Art-à-Porter: le collaborazioni che hanno rivoluzionato Louis Vuitton

In principio fu Marc Jacobs: si deve infatti al geniale stilista newyorkese l’intuizione di invitare un artista a dialogare con un fashion brand iconico come Louis Vuitton.

Era il 2001 e Jacobs, all’epoca direttore creativo del marchio, pensò di rivolgersi a Stephen Sprouse, artista e designer americano, per modernizzare la classica pelletteria Vuitton. L’idea era di dare un tocco pop, se non sfacciatamente punk, alla tipica stampa con il monogramma, sovrascrivendola con un carattere che si richiamava strettamente ai graffiti della Street Art. L’operazione ebbe immediato successo e aprì così la strada ad altre collaborazioni artistiche: come quella ancora più sfacciatamente pop con Takashi Murakami, il primo a intervenire direttamente sul Monogram LV disegnato nel 1896 da George Vuitton colorandolo e mutandone lo sfondo in bianco.

A distanza di quasi vent’anni da quella collezione iconica, nel 2020 è la volta dell’artista svizzero Urs Fischer di rimaneggiare il monogramma. Fischer ne realizza una versione plastica, quasi materica grazie alla preziosa tecnica del tuffetage in velluto con effetto a rilievo. Del resto, chi meglio di uno scultore contemporaneo per giocare con i volumi e il tatto in un raffinato gioco di specchi deformanti con la tradizione?

Lotto 164. Louis Vuitton – Borsa Neverfull Tufted Monogram Urs Fischer, 2020. Base d’asta € 1.500

Poco tempo dopo è la volta di Fornasetti: il direttore creativo Nicolas Ghesquière, in vista della sfilata che si sarebbe tenuta presso la Galleria Michelangelo del Louvre pensa immediatamente ai pattern del mitico designer milanese. La passione per l’antichità classica che trasuda dagli archivi Fornasetti diventa così un ponte tra la location della sfilata e le iconiche borse Vuitton. Ancora una volta sulla stampa Monogram LV si interviene ricoprendola in questo caso con la riproduzione di cammei colorati. I due motivi così si intrecciano e sovrappongono, per un risultato unico e senza tempo.

Lotto 158. Louis Vuitton – Borsa Cameo Metis Monogram Fornasetti. Base d’asta € 1.000

Ancora diverso è l’intervento artistico di Jeff Koons: l’artista statunitense, con le sue opere sempre sul filo del kitsch e incentrate sull’immaginario pop, ha voluto rivestire i classici modelli Vuitton con riproduzioni di opere fra le più celebri della storia dell’arte. Tra l’omaggio e l’appropriazione, secondo una modalità cara a una certa parte dell’arte contemporanea, ecco che sulle borse appaiono opere di Gauguin, Manet, Turner, Monet e Van Gogh. Su di esse campeggiano il monogramma e il motivo floreale stilizzato che ne fa parte, originariamente ispirato alle piastrelle in maiolica di Gien presenti nella cucina della storica casa Vuitton ad Asnières. Oltre ovviamente al cognome dell’artista, con un carattere che rimanda a quello che campeggia sulle magliette sportive, come se Koons e Louis Vuitton avessero voluto mettere insieme una sorta di squadra di fuoriclasse dell’arte. E in effetti è proprio quello che i direttori creativi del brand francese hanno fatto in questo quarto di secolo con le loro edizioni limitate, avviando una pratica che ha segnato per sempre la storia della moda e dell’arte.

Lotto 163. Louis Vuitton – Borsa Neverfull Jeff Koons Van Gogh, 2017. Base d’asta € 800

Sfoglia il catalogo completo dell’asta di Luxury Fashion https://www.finarte.it/asta/luxury-fashion-milano-2025-05-29

L’inedito Noli me tangere di Mattia Preti

Un dipinto inedito di uno dei protagonisti del Seicento italiano ed uno degli episodi biblici più celebri ma meno scontati dal punto di vista iconografico: sono questi gli elementi che fanno del Noli me tangere di Mattia Preti, in asta a Roma il 28 maggio, un’opera di straordinario interesse

L’episodio, preso dal Vangelo di Giovanni (20,13-18), è stato più volte trattato nella storia dell’arte, a partire dal Medioevo. Lo troviamo nell’appassionata ieraticità di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova o nell’ariosa luminosità veneta del dipinto di Tiziano custodito alla National Gallery di Londra. In esse Cristo risorto tiene Maria Maddalena a distanza: è la mattina dopo la Resurrezione, Maria si è recata al Sepolcro ma lo ha trovato vuoto. Avvertiti i discepoli essi accorrono per poi andarsene via sconvolti, mentre la Maddalena rimane sola nel giardino adiacente al sepolcro, in lacrime. Due angeli le appaiono, chiedendole perché pianga, e quando si volta dopo aver loro risposto si trova davanti Gesù. Sulle prime però non lo riconosce, credendolo invece il custode del giardino. Solo allora Gesù le si rivela e frena il suo tentativo di abbracciarlo pronunciando appunto la frase tradotta in latino come Noli me tangere (non mi toccare). Sul significato di queste parole gli esegeti si sono interrogati a lungo: il senso, celato fra le pieghe delle traduzioni dal greco al latino al volgare, è probabilmente legato al fatto che in quel momento l’urgenza per Cristo fosse di ricongiungersi al Padre. Così prega la Maddalena di non trattenerlo, traduzione più corretta dall’originale greco, ma di andare piuttosto ad avvertire i Discepoli della sua resurrezione.

