ma in qualche modo lontani dalla realtà. Prima di tutto i fatti: nel 1943 Burri, all’epoca medico dell’esercito italiano, viene catturato in Tunisia dagli Alleati e portato negli Stati Uniti, nel campo per prigionieri di guerra di Hereford, Texas. Nelle restrizioni della prigionia Burri si allontana dalla professione medica e rinasce come pittore. Un ritorno a una vecchia passione, l’arte, che aveva coltivato da adolescente sebbene senza troppo esercizio, ma soprattutto un modo per astrarsi dal presente e dall’andamento della guerra.

“I quadri fatti allora sono per me oggi validi come le mie ultime opere, né più né meno in termini di intensità pittorica. Ricordo che continuavo a cambiare soggetti, a dipingere nuovi quadri e a cambiarli ancora, un’infinità di volte. Questo è stato il mio vero inizio di pittore, e non c’entrano le garze medicali, il sangue e le bruciature della guerra. Tutte storie” (S. Zorzi, Parola di Burri, Torino 1995, p. 15).

Quelle “storie”, che costituiscono la genesi mitologica di un artista che avrebbe rivoluzionato l’arte moderna e contemporanea, sono quindi frutto delle letture critiche delle opere successive, dai Sacchi alle Combustioni, ma a sentire Burri sono in effetti lontane dal suo vissuto.

Lotto 115. Alberto Burri – Combustione, 1968. Stima € 20.000 – 30.000

Un vissuto fatto di giorni sempre uguali in cui la pittura rappresentava l’unica fuga e consolazione, un atto vitale di riappropriazione della propria umanità e personalità. Di quei dipinti ne sono sopravvissuti pochissimi: Burri se li fece spedire in Italia tramite la Croce Rossa, ma li distrusse “quasi tutti salvandone solo quattro o cinque, di cui il primo […] tanto per ricordare quegli inizi e dimostrare che sin dall’inizio la mia era una pittura di qualità”. (S. Zorzi, id., pp. 19-20).

Lotto 92 – Alberto Burri – Texas, 1945. Stima € 600.000 – 800.000

Texas, con quell’orizzonte schiacciato e i colori terragni e infuocati, è dunque una testimonianza biografica tanto dell’uomo quanto dell’artista, che con la maturità consapevole dell’età e dell’esperienza si approccia alla pittura con sicurezza e chiarezza d’intenti. La composizione decisa, fatta di vuoti e di segni verticali che ne scansionano la partitura, sancisce la nascita di Burri artista e al tempo stesso sembra contenere i semi delle future composizioni. Un’opera seminale seppur così diversa da quelle con le quali conquistò i musei di tutto il mondo.

Testo di Marzia Flamini

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I libri d’artista protagonisti in asta il 24 e 25 giugno

Dalle avanguardie storiche al design tipografico del Novecento, 36 volumi unici in cui si esprime tutta la varietà esecutiva propria dei libri d’artista, caratterizzati da splendide legature firmate, suite di tavole a diversi colori, aggiunte di disegni originali, dediche e inserti unici

La genesi del libro d’artista si trova nella tradizione francese dei cosiddetti “livres d’artiste” o “livre de peintre”, ossia libri illustrati che vedono la collaborazione fra scrittori e pittori. La prime proposte provengono dagli editori novecenteschi delle avanguardie storiche come Ambroise Vollard, Daniel-Henry Kahweiiler, Tériade, i quali promuovono collaborazioni fra letterati e artisti visivi, talvolta riservando a questi ultimi grande autonomia, come nel celebre caso di Jazz di Henri Matisse (edito da Tériade nel 1947). Questo genere di pubblicazioni è stato lungamente ricercato dai bibliofili e dai collezionisti d’arte e, anche quando il mercato dell’editoria d’arte ha accolto libri più sperimentali o i libri-oggetto, la denominazione di “livres d’artiste” è sopravvissuta divenendo un’abitudine lessicale, originando spesso alcuni fraintendimenti.

