I libri d’artista protagonisti in asta il 24 e 25 giugno

Dalle avanguardie storiche al design tipografico del Novecento, 36 volumi unici in cui si esprime tutta la varietà esecutiva propria dei libri d’artista, caratterizzati da splendide legature firmate, suite di tavole a diversi colori, aggiunte di disegni originali, dediche e inserti unici

La genesi del libro d’artista si trova nella tradizione francese dei cosiddetti “livres d’artiste” o “livre de peintre”, ossia libri illustrati che vedono la collaborazione fra scrittori e pittori. La prime proposte provengono dagli editori novecenteschi delle avanguardie storiche come Ambroise Vollard, Daniel-Henry Kahweiiler, Tériade, i quali promuovono collaborazioni fra letterati e artisti visivi, talvolta riservando a questi ultimi grande autonomia, come nel celebre caso di Jazz di Henri Matisse (edito da Tériade nel 1947). Questo genere di pubblicazioni è stato lungamente ricercato dai bibliofili e dai collezionisti d’arte e, anche quando il mercato dell’editoria d’arte ha accolto libri più sperimentali o i libri-oggetto, la denominazione di “livres d’artiste” è sopravvissuta divenendo un’abitudine lessicale, originando spesso alcuni fraintendimenti.

Lotto 471. Libro d’artista – Georges Braque, Erik Satie. Le Piege de Meduse, 1921. Stima € 15.000 – 17.000

In Italia questa tipologia è indissolubilmente legata al futurismo e al suo teorico Filippo Tommaso Marinetti. La critica del movimento è incentrata su due aspetti editoriali. Da una parte, critica le regole compositive dell’editoria tradizionale, alle quali Marinetti contrappone una nuova ortografia e tipografia espressiva. Si pensi ad esempio al celebre Zang Tumb Tuuum (Adrianopoli Ottobre 1912), del 1914, e a Les mots en liberté futuriste (1919). Dall’altra, punta a rivoluzionare la forma stessa del libro, come suggerisce Corrado Govoni in una lettera inviata a Marinetti: «[…] Perché non fare dei libri che aprano come organetti macchine fotografiche ombrellini ventagli?» (Salaris 1988, p. 17). In questa tensione innovativa verso una diversa forma del libro si riconosce un altro possibile atto di nascita del libro d’artista, inverato nei cosiddetti libri-oggetto. Inaugurati dal Libro imbullonato di Fortunato Depero del 1927 e dall’Anguria Lirica di Tullio D’Albisola e Bruno Munari del 1934 exempla per numerose sperimentazioni maturate nei decenni a seguire, sono caratterizzati dall’accentuazione della dimensione materica dell’oggetto e da una fruizione sinestetica.

Lotto 497. Tullio D’Albisola, Bruno Munari – L’Anguria Lirica (Lungo Poema passionale), 1934. Stima € 14.000 – 18.000

La sezione di libri d’artista che si presenta nel prossimo catalogo Finarte conta diversi esempi significativi di tale tipologia libraria. Si tratta di 36 raffinati volumi in cui si esprime tutta la varietà esecutiva propria dei libri d’artista, caratterizzati da splendide legature firmate, suite di tavole a diversi colori, aggiunte di disegni originali, dediche e inserti unici. Come nel caso de Le mamelles de Tiresias di Apollinaire (Lotto 468, stima € 2.500 – 3.000) dove compare nell’introduzione per la prima volta il termine Surrealista. Georges Braque dedica e illustra con uno splendido disegno il lotto 471, le Piege de Meduse (Stima € 15.000 – 17.00), uno dei primissimi libri con illustrazioni originali di Braque. Originalissime sono le legature dei lotti 472 e 483, realizzate in Pollopas, una resina particolarissima. Il lotto 479 vede la collaborazione tra Jean Fautrier e Georges Bataille nel realizzare con Madame Edwarda (Stima € 3.000 – 4.000) un raro testo erotico, in questo esemplare arricchito da una dedica di Fautrier a Ungaretti e da alcuni disegni originali. Unico è l’esemplare di Ballets-Minute di Pierre Lecuire, lotto 486 (Stima € 35.000 – 40.000), un testo che precorre il minimalismo. Questa copia, la numero 1, si configura come una sorta di esemplare di testa, contenente acqueforti tirate solo nella presente copia ma non accolte nell’edizione definitiva. Uno dei più celebri e iconici libri del Novecento è il famoso Dlia Golosa di Majakovskij e Lissitzky (Lotto 489, stima € 7.000 – 10.000) considerato il più sorprendente e innovativo esempio del design costruttivista. Altre splendide legature firmate coprono i lotti 493 (Stima € 8.500 – 10.000) e 496 (Stima € 22.000 – 24.000), volumi dalle tavole preziose, arricchiti da legature uniche. E per finire il lotto 497, la celebre Anguria Lirica di Bruno Munari e Tullio D’Albisola (Lotto 497, stima € 14.000 – 18.000), un esemplare quasi perfetto del più raro libro-oggetto futurista. La lito-latta futurista costituisce il più geniale e rivoluzionario esperimento futurista mai condotto sull’oggetto libro, un esperimento destinato a segnare la storia dell’editoria futurista e dello stesso movimento.