Lotto 128. Mattia Preti – Noli me tangere (dettaglio).
Stima € 100.000 – 150.000

L’episodio è di per sé di grande spiritualità ma possiede anche l’intimità di un dialogo fra due individui e pur avendo un valore teologico importante si svolge in modo molto umano. Il gesto della Maddalena è spontaneo e tenero, vorrebbe abbracciarlo commossa, ma Cristo è già in una dimensione altra. Eppure le appare e le parla in un giardino, e la memoria non può che andare all’hortus conclusus, il giardino chiuso, simbolo che dal Cantico dei Cantici è stato dirottato nell’iconografia cristiana su Maria Vergine.

Lotto 128. Mattia Preti – Noli me tangere (dettaglio).
Stima € 100.000 – 150.000

Nella sua stupefatta ingenuità Maria Maddalena pensa che Gesù sia il custode del giardino e per questo spesso viene raffigurato con una vanga in mano, come nella tela di Tiziano alla National Gallery. Anche Mattia Preti opta per questa raffigurazione e addirittura aggiunge un altro dettaglio, piuttosto insolito: un cappello da contadino, che quasi offusca i raggi divini che si dipartono dal capo di Cristo. Come rileva il Prof. John T. Spike nella sua scheda per l’opera, la “vigorosa raffigurazione […] eccellente esempio dello stile energico di Preti della metà degli anni Settanta del Seicento” presenta un’altra particolarità inedita: “la raffigurazione del Cristo risorto da giovane è unica tra le altre opere di Preti su questo soggetto, ma ha un precedente notevole che ne conferma la data. Sempre nei primi anni dello stesso decennio, Preti aveva similmente ritratto San Giovanni Battista come un giovane attraente dallo sguardo penetrante in un celebre dipinto del Museo nazionale delle belle arti di Malta.”

Lotto 128. Mattia Preti – Noli me tangere (dettaglio).
Stima € 100.000 – 150.000

In questo Noli me tangere tutto è movimento trattenuto: la bionda chioma della Maddalena le fluttua alle spalle ma il suo slancio si arresta in un gesto quasi di contemplazione, mentre la torsione del busto di Cristo sembra richiamare la plasticità classica. Anche gli sguardi dei due si sfiorano ma non si incrociano: Cristo è già altrove, sta affidando alla Maddalena e, in un certo senso, al riguardante il suo messaggio prima di ricongiungersi al Padre.

Un’opera, insomma, sospesa fra terra e cielo e fra stasi e movimento, duale come la natura di Cristo che è dio e uomo insieme.

Questi temi, insieme al significato dell’interpretazione di Preti, saranno approfonditi durante la presentazione del Professor John T. Spike il 22 maggio alle ore 17 presso la nostra sede romana.

Segui la conferenza live

> Scorpi il catalogo completo dell’asta di Dipinti e Disegni Antichi del 28 maggio

Rivalutazione del 122% e valore complessivo di vendita pari a € 550.000 per l’asta del Dipartimento di Arredi Antichi e Arte Orientale

L’attenta raccolta dei 231 lotti accuratamente valorizzati, ha premiato la linea dipartimentale che tende a proporre vendite raffinate e di qualità

L’inizio dell’asta di Arredi, Porcellane, Arte Orientale e una selezione di beni dalla collezione privata di Stefano Gabbana è stato scoppiettante con i lotti di arte orientale, tra cui si distingue un vaso in porcellana decorato con fenici argentate e marchio Jiaqing, aggiudicato a € 174.950 dopo un’accesa gara e continui rilanci (Lotto 26).

Lotto 26. Vaso biansato in porcellana, recante marchio Jiaqing. Lotto venduto a € 174.950

L’asta è poi proseguita con gli arredi, tra cui segnaliamo la coppia di consoles romane della fine del XVIII secolo, vendute a € 10.230 (Lotto 40), e la coppia di busti in marmo bianco con colonne in scagliola, sempre del XVIII secolo, aggiudicata a € 22.830 (Lotto 49).

Lotto 49. Coppia di busti ammantati in marmo poggianti su colonne in scagliola a finto marmo, XVIII secolo. Lotto venduto a € 22.830

Grande interesse ha suscitato la sezione dedicata ai beni provenienti dalla raccolta privata di Stefano Gabbana, tra cui spiccano le tre scimmie in argento tempestate di gemme preziose vendute a € 31.650 (Lotto 125) mentre lo sgabello da grotta con seduta a conchiglia raggiunge la straordinaria aggiudicazione di € 10.230 (Lotto 110).

Lotto 125. Tre scimmie in argento “925” dorato, smaltato e riccamente ornato con gemme preziose, da un’idea di Stefano Gabbana. Lotto venduto a € 31.650

Molto ambite anche le poltrone rivestite con i preziosi tessuti disegnati dal celebre stilista italiano, tutte aggiudicate a oltre quattro volte la base d’asta (Lotti 102, 103, 104, 109, 119 e 120).

