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Arte Africana / Opere dalla Collezione Svizzera di Walter Schwab

mercoledì 13 ottobre 2021, ore 17:00 • Milano

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KONGO / YOMBE, Congo Brazzaville

Stima

€ 18.000 - 24.000

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Informazioni

h 17,6 cm
Statuetta commemorativa di una donna-capo ripresa con bambino vivo in braccio.
Legno duro a patina scura, rotture d’epoca.Questi esemplari, che rappresentano il motivo della madre con bambino, che pure è presente nella produzione di molte altre popolazioni africane, sono stati realizzati nella regione costiera del Basso Congo, Point Noire e Cabinda, dai gruppi Kongo, Vili, Yombe, e altri popoli del Congo, perché tutti adottano una discendenza matrilineare.La scultura rappresenta una figura mitologica, la donna fondatrice del clan.Queste opere prendono il nome dal termine indigeno che individua il caolino (Phemba), un’argilla bianca, spalmata sulla loro superficie, che, oltre a svolgere una funzione protettiva, aveva una funzione simbolica e terapeutica.L’opera era conservata da un capo famiglia in una cappella sopra un altare dove veniva onorata di tanto in tanto cospargendola con unguenti protettivi. Aveva una parte attiva nel culto degli antenati perché ad essa erano dedicate offerte e preghiere rivolte agli avi. Oltre alla funzione religiosa la scultura svolgeva il ruolo politico-sociale di testimoniare alla gente del villaggio che la moglie del capo ha avuto il dono della fertilità, un tema che ha sempre preoccupato le popolazioni africane e che era motivo di ripudio per le donne sterili. Queste opere hanno reso la statuaria di questi gruppi famosa in tutto il mondo. Questo esemplare, scolpito in una dimensione ridotta (17.6 cm), prerogativa riservata ai grandi maestri perché questi modelli di solito misurano 25 - 55 cm, riprende una complessa iconografia che si tramanda da secoli.La figura della madre è inginocchiata sulla gamba destra mentre trattiene il figlio con una mano adagiato sulla gamba sinistra. Con l’altra mano cerca il contenitore che si trova al suo fianco per ungere il neonato con sostanze protettive. È l’istantanea di un gesto abituale, una rappresentazione in miniatura, ripresa in un’alternanza di volumi che evidenziano una tecnica geniale eseguita da pochi altri scultori!

Provenienza

Galleria Merton Simpson, New York (1928 - 2013) (*) Vita di Merton Simpson;
Galleria Paolo Morigi, Lugano (1978);
Collezione Walter Schwab, Berna (inv. WS 333) (2004

Bibliografia

LEHUARD RAOUL, Les Phemba du Mayombe, Arnouville, Francia, 1977 (59);
LEHUARD RAOUL, Art Bakongo: Les centres de style, Arnouville, Francia 1989, volume II°, Yombe, pag. 579, K6- 1-1, 30 cm (233 bis);
Arts d’Afrique Noire n° 71, Arnouville, Francia, Autunno 1989, pag. 12;

Note Specialistiche

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Tutto il corpo è segnato da tatuaggi pettorali e dorsali eseguiti con precisione, una moda di decorare il corpo caratteristica di questi gruppi. Al collo della donna è scolpita una raffinata collana e, sopra i seni, si vede la cordicella che portavano le donne in Congo per rassodare i muscoli pettorali rilassati dopo l’allattamento. Su polsi e avanbracci indossa grossi anelli, simboli di nobiltà e prestigio. Come in tutte le sculture femminili Kongo, Yombe, Vili, il volto è rivolto all’insù, la bocca aperta lascia intravedere una fila di denti limati secondo una moda diffusa in molti gruppi dell’Africa. Gli occhi sono segnati da due pezzetti di ceramica bianca, le orecchie riprendono la forma del 9. La donna indossa un copricapo circolare e, nella parte bassa della schiena, un perizoma scolpito legato con un cordoncino intorno al bacino. I seni turgidi sono la testimonianza dell’allattamento. Il cuscino rettangolare che sostiene la figura è anch’esso impreziosito con una serie di incisioni a motivi geometrici.La delicata immagine della figura femminile che, i grandi maestri congolesi hanno scolpito in posizione seduta e simmetrica, li ha resi famosi nel mondo per la bellezza sublime del gesto materno.Gli scultori Kongo, Yombe, Vili, hanno saputo interpretare la figura umana ripresa in atteggiamenti dove prevalgono posizioni insolite degli arti che risultano disallineati ed asimmetrici. Una caratteristica scultorea, forse più evoluta, che si differenzia dalla gran parte della produzione tribale africana che, al contrario, prevede una perfetta simmetria della figura umana.

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