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In asta giovedì 16 Ottobre 2025 alle ore 15:00
Informazioni
cm 11 x 13,8
Siglata a penna blu MR con timbro EPREUVE ORIGINALE Atelier Man Ray PARIS al verso
Opera in cornice
Pubblicata il 1̊ dicembre 1924 sul primo numero della rivista La revolution surrealiste, questa fotografia riprende uno di quegli oggetti che Man Ray creava per fotografarli e poi disfaceva come il suo famoso autoritratto dove compariva il campanello della sua casa che poi tornò al suo posto e in altri casi, come in questo, conservava come sculture. Nel 1971 il gallerista milanese Arturo Schwartz ne realizzò una tiratura di dieci esemplari più due prove d’artista, decisamente importante visto che l’originale è andato perduto. Il titolo contiene il nome di un poeta francese particolarmente trasgressivo morto nel 1870: Mervyn, il protagonista della sua raccolta I canti del Maldoror è definito come “l’incontro casuale di una macchina da cucire con un ombrello su un tavolo da dissezione”, oggetto di un’altra famosa fotografia realizzata da Man Ray sempre nel 1920. Inevitabile che i surrealisti e in particolare André Breton lo considerassero precursore e che Man Ray si ispirasse a lui per creare la sua opera costituita da una macchina da cucire di cui si intuiscono le forme sotto la coperta che la avvolge strettamente legata da uno spago.
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