Lotto 489. Libro d’artista – Vladimir Majakovskij, Lazar Markovich LissitzkyDlia Golosa, 1923. Stima € 7.000 – 10.000

Testo di Fabio Massimo Bertolo

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L’universo creativo di Gaetano Pesce

Chi è stato Gaetano Pesce? Ogni definizione appare in qualche modo riduttiva di una traiettoria sempre ibrida e meditata: designer, scultore, architetto…Più di ogni altra cosa, in effetti, Pesce è stato un artista, con una visione lucida e impegnata che non è mai venuta meno.

Dalla formazione a Venezia, con le lezioni di Carlo Scarpa, alla fondazione del Gruppo Ennea, che sarebbe poi diventato il movimento di arte programmata Gruppo N, fino alle esperienze internazionali a Parigi e a New York, la sua ricerca è sempre stata concentrata sul presente e più ancora sul futuro. La sua produzione non è mai stata solo attenta alla forma fine a sé stessa ma anche e soprattutto al contenuto. La sperimentazione materica, in particolare con i materiali plastici schiumati e resine, non era solo motivata dal desiderio di ottenere risultati di grande impatto sia dal punto di vista visivo che tattile. Dietro ogni progetto si annidava infatti un pensiero destinato a sfidare il pubblico alimentandone la capacità di riflessione, destabilizzando senza però mai scadere nella facile provocazione.

Lotto 37. Gaetano Pesce – Big Suprise 1 small, opera unica, 2010. Stima € 1.200 – 1.600

Si prenda ad esempio la poltrona modello Shadow, del 2007, che sfrutta un processo di iniezione di schiuma poliuretanica brevettato da Meritalia per creare un oggetto che sia tanto funzionale quanto significativo. Il nome della poltrona rimanda infatti a una presenza-assenza, quella della figura umana, con l’imbottitura che sembra voler dare l’illusione dell’impronta appena lasciata da qualcuno che si sia alzato. L’immagine della poltrona vuota appare quindi tanto in attesa di qualcuno che ci si sieda quanto ricordo di chi ci si fosse seduto in precedenza, in una sottile riflessione sul tempo realizzata con materiali e colori di estrema contemporaneità. Un prodotto che è un multiplo ma che resta in qualche modo sempre unico, perché il solidificarsi della schiuma non è mai esattamente uguale. Sono invece opere uniche, tutte del 2010, Big Suprise 1 small, in resina blu, Papavero Vase, sempre in silicone e che richiama in maniera stilizzata la forma di un papavero, e Vaso, in tessuto e silicone, in cui il contrasto tra l’apparente morbidezza del tessuto e la solidità cilindrica garantita dal silicone crea un effetto al limite del perturbante, sfidando le certezze dello spettatore.

Lotto 19. Gaetano Pesce – Papavero Vase, opera unica, 2010. Stima € 1.500 – 2.000

Gaetano Pesce nelle sue creazioni non cessava mai di trovare risposte sorprendenti a domande insolite, esprimendole in forme sempre nuove al crocevia fra vari media artistici. È il caso dell’arazzo dall’ironico titolo Gioia? che risale ai primi anni del suo soggiorno newyorkese. A metà tra pittura e arazzo, realizzata in silicone e datata 1986, l’opera gioca con una texture differente fra figura in nero e sfondo rosso, con una combinazione originale di forma e materia. E se da un lato non può non far pensare alle cosiddette combustioni di Alberto Burri dall’altro le dimensioni imponenti (misura due metri e mezzo in altezza) ne fanno inevitabilmente una presenza fisica non solo dalla valenza decorativa ma anche di arredo vero e proprio.

Lotto 58. Gaetano Pesce – Gioia?, arazzo in silicone su pannello, opera unica, 1986. Stima € 60.000 – 80.000

E forse l’idea di fare di un sentimento un complemento d’arredo e di un’opera d’arte una presenza fisica impossibile da ignorare è il miglior ribaltamento possibile delle convinzioni precostituite dello spettatore, nonché l’unione perfetta fra le varie anime di Pesce, sempre in bilico fra design, arte e sperimentazione.

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Testo di Marzia Flamini

Il primo dipinto di Alberto Burri, la collezione di Lella e Fausto Bertinotti e alcuni capolavori dalla collezione di Monica Vitti

Un’asta di Arte Moderna e Contemporanea, quella che Finarte batterà a Milano nella storica sede di Via dei Bossi il 2 luglio, con in catalogo circa 150 lotti di eccezionale valore storico e artistico

Una raccolta di opere di straordinario valore storico e artistico in cui spiccano il primo dipinto di Alberto Burri, Texas, del 1945, la collezione di Lella e Fausto Bertinotti con due iconiche serigrafie di Mao di Andy Warhol e tre significativi capolavori dalla collezione di Monica Vitti: due dipinti di Giorgio de Chirico ed una tempera di Giacomo Balla dal raro ciclo delle Compenetrazioni iridescenti.

