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Fotografia: ICONE ITALIANE

mercoledì 18 Giugno 2025, ore 16:00 • Milano

98

Massimo Vitali

(1944)

Negresco mare , 2005

Diritto di seguito

Stima

€ 20.000 - 30.000

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Informazioni

C-print vintage, flash mounted su dibond sotto plexiglass
cm 180 x 220 (cm 150 x 190 immagine)
Etichetta Agence Regionale du Patrimoine Paca al verso

Esposizione

Monuments et Paysages, Chartreuse, de Villeneuve-lez-Avignon, 2009Monumenti e Paesaggi, Il Filatorio, Cesac, Caraglio, Cuneo, 2007
Massimo Vitali (Como 1944) finito il liceo studia fotografia a Londra al London College of Printing e si dedica al reportage collaborando con agenzie europee e soprattutto con la Report di Simon Guttmann. Deluso dalle aspettative riposte sulla fotografia concerned, negli anni ’80 lavora da direttore della fotografia in televisione e al cinema per ritornare poi alla fotografia questa volta con un atteggiamento più creativo. Si inventa così nel 1994, con l’unico banco ottico che i ladri della sua attrezzatura gli hanno lasciato, un progetto nuovo che lo porta a fotografare dall’alto le spiagge toscane affollate di bagnanti grazie al quale ottiene fra i galleristi e i collezionisti un grande successo internazionale.

Per comprendere queste fotografie occorre ricostruire uno dei più singolari set che si siano immaginati. Vitali riprende con il suo banco ottico 20x25 da un altissimo treppiedi collocato in un caso di fronte alla spiaggia e nell’altro tenendola ai bordi e mettendo al centro dell’attenzione il mare. Non è però interessato al paesaggio ma a chi lo abita: è lui stesso a dichiarare, tornato dall’estero e stabilitosi a Lucca, di voler comprendere con le sue immagini chi erano gli italiani in quella fase storica caratterizzata dalla vittoria elettorale di Berlusconi. Anche se realizzata con altri mezzi tecnici ed espressivi, questo lavoro evoca lo spirito reportagistico ma lo vira sull’antropologico: invece di avvicinarsi ai soggetti per creare un racconto, li tiene a debita distanza e ne immobilizza le storie in una sola immagine, invece di condividerne il vissuto ne osserva le dinamiche con lo sguardo dell’entomologo. Le accuratissime e preziose stampe dove i colori assumono sfumature delicate e la grande profondità di campo, che mette a fuoco tutti i piani, permettono all’osservatore di seguire i dettagli delle scene: come nei dipinti di Bruegel il Vecchio le posture dei singoli ci fanno immaginare storie e i particolari (i teli sulla sabbia, le biciclette posteggiate, le bandiere mosse dal vento, la curiosa eleganza dei cestini della spazzatura) riempiono la scena in un equilibrio mirabile. 

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