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Padova Finarte / Automobili da Collezione

venerdì 25 ottobre 2019, ore 14:30 • Padova

26

1962 Volkswagen Volkswagen Albar Buggy

Stima

€ 19.000 - 32.000

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Informazioni

telaio no. 119340661
  • Rarissimo modello assemblato in Svizzera.
  • Marca nota per la qualità delle realizzazioni.
  • Icona degli anni‘60 e‘70.
  • Affidabile ed economica meccanica Volkswagen

Documenti
Immatricolazione e targhe svizzere in ordine e aggiornate

Provenienza

Il modello
La dune buggy è un tipo di automobile destinata alla marcia sulla sabbia. Sebbene la moda ed il suo aspetto sbarazzino ne abbiano decretato il successo oltre le dune, la dune buggy rimane comunque un'auto prettamente adatta al divertimento estivo. Generalmente le dune buggy sono il risultato della trasformazione di una Volkswagen Maggiolino usata, della quale conservano il telaio accorciato e la meccanica, a volte profondamente elaborata. La storia delle dune buggy è un fenomeno che, fino ad un certo punto della sua evoluzione, rimane tipicamente americano. Già negli anni venti e trenta, i giovani che vivevano sulle coste statunitensi mischiavano pezzi di varia provenienza e rottami di vecchie Ford T, per esplorare le zone sabbiose. Il segreto per galleggiare sulla sabbia erano le ruote larghe ed i primi esemplari erano equipaggiati di grossi tini di legno, al posto delle gomme. Con l'andare del tempo, si creò una offerta di rottami sempre più vari da cui attingere e le dune buggy mutarono forma, diventando negli anni '50 e '60 dei telai automobilistici modificati e privi di carrozzeria, dotati di potentissimi motori 8 cilindri. Arrivarono poi, in America, le Volkswagen Maggiolino, importate in gran numero. Ci si accorse che la motricità e la leggerezza di queste vetture erano favorevoli alla marcia sulla sabbia. Creare una dune buggy partendo da un maggiolino era molto facile: bastava gettare via la carrozzeria e viaggiare solo con il telaio, munito di enormi pneumatici a bassa pressione. L'economia dell'operazione rese il fenomeno dune buggy ancora più popolare, sebbene rimanesse un fatto sostanzialmente "di nicchia". Venne poi Bruce Meyers, e tutto cambiò. “Beach boy” dapprima e designer di scafi in vetroresina poi, Meyers volle dare una carrozzeria ai rozzi telai usati per saltare sulle dune. Ci riuscì talmente bene che la sua "Meyers Manx" nel 1964 creò, nell'immaginario collettivo, l'idea di dune buggy come tutti la conosciamo oggi: motore scoperto, gomme larghe e fari esterni, fiancate ad onda, niente porte né cofani. Favorita del momento storico della contestazione di fine anni sessanta, in un certo modo propizio alla diffusione di una "anti-macchina" come la Manx, di fatto la moda esplose e, in breve tempo, diversi costruttori copiarono l'idea, proponendo principalmente dei kit di montaggio per modificare dei maggiolini a fine carriera. Alla fine degli anni sessanta le dune buggy circolanti negli Stati Uniti erano più di 20.000. Le dune buggies iniziarono presto a correre, per la precisione a sud del confine con il Messico, nell'aprile 1967, quando Bruce Meyer e Ted Mengels alla guida di una "Mayers' Manx" impiegarono solo 34 ore e quarantacinque minuti da La Paz a Tijuana, nella penisola di California; si era svolta la prima "Baja 1000". Anche in Europa, considerata la semplicità costruttiva e la facilità di reperire le meccaniche Volkswagen, i costruttori di queste vetture in scatola di montaggio si diffusero, particolarmente in Inghilterra e in Italia. Le "dune buggy", nei primi anni settanta, soppiantarono rapidamente le locali "spiaggine" e divennero un fenomeno di moda che si spense sul finire del decennio. Molte ditte si ispirarono più o meno liberamente alla Meyers Manx, che a tutt'oggi appare il più riuscito ed insieme il più equilibrato nella sua originalità. In Italia, i principali produttori furono l’Automirage, la All Cars (poi Autozodiaco), la carrozzeria Momo (poi Helvetia) e la Puma, una delle ditte più longeve. In tutto è ipotizzabile quantificare in due/tremila gli esemplari prodotti in Italia delle varie buggies tra la fine degli anni ‘60 e la metà dei ‘70. In America, invece, dove resiste un grande interesse ed una notevole commercio di accessori, si calcola che siano state prodotte oltre 250.000 dune buggies. Come spesso accade, nella storia di un particolare modello di auto, il successo delle dune buggies fu tale che anche il cinema ne volle consacrare il fascino. Nel film "L'affare Thomas Crown", la scena dell'inseguimento sulla spiaggia, con Steve McQueen (senza controfigura, ovviamente) alla guida di una dune buggy è ormai un documento storico. In Italia, invece, avvenne qualcosa di completamente opposto, ossia fu proprio la celluloide a contribuire al successo delle dune buggies nel 1974, all'indomani dell'uscita del film "Altrimenti ci arrabbiamo!" con i popolarissimi Bud Spencer e Terence Hill.

L’auto
Albar è stata una fabbrica che ha avuto origine in Svizzera, fondata da Al Barmettler e che, negli ultimi anni di attività si era trasferita in Germania, col nome "ALBAR buggy Berlin". Era specializzata nella costruzione di parti di carrozzeria elaborate per Volkswagen Maggiolino e nella creazione di dune buggies. È stata, se non l’unica, la più nota produttrice elvetica di dune buggies, un mezzo decisamente inusuale per quel territorio. Albar era nota per creare dune buggies di lusso, assemblate con cura e, si diceva ironicamente, con “tipica precisione svizzera”; una caratteristica inusuale per le dune buggies, spesso assemblate in “scatola di montaggio” o con finiture approssimative. Il livello di finitura delle buggies prodotte dalla Albar era tale da essere un serio invito ad usare queste auto in tutte le stagioni. Per i mesi invernali era possibile ottenere un hard-top con porte ad ante smontabili. Il modello entry-level era la Albar "S". La vettura in questo lotto è una Volkswagen typ 11-1300 Albar Buggy S, con telaio no. 119340661. È, pertanto una Buggy di tipo S, prodotta dalla Albar, su telaio del Maggiolino 1300 (1285 cc). Ha tutte le caratteristiche iconiche delle dune buggies: motore scoperto, gomme larghe e fari esterni, fiancate ad onda, niente porte né cofani. Tipica di questi veicoli è anche la vernice perlata, ma inusuale il colore marrone. Monta sedili anatomici, volante sportivo, doppio scarico cromato ed è dotata di una capote in tela chiara con lunotto in vinile. La vettura ha documenti ed immatricolazione svizzere. Una vera rarità, per i fan delle dune buggies, ormai sempre più difficili da trovare.

Bibliografia

  • James Hale,The Dune Buggy Phenomenon, Veloce Publishing Ltd, UK 2015
  • James Hale, The Dune Buggy Handbook: The A-Z of VW-based Buggies since 1964, Veloce Publishing Ltd, UK 2017

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