Dalla collezione Monica Vitti.
GIACOMO BALLA – Compenetrazione iridescente-studio per Penetrazione + spazio, 1912. Tempera su carta, cm 19 x 26,5.
Stima € 65.000 – 80.000

Per la prima volta sul mercato e con grande privilegio, sarà presentato il primo dipinto di Alberto Burri, Texas, 1945, stimato € 600.000 – 800.000, eseguito durante l’internamento nel campo di concentramento di Hereford in Texas, dove da medico Burri divenne pittore. Come raccontò in una nota intervista del 1994: “dipingevo tutto il giorno, era un modo per non pensare a tutto quello che mi stava intorno e alla guerra. Non feci altro che dipingere fino alla liberazione. E in questi anni capii che io ‘dovevo’ fare il pittore. (…) I quadri fatti allora sono per me oggi validi come le mie ultime opere, né più né meno in termini di intensità pittorica”.

ALBERTO BURRI – Texas, 1945. Olio su tela, cm 47 x 60,5. Stima € 600.000 – 800.000

Dalla collezione Monica Vitti provengono tre importanti capolavori: il dipinto di Giorgio de Chirico, Bagni misteriosi, del 1935 olio su tela, cm 69,7 x 49,7, valutato € 400.000 – 600.000, traduzione pittorica dell’Ospite misterioso, una delle dieci litografie eseguite nel 1934, per il volume Mythologie di Jean Cocteau, in cui il personaggio ritratto che entra nella cabina è lo stesso de Chirico. Il dipinto di Giorgio de Chirico, Niobe, del 1921 tempera su tela, cm 53 x 42, ispirato dal soggiorno fiorentino del Maestro, che frequenta assiduamente la Galleria degli Uffizi e si infatua del gruppo scultoreo di epoca romana dei Niobidi ivi custodito, l’opera viene poi esposta nel 1921 dal Pictor Optimus alla personale milanese presso la Galleria Arte. E sempre dalla collezione dell’attrice giunge la raffinatissima opera di Giacomo Balla, Compenetrazione iridescente – studio per Penetrazione + spazio, del 1912, tempera su carta, cm 19×26,5, che presenta sul verso uno studio omonimo a grafite, in asta con stima € 65.000 80.000.

Dalla collezione Monica Vitti.
GIORGIO DE CHIRICO – Niobe, 1921. Tempera su tela, cm 53 x 42. Stima € 450.000 – 650.000
GIORGIO DE CHIRICO – I bagni misteriosi, 1935. Olio su tela, cm 69,7 x 49,7. Stima € 400.000 – 600.000

Spiccano, inoltre, dalla collezione Lella e Fausto Bertinotti due serigrafie di Andy Warhol della nota serie dedicata a Mao Tse Tung nel 1972, valutate € 20.000 – 30.000 ciascuna; diverse opere di Piero Dorazio, donate dall’artista umbro ai coniugi in occasione di varie ricorrenze; una scultura in ceramica policroma di grandi dimensioni di Giosetta Fioroni e un olio su tela di Titina Maselli, Camion, del 1976.

Dalla collezione Lella e Fausto Bertinotti.
ANDY WARHOL – Mao, 1972. Serigrafia a colori es. 63-250, cm 91,4×91,4. Stima € 20.000 – 30.000

Saranno poi proposti in asta molti degli artisti attualmente più ricercati dal mercato, tra cui si segnalano due coloratissime composizioni a olio di Salvo, Una torre sassone del 1992 e Ora di pranzo del 2007 e un ricamo di Alighiero Boetti, Le nuove autonomie del 1979, cm 23 x 24, stimato € 60.000 – 80.000.

ALIGHIERO BOETTI – Le nuove autonomie, 1979. Ricamo su tessuto, cm 23 x 24. Stima € 60.000 – 80.000

Informazioni
Asta: mercoledì 2 luglio
Esposizione: da venerdì 27 giugno a martedì 1 luglio ore 10.00 – 19.00
Sede: Finarte, Milano, Via dei Bossi, 2

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Il valore del tempo: nasce ’12’, la nuova sezione collezionistica d’asta

12: una nuova sezione d'asta dedicata agli orologi. Dodici pezzi scelti per raccontare storie di stile, passione e unicità

Un orologio è l’incontro straordinario fra tecnologia, artigianalità, gusto per il bello e praticità. La scelta di un modello piuttosto che un altro è un continuo oscillare fra questi punti cardinali ideali, con alcuni modelli iconici che li bilanciano alla perfezione.

Nel corso di decenni, anzi, dei secoli, il fronte della praticità e del gusto ha portato a una progressiva riduzione delle dimensioni a favore della portabilità, con il passaggio ad esempio dagli orologi da tasca a quelli da polso.

“mini 12”, in asta il 9 giugno

Parallelamente, i mastri orologiai hanno accolto la sfida di ridurre meccanismi complicati a dimensioni sempre minori. Nei primi decenni del ‘900 questa tendenza ha raggiunto il suo massimo vertice con il movimento Duoplan, messo a punto da Jaeger-LeCoultre nel 1924. Un movimento miniaturizzato, condizione questa che pone già notevoli difficoltà tecniche, nel quale la sfida delle dimensioni viene risolta distribuendo le componenti su due piani sovrapposti. In questo modo la miniaturizzazione può procedere di pari passo con l’affidabilità e durevolezza: il rischio di un eccessivo rimpicciolimento del meccanismo era difatti la sua minor tolleranza ai fattori esterni e conseguente minor robustezza. La distribuzione su due piani permette di equilibrare le diverse esigenze in maniera ottimale. Non a caso ancora oggi, a un secolo di distanza, il principio alla base di questo movimento si riflette nel calibro 101, sviluppato nel 1929 e già reso immortale dalla Regina Elisabetta II d’Inghilterra, che lo scelse in versione gioiello per la sua incoronazione nel 1953.

