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Libri, Autografi e Stampe

giovedì 20 giugno 2019, ore 11:00 • Roma

10

Gadda, Carlo Emilio

Taccuini di Guerra, 1917

Stima

€ 20.000 - 30.000

Lotto venduto

€ 37.460

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Elenco dei Taccuini e documenti gaddiani presenti nel lotto:

1.1916 A. Descrizione di armi, 27-28/5/1916. Coninformazioni sui reparti di mitragliatori e sulla mitragliatrice Saint Etienne.INEDITO

2.Giornale di Guerra per l’anno 1916. Vicenza, 4giugno 1916-26 ottobre 1916. Edito nel Giornaledi Guerra e di Prigionia.

3.Diario di Caporetto. MCMXVII. Pubblicato nel1991 da Garzanti.

4.Quaderno di Rastatt. Lettere dalla Germania aifamiliari. 30 pp. 17 nov.1917. INEDITO

5.2 maggio 1918-4 novembre 1918. Taccuino. Editonel Giornale di Guerra e di Prigionia.

6.Celle Lager 1918 nov. 4° quaderno. Novembre 1918,“Note autobiografiche”. 34 pp. INEDITO.

7.Celle Lager 1918 14 nov ’16 – 16 dic. 5°quaderno, pp.96. INEDITO.

8.Celle Lager 1918 14 nov. Poesia di Ugo Betti, 11pp. INEDITO.

9.Taccuino piccolo, 7 nov.’18, 9 nov.’18

10.Taccuino piccolo, 16 dic.’18

11.Taccuino. 18 dic.’18-31 dic.’19. Edito nel Giornale di Guerra e di Prigionia.

12.Celle Lager. 30 ott. 1918. Traduzione di Heine,8 pp. INEDITO.

Tutti i taccuini si presentano in precarie condizioni diconservazione, in alcuni casi la scrittura risulta difficilmente leggibile, inaltri no.





“C’è ancora un Gadda tutto da scoprire, tutto da spiegare e capire, ed è quello delle prose belliche. Che richiederà l’esercizio…di una “filologia delle parasanghe”, e cioè ben addentro nelle cose d’artiglieria e dei regolamenti militari, nell’accidentata topografia dei fronti e della guerra intrincea…Sulle prose militari di Gadda non esiste praticamente bibliografia (…)Anche come documento storico, gli splendidi taccuini gaddiani sono destinati,confido, a una meritata fortuna”. (G. Gorni, in The Journal of Gadda Studies, University of Edinburgh)
 
