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Fotografia: ICONE ITALIANE

mercoledì 18 Giugno 2025, ore 16:00 • Milano

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Gabriele Basilico

(1944 - 2013)

Via Giuseppe Ripamonti. Milano ritratti di fabbriche, 1983

Diritto di seguito

Stima

€ 2.000 - 3.000

Lotto venduto

€ 3.096

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Stampa vintage alla gelatina ai sali d'argento
cm 30,5 x 40,3 (cm 17,1 x 31,2 immagine)
Firmata a matita con timbro rosso del fotografo e timbro con data al verso

Esposizione

Altro esemplare in Collezione permanete, Fondo Gabriele Basilico, Museo di Fotografia Contemporanea (MUFOCO), Milano

Bibliografia

Milano ritratti di fabbriche - Gabriele Basilico, prima edizione, SugarCo, 1981, copertina
Gabriele Basilico (Milano 1944 - 2013) dopo la laurea in architettura, si dedica totalmente alla fotografia mettendo subito in luce uno stile analitico e asciutto sul modello di Walker Evans grazie al quale ottiene nel 1984, unico italiano, la partecipazione alla Mission Photographique de la DATAR. Da allora innumerevoli sono gli incarichi svolti nelle metropoli di tutto il mondo da Beirut a Bilbao, da San Francisco a Shanghai, da Mosca a Parigi senza dimenticare Roma e Milano, esposti in musei e istituzioni e pubblicati in libri fotografici sempre attentamente curati. Fra i riconoscimenti il Prix Mois de la Photo, l’Osella d’oro della Biennale di Venezia.

Con Ritratti di fabbriche, questa l’immagine per la copertina della prima edizione del 1981 del libro, Gabriele Basilico – che pure con lavori di gusto reportagistico come “Dancing in Emilia” si era fatto notare – ottiene una grande attenzione da parte della critica per la sua importante riflessione sull’epoca della deindustrializzazione. Realizzato a Milano con una Nikon dotata di un obiettivo decentrabile e la disciplina derivante dalla sua formazione di architetto, questo lavoro si richiama all’estetica cara a Hilla e Bernd Becher, maestri dell’Accademia di Düsseldorf. Quando nel 1991 riceve l’incarico di documentare i danni di quindici anni di guerra inferti a Beirut prima della sua ricostruzione, Basilico lavora già in banco ottico soffermandosi sulle rovine ma facendo intuire, nelle prospettive che si intravedono, le possibilità di una rinascita. Emerge qui quella visione rigorosa e quella capacità di interpretare il paesaggio in termini più ampiamente umanistici che restano le caratteristiche fondamentali del suo stile. 

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