“mini 12”, in asta il 9 giugno

La passione per i modelli “mini” la si ritrova anche nella selezione di segnatempo di varie maison, curata da Carlo Biagioli, che inaugura il nuovo progetto del Dipartimento di Orologi, destinato a imprimere un’impronta collezionistica all’interno di un catalogo d’asta.

“mini 12”, in asta il 9 giugno

Una sezione con dodici lotti, tanti quante le ore sul quadrante, scelti e presentati si potrebbe dire da collezionista a collezionista, in collaborazione con Alessio Coccioli, Responsabile del Dipartimento: è questo il concept dietro 12. Un’idea innovativa e collaborativa per un format destinato a durare nel tempo, e che si articolerà in maniera di volta in volta diversa, così come diverso e unico è ciascun appassionato e conoscitore, in modo da rifletterne i gusti e il percorso. Perché un orologio è sì un mix di tecnologia e artigianato e amore per il bello, oltre che uno status symbol, ma è anche qualcosa di più: è una storia.

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Testo di Marzia Flamini

Art-à-Porter: le collaborazioni che hanno rivoluzionato Louis Vuitton

In principio fu Marc Jacobs: si deve infatti al geniale stilista newyorkese l’intuizione di invitare un artista a dialogare con un fashion brand iconico come Louis Vuitton.

Era il 2001 e Jacobs, all’epoca direttore creativo del marchio, pensò di rivolgersi a Stephen Sprouse, artista e designer americano, per modernizzare la classica pelletteria Vuitton. L’idea era di dare un tocco pop, se non sfacciatamente punk, alla tipica stampa con il monogramma, sovrascrivendola con un carattere che si richiamava strettamente ai graffiti della Street Art. L’operazione ebbe immediato successo e aprì così la strada ad altre collaborazioni artistiche: come quella ancora più sfacciatamente pop con Takashi Murakami, il primo a intervenire direttamente sul Monogram LV disegnato nel 1896 da George Vuitton colorandolo e mutandone lo sfondo in bianco.

A distanza di quasi vent’anni da quella collezione iconica, nel 2020 è la volta dell’artista svizzero Urs Fischer di rimaneggiare il monogramma. Fischer ne realizza una versione plastica, quasi materica grazie alla preziosa tecnica del tuffetage in velluto con effetto a rilievo. Del resto, chi meglio di uno scultore contemporaneo per giocare con i volumi e il tatto in un raffinato gioco di specchi deformanti con la tradizione?

Lotto 164. Louis Vuitton – Borsa Neverfull Tufted Monogram Urs Fischer, 2020. Base d’asta € 1.500

Poco tempo dopo è la volta di Fornasetti: il direttore creativo Nicolas Ghesquière, in vista della sfilata che si sarebbe tenuta presso la Galleria Michelangelo del Louvre pensa immediatamente ai pattern del mitico designer milanese. La passione per l’antichità classica che trasuda dagli archivi Fornasetti diventa così un ponte tra la location della sfilata e le iconiche borse Vuitton. Ancora una volta sulla stampa Monogram LV si interviene ricoprendola in questo caso con la riproduzione di cammei colorati. I due motivi così si intrecciano e sovrappongono, per un risultato unico e senza tempo.

Lotto 158. Louis Vuitton – Borsa Cameo Metis Monogram Fornasetti. Base d’asta € 1.000

Ancora diverso è l’intervento artistico di Jeff Koons: l’artista statunitense, con le sue opere sempre sul filo del kitsch e incentrate sull’immaginario pop, ha voluto rivestire i classici modelli Vuitton con riproduzioni di opere fra le più celebri della storia dell’arte. Tra l’omaggio e l’appropriazione, secondo una modalità cara a una certa parte dell’arte contemporanea, ecco che sulle borse appaiono opere di Gauguin, Manet, Turner, Monet e Van Gogh. Su di esse campeggiano il monogramma e il motivo floreale stilizzato che ne fa parte, originariamente ispirato alle piastrelle in maiolica di Gien presenti nella cucina della storica casa Vuitton ad Asnières. Oltre ovviamente al cognome dell’artista, con un carattere che rimanda a quello che campeggia sulle magliette sportive, come se Koons e Louis Vuitton avessero voluto mettere insieme una sorta di squadra di fuoriclasse dell’arte. E in effetti è proprio quello che i direttori creativi del brand francese hanno fatto in questo quarto di secolo con le loro edizioni limitate, avviando una pratica che ha segnato per sempre la storia della moda e dell’arte.