Lotto 471. Libro d’artista – Georges Braque, Erik Satie. Le Piege de Meduse, 1921. Stima € 15.000 – 17.000

In Italia questa tipologia è indissolubilmente legata al futurismo e al suo teorico Filippo Tommaso Marinetti. La critica del movimento è incentrata su due aspetti editoriali. Da una parte, critica le regole compositive dell’editoria tradizionale, alle quali Marinetti contrappone una nuova ortografia e tipografia espressiva. Si pensi ad esempio al celebre Zang Tumb Tuuum (Adrianopoli Ottobre 1912), del 1914, e a Les mots en liberté futuriste (1919). Dall’altra, punta a rivoluzionare la forma stessa del libro, come suggerisce Corrado Govoni in una lettera inviata a Marinetti: «[…] Perché non fare dei libri che aprano come organetti macchine fotografiche ombrellini ventagli?» (Salaris 1988, p. 17). In questa tensione innovativa verso una diversa forma del libro si riconosce un altro possibile atto di nascita del libro d’artista, inverato nei cosiddetti libri-oggetto. Inaugurati dal Libro imbullonato di Fortunato Depero del 1927 e dall’Anguria Lirica di Tullio D’Albisola e Bruno Munari del 1934 exempla per numerose sperimentazioni maturate nei decenni a seguire, sono caratterizzati dall’accentuazione della dimensione materica dell’oggetto e da una fruizione sinestetica.

Lotto 497. Tullio D’Albisola, Bruno Munari – L’Anguria Lirica (Lungo Poema passionale), 1934. Stima € 14.000 – 18.000

La sezione di libri d’artista che si presenta nel prossimo catalogo Finarte conta diversi esempi significativi di tale tipologia libraria. Si tratta di 36 raffinati volumi in cui si esprime tutta la varietà esecutiva propria dei libri d’artista, caratterizzati da splendide legature firmate, suite di tavole a diversi colori, aggiunte di disegni originali, dediche e inserti unici. Come nel caso de Le mamelles de Tiresias di Apollinaire (Lotto 468, stima € 2.500 – 3.000) dove compare nell’introduzione per la prima volta il termine Surrealista. Georges Braque dedica e illustra con uno splendido disegno il lotto 471, le Piege de Meduse (Stima € 15.000 – 17.00), uno dei primissimi libri con illustrazioni originali di Braque. Originalissime sono le legature dei lotti 472 e 483, realizzate in Pollopas, una resina particolarissima. Il lotto 479 vede la collaborazione tra Jean Fautrier e Georges Bataille nel realizzare con Madame Edwarda (Stima € 3.000 – 4.000) un raro testo erotico, in questo esemplare arricchito da una dedica di Fautrier a Ungaretti e da alcuni disegni originali. Unico è l’esemplare di Ballets-Minute di Pierre Lecuire, lotto 486 (Stima € 35.000 – 40.000), un testo che precorre il minimalismo. Questa copia, la numero 1, si configura come una sorta di esemplare di testa, contenente acqueforti tirate solo nella presente copia ma non accolte nell’edizione definitiva. Uno dei più celebri e iconici libri del Novecento è il famoso Dlia Golosa di Majakovskij e Lissitzky (Lotto 489, stima € 7.000 – 10.000) considerato il più sorprendente e innovativo esempio del design costruttivista. Altre splendide legature firmate coprono i lotti 493 (Stima € 8.500 – 10.000) e 496 (Stima € 22.000 – 24.000), volumi dalle tavole preziose, arricchiti da legature uniche. E per finire il lotto 497, la celebre Anguria Lirica di Bruno Munari e Tullio D’Albisola (Lotto 497, stima € 14.000 – 18.000), un esemplare quasi perfetto del più raro libro-oggetto futurista. La lito-latta futurista costituisce il più geniale e rivoluzionario esperimento futurista mai condotto sull’oggetto libro, un esperimento destinato a segnare la storia dell’editoria futurista e dello stesso movimento.

