Informazioni
cm 27,7 x 14
Timbri del fotografo al verso
Alfredo Camisa (Bologna 1927 – Pescia, Pistoia 2007) fiorentino di adozione, negli anni ’50 si segnala come pregevole autore e come acuto critico nel dibattito che accompagna il dopoguerra su importanti riviste e all’interno di gruppi come il Misa di Cavalli e il CCF di Crocenzi. Pubblica su Il Mondo e ottiene vari riconoscimenti ma negli anni ’60 abbandona la fotografia per dedicarsi alla sua professione di chimico. Riscoperto in epoca recente sia nel suo mondo (la FIAF nel 2002 gli dedica una monografia) che in quello delle mostre e del collezionismo, viene talvolta impropriamente definito come neorealista. Spirito libero, ha semmai come riferimenti Walker Evans e l’antropologia sociale di “The Family of Men”.
Le due fotografie qui proposte appartengono alla prima fase della ricerca di Camisa, quella in cui si dedica con rigore non disgiunto da originalità al ritratto. I diversi viaggi compiuti nel Meridione e nell’Africa del Nord lo mettono in contatto con realtà diverse che interpreta con uno stile asciutto volutamente lontano dalla retorica che negli anni ’50 aveva libera circolazione perché, si sa, i poveri sono più fotogenici e le greggi al pascolo fanno tanto folclore a buon mercato. La ripresa del primo piano del pesce spada che si allunga sul pavimento ci porta direttamente a osservare la donna e il bambino scalzi e seduti sulla bilancia su cui la preda verrà pesata: entrambi imbarazzati, molto raccontano del loro mondo silenzioso e antico. Più diretti, orgogliosi nei loro costumi sono, invece, i membri di una Confraternita: uno si accorge del fotografo cui regala uno sguardo curioso, mentre l’altro viene colto nell’attimo in cui, pensoso, si accende una sigaretta.
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