Il Gaddus Duca di Sant’Aquila che redige questi taccuini è lo stesso Gadda che una decina di anni dopo esordì sulle pagine di Solaria con un saggio critico su Manzoni, decidendo quindi di votare la sua vita alla letteratura. Come scrive Gorni, in questi scritti bellici “la polifonia è già esistente, dall’asineria al sublime, e il mondo ideale già ben consolidato”, e dunque proviamo ad addentrarci tra queste faticose paginette vergate su taccuini ormai stinti dal tempo e dagli eventi atmosferici, che devono aver accompagnato il nostro Tenente nei suoi frequenti spostamenti.
Il quarto dei quadernetti, di pelle chiara dove campeggia sulla coperta superiore una svastica e il n.2636, contiene la trascrizione delle lettere dalla Germania durante la prigionia di guerra, iniziato a Rastattil 17 novembre 1917. Sono 30 pagine fitte di scrittura che si concludono con la lettera datata 5 gennaio 1918. Perlopiù indirizzate alla madre, esprimono i bisogni materiali del prigioniero Gadda e le sue richieste sono basilari evitali: pane, legumi, farina, cioccolata, ma anche coperte e vesti calde. La sua primaria preoccupazione è per il dolore e la preoccupazione che sa di aver inferto alla madre e ai suoi familiari, a causa di tale prigionia, e la sua preoccupazione è che non giungano a destinazione perché bloccate dalla censura a causa delle troppe allusioni che contengono: “…è evidente che, per avere la certezza dell’arrivo delle mie lettere, devo mutare stile.” Una prosa poetica ap.28 si intromette nell’ordine delle missive, ed è testo spiazzante: “Non dentro dal vano della notte paurosa, dove vagano i fantasmi della superstizione, ma su dal buio dell’anima, su dall’orribile buio del futuro deserto d’ogni speranza risuona una forma che mi chiama a soccorso: il suo sguardo implora pietà e il suo viso disfatto dalla sofferenza testimonia che solo una prepotente necessità lo spinge alla invocazione”.
Il successivo quadernetto n.6 reca come titolo Note Autobiografiche Novembre 1918, scritto da Celle Lager (Hannover). Il testo si sviluppa in 31 fitte paginette dove centrale è la sua riflessione, condotta a latere dei pensieri sulla rivoluzione in atto in Germania, sulla poesia dell’amico e compagno di prigionia Ugo Betti. La baracca 15 c fu luogo di ritrovo pe rGadda, Betti, Tecchi e altri illustri prigionieri, allora solo giovani di belle speranze. E le speranze del giovane Betti erano anche di natura poetica: Gadda ascolta, riflette e commenta le poesie del compagno di sventura, in pagine fitte di riflessioni estetiche preziose. In conclusione, una paginetta emblematica del Gaddus a venire:
“Contegno e Lavoro, nel caso che guerre,rivoluzioni, malattie o altre avversità non mi costringano a deliberare sull’impreveduto.[Titoletto] Attività Estetica. 1. Nei riguardi della mia persona o di quanto mi circonda continuare nei metodi di ordine, senza per altro spingerli fino alla mania: (libri, carte, amministrazione). 2. E’ necessaria una molto maggiore eleganza nel vestire. 3. Per ciò che riguarda il contegno, determinat oanche da ragioni non estetiche, vedere il paragrafo speciale. 4. Per ciò che riguarda i materiali di intuizione, non sempre distinta dal concetto, continuare per la via già adottata, ma ampliandola e facendola più sicura e sempre volontaria; in viaggi, divertimenti, studio, relazioni intime (determinare volitivamente lo stato intellettuale) e conoscere. Vedi per le necessità comuni all’intuizione e al concetto, il capitolo conoscenza. 3°. Nei riguardi patriottici,famigliari, umani, eleggere per valori estetici dopo aver eletto per valori morali: (come in passato!). In casi di spostamento e annullamento caotico delle possibilità morali, legge estetica più ferma che in passato.”
Ma l’acme di raggiunge nel diario numerato 7, sempre redatto a Celle Lager, datato 14 novembre-16 dicembre 1918. Si apre a p.3 con un testo programmatico di straordinaria densità intellettuale, dove Gadda spiega il senso della sua scrittura e la struttura che vorrà dare a queste sue note, del presente taccuino e di quelli successivi. Sono dodici pagine fitte, scritte di getto (a voler credere alle sue parole) nelle quali costruisce un metodo di lavoro, detta le regole, spiega intenzioni e volontà della scrittura.
“Inizio in questo momento una serie di note. Compio oggi il mio venticinquesimo anno di vita. Unico fine di questo mio scrivere è il poter ricordare meglio di quanto non consentirebbe la sola memoria quei tratti della mia vita che più mi paiono degni di attenzione. Quali essi siano non mi curo ora di investigare. Voglio ricordare per il piacere di rivivere, o per la necessità di trar profitto del passato ammaestratore, o per il tornaconto diretto del mantener vicino e vivo alcunché di utile, persone, luoghi, negozi,istituzioni; e più anche per essere meglio conscio del mio sviluppo e per attingere dalle vicende vissute materiali di lavoro e di espressione: e un po’forte per misurare al lume del dopo quanta luce o qual tenebre circondi, in ciascuna pausa di riflessione, il mio spirito; e per altri motivi forse, che or non occorrono alla mia attenzione. Il precedente diario da me tenuto alquanto saltuariamente era unico; unica è la vita e unica la sua storia. Ma da oggi ho pensato di sdoppiar queste note in due corsi paralleli come in due canali dell’acqua per una più comoda distribuzione. Tale sdoppiamento non ha senso filosofico ma solo vorrebbe esaudire a una convenienza tecnica. Vita notata. Nel primo corso o sviluppo, che scrivo su questo libro contrassegnato S, terrò memoria più propriamente della mia vita, nel senso immediato della parola…”.
Siamo di fronte ad uno sconosciuto testimone del pensiero gaddiano nella sua primissima espressione, che si fa scrittura con uno stile già inconfondibile e un lucido, rigore argomentativo che rivelano coscienza piena dei propri mezzi e consapevolezza del proprio destino, ad appena 25 anni.

