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In asta mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 16:00
Informazioni
cm 25 x 21 (cm 19 x 19) circa ciascuna
Timbro del fotografo al verso di ciascuna
Opera in cornice
Ugo Mulas (Pozzolengo, Brescia 1928 – Milano 1973) frequenta l’ambiente artistico milanese che ruota attorno al bar Jamaica dove conosce Mario Dondero e inizia una carriera figlia dei molti interessi: reporter per L’illustrazione Italiana e fotografo di scena per il Piccolo Teatro, documentando la Biennale di Venezia dal 1954 al 1972 si lega ad artisti come Alberto Burri, Lucio Fontana, Alik Cavaliere, Fausto Melotti. I viaggi nei primi anni ’60 negli Usa da cui nasce il volume “New York arte e persone” gli fanno conoscere Andy Warhol, Robert Raushenberg, Lee Friedlander, Robert Frank. Partecipa a manifestazioni delle neoavanguardie dirette da Luciano Caramel (Campo Urbano, Como 1969) e Paul Restany (Noveau Réalisme, Milano 1970). Una profonda riflessione sul ruolo della fotografia influenzata dal contributo teorico di Marcel Duchamp lo induce al lavoro metafotografico “Le verifiche” pubblicato nel 1972 da Einaudi. I suoi lavori, esposti in spazi museali di tutta Europa, e le sue numerose monografie sono curati dall’archivio milanese curato dalle figlie Melina e Valentina.
Il rapporto che Ugo Mulas ha stabilito con Lucio Fontana è di lunga data e questo consente al fotografo una complicità con l’artista emersa nella celebre sequenza del 1964 “L’attesa” con il taglio della tela. Qui, invece, il fotografo mostra quella sua abilità nel riprodurre le opere acquisita con la frequentazione degli studi di pittori e scultori. Queste tre stampe divengono così un efficace richiamo al lavoro artistico del grande maestro dello Spazialismo: si riconoscono tre celebri concetti spaziali del 1965 intitolati “Teatrini” perché composti da tele monocrome forate inserite in cornici sagomate che sono parti integranti delle opere. Il ritratto realizzato a Marcel Duchamp – più volte pubblicato nelle più importanti monografie – fa parte di un’ampia serie di riprese realizzate a New York in esterni in Washington Square, all’interno del Museum of Modern Art di fronte al suo celebre “Grande vetro” che osserva con distacco e, come nel nostro caso, nella sua casa. È lo stesso Mulas a ricordare che di Duchamp gli interessava mettere in evidenza “gli atteggiamenti del non fare” e “mettere in evidenza la sua rinuncia”. Così lo coglie mentre, seduto sulla sua famosa poltrona, getta uno sguardo sulla fotografia che lo ritrae mentre gioca a scacchi con una donna nuda. Per la cronaca era stata realizzata nel 1963 al Museo d’arte di Pasadena, L.A., dove Walter Hopps aveva curato la prima retrospettiva americana dell’artista. L’autore dell’immagine, Julian Wasser, durante l’inaugurazione chiese alla ventenne amica Eva Babliz di posare nuda in omaggio all’arte provocatoria di Duchamp, cosa che lei, figlia di un’artista, fece con trasporto.
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Carlo Naya (attr.)
Senza titolo (Venezia, chiaro di luna), anni 1870
Stima € 600 - 800
Base d'asta € 350
