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Libri, Autografi e Stampe

martedì 11 Novembre 2025 e mercoledì 12 Novembre 2025, ore 15:00 • Roma

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Francesco Petrarca

Hoc est preclarum Testamentum Illustri poetae Francisci Petrarca, 1498

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Venezia, Bernardinus Venetus, de Vitalibus, [dopo il 1498]. In 4°. 4 cc. Capilettera decorato, marginali glosse di mano coeva, legatura in mezza tela verde e cartone del sec.XIX. Ex libris nobiliare al contropiatto, recante stemma "Sic laeta quiesco".

Note Specialistiche

A Padova Petrarca redigeva il suo testamento quattro anni prima di morire. In questo documento prescriveva un funerale semplicissimo e di essere sepolto nella chiesa di S. Agostino a Padova, nel caso fosse morto là, o in una cappella alla Vergine Maria, ammesso che nel frattempo sarebbe riuscito a costruirla, altrimenti in un posto qualsiasi accanto alla pievania, in caso di morte ad Arquà; oppure in vari altri luoghi a seconda di dove la sua vita fosse giunta al termine: a Venezia, a Milano, a Pavia, a Roma (dove si accingeva ad andare), a Parma o in qualsiasi altra località. A Francesco il Vecchio da Carrara lasciava il quadro della Vergine dipinto da Giotto che gli era stato donato da Michele di Vanni di Firenze e che oggi è andato perduto; a Donato Albanzani condonava un debito non grande; i cavalli dovevano essere sorteggiati da Bonzanello da Vigonza e Lombardo Della Seta. A quest’ultimo, «qui curam rerum suarum deposuit ut res meas ageret», si dichiarava obbligato per la somma di 134 ducati d’oro e 16 soldi da lui anticipati e gli lasciava in eredità una sua piccola coppa rotonda d’argento dorato. A Giovanni da Bozzetta donava il suo breviario, unico libro menzionato nel testamento, a condizione che dopo la morte di lui rimanesse nella sacrestia della chiesa di Padova a disposizione dei sacerdoti; a Boccaccio 50 fiorini d’oro per comprarsi una veste invernale per lo studio e le veglie notturne; a Tommaso Bambasi il suo liuto; a Giovanni Dondi dall’Orologio 50 ducati d’oro per comprare un piccolo anello da portare al dito in suo ricordo.

L’opera è tramandata da 9 manoscritti. L’originale è andato perduto e nessun testimone manoscritto o a stampa rivendica una derivazione diretta dall’originale. L’edizione critica a cura di Theodor Mommsen si basa su 5 mss., 2 dei quali ritenuti da lui di scarsa utilità ai fini della constitutio textus (sono gli ultimi due dell’elenco che segue), e sulla presente stampa di Bernardino de Vitalibus (senza data, ma collocabile dopo il 1498: ISTC No.ip00414000). Noti appena 9 esemplari della presente edizione, uno solo in Italia alla Civica Hortis di Trieste.
Il testamento a stampa di Francesco Petrarca, una delle poche copie conosciute, dove lascia a Boccaccio 50 fiorini d'oro.

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