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Libri, Autografi e Stampe

mercoledì 18 novembre 2020, ore 10:30 • Roma

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Clerici - Clerici, Fabrizio

(Milano 1913 - Roma 1993)

La biblioteca di Fabrizio Clerici, 1950

Diritto di seguito

Stima

€ 10.000 - 12.000

Lotto venduto

€ 12.660

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

La biblioteca selecta di Fabrizio Clerici conta 320 titoli, l'80% dei quali presenta firme e/o dediche dei rispettivi autori a Clerici, una trentina di volumi recano disegni originali di Clerici, 58 volumi presentano la nota di possesso o firma di Clerici. Insieme nel lotto vari cataloghi di mostre di Clerici e altri artisti, molti dei quali con dediche e disegni.

Note Specialistiche

Si sa, la biblioteca descrive la personalità del suo possessore, ma quando costui è anche un'artista allora il suo valore raddoppia. Perché quella biblioteca amplifica e testimonia la rete di contatti, connessioni, passioni, devianze e incursioni che l'artista ha saputo coreare negli anni: la biblioteca dell'artista Fabrizio Clerici è tutto questo, e molto di più. Se si scorrono i titoli e gli autori ritornano gli amici di Clerici, da Bassani a Bigiaretti, da Carlesi a Consolo, da Libero De Libero a Natalia Ginzburg, da Green a Levi, da macchia a Martini, da Mondadori a Montanelli, dalla Morante a Palazzeschi, da Piovene a Pound, da Savinio (il suo Maestro) a Siciliano, da Soldati a Tamburi, da Tobino a Zavattini per finire con Zolla. Un universo di personalità del suo mondo e di mondi paralleli, tutti accomunati da reciproca e profonda stima, se non da vera amicizia. E le dediche lo testimoniano, alla perfezione. Alcune sono vere e proprie dichiarazioni "d'amore" verso Clerici, verso il debito maturato nei suoi confronti come artista, ma anche come uomo. Perché Clerici fu, oltre che pittore e disegnatore eccelso, anche una straordinaria personalità culturale in grado di catalizzare attorno a sé, e ai suoi progetti, le migliori energie della sua generazione...e di generazioni passate e future. 
La biblioteca perimetra e testimonia i gusti del suo facitore, individua le passioni, le letture indispensabili e quelle forse occasionali; ma nulla appare scontato, tutto sembra contribuire come tante tessere di un mosaico ideale a delineare il labirinto mentale di Clerici, i suoi percorsi emotivi e razionali che da queste letture, e dalla conoscenza dei diversi autori, producono linfa per le sue opere pittoriche. Che il suo valore di artista lo riconoscano gli amici pittori può sembrare scontato, e si leggano in tal senso le bellissime dediche-disegnate di Renato Guttuso, uno dei suoi più cari amici; ma che siano gli stessi scrittori ad ammettere la sua arte, esortandolo a scrivere addirittura, questa suona curioso. Ennio Flaiano in una letterina del gennaio 1960 conclude: "P.S. Se voi sapete disegnare, sapete scrivere." Ed è questa un'esortazione che ritorna, segno evidente che gli stessi scrittori amici riconoscevano a Clerici un'indubbia capacità affabulatoria, che poteva tradursi facilmente in scrittura. Uno scambio tra intellettuali che non conosce confini, se anche filologi raffinati ed esigenti come Cesare Segre in una letterina del 24 ottobre 1974 si cimentano nel commento alle sue illustrazioni del Furioso, dichiarando però come "...le note sono contenutistiche; non oso inpancarmi a critico d'arte."
La biblioteca dialoga costantemente con i vari archivi, che sempre qui si presentano nei rispettivi lotti a seguire, in un dialogo che non conosce confini: ognuno di questi volumi apre una ramificazione fitta di suggestioni, contatti, relazioni, idee, progetti sviluppati o da sviluppare. Non a caso Clerici usa le pagine bianche, i margini, i risvolti dei volumi per disegnare figure, soggetti, particolari, che forse le stese letture gli stanno suggerendo. Non è horror vacui, quel sentimento che un uomo barocco quanto lui poteva ben capire, ma piuttosto il bisogno impellente di dare forma alle immagini che compaiono nella sua mente e se l'unico supporto disponibile è il libro che si sta leggendo, allora quello diventa la tela ideale dove fissare queste immagini. Un'archeologia del pensiero che si fa disegno, schizzo e bozzetto, l'ispirazione còlta sul suo nascere che germina dentro la mente e la mano di Clerici e prende forma nei bianchi della pagina stampata. I libri, questi libri, sono tutto questo: letture, ricordo perenne di amici, ispirazione e carta su cui disegnare, un vero laboratorio dell'artista Clerici, al pari del suo atelier.  

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