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Padova Finarte / Automobili da Collezione

venerdì 25 ottobre 2019, ore 14:30 • Padova

8

1948 Cisitalia Cisitalia 202 Cabriolet Gran Sport (Stabilimenti Farina)

telaio no.089SC - motore no.211

Stima

€ 550.000 - 650.000

Lotto venduto

€ 514.215

I prezzi di vendita comprendono i diritti d'asta

Informazioni

  • Auto molto rara.Una delle poche sopravvissute di una produzione molto ridotta.
  • Primo proprietario il pilota Luigi Della Chiesa.
  • Portata in gara da Paola Della Chiesa nel 1949.
  • Eleggibile alla Mille Miglia e nelle principali rievocazioni storiche.
  • Eleggibile nei principali Concours d’Elegance.
  • Per 40 anni nella collezione del noto storico ed esperto Cisitalia, Nino Balestra

Certificati e attestati
Cisitalia International Register, Certificazione ASI dal 1981.
Documenti
Immatricolazione e targhe Italiane Torino d’origine.
Eleggibilità
  • Mille Miglia. Eleggibile.
  • Giro di Sicilia.Eleggibile.
  • Targa Florio. Eleggibile.
  • Goodwood Revival. Eleggibile.
  • Coppa d’Oro delle Dolomiti. Eleggibile.
  • Coppa delle Alpi by 1000 Miglia. Eleggibile.
  • Winter Marathon. Eleggibile.
  • California Mille: Eleggibile.
  • Nürburgring Classic.Eleggibile.
  • Pebble Beach Concours d’Elegance. Eleggibile.
  • Amelia Island Concours d’Elegance. Eleggibile.
  • Chantilly Arts & Elegance Richard Mille.Eleggibile.
  • Concorso d’eleganza Villa D’Este. Eleggibile.

