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Fotografia: ICONE ITALIANE

mercoledì 18 Giugno 2025, ore 16:00 • Milano

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Paolo Gioli

(1942 - 2022)

L'assassino nudo (Muybridge), 1984

Diritto di seguito

Stima

€ 1.000 - 1.500

Lotto venduto

€ 839

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento su carta politenata
cm 12,4 x 17,7
Titolata e datata con note del fotografo a penna nera al verso
Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, Rovigo 1942 – Lendinara, Rovigo 2022) ha una folgorante formazione fra Venezia all’Accademia di Belle Arti e New York dove nel 1967-1968 è in contatto con il New American Cinema, la New York School e i galleristi Leo Castelli e Martha Jasckson. Altrettanto importante in questo periodo è l'incontro con l'amico Paolo Vampa, che sostiene e produce il suo lavoro. Rientrato in Italia, a Roma realizza i primi dei suoi numerosi film sperimentali e inizia a interessarsi di fotografia utilizzando una fotocamera da lui modificata per il fotofinish portando poi queste esperienze nel periodo 1970-1980 a Milano. Lì scopre le potenzialità espressive della Polaroid e la magia dell’immagine stenopeica con lavori esposti negli anni successivi in importanti gallerie di Milano, Parigi, Arles, New York, Venezia, Roma, Firenze. Schivo di carattere, torna dopo il 1980 nel suo Polesine: ormai mostre, libri e riconoscimenti lo certificano come uno dei più interessanti esponenti della fotografia di ricerca non solo italiana.

Nelle opere che qui presentiamo si sottolinea lo stretto rapporto che Paolo Gioli ha fin dagli esordi stretto fra cinema e fotografia, linguaggi da lui immersi in una dimensione particolare, quella della ricerca. Proprio per ricordare che l’uno e l’altra, prima di approdare alla rassicurante rappresentazione del reale, sono state generate dalla inquietudine data dalla sperimentazione dei materiali, ha realizzato immagini sofferte con cui l’osservatore è chiamato a confrontarsi. Lo fa già a partire dalla contrapposizione dialettica fra la storia del passato e l’uso di materiali contemporanei come le Polaroid di Geometrico continuo. Sintomatico è poi L’assassino nudo che si rifà all’omonimo film girato in 16 mm. (l’autore lo definisce un film-libro) perché Eadweard Muybridge cui è dedicato è stato colui che, mettendo in sequenza i fotogrammi in sequenze incalzanti, ha anticipato il cinema. Scrive Gioli stesso raccontando di aver utilizzato, per riprodurli, tre libri: “Ho tentato di animare l’inchiostro di immagini in movimento… ma fisse. Dunque, un film desunto dall’inchiostro di stampa. Incredibile, quanto Nièpce avesse ragione. Nel montare il film ho scoperto quello che non avrei mai potuto scoprire sfogliando i tre libri cioè, una involontaria anticipazione del montaggio filmico da parte di Muybridge. Addirittura, le sue angolazioni di ripresa ci risultano come perfetti stacchi televisivi di eccezionale attualità: montaggi diretti prima che fosse cinema”.

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