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Libri, Autografi e Stampe

venerdì 15 dicembre 2023, ore 11:00 • Roma

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Pomponio Leto

Grammaticae compendium, 1484

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Informazioni

Venezia, Baptista de Tortis, 31 marzo 1484. In 4°. 40 carte. 194 x 142 mm, lievissime tracce di umidità, piccola mancanza al margine esterno dell’ultima carta. Legatura in pergamena rigida del sec.XVI.

Note Specialistiche

PRIMA EDIZIONE  di questa operetta di assoluta importanza. Si tratta infatti di una delle più semplici, chiare e precise grammatiche della lingua latina composta per l'apprendimento dei giovani.

Pomponio fu autore di tre manuali di grammatica, che sembra aver considerato come parti di un'unica opera. I tre componenti sono una grammatica metrica e due opere intitolate rispettivamente Romulus e Fabius. Il Fabius è noto per essere stato composto un anno dopo il Romulus. Si occupa di sintassi, mentre il Romulus si occupa di morfologia (accidenti).

Professore dello Studium Urbis per quasi trent’anni, amante dell’antichità nel senso puro, vero e tenace inteso dall’Umanesimo, l’unica "colpa" di Pomponio è stata forse quella di vivere umilmente il ruolo a cui la sua indole lo aveva portato. Nessuna scoperta eclatante, nessuna opera destinata ad occupare intere pagine di manuali. Una vita semplice, con pochi viaggi volti a sedare la sete di cultura, un lavoro amato e fatto proprio conducendo l’esistenza tra le mura di casa e dell’Università. Poi certo, c’era l’Accademia Romana, quell’alta espressione della cultura umanistica che proprio lui aveva fortemente voluto. Un’umile casa sul Quirinale (la sua) bastava a far rinascere la grande antichità, riecheggiata nelle orazioni, negli spettacoli che l’honestissima frequentia della gioventù romana metteva in scena in quel luogo “sacro”. L’Accademia che innalzava Pomponio a «unico oracolo delle lettere», l’Accademia che attirò i sospetti del sommo Pontefice Paolo II. Ma Pomponio più che un umanista classico era soprattutto un insegnante. Amava i ragazzi, spendeva a sostegno loro tutta la sua cultura e immensa preparazione. Prova ne è la presente grammatica, dedicata al canonico patavino Ranalius. A cavallo tra il secondo (1480-84) e il terzo periodo della sua produzione, troviamo il famoso commento al De lingua Latina di Varrone (libri V-VII), frutto del corso tenuto nel 1484-'85 allo Studio, tramandato nei dictata originali degli allievi conservati nei codici Vat. lat. 3415 ed Escurialense g.III.27. Altri testimoni (sette) di corsi varroniani tenuti da Pomponio in anni accademici diversi sono accuratamente descritti da Virginia Brown (1980, pp. 467-474; Accame, 2008, pp. 124-146). L’opera di Varrone doveva attirare Pomponio, oltre che per i problemi connessi alla storia della lingua latina, anche per gli svariati interessi antiquari che prendevano in considerazione gli istituti, la società e la vita in genere del mondo romano. E forse la presente grammatica si colloca proprio a ridosso di tali corsi, pensata per essere destinata al pubblico di studenti - non solo romani - dei suoi corsi universitari.
HCR 9834; IGI 7984; BMC V 323; Goff L-23.

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