Storie

La sapienza manuale al femminile

Dettagli delle opere di Giosetta Fioroni, Marina Lai e Isabella Ducrot

Maria Lai, Isabella Ducrot, Phoebe Washburn, Marilù Eustachio, Carmelina di Capri e Giosetta Fioroni: la storia di alcune delle artiste che animeranno la prossima asta di Arte Moderna e Contemporanea a Roma.

Facendo un giro sui social network è facile notare come negli ultimo anni sia aumentato il numero di gruppi dedicati al knitting (o detto all’italiana “lavorare a maglia“), un hobby per alcuni anni passato di moda.

Ma i club di knitting sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che, insieme al diffondersi dei corsi di ceramica, lettering, incisione, acquerello, raku (se non sapete cos’è il raku cliccate qui) e molte altre attività, testimonia un ritorno al “fare”… con le mani.

In una mondo ormai dominato dal virtuale le attività manuali sono un buon modo per riavvicinarsi a ritmi più naturali della vita. Già qualche anno fa il sociologo americano Richard Sennett, nel suo bellissimo saggio L’uomo artigiano del 2008, aveva previsto questo ritorno alla manualità legato propri al concetto che il tempo dell’artigiano scorre lento e, di conseguenza concede più “spazio” alla mente per pensare, ricordare e desiderare.

Il tentativo di rivalutare il lavoro dell’artigianato non è però, una novità. Già il movimento Art & Crafts in Gran Bretagna a fine Ottocento e, successivamente, l’esperienza dell’istituto Bahaus in Germania, hanno tentato di innalzare le pratiche artigianali al medesimo livello delle arti maggiori, cancellando un divario fino ad allora ritenuto incolmabile tra “ARTISTA” e “ARTIGIANO”.

Non tutti però sanno che molti docenti della scuola fondata da Gropius fossero donne; tra di loro Annie Albers, compagna del più famoso Joseph, la cui arte tessile è stata celebrata l’anno scorso dalla Tate Modern di Londra con un’ampia retrospettiva. L’Albers tesseva bellissimi tessuti e tappeti con pattern astratti e geometrici che non avevano nulla da invidiare alle opere pittoriche del marito.

Anche in Italia ci sono casi di artiste che hanno fatto di “ago e filo” il loro mezzo di espressione. Tra le più famose sicuramente la sarda Maria Lai, una donna forte come la sua terra d’origine che a performance collettive di carattere sociale accostava la produzione di lavori preziosi e delicati fatti da ricami su carta o tessuto che riprendevano l’atto dello scrivere; un segno-filo che, muovendosi, creava un ritmo nello spazio.

Maria Lai, "Pagina scritta", 1982 | In asta a Roma il prossimo 27 aprile

Maria Lai, Pagina scritta, 1982 – filo, ricamo e acquarello su carta cm 50 x 34,5 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

Se la Lai ricama, la napoletana Isabella Ducrot colleziona tessuti. Materia prima delle sue opere sono una serie di stoffe raccolte in giro per il mondo: dall’India al Tibet, dall’Africa al Vietnam. Materie che smontate, ritagliate, ricucite, tinte, dipinte e svelate in tutta la loro ricchezza divengono”panni casalinghi che si prestano a rappresentare in moto tattile concetti astratti”, ovvero quadri, come afferma la stessa Ducrot.

Isabella Ducrot, Finto frammento, 1985 - stoffe e ricamo cm 127 x 96 | In asta a Roma il prossimo 27 aprile

Isabella Ducrot, Finto frammento, 1985 – stoffe e ricamo cm 127 x 96 | Opera n asta a Roma il prossimo 27 aprile

C’è anche chi, come l’americana Phoebe Washburn, colleziona oggetti di riciclo, che trasforma in vere e proprie installazioni ambientali, composizioni astratte tridimensionali in cui lo spettatore può letteralmente avventurarsi. Le sue opere nascono, infatti, dalla raccolta sistematica di carta, cartone, legni, piante, materiali a cui conferisce una nuova forma accostandoli tra loro.

Phoebe Washburn, La città che sale - legno dipinto, nastro adesivo, puntine da disegno, lattina di vernice e cartone su scala di metallo cm 110 x 80 x 43 | In asta a Roma il prossimo 27 aprile

Phoebe Washburn, La città che sale – legno dipinto, nastro adesivo, puntine da disegno, lattina di vernice e cartone su scala di metallo, cm 110 x 80 x 43
Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

La meratese Marilù Eustachio potrebbe essere una collezionista di libri e “storie”. Per lei infatti la lettura  “è un’esperienza essenziale della vita, una grande ginnastica per il pensiero” da cui infatti trae ispirazione per i suoi cicli di disegni fatti dall’intreccio di segni delicatissimi, sottilissimi e scarni di colori che ricordano spesso i ricami della Lai.

Marilu Eustachio, Ritratto di Sigmund Freud, 1989 - grafite su carta velina applicata su cartoncino cm 70 x 50 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

Marilu Eustachio, Ritratto di Sigmund Freud, 1989 – grafite su carta velina applicata su cartoncino cm 70 x 50 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

Opere che prevedono una pratica quotidiana, un tempo rallentato, un carattere contemplativo dettato dalle espressioni artistiche dell’artista. È il medesimo modo di vivere l’arte in cui si è “ritrovata” Carmelina di Capri. Da autodidatta scopre la pittura (per assecondare le richieste di un figlio malato) rimanendone poi folgorata. Nei colori trova infatti sollievo a una vita di privazioni sull’isola di Capri chem nel dopoguerra, era ben lontana dal glamour odierno. L’artista naif ritrae il mare e gli angoli della sua città, trasmutandoli con il suo sguardo e rispondendo a una sola regola: dipingere solo quando è felice.

Carmelina di Capri, Municipio di Capri, olio su tela cm 80 x 100 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

Carmelina di Capri, Municipio di Capri,
olio su tela cm 80 x 100 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

Un sentimento affettuoso verso la pittura che anche l’artista romana Giosetta Fioroni afferma di avere. La Fioroni è una delle pittrici più importanti del ‘900 italiano svolgendo da sempre un ruolo da “anticipatrice”, come unica esponente femminile del movimento della Scuola di Piazza del Popolo con le sue opere pseudo Pop e poi con i monocromi di luce, o con le pitture in argento, fino ad arrivare alla serie di opere “favolose”. Un torrente in piena di immagini che travolge lo spettatore, a testimonianza della fantasia inesauribile della sua creatrice.

Opere che la Fioroni fa nascere, come lei stessa afferma, non alla ricerca di un femminismo ma come testimonianza di una femminilità che non deve mai venire meno, un’investigazione continua che porta, ad esempio, una sagoma di ragazza a inerpicarsi su una scala blu immersa in stelle d’argento verso una scritta lilla che riporta le parole “L’Amour”.

Giosetta Fioroni, L'amour, 2014, tecnica mista su carta cm 49 x 36 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

Giosetta Fioroni, L’amour, 2014, tecnica mista su carta cm 49 x 36 | Opera in asta a Roma il prossimo 27 aprile

L’amore, che ci porta a omaggiare tutte le donne in questo giorno speciale, attraverso la storia di alcune delle artiste che animeranno la nostra prossima asta di Arte Moderna e Contemporanea a Roma del prossimo 27 aprile.

 

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