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In asta mercoledì 18 giugno 2025 alle ore 16:00
Informazioni
cm 23,4 x 17,6
Firmata, titolata datata a penna blu al verso
Ferruccio Ferroni (Mercatello sul Metauro, Pesaro-Urbino 1920 – Senigallia, Ancona 2007) avendo rifiutato di servire la Repubblica di Salò, viene internato in Germania da dove torna per svolgere una lunga convalescenza a Senigallia dove incontra Giuseppe Cavalli sposando totalmente la sua causa di una fotografia di stampo crociano. Già iscritto al circolo veneziano La Gondola entra a far parte del Misa e stringe una grande amicizia con Mario Giacomelli. Dalla professione di avvocato esercitata per tutta la vita eredita la precisione per il lavoro fotografico sia nella cura dell’archivio che in quella della stampa che realizza sempre personalmente. Numerose le partecipazioni a mostre di livello organizzate in Italia e all’estero come quella sulla Subjektive Fotografie di Saarbrucher nel 1955.
Secondo i canoni della fotografia suggeriti da Giuseppe Cavalli nel “Manifesto della Bussola” del 1947 e rielaborati sui concetti dell’estetica crociana, ciò che conta davvero è solo il modo di rappresentare il soggetto, non il contesto storico, sociale o politico in cui è inserito. Se vogliamo semplificare, ciò significa inseguire la bellezza in quanto tale. Ferruccio Ferroni questa scelta l’aveva fatta con convinzione e non senza una sottile polemica nei confronti del reportage che non inscriveva nei confini dell’arte. Nelle sue fotografie, che Mario Giacomelli considerava “frammenti poetici, immagini formali squisitamente composte”, ogni elemento perde la sua specificità per essere inserito in una dimensione dominata dall’armonia. Bisogna ammirarle da vicino queste opere per osservarne non solo l’equilibrio con cui inseriscono gli elementi nello spazio, ma anche l’accuratezza con cui in camera oscura l’autore si ingegna a valorizzare tutte le sfumature e a sottolineare la delicatezza delle ombre in stampe realizzate in high key che trasmettono un senso di pacata liricità.
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