Poltrona in legno intagliato e dorato, cimasa e fascia centrate da valva di conchiglia tra volute, braccioli e piedi terminanti a ricciolo. Secolo XIX. Lotto venduto a € 3.354

Tra gli oggetti da collezione si segnalano la rara tazza con piattino del 1750 in porcellana a decoro policromo con farfalle e insetti, della manifattura di Capodimonte, venduta a € 2.800 (Lotto 152), il mappamondo da tasca firmato John e William Cary, aggiudicato a € 7.710 (Lotto 217), e un suggestivo Memento Mori in avorio scolpito con custodia originale, passato di mano per € 4.515 (Lotto 51).

Lotto 217. CARY, John and William. Cary’s terrestrial pocket globe; agreeable to the latest discoveries. London: Pub. by J. and W. Cary Strand Apr. 1, 1791. Entro custodia originale. Lotto venduto a € 7.710

Ottimi risultati anche per le icone russe, tra cui si evidenzia quella con la Vergine di Smolensk della fine del XIX secolo, venduta a € 4.900 (Lotto 188).

Icona raffigurante la Vergine di Smolensk a tempera su tavola con riza in argento e smalti policromi. Russia, fine secolo XIX/inizio secolo XX. Lotto venduto a € 4.902

Informazioni
T. +39 02 3363801 – press@finarte.it

Catalogo online
https://www.finarte.it/asta/arredi-porcellane-arte-orientale-e-una-selezione-di-beni-dallacollezione- di-s-milano-2025-05-14

Grande risultato per il dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo di Finarte che ha proposto un catalogo di importanti dipinti e sculture

Oltre 300 lotti offerti all'incanto durante la giornata del 13 maggio per un totale complessivo di oltre mezzo milione di euro di venduto e il 100% di aggiudicato per valore nella sessione pomeridiana, confermano l’andamento positivo del settore, con risultati di spicco per Maggi, Gioli, Caputo e De Nittis

Tra i protagonisti dell’asta, svoltasi nella storica sede milanese, brilla Cesare Maggi con la monumentale tela della Val di Susa, copertina del catalogo e top lot dell’asta, che chiude a € 63.150 (Lotto 202), e con l’opera Montagne innevate venduta a quasi € 18.000 (Lotto 200) ben superando la stima iniziale di € 7.000 – € 10.000.

Ottimo momento per la pittura napoletana, tra cui spiccano le vedute di Attilio Pratella (Lotti 289, 294, 295 e 296), che hanno registrato il 100% di venduto, e Intimitè di Ulisse Caputo, venduta a € 22.830 (Lotto 299).

Lotto 296 – Attilio Pratella, Sulla riva. Lotto venduto a € 9.000

Il Ponte alla Carraia, tra i capolavori assoluti di Luigi Gioli, stimato tra i € 12.000 e i € 18.000, raggiunge la straordinaria aggiudicazione di € 40.470 (Lotto 273). Eccezionale risultato anche per Luigi Rossi che, con la ritrovata Alpigiana, inizialmente stimato € 8.000 – 12.000, sfiora i € 33.000 (Lotto 223), e per Giovanni Battista Quadrone, la cui movimentata Scena d’interno con figure ha raggiunto un prezzo di vendita di € 11.490 (Lotto 204).

Lotto 273 – Luigi Gioli, Firenze, Ponte alla carraia. Lotto venduto a € 40.470

Continui rilanci tra gli appassionati di marina per le quattro tele di Rudolf Claudus, che hanno raggiunto il risultato complessivo di oltre € 18.000 (dal lotto 278 al 281).

Importanti aggiudicazioni anche per gli artisti internazionali, tra i quali si segnalano la suggestiva Allegoria del catalano Josep Tapiró y Baró (Lotto 292, venduto a € 14.000), la delicata Veduta londinese di Giuseppe De Nittis (Lotto 300, stimato € 5.000 – 7.000, ha superato i € 15.200), l’orientalista Carlo Bossoli, venduto a oltre € 10.000 con l’evocativa Veduta di Sebastopoli (Lotto 198), e ancora La Sala degli strumenti di musica dell’italo-francese Mario Cavaglieri (Lotto 242, venduta a € 16.530).

Lotto 198 – Carlo Bossoli, Veduta di Sebastopoli al chiaro di luna. Lotto venduto a € 10.230

A chiudere la vendita, il genio romantico per eccellenza: Victor-Eugène Delacroix, rappresentato da un piccolo ma significativo Studio di testa e torso femminili, aggiudicato a € 19.000 (Lotto 308).

Lotto 308 – Eugène Delacroix, Studi di testa e torso femminili. Lotto venduto a € 19.050

Informazioni
Via dei Bossi 2, Milano | T. +39 02 3363801 | press@finarte.it

Catalogo online: https://www.finarte.it/asta/importanti-dipinti-e-sculture-arte-figurativa-tra-xix-e-xx-secolo-milano-2025-05-13/

Gioielli Importanti: 500 lotti tra epoche, stili e grandi firme

Un elegante catalogo di alta gioielleria attende collezionisti e appassionati in occasione della prossima asta di Gioielli Importanti, che si terrà lunedì 26 e martedì 27 maggio presso il Salotto di Brera di Finarte

“Parure” è la parola chiave di questo appuntamento di Gioielli Importanti. Fiore all’occhiello sarà una
preziosa collezione firmata David Webb: un’importante parure in oro bicolore con smalto nero e
diamanti, composta da collana, bracciale e orecchini (Lotto 202, base d’asta € 32.000), affiancata da
una collana sautoir in corniola e oro giallo (Lotto 485, base d’asta € 12.000).