Lotto 489. Libro d’artista – Vladimir Majakovskij, Lazar Markovich LissitzkyDlia Golosa, 1923. Stima € 7.000 – 10.000

Testo di Fabio Massimo Bertolo

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Il primo dipinto di Alberto Burri, la collezione di Lella e Fausto Bertinotti e alcuni capolavori dalla collezione di Monica Vitti

Un’asta di Arte Moderna e Contemporanea, quella che Finarte batterà a Milano nella storica sede di Via dei Bossi il 2 luglio, con in catalogo circa 150 lotti di eccezionale valore storico e artistico

Una raccolta di opere di straordinario valore storico e artistico in cui spiccano il primo dipinto di Alberto Burri, Texas, del 1945, la collezione di Lella e Fausto Bertinotti con due iconiche serigrafie di Mao di Andy Warhol e tre significativi capolavori dalla collezione di Monica Vitti: due dipinti di Giorgio de Chirico ed una tempera di Giacomo Balla dal raro ciclo delle Compenetrazioni iridescenti.

Dalla collezione Monica Vitti.
GIACOMO BALLA – Compenetrazione iridescente-studio per Penetrazione + spazio, 1912. Tempera su carta, cm 19 x 26,5.
Stima € 65.000 – 80.000

Per la prima volta sul mercato e con grande privilegio, sarà presentato il primo dipinto di Alberto Burri, Texas, 1945, stimato € 600.000 – 800.000, eseguito durante l’internamento nel campo di concentramento di Hereford in Texas, dove da medico Burri divenne pittore. Come raccontò in una nota intervista del 1994: “dipingevo tutto il giorno, era un modo per non pensare a tutto quello che mi stava intorno e alla guerra. Non feci altro che dipingere fino alla liberazione. E in questi anni capii che io ‘dovevo’ fare il pittore. (…) I quadri fatti allora sono per me oggi validi come le mie ultime opere, né più né meno in termini di intensità pittorica”.

ALBERTO BURRI – Texas, 1945. Olio su tela, cm 47 x 60,5. Stima € 600.000 – 800.000

Dalla collezione Monica Vitti provengono tre importanti capolavori: il dipinto di Giorgio de Chirico, Bagni misteriosi, del 1935 olio su tela, cm 69,7 x 49,7, valutato € 400.000 – 600.000, traduzione pittorica dell’Ospite misterioso, una delle dieci litografie eseguite nel 1934, per il volume Mythologie di Jean Cocteau, in cui il personaggio ritratto che entra nella cabina è lo stesso de Chirico. Il dipinto di Giorgio de Chirico, Niobe, del 1921 tempera su tela, cm 53 x 42, ispirato dal soggiorno fiorentino del Maestro, che frequenta assiduamente la Galleria degli Uffizi e si infatua del gruppo scultoreo di epoca romana dei Niobidi ivi custodito, l’opera viene poi esposta nel 1921 dal Pictor Optimus alla personale milanese presso la Galleria Arte. E sempre dalla collezione dell’attrice giunge la raffinatissima opera di Giacomo Balla, Compenetrazione iridescente – studio per Penetrazione + spazio, del 1912, tempera su carta, cm 19×26,5, che presenta sul verso uno studio omonimo a grafite, in asta con stima € 65.000 80.000.

Dalla collezione Monica Vitti.
GIORGIO DE CHIRICO – Niobe, 1921. Tempera su tela, cm 53 x 42. Stima € 450.000 – 650.000
GIORGIO DE CHIRICO – I bagni misteriosi, 1935. Olio su tela, cm 69,7 x 49,7. Stima € 400.000 – 600.000

Spiccano, inoltre, dalla collezione Lella e Fausto Bertinotti due serigrafie di Andy Warhol della nota serie dedicata a Mao Tse Tung nel 1972, valutate € 20.000 – 30.000 ciascuna; diverse opere di Piero Dorazio, donate dall’artista umbro ai coniugi in occasione di varie ricorrenze; una scultura in ceramica policroma di grandi dimensioni di Giosetta Fioroni e un olio su tela di Titina Maselli, Camion, del 1976.