Provenienza

Il modello

La Cisitalia (Compagnia Industriale Sportiva Italia) è stata fondata nel 1939 per la produzione di attrezzature sportive da Piero Dusio, un industriale tessile torinese che realizzò una fortuna facendo divise militari durante la seconda guerra mondiale e fu addirittura presidente della Juventus alla fine degli anni '40. Un pilota dilettante esperto, Dusio usò la sua fortuna per impegnarsi nello sport che amava. Dopo aver vinto la sua classe nella Mille Miglia del 1937, iniziò a esplorare le possibilità di costruire le sue auto da corsa. Il primo modello di Cisitalia fu la D46, che apparve nel 1946, una piccola monoposto che utilizzava un telaio tubolare in acciaio con telaio a traliccio fabbricato presso la fabbrica di biciclette Cisitalia a sostenere la meccanica Fiat subito disponibile come il motore Fiat 1090cc e le sospensioni Fiat 500. Dopo cinquanta D46 vendute ed avere archiviato una vittoria d'esordio in Coppa Brezzi a Torino, la Cisitalia si concentrò sulla costruzione di una piccola autovettura basata sulla D46, compresi i componenti Fiat e il telaio con telaio a traliccio. Nell'estate del 1946, la 202 CMM (Coupé Mille Miglia) fu inizialmente progettata da Dante Giacosa e proseguita da Giovanni Savonuzzi (assunto da Dusio nell'agosto del 1945). Il primo coupé fu costruito da Alfredo Vignale, all'epoca capo del dipartimento di Stabilimenti Farina e gli consentì di allestire la propria carrozzeria. La Cisitalia 202 SMM (Spyder Mille Miglia) è stata derivata direttamente dalla coupé. Dopo lo sforzo epico di Nuvolari, i successivi spider da competizione erano conosciuti come 202 SMM Nuvolari. Il design di Savonuzzi venne presentato a Battista Pinin Farina come idea iniziale per il nuovo coupé 202 Gran Sport e ha ispirato il maestro a creare uno degli esempi più significativi di design nella storia automobilistica. Cisitalia fornì a Pinin Farina il telaio su cui venne collocato la carrozzeria della Cisitalia. La carrozzeria era più o meno lavorata a mano, con i pannelli di alluminio modellati su forme di legno. Le sue forme sono il punto di arrivo di tutte le ricerche precedenti: il cofano, il corpo, i parafanghi e i fari sono parte integrante della superficie che scorre continuamente, anziché essere aggiunti, creando un senso generale di bellezza e velocità. Presentata nel 1947 all'esposizione di Carrozzieri alla Triennale di Milano e al Motor Show di Parigi, vinse il premio Coppa d'Oro al Concorso d’Eleganza di Villa d'Este. La Cisitalia 202 Gran Sport fu definita "una scultura rotolante" nel 1951 quando fu scelta, insieme ad altre sette vetture, per una mostra al Museum of Modern Art di New York (MoMA). La 202 è la progenitrice di tutte le moderne auto sportive e si erge come un ponte senza tempo tra la progettazione di auto sportive prima e dopo la guerra. Le sue linee hanno avuto un forte impatto sull'estetica del design automobilistico dell'epoca, rompendo con la tradizione e introducendo nuovi concetti di stile. Le versioni Coupé delle 202 furono le prime prodotte. Seguì una cabriolet. Le 202 sono state costruite intorno a componenti Fiat a basso costo e comprendevano un telaio riprogettato e un motore quattro cilindri di 1089cc da 66 cavalli. Il primo modello Gran Sport ha solo due posti ed è la prima auto della storia ad avere il marchio anche nella parte posteriore. Il primo aggiornamento, la 202 Berlinetta - o B - può invece ospitare quattro persone (tre davanti e uno, male, dietro) e si distingue per la sua griglia più massiccia e paraurti cromati. La 202 C del 1951 ha il bagagliaio accessibile dall'esterno e il lunotto posteriore più largo. La prima griglia della 202 era in alluminio e aveva 23 lame a forma di "D" con la parte curva rivolta in avanti e una cornice stretta. Più tardi la 202 ricevette una griglia cromata con 18 lame più spesse e una cornice più spessa. Il doppio parabrezza fu poi sostituito con un parabrezza curvo in un pezzo. La produzione di carrozzerie Pinin Farina passò presto agli Stabilimenti Farina e, in misura minore, a Vignale. Entrambi hanno costruito la 202 con il design originale di Battista Pinin Farina, anche se ci sono alcune differenze. Furono costruite circa 100 coupé. Pinin Farina costruì solo una 202 Cabriolet, prima che la produzione delle rimanenti 59 cabriolet rimanesse agli Stabilimenti Farina e, in misura minore, a Vignale e, per qualche esemplare, a Castagna. La Cisitalia 202 Cabriolet, con le sue linee fluenti e l’allestimento lussuoso era diventata rapidamente di moda e apprezzata da personaggi come Henry Ford II o Roberto Rossellini, che ne acquistarono una. Si ha notizia di solo circa 37 Cabriolet sopravvissute.
L’Auto
“A mio parere però, la bellezza della cabrio, che definiremo prima serie, con il parabrezza diviso, i paraurti lineari in tinta con la carrozzeria, il mascherino con 23 lame sottili, resta insuperabile. Direi persino che tiene meglio l’età del coupé. Di fronte al coupé si resta incantati. È un disegno perfetto anche se nella coda si intuisce che sono trascorsi parecchi decenni. La cabriolet è senza tempo. Se la usate normalmente, passa quasi inosservata. È un monolite levigato, senza nessuna aggiunta, senza nulla che disturbi la purezza della linea. Immortale. Guardatela con attenzione e pensate che mentre la sua storia viene scritta, quest’auto ha praticamente settant’anni. Stupefacente!" (Nino Balestra)
