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Old Master Paintings

Tuesday 30 May 2023, 11:00 AM • Rome

235

Jan Soens

('s-Hertogenbosch - Parma 1611)

Self-portrait of the painter with his two children

Estimate

€ 40.000 - 60.000

Sold

€ 63.090

The price includes buyer's premium

Information

oil on canvas
57 x 73.5 cm

signed lower center: GIO. SONSIS FIAMENGO

in a coeval frame


Literature

D. Arisi, Accademia de' pittori cremonesi con alcuni scultori ed architetti pur cremonesi,manuscript in the Cremona State Library [1715-1720] p. 980;
G. Grasselli, Abecedario biografico dei pittori, scultori ed architetti cremonesi, Cremona 1827, pp. 238-239.
L'opera è da considerarsi un importante inedito di Jan Soens che realizza il proprio ritratto e quello dei suoi due figli, inventando una soluzione iconografica di grandissima modernità: i due fanciulli, affiancati a mezzo busto, reggono con le quattro mani un piccolo quadro con il ritratto del padre. Il pittore dimostra qui tutta la sua abilità pittorica, trattando un genere, quello della ritrattistica, per lui insolito (il corpus del pittore raccoglie, infatti, prevalentemente paesaggi e scene religiose).
Nato in Olanda a Bois-le-Duc verso il 1547, Soens si trasferì in Italia dove fu attivo soprattutto a Roma e Parma, ma anche a Cremona, tappe fondamentali per comprendere il suo stile eclettico che ben attesta i forti scambi culturali che intercorrevano tra Fiandre e Italia nella seconda metà del XVI secolo. Ne è prova significativa proprio quest'opera, in cui la matrice della ritrattistica nordica si fonde con la tradizione italiana di pieno Cinquecento, con un richiamo particolare alla maniera di Sofonisba Anguissola e Bernardino Campi. Non a caso, il dipinto fu probabilmente eseguito dal pittore durante il suo soggiorno cremonese, come suggerito dalle fonti locali. Il primo a darne testimonianza è Desiderio Arisi che, nel secondo decennio del Settecento, nel manoscritto Accademia de Pittori Cremonesi con alcuni scultori ed architetti pur cremonesi, ricorda che "Giovanni [Soens] fece il ritratto dei due suoi fanciulli ed il proprio figurato in un picciolo quadretto sostenuto dai medesimi (...)", al tempo conservato nell'appartamento dell'artista (D. Arisi, Accademia de' pittori cremonesi con alcuni scultori ed architetti pur cremonesi [manoscritto 1715-1720], p. 980). Sempre in casa Soens, il dipinto è descritto, più di un secolo dopo, da Giuseppe Grasselli, per il quale costituisce una delle prove più significative all'interno della produzione dell'artista per comprendere "di quanto valore fosse nella pittura questo bravo Fiamingo" (G. Grasselli, Abecedario biografico dei pittori, scultori ed architetti cremonesi, Cremona 1827, pp. 238-239). Entrambi i due studiosi cremonesi chiamano Soens con la versione italianizzata del suo nome (Gio o Giovanni Sonsis), proprio come si firma l'artista nel dipinto offerto nel lotto, e forniscono, inoltre, preziose informazioni anche sui due figli,  effigiati nella tela, uno morto in tenera età e l'altro, di nome Rinaldo, vissuto lungamente (D. Arisi, ibid., p. 978).

Per un profilo storico-artistico di Jan Soens, si veda: T.H. Fokker, Jan Sons van 's-Hertogenbosch, schilder te Parma, in "Mededeelingen van het Nederlandsch Instituut te Rome" 7 (1927), p. 113-120; S. Béguin, Jan Soens paysagiste oublié, in "Oud-Holland" 71 (1956), pp. 217-226; S. Béguin, Pour Jan Soens, in "Oud Holland" 76 (1961), p. 202-205.

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