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Fotografia: ICONE ITALIANE

mercoledì 18 giugno 2025, ore 16:00 • Milano

80

Vittorio Sella

(1859 - 1943)

K2 dal colle "V. Sella", 1909

Stima

€ 600 - 800

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Informazioni

Stampa alla gelatina ai sali d'argento a cura dell'Istituto di Fotografia Alpina "V. Sella", stampat
cm 39,5 x 29,8 (cm 32,5 x 28,8 immagine)
Timbro Istituto di Fotografia Alpina V. Sella al verso
Firmata a penna blu e nera al margine bianco inferiore recto dai componenti della spedizione: Erich Abram, Walter Bonatti, Achille Compagnoni, Mario Fantin, Cirillo Floreanini, Pino Gallotti, Lino Lacedelli, Guido Pagani, Ubaldo Rey, Gino Soldà, Sergio Viotto
Opera in cornice
Vittorio Sella (Biella 1859 - 1943) dal padre, imprenditore tessile ma anche autore del trattato “Il plico fotografico”, eredita la passione per la fotografia che coniuga con quella della montagna acquisita dallo zio Quirino fondatore del CAI. Provetto alpinista, con il suo banco ottico 30x36 documenta i viaggi che fra il 1889 e il 1909 lo vedono nel Caucaso, in Alaska, sul Ruwenzori, nel Karakorum e sulle Alpi riprese in entrambi i versanti. Utilizza negli anni varie tecniche, dalle lastre al collodio di diverse dimensioni a quelle al bromuro, ma è anche inventore di elaborati sistemi di trasporto come zaini imbottiti per trasportare in vetta macchine, lastre di vetro, prodotti chimici. Grande è il successo ottenuto anche in importanti mostre internazionali e si deve a lui se questo genere fotografico si chiama foto alpinismo anche quando è realizzato lontano dalle Alpi. Come imprenditore dirige il lanificio di famiglia e partecipa alla creazione dell’azienda vinicola Sella & Mosca. 

È difficile oggi immaginare quali erano le difficoltà che doveva affrontare un fotografo che alla fine dell’800 doveva riprendere le montagne per sottolineare la loro maestosità. Si poteva certo farlo con le piccole portatili fotocamere (lo stesso Sella si portava appresso, ma solo per le istantanee, una Kodak 9x12) ma per ottenere risultati di straordinaria qualità, come quelli qui proposti, bisognava ricorrere agli ingombranti e macchinosi banchi ottici perché dai grandi negativi si ricavavano a contatto stampe ricche di dettagli stupefacenti. Per farlo bisognava anche possedere un certo estro nell’inventarsi sistemi di protezione dal vento che faceva muovere il treppiede della fotocamera e la capacità propria degli alpinisti, di conquistare i giusti punti di osservazione: questo spiega come Vittorio Sella sia riuscito a realizzare nel 1885 una accurata osservazione in undici scatti della vetta del Cervino che qui compare avvolto dalle nuvole. Altrettanto interessante è la ripresa del K2 realizzata nel giugno 1909 da una vicina grande altura che da allora venne intitolata al fotografo. Realizzata con una fotocamera inglese Dallmeyer 20x25, riprende la grande montagna dal basso sottolineandone lo slancio. La qualità delle stampe realizzate dallo stesso fotografo era anche data dal personalissimo viraggio a doppio tono da lui sperimentato. Una ulteriore preziosità di questa fotografia risiede nel fatto che riporta al piede tutte le firme degli alpinisti che parteciparono nel 1954 alla spedizione italiana che portò per la prima volta alla conquista di questa vetta.

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