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In asta mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 16:00
Informazioni
cm 131 x 135
Opera unica
Titolata, datata e firmata a matita al margine bianco inferiore recto
Opera in cornice
Maurizio Galimberti (Como 1956) si appassiona fin da ragazzo alla fotografia scattando in bianco e nero, ma anche utilizzando una fotocamera Widelux panoramica a riprova della sua passione per la ricerca. Abbandonato il lavoro di geometra, sposa la professione di fotografo utilizzando quasi esclusivamente, fin dal 1983, la pellicola istantanea Polaroid di cui anni dopo diventerà testimonial. Attento studioso delle avanguardie, fa proprio il linguaggio dada, surrealista, futurista per realizzare progetti sul ritratto, sul paesaggio, sulla rivisitazione delle immagini storiche che sono esposti in gallerie e spazi museali, pubblicati in libri e riviste, utilizzati per campagne pubblicitarie.
Anche se la sua è una ricerca di più ampio respiro (lo conferma un volumetto edito da Polaroid Italia dove indica le tante possibilità creative della pellicola) che comprende il ready made e il transfer, la manipolazione delle singole immagini in fase di sviluppo e il frottage, è con la tecnica del mosaico che Galimberti si è fatto conoscere ed apprezzare. Usando un apposito distanziale, scompone volti e corpi per poi ricomporli in una esplosione di forme e lo stesso approccio visivo, ma stavolta senza distanziale lo utilizza – fin dai tempi della “Vucciria” il suo primo importante sito di uno sguardo complessivo – di fronte al paesaggio. Da grande appassionato di calcio, qui il fotografo ci propone due riflessioni sullo sport: in una si sofferma sulle audaci architetture dello stadio Meazza di Milano che qui rivisita inserendone i particolari in una immagine che si allarga in orizzontale, mentre nell’altra sottolinea, nella moltiplicazione dei particolari, il dinamismo del gesto spiazzante e sfrontato con cui Maradona è passato alla storia e al mito non solo calcistico.
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