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Dipinti e Disegni Antichi

martedì 29 novembre 2022, ore 15:30 • Roma

147

Domenico Parodi

(Genova 1672 - 1742)

Adone

Stima

€ 20.000 - 30.000

Lotto venduto

€ 23.820

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

olio su tela
cm 191 x 123

Provenienza

Finarte, Milano, 18 ottobre 1995, lotto 397, come Domenico Piola.

Ringraziamo il professor Daniele Sanguineti per aver avanzato la presente attribuzione sulla base di fotografie  a colori.


Secondo lo studioso, il dipinto offerto nel lotto è in relazione con il disegno preparatorio di Parodi (datato 1715-1720 circa e conservato a Genova, Musei di Strada Nuova – Gabinetto Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, inv. D 4730) per la scultura raffigurante Adone, poi realizzata dal suo collaboratore Francesco Biggi per il Belvedere inferiore a Vienna, residenza del principe Eugenio di Savoia (Domenico Parodi, l'Arcadia in giardino, catalogo della mostra, Genova, Palazzo Nicolosio Lomellino, 13 aprile - 31 luglio 2022, p. 35 fig. 40 e p. 113 cat. 8c).

Mentre nel disegno il giovane e bellissimo cacciatore è affiancato dal cinghiale, rifacendosi in questo al prototipo iconografico del celebre Meleagro dei Musei Vaticani, nella nostra tela compaiono due cani, uno chiaro in atteggiamento mansueto e uno nero aggressivo e selvaggio. Questo particolare è liberamente tratto dal celebre dipinto Venere e Adone di Tiziano (replicato dall'artista in più versioni) e da quello di medesimo soggetto di Veronese (oggi a Madrid, Museo del Prado).

Adone è qui raffigurato quasi come un Eros senza ali, con l'arco e la faretra piena di frecce rosse e nere, il corpo sinuoso e sensuale cinto solo da una pelle caprina, in un atteggiamento di riposo, come se stesse preparandosi per la caccia.

La presenza dei due cani, uno docile e l'atro aggressivo, potrebbe alludere alla doppia natura dell'amore, quello coniugale, fedele e sereno, e quello sensuale, basato sui sensi e sugli istinti, che la ragione (Adone) tenta di addomesticare.

D'altra parte nel mito di Venere e Adone, secondo quanto narrato nelle Metamorfosi di Ovidio, la dea che cerca di trattenere il giovane amante poteva essere letta come un'allegoria della contrapposizione tra vita attiva (la caccia) e ozio amoroso. Gli artisti, dal Rinascimento in poi, primi fa tutti Tiziano e Veronese nei dipinti già citati, hanno scelto più frequentemente di rappresentare il mito proprio in questa chiave, inserendo i due amanti stretti in un abbraccio e immersi in uno splendido paesaggio.

La presenza del solo Adone con i suoi cani potrebbe far pensare che il dipinto offerto nel lotto facesse parte di una serie, forse en pendant con una Venere, oppure con una Diana, come la scultura anch'essa realizzata da Francesco Biggi per il Belvedere inferiore di Vienna su disegno di Parodi.

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