Note Specialistiche

“C’è ancora un Gadda tutto da scoprire, tutto da spiegare e capire, ed è quello delle prose belliche. Che richiederà l’esercizio…di una “filologia delle parasanghe”, e cioè ben addentro nelle cose d’artiglieria e dei regolamenti militari, nell’accidentata topografia dei fronti e della guerra intrincea…Sulle prose militari di Gadda non esiste praticamente bibliografia (…)Anche come documento storico, gli splendidi taccuini gaddiani sono destinati,confido, a una meritata fortuna”. (G. Gorni, in The Journal of Gadda Studies, University of Edinburgh)
 
Il Gaddus Duca di Sant’Aquila che redige questi taccuini è lo stesso Gadda che una decina di anni dopo esordì sulle pagine di Solaria con un saggio critico su Manzoni, decidendo quindi di votare la sua vita alla letteratura. Come scrive Gorni, in questi scritti bellici “la polifonia è già esistente, dall’asineria al sublime, e il mondo ideale già ben consolidato”, e dunque proviamo ad addentrarci tra queste faticose paginette vergate su taccuini ormai stinti dal tempo e dagli eventi atmosferici, che devono aver accompagnato il nostro Tenente nei suoi frequenti spostamenti.
Il quarto dei quadernetti, di pelle chiara dove campeggia sulla coperta superiore una svastica e il n.2636, contiene la trascrizione delle lettere dalla Germania durante la prigionia di guerra, iniziato a Rastattil 17 novembre 1917. Sono 30 pagine fitte di scrittura che si concludono con la lettera datata 5 gennaio 1918. Perlopiù indirizzate alla madre, esprimono i bisogni materiali del prigioniero Gadda e le sue richieste sono basilari evitali: pane, legumi, farina, cioccolata, ma anche coperte e vesti calde. La sua primaria preoccupazione è per il dolore e la preoccupazione che sa di aver inferto alla madre e ai suoi familiari, a causa di tale prigionia, e la sua preoccupazione è che non giungano a destinazione perché bloccate dalla censura a causa delle troppe allusioni che contengono: “…è evidente che, per avere la certezza dell’arrivo delle mie lettere, devo mutare stile.” Una prosa poetica ap.28 si intromette nell’ordine delle missive, ed è testo spiazzante: “Non dentro dal vano della notte paurosa, dove vagano i fantasmi della superstizione, ma su dal buio dell’anima, su dall’orribile buio del futuro deserto d’ogni speranza risuona una forma che mi chiama a soccorso: il suo sguardo implora pietà e il suo viso disfatto dalla sofferenza testimonia che solo una prepotente necessità lo spinge alla invocazione”.
Il successivo quadernetto n.6 reca come titolo Note Autobiografiche Novembre 1918, scritto da Celle Lager (Hannover). Il testo si sviluppa in 31 fitte paginette dove centrale è la sua riflessione, condotta a latere dei pensieri sulla rivoluzione in atto in Germania, sulla poesia dell’amico e compagno di prigionia Ugo Betti. La baracca 15 c fu luogo di ritrovo pe rGadda, Betti, Tecchi e altri illustri prigionieri, allora solo giovani di belle speranze. E le speranze del giovane Betti erano anche di natura poetica: Gadda ascolta, riflette e commenta le poesie del compagno di sventura, in pagine fitte di riflessioni estetiche preziose. In conclusione, una paginetta emblematica del Gaddus a venire:
“Contegno e Lavoro, nel caso che guerre,rivoluzioni, malattie o altre avversità non mi costringano a deliberare sull’impreveduto.[Titoletto] Attività Estetica. 1. Nei riguardi della mia persona o di quanto mi circonda continuare nei metodi di ordine, senza per altro spingerli fino alla mania: (libri, carte, amministrazione). 2. E’ necessaria una molto maggiore eleganza nel vestire. 3. Per ciò che riguarda il contegno, determinat oanche da ragioni non estetiche, vedere il paragrafo speciale. 4. Per ciò che riguarda i materiali di intuizione, non sempre distinta dal concetto, continuare per la via già adottata, ma ampliandola e facendola più sicura e sempre volontaria; in viaggi, divertimenti, studio, relazioni intime (determinare volitivamente lo stato intellettuale) e conoscere. Vedi per le necessità comuni all’intuizione e al concetto, il capitolo conoscenza. 3°. Nei riguardi patriottici,famigliari, umani, eleggere per valori estetici dopo aver eletto per valori morali: (come in passato!). In casi di spostamento e annullamento caotico delle possibilità morali, legge estetica più ferma che in passato.”
Ma l’acme di raggiunge nel diario numerato 7, sempre redatto a Celle Lager, datato 14 novembre-16 dicembre 1918. Si apre a p.3 con un testo programmatico di straordinaria densità intellettuale, dove Gadda spiega il senso della sua scrittura e la struttura che vorrà dare a queste sue note, del presente taccuino e di quelli successivi. Sono dodici pagine fitte, scritte di getto (a voler credere alle sue parole) nelle quali costruisce un metodo di lavoro, detta le regole, spiega intenzioni e volontà della scrittura.
“Inizio in questo momento una serie di note. Compio oggi il mio venticinquesimo anno di vita. Unico fine di questo mio scrivere è il poter ricordare meglio di quanto non consentirebbe la sola memoria quei tratti della mia vita che più mi paiono degni di attenzione. Quali essi siano non mi curo ora di investigare. Voglio ricordare per il piacere di rivivere, o per la necessità di trar profitto del passato ammaestratore, o per il tornaconto diretto del mantener vicino e vivo alcunché di utile, persone, luoghi, negozi,istituzioni; e più anche per essere meglio conscio del mio sviluppo e per attingere dalle vicende vissute materiali di lavoro e di espressione: e un po’forte per misurare al lume del dopo quanta luce o qual tenebre circondi, in ciascuna pausa di riflessione, il mio spirito; e per altri motivi forse, che or non occorrono alla mia attenzione. Il precedente diario da me tenuto alquanto saltuariamente era unico; unica è la vita e unica la sua storia. Ma da oggi ho pensato di sdoppiar queste note in due corsi paralleli come in due canali dell’acqua per una più comoda distribuzione. Tale sdoppiamento non ha senso filosofico ma solo vorrebbe esaudire a una convenienza tecnica. Vita notata. Nel primo corso o sviluppo, che scrivo su questo libro contrassegnato S, terrò memoria più propriamente della mia vita, nel senso immediato della parola…”.
Siamo di fronte ad uno sconosciuto testimone del pensiero gaddiano nella sua primissima espressione, che si fa scrittura con uno stile già inconfondibile e un lucido, rigore argomentativo che rivelano coscienza piena dei propri mezzi e consapevolezza del proprio destino, ad appena 25 anni.

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