Lotto 202. David Webb – Parure con diamanti e smalto. Base d’asta € 32.000

In catalogo si distinguono nomi internazionali di rilievo: Van Cleef & Arpels, con una raffinata demiparure in oro giallo e diamanti composta da collana a girocollo e bracciale con settori snodati uniti da
motivi in diamanti taglio brillante per un totale di 6,50 carati (Lotto 470, base d’asta € 32.000); da Piaget
una sofisticata parure del 1993 in oro giallo e diamanti composta da collana, bracciale e coppia di
orecchini con maglie snodate decorate a torchon impreziosite da diamanti taglio brillante per un totale
di circa 7 carati (Lotto 207, base d’asta € 15.000); dalla maison Cartier, tre lotti senza tempo, una
preziosa borsetta da sera in oro e platino con diamanti (Lotto 472, base d’asta € 32.000), un pendente
della collezione Panthère (Lotto 100, base d’asta € 8.000) e l’iconico bracciale della collezione Love in
oro rosa, modello classico con quattro diamanti taglio brillante (Lotto 102, base d’asta € 4.500).
Non mancano i gioielli d’artista, come il bracciale in oro giallo di Cannilla per Masenza (Lotto 237, base
d’asta € 7.000), i bracciali in oro puro di Marta Marzotto (Lotto 500, base d’asta € 10.000) e il braccialescultura in oro giallo firmato Germano Alfonsi (Lotto 242, base d’asta € 3.900).

Lotto 472. Cartier – Borsetta da sera. Base d’asta € 32.000

Protagoniste della vendita all’incanto anche le Maison italiane più celebri, tra cui Bulgari, con un anello
della collezione Serpenti (Lotto 363), in oro rosa con pavé di diamanti taglio brillante e testa in onice,
proposto con una base d’asta di € 8.000. Firmato Mario Buccellati, un raffinato bracciale rigido in oro
giallo con apertura a scatto si distingue per le tre volute ornate da rubini e zaffiri taglio marquise su
fondo rigato (Lotto 435, base d’asta € 5.000). Pomellato propone invece una collana in oro giallo a
doppia maglia piatta, con saliscendi ad asola, che può trasformarsi in bracciale (Lotto 352, base d’asta
€ 8.000). Completano la selezione italiana le firme Marina B. e Frascarolo.

Lotto 435. Buccellati – Bracciale. Base d’asta € 5.000

Chiude il catalogo una sezione dedicata alle pietre preziose certificate, con diamanti incolori come
quello che splende nell’anello firmato Fasoli (Lotto 469), in oro bianco, con diamante centrale ovale
taglio brillante da 4,14 ct e laterali trilliant per un totale di circa 1 ct, proposto con base d’asta di €
20.000. Per i Fancy color, si segnala un anello con diamante Fancy rosa di ct 0,52 certificato GIA (Lotto
347, base d’asta € 5.000) e un anello (lotto (Lotto 194, base d’asta € 12.000) con diamante centrale
taglio princess di circa 3,25 ct (probabile colore K, purezza VS1) affiancato da due diamanti fancy
yellow taglio radiant per un totale di circa 0,60 ct e brillanti decorativi. Di grande impatto anche una
spilla a ghirlanda in oro bianco, interamente incastonata con diamanti taglio brillante, marquise e
baguette per un totale di circa 20 ct (base d’asta € 5.500).

Lotto 469. Anello con diamanti. Base d’asta € 20.000

Informazioni
Asta: lunedì 26 e martedì 27 maggio
Tornate: 26 maggio, ore 14:30 – TORNATA 1 (lotti 1-249) | 27 maggio, ore 14:30 – TORNATA 2 (lotti
250-500)
Esposizione: da venerdì 23 a domenica 25 maggio dalle ore 10:00 alle 19:00

Catalogo online
https://www.finarte.it/asta/gioielli-importanti-milano-2025-05-26

Il mestiere delle mamme

La maternità nell’arte: un simbolo eterno raccontato dai capolavori dell’asta di arte figurativa del 13 maggio

L’origine della Festa della Mamma è, contrariamente ad altre feste, slegata da una matrice religiosa. Nasce quasi spontaneamente, in tempi diversi in vari paesi, tanto che persino la data in cui viene celebrata varia, da marzo a maggio. Generalmente vede la luce nel primo Novecento, in Italia verrà ufficializzata solo a fine anni ’50, ma il sentimento da cui prende vita è ovviamente ben più antico. Serviva però forse una sensibilità più moderna per non solo riconoscere l’importanza affettiva ma anche quella sociale del ruolo materno. Certo, in Italia la scelta di maggio, mese mariano per eccellenza, non è casuale, ma in fondo le doti per cui la Madonna viene celebrata sono per lo più molto umane e materne.

