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Padova Finarte / Automobili da Collezione

venerdì 25 ottobre 2019, ore 14:30 • Padova

48

1999 Qvale Qvale A.G. Mangusta

telaio no. ZF498M00000010001

Stima

€ 70.000 - 75.000

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Informazioni

  • Primo esemplare prodotto.
  • Produzione limitata: circa 280 prodotte, di cui solo 18 per il mercato europeo.
  • Esemplare presentato al Los Angeles Auto Show, il 6 gennaio 2000.
  • Unico proprietario, solo 3.000 km percorsi da nuova.
  • L’ultima creatura di Alejandro De Tomaso, disegnata da Marcello Gandini.

Documenti
Immatricolazione e targhe italiane in ordine.
Eleggibilità
Eleggibile nei principali concorsi d'eleganza, nelle categorie per "instant classic", secondo le specifiche categorie e regolamenti.

Provenienza

Il modello
La Qvale Mangusta nasce dal desiderio di creare una vettura sportiva, essenziale ma raffinata; l’ispirazione veniva dalle TVR: le vetture inglesi avevano colpito il direttore tecnico della Maserati, Giordano Casarini, che convinse l’amico e costruttore argentino, Alejandro De Tomaso, a costruirne una presso i suoi stabilimenti a Modena. De Tomaso fece realizzare un prototipo con le linee del maestro Marcello Gandini, prototipo che prese il nome di De Tomaso Biguà; l'auto debuttò nel 1996 al salone dell'automobile di Ginevra. De Tomaso, tuttavia, non era in grado di sostenere le spese di produzione in serie del modello e fu così che entrarono in scena i Qvale, importante famiglia americana proprietaria di numerosi concessionari sparsi in tutto il nord America. Kjell Qvale, primo presidente del concorso d’eleganza di Pebble Beach, è considerato una moderna leggenda americana, fu uno dei pionieri dell'importazione di auto straniere in America nel secondo dopoguerra ed arrivò, nel 1970 ad acquistare l’inglese Jensen Motors. A fine anni ‘90, la Qvale Automotive Group, sotto la guida dei figli Bruce e Jeff Qvale, continuava l'eredità paterna nella ricerca di design all'avanguardia. I Qvale avevano stretti rapporti con Alejandro De Tomaso, in quanto importavano le sue auto negli Stati Uniti. La società americana si fece carico dei finanziamenti necessari e De Tomaso ottene che l’auto, una volta prodotta, portasse il suo nome. Tuttavia, per vari motivi, l’accordo saltò quando il progetto era quasi a metà della realizzazione. Bruce Qvale decise di produrre ugualmente l’auto, con il suo nome. Qvale fondò a Modena la fabbrica per costruire quella che sarà la Mangusta. Il nome del modello si ispirava alla storica vettura prodotta dalla De Tomaso. La Qvale Mangusta è una vettura leggera e sportiva; il telaio ad opera di Enrique Scalabroni, ex progettista in Formula 1, è in acciaio con sospensioni anteriori e posteriori a doppi bracci oscillanti e freni a disco Brembo, mentre la carrozzeria è realizzata in materiale plastico con un processo di “stampaggio per trasferimento” di resina (RTM). Per risparmiare sui costi di produzione, la vettura condivide molti elementi con la Ford Mustang SVT Cobra prodotta in quell’anno, versione in serie limitata e molto potente di una vettura, comunque, diffusa e prodotta da una grande compagnia. La scelta del motore per la Mangusta era caduta, quindi, sull’allora nuovo propulsore Ford V8 da 4601 cc che sviluppava 320 hp, accoppiato al cambio manuale BorgWarner T45 a cinque velocità. Progettata dal geniale Marcello Gandini, la linea è di quelle senza tempo. Grande peculiarità è la capote a movimento definito "roto-top", che offre ai passeggeri tre possibili configurazioni: coupè, targa e spider. Gli interni della Mangusta sono rivestiti in pelle, mentre i cerchi in lega dalla linea leggerissima sono stati prodotti dalla italiana Antera. Completata il 10 novembre 1999 la Mangusta debuttò sulla scena mondiale Il 6 gennaio 2000. Qvale scelse di giocare in casa, presentando la sua auto al Los Angeles Auto Show. La neonata vettura americana era offerta in 6 colori di carrozzeria e 3 colorazioni per gli interni. Complessivamente sono state vendute 284 esemplari, per lo più nel mercato Nord Americano, mentre in Europa le vendite si sono fermate a soli 18 esemplari, tra cui quello con guida a destra presentato al British Motor Show nell'ottobre 2000. L'avventura di Qvale come costruttore ebbe vita breve; la Mangusta non ebbe il riscontro previsto e necessario da parte del pubblico. Nel 2001 il prezzo di listino venne abbassato per cercare di rilanciare marchio e modello, ma non bastò, nel 2002 Bruce Qvale cedette il progetto Mangusta all'azienda inglese MG che lo usò come piattaforma per la sportiva MG XPower SV.
L'auto
La Mangusta con telaio no. ZF498M00000010001 è il primo telaio prodotto ed è rimasta in Italia con i suoi proprietari originali fino ad ora. Questa è la prima delle 284 auto prodotte dalla casa americana; è esattamente come uscita dalla fabbrica, dipinta in Rosso Corallo perlato, con interni in pelle color cappuccino ed ha all’attivo poco più di 3.000 chilometri. L’auto si presenta in condizioni perfette, ed è l’esemplare che venne svelato, per la prima volta al mondo, al Los Angeles Auto Show il 6 gennaio 2000. Per questo motivo, essendo il primo esemplare, oltre al nome sul portellone ed al simbolo sulle ruote del gruppo Qvale, l’auto è l’unico esemplare a fregiarsi dei badge De Tomaso, sul muso e sulle fiancate. È stata, in tutti questi anni, di proprietà di una famiglia italiana legata all’industria automotive. Questo modello, ma questo esemplare in particolare, è un’importante testimonianza nella storia dell’automobilismo americano e italiano, per la partecipazione di Alejandro De Tomaso, Marcello Gandini, Enrique Scalabroni e la famiglia Qvale nella sua realizzazione. Difficilmente, a prescindere dal modello, si ha l’opportunità di acquistare un primo numero di telaio, come in questo caso. La linea della Mangusta, disegnata da Marcello Gandini è ancora attuale, senza tempo, nonostante il progetto abbia ormai raggiunto i vent’anni. Il motore V8, assemblato quasi artigianalmente, nel reparto SVT Ford, abbinato al cambio manuale dà alla Mangusta prestazioni invidiabili, con una spinta poderosa e continua sin dai bassi regimi e permette alla vettura di superare agevolmente i 250 Km/h. Essendo di derivazione Ford, tutti i pezzi meccanici sono reperibili sul mercato con tranquillità. Infine, il famoso “rototop” permette di avere tre auto in una, con la possibilità di avere una spider per l’estate, una targa per le belle giornate d’inverno o una confortevole coupé per i viaggi più lunghi. Un’investimento, un’occasione unica, un’auto da godere tutti i giorni o esporre con orgoglio.
Stato dell’arte
Vettura conservata, in ottimo stato.

Esposizione



Bibliografia

  •  Kjell Qvale, I Never Look Back, My Story, Kjell Qvale, USA 2005.
  • Daniele Pozzi, De Tomaso: From Buenos Aires to Modena, the History of an Automotive Visionary, Dalton Watson Fine Books, UK 2015.

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