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Fotografia: ICONE ITALIANE

mercoledì 18 Giugno 2025, ore 16:00 • Milano

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Giovanni Chiaramonte

(1948 - 2023)

Padre Pescatore, Corpus Christi, TX, 1991

Diritto di seguito

Stima

€ 1.000 - 1.500

Lotto venduto

€ 1.161

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Stampa a getto d'inchiostro successiva
cm 40,5 x 50,5 (cm 38 x 38 immagine)
Edizione 1 di 9
Siglata GC e datata a penna nera con timbro a secco del fotografo al margine bianco inferiore recto e numerata, titolata, firmata e datata a penna nera al verso

Giovanni Chiaramonte (Varese 1948 – Milano 2023) ha da subito dei riferimenti sia nella fotografia di Alfred Stieglitz e Minor White sia, soprattutto, nell’opera sul paesaggio italiano di Luigi Ghirri con cui stringe un’amicizia che lo porta a fondare con lui la casa editrice Punto e Virgola e a collaborare a progetti come “Viaggio in Itala” e “Esplorazioni sulla via Emilia”. Se ampia e variegata è stata la sua attività di autore caratterizzato dall’uso del colore che lo ha portato a realizzare importanti mostre collaborando con istituzioni internazionali, altrettanto significativa la sua attività di promotore culturale anche nella direzione di collane per gli editori Motta, Jaca Book, SEI, Meridiana, Ultreya.  

Nella poetica di Giovanni Chiaramonte la fotografia scattata in medio e grande formato e stampata da negativo colore ha un ruolo centrale perché qui la tecnica non è fine a sé stessa, ma funzionale al messaggio che vuole trasmettere. Immerso in una dimensione filosofica che tende dichiaratamente allo spirituale, il percorso del fotografo si confronta con autori come Andrej Tarkovskij (del regista scopre e diffonde, pubblicandola in un libro, l’attività fotografica) alla ricerca di atmosfere di stampo mediterraneo sottolineate, come in questi due esempi, da cromatismi caldi e delicati che coglie in Italia, Europa e Medio Oriente, ma che trasferisce anche nel paesaggio americano. In Texas, in una cittadina dall’altisonante nome di Corpus Christy, fotografa un grande parcheggio con quello stile che ha a suo tempo caratterizzato la fotografia americana del cosiddetto Dialectical Landscape. Lo spazio è definito da un orizzonte lontano mentre sono gli alti pali a forma di elle rovesciata a dialogare idealmente con le strisce bianche della pavimentazione. La fotografia compare nel volume ”Westword” pubblicato nel 2014 da Ultreya.    

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