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Libri, Autografi e Stampe

mercoledì 18 novembre 2020, ore 10:30 • Roma

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Fabrizio Clerici

(Milano 1913 - Roma 1993)

Schizzi e disegni per le vetrate della Basilica di San Domenico a Siena, 1959

Diritto di seguito

Stima

€ 10.000 - 12.000

Lotto venduto

€ 12.660

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

Ampio corpus di disegni e schizzi preparatori relativi all'esecuzione di un ciclo pittorico per istoriare le vetrate della Basilica di San Domenico a Siena; Clerici ricevette l'incarico di raffigurare la fede di S. Caterina all'interno di una singola vetrata, che lui sviluppò in sei diversi momenti. I cartoni hanno misure diverse, anche molto ampie, e in taluni casi sono colorati.

Note Specialistiche

Nel maggio del 1955 i Padri Domenicani decisero di fornire la Basilica di vetrate istoriate. L’incarico fu affidato ai pittori: Cantatore, Clerici, Quaroni e Saetti. Artisti moderni e attivamente partecipi al rinnovamento delle arti del xx secolo. Dopo un lungo lavoro durato ben quattro anni, le opere finite e i cartoni preparatori  furono esposti nelle sale di Palazzo Venezia nell’aprile del 1959, per poi essere definitivamente collocate nelle bifore

della Basilica di San Domenico a Siena. Il soggetto figurativo venne scelto dalla commissione presieduta da Ranuccio Bianchi Bandinelli, a Fabrizio Clerici capitò la “Fede di S. Caterina”. Il pittore racconta l’episodio di Niccolò di Toldo, giovane perugino condannato a morte dal governo di Siena, cui la Santa portò’ l’immenso conforto della sua parola nel carcere fino all’esecuzione capitale, avvenuta nel 1365. Fabrizio Clerici fu attratto dalle molte possibilità che una tale tecnica gli prospettava, anche se si trattava di un lavoro che diversi vincoli rendevano più complesso: anzitutto la forma gotica entro cui narrare una precisa storia religiosa, poi la sede dove doveva essere inserita. Per l’esecuzione Clerici si affidò alla tecnica di un artigiano specializzato, il maestro Ernesto Tross, che definisce il cartone “anomalo” per vari motivi. “Clerici fece qualcosa che non si fa, i bozzetti per una vetrata sono sempre molto sintetici e in scala ridotta mentre Fabrizio realizzò un cartone con misure originali e lo dipinse, curando addirittura le sfumature come fosse una vera opera di pittura finita”. L’episodio è descritto nella vetrata di Clerici in sei momenti, raggruppati due a due a partire dall’alto a sinistra, secondo la divisione della bifora trecentesca. La forte passione e il grande impegno con cui l’artista partecipò a questo insolito lavoro è testimoniato in una nota: “…Ho sviluppato questa umanissima vicenda basandomi sulla lettera stessa che la Santa inviò al suo confessore, il Beato Raimondo da Capua subito dopo l’avvenuta esecuzione del giovane perugino; documento di tanto alta e toccante poesia da essere la migliore ispirazione per lo svolgimento del lavoro propostomi.” Grazie alla scelta dei colori la storia sembra raccontata al caleidoscopio; il motivo del sangue è una nota ritornante nei sei riquadri come lo sono i bruni e i gialli delle vesti dei due personaggi, il tutto su uno sfondo luminoso e costante dell’azzurro del cielo.

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