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Fotografia: ICONE ITALIANE

mercoledì 18 Giugno 2025, ore 16:00 • Milano

19

Vincenzo Castella

(1952)

Napoli, 1985

Diritto di seguito

Stima

€ 1.200 - 1.800

Lotto venduto

€ 1.290

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Stampa cromogenica vintage
cm 29,8 x 41,5 (cm 26,7 x 33,8 immagine)
Siglata VC e datata a matita con timbro a secco del fotografo al margine bianco inferiore recto

Bibliografia

I. Bignardi (a cura di), Zone: Vincenzo Castella, Art&, 1991, p. 91
A. C. Quintavalle (a cura di), Muri di carta, Electa, Milano, 1993, p. 287
D. M. Pagano (a cura di), Blow up - la fotografia a Napoli 1980-1990, artem, 2014
Vincenzo Castella (Napoli 1952) è un autore dai mille interessi come dimostra la sua laurea in Antropologia Culturale. Chitarrista di livello professionale, regista nel 1976 del film “Hammie Nixon’s People” girato negli Usa sulla cultura blues, è in campo fotografico che si afferma con riferimenti colti che variano da Paul Strand a James Joyce che lo guidano in una ricerca sulle città come la natia Napoli e Milano dove vive. In questa veste partecipa nel 1984 con alcune immagini di interni e una di esterni al progetto “Viaggio in Italia” sviluppando da allora un interesse per lo spazio urbano che caratterizza i lavori più recenti esposti in mostre internazionali pubblicati su libri e riviste.

Queste due vedute di Napoli ben spiegano l’approccio espressivo che caratterizza la visione di Vincenzo Castella. La ripresa in esterno è tutta giocata sui piani prospettici: il primo, quello della terrazza circondata da un muro, ci avvicina alla statua che svetta quasi nel vuoto e ci rimanda allo scoglio che emerge dal mare accarezzato dalla spuma delle onde che gli si frangono contro. È lo stesso Castella a ricordare che panoramiche di questo genere non corrispondono ai movimenti dell’occhio perché visioni come la sua devono essere lucidamente asettiche. Anche la seconda fotografia qui presentata è sintomatica, sia pure di altro aspetto caro al fotografo: quello dell’illuminazione. Questa impreziosisce il soggetto – in questo caso una semplice parete da cui pendono esposto in malo modo tre immagini incorniciate – non perché illuminato, ma perché osservato da una inedita angolazione.  

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