Lotto 163. Louis Vuitton – Borsa Neverfull Jeff Koons Van Gogh, 2017. Base d’asta € 800

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Testo di Marzia Flamini

L’inedito Noli me tangere di Mattia Preti

Un dipinto inedito di uno dei protagonisti del Seicento italiano ed uno degli episodi biblici più celebri ma meno scontati dal punto di vista iconografico: sono questi gli elementi che fanno del Noli me tangere di Mattia Preti, in asta a Roma il 28 maggio, un’opera di straordinario interesse

L’episodio, preso dal Vangelo di Giovanni (20,13-18), è stato più volte trattato nella storia dell’arte, a partire dal Medioevo. Lo troviamo nell’appassionata ieraticità di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova o nell’ariosa luminosità veneta del dipinto di Tiziano custodito alla National Gallery di Londra. In esse Cristo risorto tiene Maria Maddalena a distanza: è la mattina dopo la Resurrezione, Maria si è recata al Sepolcro ma lo ha trovato vuoto. Avvertiti i discepoli essi accorrono per poi andarsene via sconvolti, mentre la Maddalena rimane sola nel giardino adiacente al sepolcro, in lacrime. Due angeli le appaiono, chiedendole perché pianga, e quando si volta dopo aver loro risposto si trova davanti Gesù. Sulle prime però non lo riconosce, credendolo invece il custode del giardino. Solo allora Gesù le si rivela e frena il suo tentativo di abbracciarlo pronunciando appunto la frase tradotta in latino come Noli me tangere (non mi toccare). Sul significato di queste parole gli esegeti si sono interrogati a lungo: il senso, celato fra le pieghe delle traduzioni dal greco al latino al volgare, è probabilmente legato al fatto che in quel momento l’urgenza per Cristo fosse di ricongiungersi al Padre. Così prega la Maddalena di non trattenerlo, traduzione più corretta dall’originale greco, ma di andare piuttosto ad avvertire i Discepoli della sua resurrezione.

Lotto 128. Mattia Preti – Noli me tangere (dettaglio).
Stima € 100.000 – 150.000

L’episodio è di per sé di grande spiritualità ma possiede anche l’intimità di un dialogo fra due individui e pur avendo un valore teologico importante si svolge in modo molto umano. Il gesto della Maddalena è spontaneo e tenero, vorrebbe abbracciarlo commossa, ma Cristo è già in una dimensione altra. Eppure le appare e le parla in un giardino, e la memoria non può che andare all’hortus conclusus, il giardino chiuso, simbolo che dal Cantico dei Cantici è stato dirottato nell’iconografia cristiana su Maria Vergine.

Lotto 128. Mattia Preti – Noli me tangere (dettaglio).
Stima € 100.000 – 150.000

Nella sua stupefatta ingenuità Maria Maddalena pensa che Gesù sia il custode del giardino e per questo spesso viene raffigurato con una vanga in mano, come nella tela di Tiziano alla National Gallery. Anche Mattia Preti opta per questa raffigurazione e addirittura aggiunge un altro dettaglio, piuttosto insolito: un cappello da contadino, che quasi offusca i raggi divini che si dipartono dal capo di Cristo. Come rileva il Prof. John T. Spike nella sua scheda per l’opera, la “vigorosa raffigurazione […] eccellente esempio dello stile energico di Preti della metà degli anni Settanta del Seicento” presenta un’altra particolarità inedita: “la raffigurazione del Cristo risorto da giovane è unica tra le altre opere di Preti su questo soggetto, ma ha un precedente notevole che ne conferma la data. Sempre nei primi anni dello stesso decennio, Preti aveva similmente ritratto San Giovanni Battista come un giovane attraente dallo sguardo penetrante in un celebre dipinto del Museo nazionale delle belle arti di Malta.”

Lotto 128. Mattia Preti – Noli me tangere (dettaglio).
Stima € 100.000 – 150.000

In questo Noli me tangere tutto è movimento trattenuto: la bionda chioma della Maddalena le fluttua alle spalle ma il suo slancio si arresta in un gesto quasi di contemplazione, mentre la torsione del busto di Cristo sembra richiamare la plasticità classica. Anche gli sguardi dei due si sfiorano ma non si incrociano: Cristo è già altrove, sta affidando alla Maddalena e, in un certo senso, al riguardante il suo messaggio prima di ricongiungersi al Padre.

Un’opera, insomma, sospesa fra terra e cielo e fra stasi e movimento, duale come la natura di Cristo che è dio e uomo insieme.

Questi temi, insieme al significato dell’interpretazione di Preti, saranno approfonditi durante la presentazione del Professor John T. Spike il 22 maggio alle ore 17 presso la nostra sede romana.

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Testo di Marzia Flamini

Rivalutazione del 122% e valore complessivo di vendita pari a € 550.000 per l’asta del Dipartimento di Arredi Antichi e Arte Orientale

L’attenta raccolta dei 231 lotti accuratamente valorizzati, ha premiato la linea dipartimentale che tende a proporre vendite raffinate e di qualità

L’inizio dell’asta di Arredi, Porcellane, Arte Orientale e una selezione di beni dalla collezione privata di Stefano Gabbana è stato scoppiettante con i lotti di arte orientale, tra cui si distingue un vaso in porcellana decorato con fenici argentate e marchio Jiaqing, aggiudicato a € 174.950 dopo un’accesa gara e continui rilanci (Lotto 26).

