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“Sia la luce!”: le lampade must have dei grandi designer del ‘900

Un viaggio attraverso la luce e i celebri designer che nel corso del XX secolo hanno riscritto la storia degli apparecchi luminosi. Vi proponiamo una serie di lotti "must have" della prossima asta di Design e Arti Decorative.

“Dio disse: ‘Sia la luce!’. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre. Chiamò la luce giorno, e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo”.

Se anche Dio, come testimoniato nel primo libro della Genesi, dedica il primo giorno della creazione a combattere l’oscurità dando vita alla luce e al binomio giorno e notte, si può facilmente comprendere l’importanza che questo argomento ha sempre avuto per il genere umano.

D’altronde l’uomo da sempre ha cercato di combattere il buio e l’oscurità e con essi gli incubi, i pericoli e i mostri che l’impossibilità di vedere porta a credere vi risiedano. Qualsiasi luce, anche la più tenue, ci consente di vedere l’ambiente che ci circonda, tranquilizzandoci. Proprio perché il buio è uno dei nostri “nemici” più antichi, l’uomo da sempre si è impegnato nel contrastarlo, prima inventandosi modi per accendere fuochi e successivamente nei secoli con invenzioni tecnologiche come le lampade a petrolio, l’elettricità, la lampadina, i neon o il led.

Un’evoluzione continua che ha avuto tra i suoi paladini anche alcuni dei più importanti nomi del design mondiale spinti dall’idea di fare luce con il bello o di dare vita alla luce perfetta proprio come novelle divinità.

Lotto 122, Carlo Scarpa, Lampada da muro, 1930 ca. Base d’asta € 1.800

Uno dei materiali più utilizzati per queste ricerche, date le sue caratteristiche tecniche di trasparenza e flessibilità, è sicuramente il vetro e uno dei suoi massimi cantori è il veneziano Carlo Scarpa. L’architetto autodidatta che fece della perfetta coesistenza tra materiali il fulcro della sua poetica progettuale, per la vetreria Venini diede vita a dei capolavori di tecnica e forme come la lampada da muro (lotto 122) del 1930 ca., in cui tre “rami” in vetro cristallo molato si irradiano da una base in ottone e da essa pendono come dei fiori di campanula in vetro zanfirico delicatamente istoriato di bianco lattiginoso.

E, se nell’applique le linee bianche decorative dei vetri sono irregolari, al contrario nella lampada a sospensione da lui disegnata negli stessi anni sempre per Venini (lotto 123) sono a intreccio regolare a imitazione di un canestro di vimini. Un disegno che una volta illuminato Carlo Scarpa sapeva benissimo sarebbe andato a ricrearsi alle pareti della stanza dando un effetto unico all’ambiente.

Lotto 124, Barovier e Toso, Coppia di lampade da muro, 1940 ca. Base d’asta € 500

Come Venini, anche Barovier è un nome iconico della produzione vetraria muranese, essendo la loro impresa nata a metà del XIII secolo. Tra i maestri indiscussi nella lavorazione del vetro, non poterono esimersi dall’applicare le loro conoscenze anche all’illuminotecnica e alla creazione di lampade sfruttando appieno le infinite possibilità di forme e colori del vetro. Dalle forme naturali della corolla di un fiore come quelle delle lampade da muro, lotto 124, con il cristallo che va a imitare proprio la delicatezza dei petali fino alla purezza della forma del cono e dei colori del lotto 125 a firma Ercole Barovier uno dei massimi esponenti della famiglia veneziana.

Lotto 125, Ercole Barovier, Lampada a sospensione, 1950 ca. Base d’asta € 500

Tra il 1926, data del suo ingresso nella vetreria, fino all’inizio degli anni Settanta, seppur non essendo direttamente un “soffiatore”, cioè un tecnico realizzatore, diede vita e introdusse nuove tecniche realizzative nell’arte vetraria spesso intravedendo le potenzialità tattili e visive negli “errori” e sbagli di produzione che immancabilmente caratterizzano la lavorazione di una materia viva e mai doma quale il vetro. A lui per esempio viene attribuita l’ideazione della lavorazione a Murrina, in pratica di quella che poi negli anni è diventata la lavorazione iconica del vetro di Murano.