Lotto 223. Luigi Rossi – Alpigiana. Stima € 8.000 – 12.000

L’amore assoluto per il figlio, la cura, l’operosità che non viene mai meno pur accanto a sentimenti più alati…Dopotutto Maria era una madre del popolo, e la pittura da sempre ne ha celebrato il ruolo materno, con la sua dolcezza e delicatezza ma anche la forza morale di accettare il sacrificio del figlio. È proprio con la pittura a cavallo tra XIX e XX secolo che a questa interpretazione strettamente religiosa se ne affianca un’altra più popolare: cominciano così a venire raffigurate delle “madonne laiche” di grande intensità, a cavallo tra tradizionale iconografia mariana e più moderno realismo. Ne offrono vari esempi le prossime aste di Importanti Dipinti e Sculture e di Dipinti, Sculture e Grafiche del dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo. A partire dalla madre contadina al centro del trittico Terra Feconda di Alessandro Battaglia: matronale, di una bellezza ieratica, eppure dotata di una sua grazia, quasi una controparte laziale e materna della Alpigiana di Luigi Rossi o delle allegorie dell’Estate e dell’Autunno di Adolfo Belimbau.

Lotto 271. Adolfo Belimbau – Autunno. Stima € 3.000 – 5.000. Lotto 272. Adolfo Belimbau – Estate. Stima € 3.000 – 5.000

Si passa quindi alla Maternità di Cesare Laurenti, visione di duro realismo, una madre coraggio immersa nella penombra di un vicolo cittadino, ritratto di una miseria economica che non riesce a sconfiggere una grandezza morale.

Lotto 231. Cesare Laurenti – Maternità, 1905. Stima € 700 1.400

Decisamente più sereno il Madre e figlio – impressioni all’aperto di Giuseppe Bosio, un’opera che con economia di mezzi ritrae un lieto momento d’intimità tra una madre e il suo bambino.

Lotto 142. Giuseppe Bosio – Madre e figlio – impressioni all’aperto, 1932. Stima € 200 – 400

Grande serenità spira anche dal dipinto Donne al lavoro di Luciano Ricchetti, dove l’operosità lavorativa del forno si affianca a quella materna dell’allattamento e dell’accompagnamento dei primi passi di un bimbo.

Lotto 167. Luciano Ricchetti – Donne al lavoro. Stima € 700 – 1.000
Lotto 204. Giovanni Battista Quadrone – Scena d’interno con figure. Stima € 8.000 – 12.000

Anche le giovani madri della Scena d’interno con figure di Giovan Battista Quadrone sono ritratte nell’atto di occuparsi dei figli, stavolta in un contesto sociale, l’una con il figlio neonato in braccio e l’altra sostenendo la figlia mentre fa cautamente amicizia con un cane. Quello tra madri e figli è anche un rapporto di affetto fra diverse generazioni, il ciclo della vita riassunto in un’immagine che non cessa di riproporsi. Così la scena familiare e allegra raffigurata da Josep Tapiró y Baró diventa una sottile Allegoria della vita: le diverse generazioni a confronto, i teschi sulla mensola del pilastro dell’antica loggia in rovina, tutto sembra rimandare al senso del tempo che passa, accolto con sorridente bonomia. Perché alla fine, ad accomunare tutte queste madri, contadine o cittadine, popolari o borghesi, è un sentimento profondo, viscerale, di amore. E quindi auguri a tutte le mamme, passate, presenti e future!

Lotto 292. Josep Tapiró y Baró – Allegoria della vita. Stima € 2.000 – 4.000

Visualizza catalogo completo dell’asta di Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo che si terrà il 13 maggio

Finarte, all’asta opere uniche dalla Collezione di Stefano Gabbana

Una vendita speciale perché innovativa e fuori dagli schemi, quella che verrà proposta dal Dipartimento Arredi Antichi, Ceramiche e Oggetti d’Arte nella sala milanese di Finarte, in via dei Bossi 2, il 14 maggio a partire dalle ore 14:30

Il titolo del catalogo “Arredi, Porcellane, Arte Orientale e una selezione di beni dalla Collezione di Stefano Gabbana” introduce alla varietà della proposta che si articola su diversi registri di stile e di contenuto, legati comunque da un’unica caratteristica: la volontà di sorprendere con il bello più classic come con quello più inatteso.

La sezione più frizzante della vendita è senz’altro rappresentata dalle opere provenienti dalla Collezione di Stefano Gabbana. Tre audaci scimmie in argento dorato e massiccio a grandezza naturale, tempestate di gemme e materiali preziosi e realizzate su progetto di Stefano Gabbana (Lotto 125, Stima € 30.000 – 50.000), guardano divertite a due uccelli mitologici in legno intagliato le cui code piumate fanno da schienale ad una seduta (Lotto 118, Stima € 4.000 – 6.000). Della medesima produzione veneta ottocentesca è una preziosa conchiglia dorata poggiante su una finta roccia in legno laccato, che dissimula la sua reale funzione di seduta (Lotto 110, Stima € 4.000 – 6.000) e rimanda alle meraviglie del mondo marino come il grande tappeto ovale di Fornasetti a fondo blu decorato con un polpo gigante, pezzo unico realizzato on demand per il celebre stilista (Lotto 108, Stima € 10.000 – 15.000).

