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Opere dalla Collezione di Bruno Mantura

martedì 23 marzo 2021, ore 15:00 • Roma

57

Umberto Prencipe

(Napoli 1879 - Roma 1962)

Lotto di tre incisioni, 1912

Stima

€ 500 - 800

Lotto venduto

€ 640

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

a) Cimitero di campagna

acquatinta a colori su carta, cm 41 x 33,5

firmata a matita in basso a destra: U. Prencipe

Dalla stessa matricesono state tirate due serie (1912; 1941) di cinquanta esemplari. 

b) Cartello per invito

acquaforte su carta, cm 19,5 x 27,5

c) Il capanno

acquaforte su cartoncino, cm 12,2 x 15,2

firmata a matita in basso a destra: U. Prencipe / invito


Bibliografia

a)
S. Spinazzè, Umberto Prencipe (1879-1962), Orvieto 2008, p. 126 n. 142 (ripr.), p. 260 n. 83 (con bibliografia precedente);
Umberto Prencipe 1879-1962. Realtà e visione, catalogo della mostra a cura di T. Sacchi Lodispoto e S. Spinazzè, Roma, Museo di Roma, 27 maggio – 13 settembre 2009,  p. 98 n.41; 
Umberto Prencipe e la Toscana. Tra tradizione e modernità, catalogo della mostra a cura di T. Sacchi Lodispoto e S. Spinazzè, Lucca, Fondazione Ragghianti, 28 febbraio-22 giugno 2014,p. 160 n. 97.
b)
S. Spinazzè, Umberto Prencipe (1879-1962), Orvieto 2008, p. 135 n. 157 (ripr.),  p. 260 n. 84 (con bibliografia precedente). 


c)

S. Spinazzè, Umberto Prencipe (1879-1962), Orvieto 2008, p. 126 n. 143,  p. 260 n.82 (con bibliografia precedente).

Formatosi all'Accademia di Belle Arti di Roma, Umberto Prencipe si afferma tra i principali esponenti della stagione simbolista romana alla mostra della Società degli Amatori e Cultori del 1905 con il dipinto Clausura, acquistato dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Legato alla cerchia che fa capo a Giacomo Balla e Giovanni Prini, l’artista in seguito soggiorna a Orvieto, mettendo a punto una personale poetica basata sulle teorie del “paesaggio stato d'animo” e su stimoli della letteratura simbolista e crepuscolare. L’incisione, a cui inizia a dedicarsi da autodidatta a partire dal 1905, si qualifica da subito quale medium privilegiato per tradurre il suo umbratile mondo interiore tendente alla malinconia e all’isolamento. Risalgono infatti al fecondo periodo orvietano rare puntesecche e visionarie acqueforti e acquetinte che gli varranno successivamente la nomina a professore di incisione all'Istituto di Belle Arti di Lucca e alle Accademie di Napoli e Roma. In tali opere la città umbra con la sua rupe impervia, le sue torri, i suoi muri antichi, la presenza incombente del duomo, gli spazi chiusi e raccolti si qualifica quale motivo ispiratore privilegiato, ideale luogo di rispecchiamento dei suoi stati psichici. Identificata con la Bruges descritta da Georges Rodenbach nel romanzo Bruges-la-Morte e vissuta attraverso le descrizioni letterarie di Gabriele d’Annunzio ne Il trionfo della morte e nella raccolta di liriche Le città del silenzio, Orvieto è ritratta spesso in vedute dal basso che ne amplificano il carattere isolato divenendo così emblema della condizione solitaria dell'artista, oppure viene colta nei suoi spazi vuoti e deserti,  immersi nella nebbia, nella notte o nel crepuscolo, dove le torri e il profilo del duomo acquistano accenti irreali e diventano inquietanti apparizioni. L’assunzione simbolica del dato reale è favorita dalla sintesi del linguaggio in contrapposizioni di sintetiche masse di chiari e di scuri, e dal restringimento del campo visivo in una tendenza al frammento, alla messa a fuoco fotografica comune anche all’ambiente romano (Balla, Cambellotti, Grassi, artisti con cui è in contatto in quegli anni), come è evidente ne Il duomo o in Il convegno. Quest'ultima, eseguita a Roma e raffigurante l’arco delle campane a piazza San Pietro, nell'ombra misteriosa proiettata dalle statue che appaiono fantasmatiche presenze ben esemplifica la capacità di Prencipe di investire il dettaglio architettonico di tensioni misteriose. Una visione ravvicinata, concentrata, capace di rendere parlante un particolare è inoltre ne Il capanno, immagine di un solitario capanno nella campagna orvietana, e in Cimitero di campagna, dove il motivo della finestra, elemento molto ricorrente nel simbolismo esistenziale di Prencipe come immagine di isolamento, è in questo caso reso più drammatico dalla presenza della grata che imprigiona l'artista al di qua della vita.


Sabrina Spinazzè

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