Lotto 26. Vaso biansato in porcellana, recante marchio Jiaqing. Lotto venduto a € 174.950

L’asta è poi proseguita con gli arredi, tra cui segnaliamo la coppia di consoles romane della fine del XVIII secolo, vendute a € 10.230 (Lotto 40), e la coppia di busti in marmo bianco con colonne in scagliola, sempre del XVIII secolo, aggiudicata a € 22.830 (Lotto 49).

Lotto 49. Coppia di busti ammantati in marmo poggianti su colonne in scagliola a finto marmo, XVIII secolo. Lotto venduto a € 22.830

Grande interesse ha suscitato la sezione dedicata ai beni provenienti dalla raccolta privata di Stefano Gabbana, tra cui spiccano le tre scimmie in argento tempestate di gemme preziose vendute a € 31.650 (Lotto 125) mentre lo sgabello da grotta con seduta a conchiglia raggiunge la straordinaria aggiudicazione di € 10.230 (Lotto 110).

Lotto 125. Tre scimmie in argento “925” dorato, smaltato e riccamente ornato con gemme preziose, da un’idea di Stefano Gabbana. Lotto venduto a € 31.650

Molto ambite anche le poltrone rivestite con i preziosi tessuti disegnati dal celebre stilista italiano, tutte aggiudicate a oltre quattro volte la base d’asta (Lotti 102, 103, 104, 109, 119 e 120).

Poltrona in legno intagliato e dorato, cimasa e fascia centrate da valva di conchiglia tra volute, braccioli e piedi terminanti a ricciolo. Secolo XIX. Lotto venduto a € 3.354

Tra gli oggetti da collezione si segnalano la rara tazza con piattino del 1750 in porcellana a decoro policromo con farfalle e insetti, della manifattura di Capodimonte, venduta a € 2.800 (Lotto 152), il mappamondo da tasca firmato John e William Cary, aggiudicato a € 7.710 (Lotto 217), e un suggestivo Memento Mori in avorio scolpito con custodia originale, passato di mano per € 4.515 (Lotto 51).

Lotto 217. CARY, John and William. Cary’s terrestrial pocket globe; agreeable to the latest discoveries. London: Pub. by J. and W. Cary Strand Apr. 1, 1791. Entro custodia originale. Lotto venduto a € 7.710

Ottimi risultati anche per le icone russe, tra cui si evidenzia quella con la Vergine di Smolensk della fine del XIX secolo, venduta a € 4.900 (Lotto 188).

Icona raffigurante la Vergine di Smolensk a tempera su tavola con riza in argento e smalti policromi. Russia, fine secolo XIX/inizio secolo XX. Lotto venduto a € 4.902

Informazioni
T. +39 02 3363801 – press@finarte.it

Catalogo online
https://www.finarte.it/asta/arredi-porcellane-arte-orientale-e-una-selezione-di-beni-dallacollezione- di-s-milano-2025-05-14

Grande risultato per il dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo di Finarte che ha proposto un catalogo di importanti dipinti e sculture

Oltre 300 lotti offerti all'incanto durante la giornata del 13 maggio per un totale complessivo di oltre mezzo milione di euro di venduto e il 100% di aggiudicato per valore nella sessione pomeridiana, confermano l’andamento positivo del settore, con risultati di spicco per Maggi, Gioli, Caputo e De Nittis

Tra i protagonisti dell’asta, svoltasi nella storica sede milanese, brilla Cesare Maggi con la monumentale tela della Val di Susa, copertina del catalogo e top lot dell’asta, che chiude a € 63.150 (Lotto 202), e con l’opera Montagne innevate venduta a quasi € 18.000 (Lotto 200) ben superando la stima iniziale di € 7.000 – € 10.000.

Ottimo momento per la pittura napoletana, tra cui spiccano le vedute di Attilio Pratella (Lotti 289, 294, 295 e 296), che hanno registrato il 100% di venduto, e Intimitè di Ulisse Caputo, venduta a € 22.830 (Lotto 299).

Lotto 296 – Attilio Pratella, Sulla riva. Lotto venduto a € 9.000

Il Ponte alla Carraia, tra i capolavori assoluti di Luigi Gioli, stimato tra i € 12.000 e i € 18.000, raggiunge la straordinaria aggiudicazione di € 40.470 (Lotto 273). Eccezionale risultato anche per Luigi Rossi che, con la ritrovata Alpigiana, inizialmente stimato € 8.000 – 12.000, sfiora i € 33.000 (Lotto 223), e per Giovanni Battista Quadrone, la cui movimentata Scena d’interno con figure ha raggiunto un prezzo di vendita di € 11.490 (Lotto 204).

Lotto 273 – Luigi Gioli, Firenze, Ponte alla carraia. Lotto venduto a € 40.470

Continui rilanci tra gli appassionati di marina per le quattro tele di Rudolf Claudus, che hanno raggiunto il risultato complessivo di oltre € 18.000 (dal lotto 278 al 281).