Lotto 125. Tre scimmie in argento “925” dorato, smaltato e riccamente ornato con gemme preziose, da un’idea di Stefano Gabbana.
Stima € 30.000 – 50.000

Il coinvolgimento prosegue ricco di pathos ma senza mai rinunciare al gusto del sorprendente con una collezione di Memento Mori di produzione nord-europea risalenti al XIX e all’inizio del XX secolo. Tra questi un okimono in avorio intagliato raffigurante uno scheletro accovacciato (Lotto 55, Stima € 1.200 – 1.500), un teschio con calotta removibile e mascella con movimento a molla entro custodia originale (Lotto 51, Stima € 1.200 – 1.500) ed infine una bara contenente uno scheletro con arti snodabili (Lotto 59, Stima € 1.200 – 1.500).

Lotto 59. Memento mori raffigurante una bara ottagonale in legno di noce intarsiato con quattro piedini a cipolla contenente uno scheletro in avorio con arti snodabili. Nord Europa, metà secolo XIX. Stima € 1.200 – 1.500

Se i Memento Mori alludono alla simbologia della Vanitas, il grande vaso in porcellana cinese Da Ya Zhai a fondo turchese con eleganti ciliegi in fiore è marcato sotto la base con una benedizione di eterna giovinezza (Lotto 31, Stima € 6.000 – 8.000).

Lotto 31. Grande vaso in porcellana Da Ya Zhai. Cina, inizi secolo XX. Stima € 6.000 – 8.000

La porcellana, quella antica ed europea, è senz’altro una delle protagoniste di questa esperienza nell’emozione della bellezza che dal passato giunge, fragile ma intatta, a noi. All’incanto una pregiata collezione privata in cui si distinguono una rara tazza con piattino a “farfalle e insetti”, della manifattura di Capodimonte, 1750 circa (Lotto 152, Stima € 1.200 – 1.600), un’importante caffettiera a “bassorilievi istoriati”, della manifattura Ginori, Doccia, 1770/1780 (Lotto 158, Stima € 4.500 – 6.000) ed una ricercata caffettiera in porcellana a rilievo decorata con uccelli esotici della manifattura di Meissen, 1750/1755 (Lotto 155, Stima € 3.000 – 4.000).

Lotto 158. Importante caffettiera in porcellana decorata in policromia a bassorilievi istoriati. Manifattura Ginori, Doccia, 1770-1780. Stima € 4.500 – 6.000

A catturare l’interesse dei più curiosi e appassionati non mancheranno oggetti unici e rari da
collezione, una selezione di miniature inglesi e francesi risalenti per lo più al XVIII secolo, un’affascinante globo terrestre e celeste di Giovanni Maria Cassini (Lotto 221, Stima € 4.000 – 6.000) ed un pocket globe firmato e datato Cary John e William, 1791 (Lotto 217, Stima € 2.000 – 3.000).

Lotto 221. Globo celeste e globo terrestre su base in legno tornito. Secolo XIX. Stima € 4.000 – 6.000

Infine, per i più raffinati e amanti della classicità, una selezione di arredi e sculture risalenti al XVIII secolo, tra cui una coppia di eleganti consoles romane in legno intagliato e dorato con piani in marmo, provenienti dall’eredità del cardinale Vincenzo Vannutelli (Lotto 40, Stima € 10.000 – 20.000) ed una coppia di imponenti busti in marmo su basi a scagliola (Lotto 49, Stima € 15.000 – 25.000).

Lotto 40. Coppia di consoles in legno intagliato con piani in marmo giallo antico. Roma, fine secolo XVIII. Stima € 10.000 – 20.000

Informazioni
Asta: mercoledì 14 maggio 2025, ore 14:30. Via dei Bossi 2, Milano
Tornata unica: lotti 1 – 231
Esposizione: dal 9 al 12 maggio dalle ore 10:00 alle 19:00
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Una “Divina” ossessione: Manfredo Manfredini e Solomija Krusel’nyc’ka

Un tranquillo giorno d’aprile un uomo si introduce furtivamente nel Grand Hotel et de Milan, nel capoluogo lombardo, nel tentativo di avvicinare una delle ospiti più rinomate dell’albergo

Fermato dagli inservienti dopo una colluttazione viene perquisito: indosso gli vengono trovati un coltello, una rivoltella, carica, e un flacone di vetriolo, un acido in grado di provocare dolorose ustioni. La polizia lo identifica facilmente: non era la prima volta che il giovane mostrava i segni di una pericolosa ossessione nei confronti della donna. Era già stato fermato in passato, aveva ricevuto dei fogli di via proprio per quel morboso desiderio che lo consumava. Il giovane viene quindi arrestato e, dopo una breve permanenza in carcere, giudicato insano di mente e ricoverato in manicomio in Brianza. La donna si salva, ma il giovane morirà in quello stesso manicomio, di tubercolosi, quaranta giorni dopo, a soli venticinque anni. È il 1907, l’uomo si chiama Manfredo Manfredini ed è un pittore in quel momento alle prese con un’impresa artistica notevole: illustrare la Divina Commedia di Dante. Tre anni prima aveva ricevuto il prestigioso incarico, nonostante la giovane età, dall’editore Giuseppe Nerbini di Firenze: il progetto era di realizzare un’edizione più popolare del capolavoro dantesco rispetto alla contemporanea e più lussuosa di Alinari illustrata dai più celebri artisti dell’epoca. L’edizione Nerbini è pubblicata a fascicoli, con le tavole di Manfredini a riassumere in un’immagine alcuni passaggi del poema. La scelta di Manfredini ricade spesso su terzine meno celebri ma dalle quali può ricavare composizioni stranianti di grande impatto visivo: in esse le figure sono immerse in scenari alienanti dai quali vengono quasi annullate.

