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Il lato nascosto di Mario Schifano

Nel suo atelier di Via delle Mantellate a Trastevere, Mario Schifano dedicò una parete al free climbing, personalizzandola con la sua pittura e trasformandola così in una vera e propria opera d’arte. Quella parete di sei metri, che rivela un lato poco conosciuto dell'artista, andrà in asta il prossimo 18 dicembre a Roma.

Ricercando online i ritratti fotografici di Mario Schifano si vede comparire un uomo magro e slanciato, di media altezza, dalla fronte alta con un ciuffo di capelli che, con l’avanzare degli anni, cresce smisuratamente, forse per nascondere una calvizie anche lei in divenire. Pochi sorrisi tiratissimi e forzati, ma uno sguardo perennemente malinconico che buca lo spettatore, sembra quasi pretendere anche da noi che l’osserviamo dopo anni delle scuse per averlo interrotto nella sua pratica più amata: la pittura.

Comprensibilmente irritato quando, come afferma il critico d’arte Flaminio Gualdoni, nelle sue vene non scorreva sangue ma colori. L’immagine di un uomo “normale” che riusciamo a raffigurarci sempre e solamente nel suo studio a dipingere.

Quindi grande è lo stupore nel vedere alcune fotografie, proprio del suo studio, con una parete da free climbing montata a testimoniare un lato inaspettato di Mario Schifano, quello sportivo e appassionato di arrampicata. Sicuramente questo lato “nascosto” non avrebbe creato nessuna reazione in Goffredo Parise e Enzo Siciliano, i due scrittori amici dell’artista che lo descrivevano spesso come “un piccolo puma” e “un gatto smorfioso”, dotato dunque di quell’agilità nervosa alla base proprio di quest’attività sportiva.

Lo studio di Mario Schifano in via delle Mantellate con la parete

Una parete da free climbing di sei metri personalizzata dallo stesso Schifano che l’ha resa, così, una vera e propria opera d’arte, come tutto quello che passava sotto la combinazione del suo estro creativo e delle sue mani. Quale soggetto migliore allora se non la raffigurazione di un paesaggio montano o il ritratto “anemico” di una montagna dettati dalla propria memoria: due casette dal tetto rosso sorgono alla base di una cima altissima e innevata, la prima ha delle ampie vetrate per godere del paesaggio. Alla sua sinistra uno strano tondo giallo con al suo interno dei pois azzurri più piccoli, un gioioso cespuglio fiorito.

 

Una pittura all’apparenza elementare, quasi fanciullesca, dotata però di una forza unica che non può lasciare indifferenti nella sua capacità di comunicare l’essenza stessa delle cose e per questo comprensibile da ogni essere vivente sul pianeta e che ha caratterizzato la sua produzione fin dagli esordi alla fine degli anni Cinquanta. Una qualità unica nelle opere di Mario Schifano, un pittore sicuramente non per necessità ma per vocazione e istinto naturale.

MARIO SCHIFANO, Parete per Free climbing, 1993

Partecipando il 18 dicembre all’asta di Moderno e Contemporaneo di Finarte e aggiudicandovi questa parete da free climbing del 1993 non entrereste, quindi, in possesso solamente di un’opera di Mario Schifano, ma anche di un vero e proprio “pezzo” della sua vita.

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