Dalla collezione Lella e Fausto Bertinotti.
ANDY WARHOL – Mao, 1972. Serigrafia a colori es. 63-250, cm 91,4×91,4. Stima € 20.000 – 30.000

Saranno poi proposti in asta molti degli artisti attualmente più ricercati dal mercato, tra cui si segnalano due coloratissime composizioni a olio di Salvo, Una torre sassone del 1992 e Ora di pranzo del 2007 e un ricamo di Alighiero Boetti, Le nuove autonomie del 1979, cm 23 x 24, stimato € 60.000 – 80.000.

ALIGHIERO BOETTI – Le nuove autonomie, 1979. Ricamo su tessuto, cm 23 x 24. Stima € 60.000 – 80.000

Informazioni
Asta: mercoledì 2 luglio
Esposizione: da venerdì 27 giugno a martedì 1 luglio ore 10.00 – 19.00
Sede: Finarte, Milano, Via dei Bossi, 2

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L’asta di Luxury Fashion ha registrato una partecipazione attiva e appassionata, coinvolgendo amatori e nuovi acquirenti

Curata da Margherita Manfredi, Capo Dipartimento Fashion, e battuta da Kimiko Bossi, Senior Advisor di Finarte, l’asta si è conclusa con l’85% dei lotti venduti e un valore totale pari al 93% del venduto complessivo. Un risultato che conferma il successo del format e il ruolo sempre più centrale del fashion nel panorama del collezionismo contemporaneo

La Kelly Panda Retourne 25 firmata Hermès si è confermata la regina indiscussa della giornata (Lotto 100) aggiudicata a € 16.530, seguita dalla Kelly Sellier Flag 35 (Lotto 84), venduta per € 11.490. Ottimi risultati anche per l’iconico modello Birkin: la Birkin 40 in pelle togo bleu de Malte (Lotto 106) e la Birkin 35 del 2012 in pelle clémence color Etoupe (Lotto 118), entrambe battute a € 10.230. 

Lotto 84 – Hermès, Borse Borsa Kelly Sellier Flag 35, 2014. Lotto venduto € 11.490

Da segnalare, in particolare, l’ottima performance delle borse in denim, protagoniste di vivaci rilanci e serrate competizioni tra offerenti. La Chanel Mini in denim fucsia (Lotto 43) ha confermato il suo appeal raggiungendo € 5.160, seguita dal modello in denim matelassé (Lotto 36) a € 4.515. 

 

Lotto 43 – Chanel. Borsa Mini , 2024. Lotto venduto a € 5.160

Venduti tutti i lotti firmati Christian Dior, con la Saddle Dior Oblique in jacquard denim (Lotto 146) aggiudicata a € 2.838 e la Dior Groove 25, anch’essa in jacquard denim, venduta a € 2.451. Risultati che riflettono l’interesse crescente per questo materiale, oggi reinterpretato in chiave couture dalle maison storiche e apprezzato per la sua versatilità e l’allure fresca e contemporanea.  

Lotto 146 – Christian Dior Borsa Saddle in tela Jacquard Denim Dior Oblique. Lotto venduto a € 2.838

Molto apprezzate anche le proposte Chanel, con la Patchwork multicolor al lotto 31 aggiudicata a € 5.805, e l’intramontabile modello classico declinato in pelle verde salvia al lotto 37, venduto a € 8.970. 

Lotto 31 – Chanel Borsa Patchwork, 2010 Lotto venduto a € 5.805

Catalogo online   
https://www.finarte.it/asta/luxury-fashion-milano-2025-05-29  

L’appuntamento primaverile dell’asta di Dipinti Antichi, tenutosi presso la sede di Roma il 28 maggio, si è concluso con risultati di eccezionale rilevanza

Con un catalogo di soli 134 lotti curato da Valentina Ciancio, la vendita ha sfiorato i € 900.000 di venduto e raggiunto il 100% delle riserve, testimoniando il grande interesse per il settore da parte dei collezionisti italiani ed internazionali 

Protagonista della vendita l’inedito Noli me tangere di Mattia Preti (Lotto 128) che, dopo un’entusiasmante gara, è stato venduto al telefono per € 235.590. 