Lotto 487. Manfredo Manfredini, Divina Commedia – Inferno, Canto 7, 1907. Stima € 600 – 1.000

L’illustratore rifugge infatti i neri profondi delle più famose tavole del francese Gustave Doré: il suo Inferno è fatto di chiaroscuri e spazi vuoti e figure allungate e severe. Con la sua morte lascia l’impresa a poco più di metà, interrompendosi al XXV Canto del Purgatorio, costringendo Nerbini a trovare un sostituto per completare l’opera. La scelta ricade così sul napoletano Tancredo Scarpelli, privo però dell’inventiva a metà tra simbolismo e più moderna sintesi compositiva di Manfredini.

Lotto 492. Manfredo Manfredini, Divina Commedia – Inferno, Canto 17, 1907. Stima € 600 – 1.000

E la donna sopravvissuta al suo tormentatore? Il suo nome è Solomija Krusel’nyc’ka, all’epoca una delle più osannate cantanti liriche della scena europea. Dopo la formazione nella nativa Ucraina, Krusel’nyc’ka si reca in Italia per perfezionare la sua tecnica: negli anni riscuote grande successo specialmente nelle sue interpretazioni del repertorio pucciniano. Il suo talento è tale che lo stesso Giacomo Puccini le chiede di interpretare la protagonista nella nuova versione della Madama Butterfly: la sua performance contribuisce a risollevare le sorti dell’opera, che aveva aperto con un fiasco pochi mesi prima, consacrandola definitivamente. Questo trionfo avviene nello stesso 1904 in cui Nerbini aveva dato l’incarico a Manfredini. L’illustratore comincia ad assistere a svariate serate della soprano, seguendola in tournée nelle numerose tappe italiane, cominciando a scriverle sconclusionate lettere d’amore. Impossibile non vedere un’eco di uno dei ritratti fotografici più diffusi di Krusel’nyc’ka nella Beatrice del II Canto dell’Inferno. La donna sognata da Dante si sovrappone nella china di Manfredini alla stella della lirica da cui l’artista era ossessionato: stessa posa, con il braccio abbandonato lungo il fianco, e identica curva del collo.

Lotto 481. Manfredo Manfredini, Divina Commedia – Inferno, Canto 2, 1907. Stima € 600 – 1.000. Fotografia di Solomija Krusel’nyc’ka

Krusel’nyc’ka, sopravvissuta al tentativo di aggressione di Manfredini, continuerà la sua brillante carriera internazionale, amata da Arturo Toscanini, apprezzata dalla critica che la incorona “Primadonna wagneriana”, destinataria persino di un’ode di Gabriele D’Annunzio. Oggi è considerata una delle più importanti cantanti liriche del XX secolo nonché una delle donne ucraine più famose, tanto che il suo paese natale le ha dedicato un francobollo.

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New York, New Yorker. Magazines e illustratori nella Grande Mela

Mattotti e Glaser: due firme per due riviste che hanno disegnato New York, all’asta il 9 maggio

Tra le pubblicazioni periodiche entrate nell’immaginario collettivo The New Yorker ricopre senz’altro un ruolo di rilievo assoluto. Con un logo ormai iconico che ne riporta il nome con un carattere ideato appositamente, il formato compatto e la sua impaginazione che privilegia i testi, fin dalla sua nascita questo magazine si posiziona in modo assolutamente originale nel mercato editoriale. Nata nel 1925 per raccontare in modo innovativo personaggi ed eventi della vita culturale newyorkese negli anni la rivista ha ampliato la sua prospettiva al mondo intero. Sulle sue pagine ha ospitato autori quali Hannah Arendt, che vi pubblicò il suo sempre attuale La banalità del male, Vladimir Nabokov, Philip Roth e persino lo sfuggente J.D. Salinger. La sua sezione di vignette satiriche è tra le più celebri e graffianti, con le sue strisce tra le più riprodotte al mondo.

Ma più ancora che per ciò che vi è pubblicato all’interno se si nomina il The New Yorker si pensa subito alle sue copertine: solo prezzo, data, logo e un’illustrazione. Nessun titolo, nessun occhiello, nessun accenno al contenuto del singolo numero. Questa impronta pulita, che lascia spazio all’immagine rigorosamente disegnata e cementa ancora di più il nome della rivista nella nostra mente, è rimasta immutata in questi primi cento anni di pubblicazione. Per un illustratore finire sulla cover del New Yorker è dunque un onore, un riconoscimento assoluto. Anche per questo fin da subito il magazine ha attinto a talenti internazionali per le sue copertine. Per fare un esempio, già alla fine degli anni Venti ne firmò alcune uno dei più grandi artisti e designer italiani di sempre, Fortunato Depero.