Lotto 135, Gino Sarfatti, Lampada mod. 586, 1962. Base d’asta € 700

Se Barovier è stato uno dei “poeti” del vetro, sicuramente Gino Sarfatti è il “sommo poeta” delle lampade. Il designer di origine venete ha infatti dedicato tutta la sua vita alla creazione di punti luce ottenendo risultati e soluzioni ancora oggi riconosciute uniche. Anche se la sua avventura era nata un po’ per caso: rappresentante commerciale di una vetreria d’arte, tutto ebbe inzio quando, su invito di un cliente, modificò un vaso trasformandolo in lampada. L’azienda da lui fondata nel 1939, l’Arteluce Società Anonima A.L., e attiva fino a metà degli anni Settanta arrivò ad avere in catalogo fino a 700 modelli con 26 brevetti depositati, quasi nella totalità disegnati da Gino Sarfatti.

Lotto 133, Gino Sarfatti, Lampada da terra mod. 1086, 1961. Base d’asta € 3.000

Un personaggio timido e schivo nella vita – forse per questo le sue lampade non hanno nomi di fantasia, ma semplici serie di numeri progressivi – che ci ha regalato oggetti come la lampada da terra modello 1086, lotto 133, o le due lampade da tavolo “sempre in piedi” lotti 134 e 135, in cui l’ideatore ha scarnificato l’idea di lampada portandola alla sua essenza senza, però, tralasciare l’importanza delle linee e l’appagamento dell’occhio.

Lotto 134, Gino Sarfatti, Lampada mod. 600/C, 1966. Base d’asta € 400

Se nei suoi prodotti Sarfatti lavorava per sottrazione, Angelo Mangiarotti per le sue “Giogali” del 1966 (lotto 142) ha lavorato per addizione. L’architetto e designer milanese per le sue lampade da muro, prodotte da Vistosi, crea una maglia di anelli di vetro, una vera e propria stoffa trasparente che frapponendosi alla lampadina va a creare alle pareti dei giochi di luce che divengono un vero e proprio elemento decorativo. I punti luce perfetti per chi non ama appendere quadri ma che vuole stupire i suoi ospiti con effetti unici.

Lotto 142, Angelo Mangiarotti, Giogali, 1966. Base d’asta € 1.800

 

“La luce è la quarta dimensione. Qualcosa di spirituale, di mistico, strettamente connesso al nostro benessere”

Come uniche sono le creazioni del tedesco Ingo Maurer. A testimoniare il suo amore per il mondo dell’illuminazione basta dire che in cinquant’anni di carriera ha progettato più di 200 modelli di lampade spinto dall’idea che: “La luce è la quarta dimensione. Qualcosa di spirituale, di mistico, strettamente connesso al nostro benessere”. Alla ricerca perenne della luce più adatta per ogni circostanza, Ingo Maurer ha utilizzato nelle sue creazioni tutte le tipologie di illuminazione dalle lampadine ad incadescenza, iconiche le sue “Lucellino” (semplicissime lampadine dotate di ali d’angelo), fino ai led e agli oled più moderni. Uno dei modelli più raffigurativi di Maurer è la lampada da terra modello “Gulp”, (lotto 146), in metallo regolabile e con un sistema di regolazione che permette appunto a ognuno di avere la sua luce “ideale”.

Lotto 146, Ingo Maurer, Lampada da terra, 1960 ca. Base d’asta € 900

Progettare è un po’ come comporre poesie: richiede tempo, dedizione e continue limature per ottenere l’effetto desiderato, dalle parole come dall’oggetto. Un designer poeta è sicuramente Tobia Scarpa, che trent’anni dopo, con lo stesso spirito di creatività del padre Carlo, ha un approccio totalmente diverso al tema lampada a sospensione (lotto 144).

Per il suo progetto per Flos si ispira alla natura e alle forme del fiore di loto capovolgendolo e realizzandolo in ottone laccato bianco. Forme armoniche e morbide che caratterizzano la maggior parte delle creazioni di questo designer amante della natura dall’animo gentile, se come lui stesso afferma: “Ho sempre pensato che ogni azione che realizza un manufatto destinato a durare nel tempo diventi di per stesso immagine del suo creatore”.

Lotto 144, Tobia Scarpa, Coppia di lampade, 1962. Base d’asta € 900

Noi siamo grati a tutti loro che con le loro creazioni ci permettono non solo di combattere l’oscurità che da un certo punto della giornata in poi avvolge naturalmente le nostre vite ma di poterlo fare con il Bello.

L’asta di Design e Arti Decorative del prossimo mercoledì 28 aprile propone, tra i 160 lotti in catalogo, una ricca selezione di lampade, lampadari e appliques dei grandi designer del ‘900. Scopri subito tutti i lotti in asta!

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