Lotto 128 – Mattia Preti. Noli me tangere. Lotto venduto a € 235.590

Grande successo per la pittura barocca napoletana, ben rappresentata da alcuni dei suoi più significativi esponenti: da Andrea Vaccaro con un intenso David e Golia, venduto a € 75.750 (Lotto 124), a Luca Giordano, la cui Flagellazione – nuova aggiunta al suo catalogo – ha raggiunto i 35.500 euro; dal Loth e le figlie di Giovanni Battista Beinaschi, opera della sua attività napoletana venduta a € 35.500 (Lotto 122), al Perseo e Andromeda firmato da Giacomo del Po che, partendo da € 4.000, ha suscitato l’attenzione del pubblico, superando i € 15.000 (Lotto 16). 

Lotto 124 – Andrea Vaccaro. Davide con la testa di Golia. Lotto venduto a € 75.750

Significativi i risultati anche di alcune opere di maestri del Settecento italiano: in particolare due rare tele di Giovanni Battista Piazzetta, un Giovane mendicante (Lotto 129) e un Giovane che sfodera la spada (Lotto 130), che hanno ottenuto rispettivamente € 50.550 e € 48.030; ma anche una Natura morta di Crivellino di singolare qualità e impatto visivo (Lotto 37, € 10.860) e due Paesaggi attribuiti ad Antonio Francesco Peruzzini (Lotto 76, € 14.010). 

Lotto 76 – Attribuito ad Antonio Francesco Peruzzini. Due paesaggi boschivi con viandanti a riposo. Lotto venduto € 14.010

Si segnalano inoltre, tra le opere di alta epoca, la commovente Madonna con Bambino di Bernardino Zaganelli, venduta a € 50.550 (Lotto 114) e per la pittura fiamminga uno trionfo di Fiori in un vaso di Jan-Baptiste Bosschaert, venduto a più di € 19.000 (Lotto 93). 

Lotto 93 – Jan Baptist Bosschaert. Trionfo di fiori. Lotto venduto a € 19.050

Catalogo online  
https://www.finarte.it/asta/dipinti-e-disegni-antichi-roma-2025-05-28 

Risultato straordinario per Finarte, grazie al successo dell’asta di “Gioielli Importanti” tenutasi il 26 e 27 maggio a Milano 

L’asta - curata da Clara Arata, Responsabile del Dipartimento Gioielli di Milano - è stata animata da vivaci gare telefoniche e da una partecipazione attiva in sala da parte di clienti nazionali ed internazionali che hanno contribuito al successo della vendita, svoltasi presso il prestigioso salotto di Brera.  

La vendita – battuta da Kimiko Bossi, Senior Advisor di Finarte – ha superato i 2 milioni di euro, con una rivalutazione complessiva del 108% rispetto alle basi d’asta.  

Di grande interesse le perle naturali, senza tempo e oggi più che mai desiderate: top lot dell’asta è stato infatti una coppia di orecchini con perle naturali di acqua salata e diamanti (Lotto 415) passata di mano alla cifra di € 107.250.  

Lotto 415 – Orecchini pendenti con perle naturali in oro bianco 18k. Lotto venduto € 107.250

Protagoniste anche le pietre preziose certificate: un anello con diamante taglio ovale di ct 4,14 firmato Fasoli (Lotto 469) è stato venduto a € 46.770.  

Lotto 469 – Anello con diamanti in oro bianco. Lotto venduto a € 46.770

Splendidi i gioielli databili tra gli anni ’20 e ’30, in platino e diamanti: un’elegante pendente-spilla di Giacomo Ravasco (Lotto 412) con diamante taglio vecchio di ct 5,00 circa, copertina del catalogo, aggiudicato a € 27.870, una spilla in platino e diamante di ct 3,80 circa (Lotto 413), aggiudicato a € 14.640, e lanello in platino con diamante tagli vecchio di ct 4,80 circa (Lotto 414), venduto a € 30.390.  

Lotto 412 – Pendente-spilla con diamanti. Lotto venduto € 27.870

Le pietre di colore hanno brillato per la loro bellezza e rarità, come l’anello con smeraldo colombiano taglio cuscino di ct 4,56 (Lotto 468), aggiudicato a € 44.250.  