La Cisitalia 202 Cabriolet, con telaio no. 089SC è un’esemplare della fine del 1948. Come tutti i primi esemplari, ha la griglia con 23 “lame”, il parabrezza sdoppiato ed i paraurti sottili. Altrettanto tipici del modello, i rari copriruota originali, di grandi dimensioni e cromati, su pneumatici a fascia bianca. Nell’abitacolo, davanti ai due grandi strumenti, il leggero volante a tre razze, sulla destra. Al centro della plancia si trova un’autoradio a valvole Autovox dell’epoca, coi pomoli in tinta con quelli della vettura. L’esemplare è uno dei pochi allestiti dagli Stabilimenti Farina (anche se in foto durante il restauro compare un badge provvisorio Vignale). L’esemplare è ancora immatricolato con le targhe originali nere, Torino. La Cisitalia 202 Cabriolet, con telaio no. 089SC è stata immatricolata nel dicembre 1948 a nome di Luigi Della Chiesa, conte, pilota e manager di scuderia, che ne fu proprietario fino al 1950. L’aspetto gentile di questa cabriolet in livrea candida non deve trarre in inganno: Luigi Della Chiesa acquistò la vettura per la moglie Paola, una delle rarissime donne-pilota di cui si ha ricordo nel mondo delle corse del tempo. Paola Della Chiesa Bargetto usò questo esemplare in gara con risultati degni di nota; il 15 maggio 1949 si classificò 16° nella categoria sport 1100 cc alla Como-Lieto Colle, dove una foto ritrae, impegnate in una curva, la bianca cabriolet e la sua pilota, protetta soltanto da un elegante foulard. La vettura ha un paraurti diverso da quello d’origine e che monta attualmente; è noto che vari espedienti venivano utilizzati in gara per bilanciare l’assetto a seconda delle necessita, tra cui spostare o aumentare i pesi; una possibilità era montare temporaneamente un paraurti più massiccio all’anteriore per ridurre il sottosterzo. Le fonti riportano un altro risultato attribuito alla coppia formata dalla contessa e dalla cabriolet bianca: due mesi dopo, il 31 luglio 1949, Paola Della Chiesa si classificò 8° nella categoria sport 1100 cc alla Coppa della Toscana. La Cisitalia 202 Cabriolet, con telaio no. 089SC non è stata immatricolata fino ai primi mesi del 1950, quando ricevette le targhe Torino che ancora porta; le foto in gara mostrano sulla vettura bianca, provvisorie targhe Prova, sempre di Torino. La vettura, dopo alcuni passaggi di proprietà ed un periodo di oblio, giunse nelle mani dell’attuale proprietario Nino Balestra, famoso storico ed esperto di Cisitalia. Fu ritrovata in condizioni pessime, nel 1976. A seguito di un sequestro giudiziario, la vettura era stata lasciata in condizioni di abbandono per anni. Inoltre, in un periodo incerto, aveva subito diverse modifiche, fatte per “modernizzarne” l’aspetto, con risultati discutibili. Balestra, dopo un’attenta pianificazione, mise in opera un restauro che durò tre anni e che fu eseguito in maniera artigianale, potremmo dire “filologica”. Restauro che fu realizzabile, grazie alle possibilità offerte da un periodo, a sua volta lontano nel tempo, in cui Balestra fu in grado di avvalersi della collaborazione di valenti artigiani specializzati e battilastra e di trovare ancora ricambi “fondi di magazzino”. Quello che era irrecuperabile fu ricostruito pezzo per pezzo, come la famosa griglia anteriore. Alla fine il risultato premiò gli sforzi e Balestra ha guidato con piacere e con orgoglio la sua Cisitalia per 40 anni. La Cisitalia 202 Cabriolet, con telaio no. 089SC è una vettura molto nota agli appassionati; la sua presenza al concorso di eleganza di Cortina d’Ampezzo nel 1979, fu quasi un nuovo debutto. Esposta a metà anni ’80 al Museo dell’Automobile di Torino, è stata in seguito esposta a lungo nel Museo Bonfanti-VIMAR a Romano d’Ezzelino. Ha accompagnato i piloti in sfilata, prima del Gran Premio d’Italia di Formula 1, a Monza, nel 1994 e 1995. Nel 2002 è stata protagonista nella mostra: “Roma 1948-1959. Arte, cronaca e cultura dal neorealismo alla dolce vita”, allestita al Palazzo delle Esposizioni in Roma. Spesso è comparsa in servizi fotografici e giornalistici sul modello, inclusi articoli scritti dallo stesso proprietario e libri, come “Cisitalia, Una storia di coraggio e passione” in cui Balestra dedica diverse pagine al restauro di questo esemplare ed alla vita insieme, e passeggiate sugli altipiani. Una delle più incredibili Cisitalia che si può pensare di acquistare; l’auto di una vita.
Stato dell’Arte
Completamente restaurata a fine anni ’70. Da allora mantenuta in perfetto stato ed efficienza.

Bibliografia

  • Nino Balestra - Cesare De Agostini, Cisitalia Catalogue Raisonné 1945-1965, Automobilia, 1991.
  • Nino Balestra, Cisitalia, Una storia di coraggio e passione, Giorgio Nada Editore,2016.
  • Mario Simoni, Un sogno chiamato Cisitalia, Angelini Photo Editore 2004.
  • Giorgio Piacentini, Cisitalia come opera d’arte, Polo Books.
  • Dante Giacosa, I miei 40 anni di progettazione alla Fiat, Centro Storico Fiat, Torino 2014.

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