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Libri, Autografi e Stampe

martedì 11 Novembre 2025 e mercoledì 12 Novembre 2025, ore 15:00 • Roma

304

Longo Sofista,

Les Amours de Daphnis et Chloe, 1718

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Informazioni

[Paris, Quilleau,] 1718. In 8°, 160 x 102. Frontespizio inciso da Antoine Coypel, 29 tavole incise (di cui 13 a doppia pagina) tratte dai dipinti di Filippo II duca d'Orléans, inclusa la celebre e rarissima tavola finale detta "Petits pieds", legatura coeva in vitello biondo con cornici dorate ai piatti, dorso a cinque nervi con comparti decorati i oro e tassello rosso con titolo, tagli dorati, ex libris nobiliari al contropiatto e alla sguardia, ESEMPLARE PERFETTO.

Note Specialistiche

Longo (II secolo d.C.), di cui non si sa nulla, scrisse il più celebre dei cinque romanzi greci giunti fino a noi: Dafni e Cloe. È un esempio tipico del genere del romanzo pastorale: il capraio Dafni e la pastorella Cloe, entrambi abbandonati alla nascita, si innamorano, affrontano separatamente varie prove e si ritrovano dopo essere stati riconosciuti dai loro genitori. 

La traduzione di Jacques Amyot (1559), qui riprodotta, è stata fin dalla sua pubblicazione la versione standard del testo. È lirica e poetica senza essere esagerata. L'impulso alla pubblicazione non fu la traduzione vecchia di 150 anni, ma il coinvolgimento di Filippo II, duca d'Orléans e reggente per suo cugino Luigi XV dal 1715 al 1723 (il periodo noto come La Régence o Reggenza). Filippo era un appassionato pittore e incisore e aveva dipinto un ampio ciclo di illustrazioni tratte da Dafni e Cloe. Ne selezionò alcune (secondo le sue note in una copia piuttosto splendida descritta da Brunet) per essere incise e incluse nell'opera. L'edizione è quindi conosciuta come “l'édition du Régent”. L'incisione finale - che mostra i piedi intrecciati di amanti in calore e quindi nota come “Petits pieds” - presente in molti esemplari ma non in tutti, fu incisa dal conte di Caylus (1728). 

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