Importanti aggiudicazioni anche per gli artisti internazionali, tra i quali si segnalano la suggestiva Allegoria del catalano Josep Tapiró y Baró (Lotto 292, venduto a € 14.000), la delicata Veduta londinese di Giuseppe De Nittis (Lotto 300, stimato € 5.000 – 7.000, ha superato i € 15.200), l’orientalista Carlo Bossoli, venduto a oltre € 10.000 con l’evocativa Veduta di Sebastopoli (Lotto 198), e ancora La Sala degli strumenti di musica dell’italo-francese Mario Cavaglieri (Lotto 242, venduta a € 16.530).

Lotto 198 – Carlo Bossoli, Veduta di Sebastopoli al chiaro di luna. Lotto venduto a € 10.230

A chiudere la vendita, il genio romantico per eccellenza: Victor-Eugène Delacroix, rappresentato da un piccolo ma significativo Studio di testa e torso femminili, aggiudicato a € 19.000 (Lotto 308).

Lotto 308 – Eugène Delacroix, Studi di testa e torso femminili. Lotto venduto a € 19.050

Informazioni
Via dei Bossi 2, Milano | T. +39 02 3363801 | press@finarte.it

Catalogo online: https://www.finarte.it/asta/importanti-dipinti-e-sculture-arte-figurativa-tra-xix-e-xx-secolo-milano-2025-05-13/

Gioielli Importanti: 500 lotti tra epoche, stili e grandi firme

Un elegante catalogo di alta gioielleria attende collezionisti e appassionati in occasione della prossima asta di Gioielli Importanti, che si terrà lunedì 26 e martedì 27 maggio presso il Salotto di Brera di Finarte

“Parure” è la parola chiave di questo appuntamento di Gioielli Importanti. Fiore all’occhiello sarà una
preziosa collezione firmata David Webb: un’importante parure in oro bicolore con smalto nero e
diamanti, composta da collana, bracciale e orecchini (Lotto 202, base d’asta € 32.000), affiancata da
una collana sautoir in corniola e oro giallo (Lotto 485, base d’asta € 12.000).

Lotto 202. David Webb – Parure con diamanti e smalto. Base d’asta € 32.000

In catalogo si distinguono nomi internazionali di rilievo: Van Cleef & Arpels, con una raffinata demiparure in oro giallo e diamanti composta da collana a girocollo e bracciale con settori snodati uniti da
motivi in diamanti taglio brillante per un totale di 6,50 carati (Lotto 470, base d’asta € 32.000); da Piaget
una sofisticata parure del 1993 in oro giallo e diamanti composta da collana, bracciale e coppia di
orecchini con maglie snodate decorate a torchon impreziosite da diamanti taglio brillante per un totale
di circa 7 carati (Lotto 207, base d’asta € 15.000); dalla maison Cartier, tre lotti senza tempo, una
preziosa borsetta da sera in oro e platino con diamanti (Lotto 472, base d’asta € 32.000), un pendente
della collezione Panthère (Lotto 100, base d’asta € 8.000) e l’iconico bracciale della collezione Love in
oro rosa, modello classico con quattro diamanti taglio brillante (Lotto 102, base d’asta € 4.500).
Non mancano i gioielli d’artista, come il bracciale in oro giallo di Cannilla per Masenza (Lotto 237, base
d’asta € 7.000), i bracciali in oro puro di Marta Marzotto (Lotto 500, base d’asta € 10.000) e il braccialescultura in oro giallo firmato Germano Alfonsi (Lotto 242, base d’asta € 3.900).

Lotto 472. Cartier – Borsetta da sera. Base d’asta € 32.000

Protagoniste della vendita all’incanto anche le Maison italiane più celebri, tra cui Bulgari, con un anello
della collezione Serpenti (Lotto 363), in oro rosa con pavé di diamanti taglio brillante e testa in onice,
proposto con una base d’asta di € 8.000. Firmato Mario Buccellati, un raffinato bracciale rigido in oro
giallo con apertura a scatto si distingue per le tre volute ornate da rubini e zaffiri taglio marquise su
fondo rigato (Lotto 435, base d’asta € 5.000). Pomellato propone invece una collana in oro giallo a
doppia maglia piatta, con saliscendi ad asola, che può trasformarsi in bracciale (Lotto 352, base d’asta
€ 8.000). Completano la selezione italiana le firme Marina B. e Frascarolo.

Lotto 435. Buccellati – Bracciale. Base d’asta € 5.000

Chiude il catalogo una sezione dedicata alle pietre preziose certificate, con diamanti incolori come
quello che splende nell’anello firmato Fasoli (Lotto 469), in oro bianco, con diamante centrale ovale
taglio brillante da 4,14 ct e laterali trilliant per un totale di circa 1 ct, proposto con base d’asta di €
20.000. Per i Fancy color, si segnala un anello con diamante Fancy rosa di ct 0,52 certificato GIA (Lotto
347, base d’asta € 5.000) e un anello (lotto (Lotto 194, base d’asta € 12.000) con diamante centrale
taglio princess di circa 3,25 ct (probabile colore K, purezza VS1) affiancato da due diamanti fancy
yellow taglio radiant per un totale di circa 0,60 ct e brillanti decorativi. Di grande impatto anche una
spilla a ghirlanda in oro bianco, interamente incastonata con diamanti taglio brillante, marquise e
baguette per un totale di circa 20 ct (base d’asta € 5.500).