Apprezzati i gioielli firmati: di David Webb la parure in oro giallo e smalto nero con diamanti (Lotto 202), registra una vendita di € 48.030, e ancora firmata David Webb la collana sautoire in oro giallo e corniola (Lotto 485), aggiudicata a € 25.530, e la parure firmata Piaget in oro e diamanti (Lotto 207), venduta a € 25.350.  

Lotto 202 – David Webb. Parure con diamanti e smalto in oro bicolore. Lotto venduto € 48.030

Tra i risultati di rilievo si distinguono poi i gioielli firmati Mario Buccellati: dal bracciale con rubini e zaffiri (Lotto 435), aggiudicato a € 32.910, al bracciale in oro e diamanti (Lotto 154), battuto a € 27.870, fino all’anello con diamante taglio brillante di ct 2,50 circa (Lotto 159), venduto per € 19.050.  

Lotto 435 – Buccellati Bracciale in oro giallo 18k. Lotto venduto € 32.910

Del 1925 la preziosa borsetta da sera in oro e platino firmata Cartier, con autentica di Bernhard A. Berger (Lotto 472), aggiudicata a € 40.470.  

Lotto 472 – Cartier Borsetta da sera in oro giallo. Lotto venduto € 40.470

La purezza dell’oro chiude le sessioni d’asta con una coppia di bracciali alla schiava in oro puro firmati Marta Marzotto (Lotto 500) e aggiudicati a € 20.310.  

Catalogo online    
https://www.finarte.it/asta/gioielli-importanti-milano-2025-05-26

Il valore del tempo: nasce ’12’, la nuova sezione collezionistica d’asta

12: una nuova sezione d'asta dedicata agli orologi. Dodici pezzi scelti per raccontare storie di stile, passione e unicità

Un orologio è l’incontro straordinario fra tecnologia, artigianalità, gusto per il bello e praticità. La scelta di un modello piuttosto che un altro è un continuo oscillare fra questi punti cardinali ideali, con alcuni modelli iconici che li bilanciano alla perfezione.

Nel corso di decenni, anzi, dei secoli, il fronte della praticità e del gusto ha portato a una progressiva riduzione delle dimensioni a favore della portabilità, con il passaggio ad esempio dagli orologi da tasca a quelli da polso.

“mini 12”, in asta il 9 giugno

Parallelamente, i mastri orologiai hanno accolto la sfida di ridurre meccanismi complicati a dimensioni sempre minori. Nei primi decenni del ‘900 questa tendenza ha raggiunto il suo massimo vertice con il movimento Duoplan, messo a punto da Jaeger-LeCoultre nel 1924. Un movimento miniaturizzato, condizione questa che pone già notevoli difficoltà tecniche, nel quale la sfida delle dimensioni viene risolta distribuendo le componenti su due piani sovrapposti. In questo modo la miniaturizzazione può procedere di pari passo con l’affidabilità e durevolezza: il rischio di un eccessivo rimpicciolimento del meccanismo era difatti la sua minor tolleranza ai fattori esterni e conseguente minor robustezza. La distribuzione su due piani permette di equilibrare le diverse esigenze in maniera ottimale. Non a caso ancora oggi, a un secolo di distanza, il principio alla base di questo movimento si riflette nel calibro 101, sviluppato nel 1929 e già reso immortale dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra, che lo scelse in versione gioiello per la sua incoronazione nel 1953.

“mini 12”, in asta il 9 giugno

La passione per i modelli “mini” la si ritrova anche nella selezione di segnatempo di varie maison, curata da Carlo Biagioli, che inaugura il nuovo progetto del Dipartimento di Orologi, destinato a imprimere un’impronta collezionistica all’interno di un catalogo d’asta.