Lotto 428. Lorenzo Mattotti – The New Yorker – Night Life, 2000. Stima € 10.000 – 15.000

Ne ha seguito le orme in tempi più recenti uno degli illustratori e fumettisti italiani più internazionali, Lorenzo Mattotti: all’attivo ne ha più di trenta, a partire dalla prima del 1993. Il suo tratto distintivo, caratterizzato dai segni filamentosi e sinuosi dei suoi pastelli, con le figure appena stilizzate e le atmosfere avvolgenti e sognanti è spesso apparso anche all’interno della rivista, a corredo di alcuni articoli. Esemplare di questa collaborazione di successo è la copertina realizzata per il numero del 10 aprile 2000. È un evocativo inno alla raffinata e variegata Night Life newyorkese, fatta di glamour e stile, con la figura centrale dall’allure anni ’40 e intorno personaggi contemporanei con tatuaggi e piercing.

A celebrare l’effervescente vita culturale della Grande Mela nel 1968 arriva anche il New York Magazine, settimanale fondato da Clay Felker e il grafico ed illustratore Milton Glaser. La vocazione del New York è meno impegnata e più di attualità mondana, ma ha comunque ospitato anch’esso firme del calibro di Tom Wolfe e Nora Ephron. Glaser, autore tra l’altro dell’iconico logo I Love NY, oltre a curarne il design grafico ne ha firmato anche alcune copertine con il suo stile lisergico ed inconfondibile. Stile che, quando è libero di farsi illustrazione pura, ritrova la vocazione artistica degli esordi, quando nel 1951 ebbe la straordinaria opportunità di studiare nientemeno che con Giorgio Morandi a Bologna. L’amore per i grandi maestri ritorna nella sua illustrazione Monet paints water lilies, realizzata a pastelli a cera in occasione della mostra Vita immaginaria di Claude Monet presso la galleria milanese Nouages nel 1992. Il maestro impressionista domina la composizione con la sua silhouette in bianco, circondato dal giardino di Giverny in una ipnotica sinfonia di verdi, blu e arancio.

Lotto 385. Milton Glaser – Imaginary life of Claude Monet, 1992. Stima € 2.800 – 4.000

Due magazine intimamente legati alla Grande Mela, due illustratori dal tratto immediatamente riconoscibile e un immaginario che unisce Stati Uniti ed Europa: a dimostrazione che New York è veramente un melting pot culturale per eccellenza, capace di trascendere i propri confini.

Catalogo completo: https://www.finarte.it/asta/fumetti-tavole-e-illustrazioni-originali-roma-2025-05-09

Grande interesse per la vendita di Argenti Antichi e da Collezione, tenutasi il 15 aprile presso la sede milanese di Finarte

Curata da Clara Arata, Responsabile di Dipartimento, un’eclettica selezione di lotti provenienti da tutto il mondo, suddivisi in due sezioni, ha conquistato collezionisti ed appassionati

Con una rivalutazione media del 145% rispetto alle basi d’asta e il 98% dei lotti aggiudicati, l’asta, battuta da Kimiko Bossi, Senior Advisor di Finarte, ha totalizzato un aggiudicato complessivo di € 503.000, confermando il crescente interesse verso il settore dell’argenteria storica e da collezione. 

Lotto 88 – Cesa Alessandria. Servizio di posate, Risorgimento, Italia, XX secolo. Lotto venduto a € 10.230

Tra i protagonisti italiani, si segnala il servizio di posate, Risorgimento, del XX secolo, firmato Cesa Alessandria (Lotto 88), partito da una base d’asta di € 5.000 e venduto per € 10.230. Il servizio, in argento 925 composto da 213 pezzi, rappresenta uno dei modelli più iconici, noto per essere utilizzato anche al Quirinale di Roma.  

Lotto 136 – Rara coppia di candelabri, Genova, secolo XVIII / XIX. Lotto venduto a € 8.970

Sempre dall’Italia, spicca una rara coppia di candelabri a quattro fiamme (Lotto 136), realizzati a Genova tra il XVIII e il XIX secolo, con punzoni della Torretta ripunzonati con i marchi del delfino e della croce mauriziana, aggiudicati per € 8.970.  

Lotto 148 – Importante servizio di posate, Parigi, secolo XIX. Lotto venduto a € 8.340

Dal panorama francese, degna di nota è l’aggiudicazione di € 8.340 per l’importante servizio di posate del XIX secolo (Lotto 148), in argento 950 e vermeil, firmato dagli argentieri L. Beguin & L. Lapar Orfèvre composto da 248 pezzi, che testimonia l’eleganza e la raffinatezza dell’artigianato parigino dell’epoca.  

Lotto 62 – Bulgari. Grande vassoio, Italia, Roma, 1970. Lotto venduto a € 6.063

Tra i top lot dal gusto più moderno, si distingue l’elegante vassoio, realizzato nel 1970 dall’argentiere Vitali per Maison Bulgari (Lotto 62), che, partito da una base d’asta di € 3.500, è stato venduto per € 6.063.  

Lotto 89 – Messulam. Servizio da tè e caffè con samovar e vassoio, Italia, fine secolo XIX / inizi secolo XX. Lotto venduto a € 5.160

Infine, si segnalano manufatti di eccezionale qualità artigianale, come il servizio da tè e caffè con samovar e vassoio della fine del XIX/inizi XX secolo, firmato Messulam (Lotto 89) e l’importante caffettiera della antica tradizione genovese del XVIII secolo (Lotto 137), entrambi aggiudicati per la cifra di € 5.160.   

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https://www.finarte.it/asta/argenti-antichi-e-da-collezione-milano-2025-04-15