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Libri, Autografi e Stampe

venerdì 15 dicembre 2023, ore 11:00 • Roma

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Arnaldo de Vilanova

Herbolario volgare, nel qual e le virtu de le herbe: & molti altri simplici se dechiarano: con alcune belle aggionte nouamente di latino in volgare tradutto, 1534

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Informazioni

Venezia, per Gioanni Andrea Vauassore detto Guadagnino & fratelli, 1534. In 8°. Al frontespizio grande xilografia raffigurante i SS. Cosma e Damiano, altra xilografia a piena pagina raffigurante la Vergine col bambino sul trono con i quattro angeli ai lati, 151 figure xilografiche a tre quarti di pagina nel testo, iniziali ornate su fondo nero, marca tipografica al recto dell'ultimo foglio, piccoli delicati restauri e segni d'uso sui margini di qualche carta, ma nel complesso esemplare conservato bene, legatura dell'inizio del sec.XVIII in pergamena dorso con titolo in oro su tassello di pelle marrone. Ex libris moderno al contropiatto.

Note Specialistiche

TERZA EDIZIONE, MOLTO RARA, DEL PRIMO ERBARIO STAMPATO IN VOLGARE. La presente edizione contiene alcune varianti rispetto alle prime due (1522 e 1526) e di cui non si conosce alcun esemplare completo. L'Herbolario costituisce uno dei primi documenti di terminologia botanica italiana; si tratta perlopiù di testi anonimi derivati da fonti classiche, arabe e medievali, talvolta erroneamente attribuiti ad Arnaldo da Villanova, medico, alchimista, astrologo e riformatore religioso. All'infuori di due xilografie che riproducono un alveare e l'interno di una cantina, le altre 149 illustrazioni raffigurano vari tipi di piante, tra cui erbe medicinali, magiche, afrodisiache, dalle molteplici e potenti virtù. Tutti gli erbari in lingua volgare italiana sono di estrema rarità. Volumi di questo tipo, in latino e in vernacolare, avevano grande successo perché la loro organizzazione semplice ed essenziale - in ordine alfabetico - permetteva agli studiosi di scienze naturali come 'erboristi', farmacisti e fisici, un facile ed immediato accesso ai concetti base della pharmacopoeia e alle nozioni che i più antichi autori medievali avevano tratto dall'antichità. Dal punto di vista scientifico, tuttavia, questi erbari presentano un valore piuttosto limitato, perché le descrizioni spesso imprecise non sempre consentono una corretta identificazione delle piante e gli usi terapeutici sono frequentemente associati a pratiche di tipo magico-astrologico. Si può affermare che tutti i più antichi erbari a stampa derivino dall'Herbarium erroneamente attribuito ad Apuleius e dal cosiddetto Herbarius Maguntinus, stampato per la prima volta a Magonza nel 1484. Entrambe le edizione quattrocentesche di questi erbari si fondano su una più antica tradizione manoscritta, che aveva fuso insieme le conoscenze antiche con quelle medievali. In Italia, il testo dell'Herbarius Maguntinus era stato ristampato a Vicenza nel 1491 col il titolo Tractatus de virtutibus herbarum, corredato da una nuova serie di silografie ed un'erronea attribuzione ad Arnaldus di Villanova. Nell'Herbolario volgare qui descritto il testo e le illustrazioni derivano, con minime varianti, proprio dall'edizione incunabola di Vicenza. “Tutte le silografie appartengono alla tradizione latina dell'Hortus Sanitatis, ma non sono state stampate usando i blocchi dell'edizione del 1534. L'incisione con l'Annunciazione si trova per la prima volta in un libro devozionale del 1524 […] le silografie 109, 143 e 149 sono leggermente differenti da quelle corrispondenti nell'impressione del 1534; le silografie 2 e 3 sono invertite per un errore tipografico” (libera traduzione di Klebs, Catalogue od early herbals...Lugano, 1925, pp. 9-10). Sander 618; Nissen 2317.

 

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