“mini 12”, in asta il 9 giugno

Una sezione con dodici lotti, tanti quante le ore sul quadrante, scelti e presentati si potrebbe dire da collezionista a collezionista, in collaborazione con Alessio Coccioli, Responsabile del Dipartimento: è questo il concept dietro 12. Un’idea innovativa e collaborativa per un format destinato a durare nel tempo, e che si articolerà in maniera di volta in volta diversa, così come diverso e unico è ciascun appassionato e conoscitore, in modo da rifletterne i gusti e il percorso. Perché un orologio è sì un mix di tecnologia e artigianato e amore per il bello, oltre che uno status symbol, ma è anche qualcosa di più: è una storia.

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Testo di Marzia Flamini

Art-à-Porter: le collaborazioni che hanno rivoluzionato Louis Vuitton

In principio fu Marc Jacobs: si deve infatti al geniale stilista newyorkese l’intuizione di invitare un artista a dialogare con un fashion brand iconico come Louis Vuitton.

Era il 2001 e Jacobs, all’epoca direttore creativo del marchio, pensò di rivolgersi a Stephen Sprouse, artista e designer americano, per modernizzare la classica pelletteria Vuitton. L’idea era di dare un tocco pop, se non sfacciatamente punk, alla tipica stampa con il monogramma, sovrascrivendola con un carattere che si richiamava strettamente ai graffiti della Street Art. L’operazione ebbe immediato successo e aprì così la strada ad altre collaborazioni artistiche: come quella ancora più sfacciatamente pop con Takashi Murakami, il primo a intervenire direttamente sul Monogram LV disegnato nel 1896 da George Vuitton colorandolo e mutandone lo sfondo in bianco.

A distanza di quasi vent’anni da quella collezione iconica, nel 2020 è la volta dell’artista svizzero Urs Fischer di rimaneggiare il monogramma. Fischer ne realizza una versione plastica, quasi materica grazie alla preziosa tecnica del tuffetage in velluto con effetto a rilievo. Del resto, chi meglio di uno scultore contemporaneo per giocare con i volumi e il tatto in un raffinato gioco di specchi deformanti con la tradizione?

Lotto 164. Louis Vuitton – Borsa Neverfull Tufted Monogram Urs Fischer, 2020. Base d’asta € 1.500

Poco tempo dopo è la volta di Fornasetti: il direttore creativo Nicolas Ghesquière, in vista della sfilata che si sarebbe tenuta presso la Galleria Michelangelo del Louvre pensa immediatamente ai pattern del mitico designer milanese. La passione per l’antichità classica che trasuda dagli archivi Fornasetti diventa così un ponte tra la location della sfilata e le iconiche borse Vuitton. Ancora una volta sulla stampa Monogram LV si interviene ricoprendola in questo caso con la riproduzione di cammei colorati. I due motivi così si intrecciano e sovrappongono, per un risultato unico e senza tempo.

Lotto 158. Louis Vuitton – Borsa Cameo Metis Monogram Fornasetti. Base d’asta € 1.000

Ancora diverso è l’intervento artistico di Jeff Koons: l’artista statunitense, con le sue opere sempre sul filo del kitsch e incentrate sull’immaginario pop, ha voluto rivestire i classici modelli Vuitton con riproduzioni di opere fra le più celebri della storia dell’arte. Tra l’omaggio e l’appropriazione, secondo una modalità cara a una certa parte dell’arte contemporanea, ecco che sulle borse appaiono opere di Gauguin, Manet, Turner, Monet e Van Gogh. Su di esse campeggiano il monogramma e il motivo floreale stilizzato che ne fa parte, originariamente ispirato alle piastrelle in maiolica di Gien presenti nella cucina della storica casa Vuitton ad Asnières. Oltre ovviamente al cognome dell’artista, con un carattere che rimanda a quello che campeggia sulle magliette sportive, come se Koons e Louis Vuitton avessero voluto mettere insieme una sorta di squadra di fuoriclasse dell’arte. E in effetti è proprio quello che i direttori creativi del brand francese hanno fatto in questo quarto di secolo con le loro edizioni limitate, avviando una pratica che ha segnato per sempre la storia della moda e dell’arte.

Lotto 163. Louis Vuitton – Borsa Neverfull Jeff Koons Van Gogh, 2017. Base d’asta € 800

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Testo di Marzia Flamini