Lotto 469. Anello con diamanti. Base d’asta € 20.000

Informazioni
Asta: lunedì 26 e martedì 27 maggio
Tornate: 26 maggio, ore 14:30 – TORNATA 1 (lotti 1-249) | 27 maggio, ore 14:30 – TORNATA 2 (lotti
250-500)
Esposizione: da venerdì 23 a domenica 25 maggio dalle ore 10:00 alle 19:00

Catalogo online
https://www.finarte.it/asta/gioielli-importanti-milano-2025-05-26

Il mestiere delle mamme

La maternità nell’arte: un simbolo eterno raccontato dai capolavori dell’asta di arte figurativa del 13 maggio

L’origine della Festa della Mamma è, contrariamente ad altre feste, slegata da una matrice religiosa. Nasce quasi spontaneamente, in tempi diversi in vari paesi, tanto che persino la data in cui viene celebrata varia, da marzo a maggio. Generalmente vede la luce nel primo Novecento, in Italia verrà ufficializzata solo a fine anni ’50, ma il sentimento da cui prende vita è ovviamente ben più antico. Serviva però forse una sensibilità più moderna per non solo riconoscere l’importanza affettiva ma anche quella sociale del ruolo materno. Certo, in Italia la scelta di maggio, mese mariano per eccellenza, non è casuale, ma in fondo le doti per cui la Madonna viene celebrata sono per lo più molto umane e materne.

Lotto 223. Luigi Rossi – Alpigiana. Stima € 8.000 – 12.000

L’amore assoluto per il figlio, la cura, l’operosità che non viene mai meno pur accanto a sentimenti più alati…Dopotutto Maria era una madre del popolo, e la pittura da sempre ne ha celebrato il ruolo materno, con la sua dolcezza e delicatezza ma anche la forza morale di accettare il sacrificio del figlio. È proprio con la pittura a cavallo tra XIX e XX secolo che a questa interpretazione strettamente religiosa se ne affianca un’altra più popolare: cominciano così a venire raffigurate delle “madonne laiche” di grande intensità, a cavallo tra tradizionale iconografia mariana e più moderno realismo. Ne offrono vari esempi le prossime aste di Importanti Dipinti e Sculture e di Dipinti, Sculture e Grafiche del dipartimento di Arte Figurativa tra XIX e XX secolo. A partire dalla madre contadina al centro del trittico Terra Feconda di Alessandro Battaglia: matronale, di una bellezza ieratica, eppure dotata di una sua grazia, quasi una controparte laziale e materna della Alpigiana di Luigi Rossi o delle allegorie dell’Estate e dell’Autunno di Adolfo Belimbau.

Lotto 271. Adolfo Belimbau – Autunno. Stima € 3.000 – 5.000. Lotto 272. Adolfo Belimbau – Estate. Stima € 3.000 – 5.000

Si passa quindi alla Maternità di Cesare Laurenti, visione di duro realismo, una madre coraggio immersa nella penombra di un vicolo cittadino, ritratto di una miseria economica che non riesce a sconfiggere una grandezza morale.

Lotto 231. Cesare Laurenti – Maternità, 1905. Stima € 700 1.400

Decisamente più sereno il Madre e figlio – impressioni all’aperto di Giuseppe Bosio, un’opera che con economia di mezzi ritrae un lieto momento d’intimità tra una madre e il suo bambino.

Lotto 142. Giuseppe Bosio – Madre e figlio – impressioni all’aperto, 1932. Stima € 200 – 400

Grande serenità spira anche dal dipinto Donne al lavoro di Luciano Ricchetti, dove l’operosità lavorativa del forno si affianca a quella materna dell’allattamento e dell’accompagnamento dei primi passi di un bimbo.

Lotto 167. Luciano Ricchetti – Donne al lavoro. Stima € 700 – 1.000
Lotto 204. Giovanni Battista Quadrone – Scena d’interno con figure. Stima € 8.000 – 12.000

Anche le giovani madri della Scena d’interno con figure di Giovan Battista Quadrone sono ritratte nell’atto di occuparsi dei figli, stavolta in un contesto sociale, l’una con il figlio neonato in braccio e l’altra sostenendo la figlia mentre fa cautamente amicizia con un cane. Quello tra madri e figli è anche un rapporto di affetto fra diverse generazioni, il ciclo della vita riassunto in un’immagine che non cessa di riproporsi. Così la scena familiare e allegra raffigurata da Josep Tapiró y Baró diventa una sottile Allegoria della vita: le diverse generazioni a confronto, i teschi sulla mensola del pilastro dell’antica loggia in rovina, tutto sembra rimandare al senso del tempo che passa, accolto con sorridente bonomia. Perché alla fine, ad accomunare tutte queste madri, contadine o cittadine, popolari o borghesi, è un sentimento profondo, viscerale, di amore. E quindi auguri a tutte le mamme, passate, presenti e future!

Lotto 292. Josep Tapiró y Baró – Allegoria della vita. Stima € 2.000 – 4.000

Visualizza catalogo completo dell’asta di Arte Figurativa tra XIX e XX Secolo che si terrà il 13 maggio

Testo di Marzia Flamini