Storie

Le 13 opere di Palazzo Torlonia in un’asta a tempo

SCUOLA ITALIANA SECOLO XIX (tradizionalmente attribuito ad Alessandro Bombelli) - La Geografia (dettaglio)

Un unico lotto per i dodici affreschi e le due formelle in gesso riconosciuti di eccezionale interesse storico-artistico e che, proprio per la loro importanza, verranno offerti in asta senza alcuna commissione d'acquisto.

I dodici affreschi e le due formelle in gesso, provenienti dal demolito palazzo Torlonia in piazza Venezia a Roma, sono stati riconosciuti di eccezionale interesse ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettere d) ed e) D.Lgs. n. 42/2004 e pertanto soggetti ad avvio di procedimento di notifica in blocco da parte della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma in una comunicazione alla casa d’aste, datata 22 febbraio 2021.

Le opere, offerte nell’asta Incanti d’arte dello scorso 23 febbraio, sono state ritirate dalla vendita a seguito della notifica ministeriale e vengono ora riofferte in un’asta a tempo, esclusivamente online. Data la straordinaria rilevanza storico-artistica della serie dei beni, non verrà applicata alcuna commissione d’asta all’acquirente. La stima è di 60.000 – 100.000 € e sarà possibile fare offerte online per una settimana, fino a giovedì 11 marzo alle ore 14.

La storia degli affreschi di Palazzo Bolognetti-Torlonia

Facciata di Palazzo Torlonia

Facciata di Palazzo Torlonia

Nel XIX secolo, Palazzo Bolognetti-Torlonia in Piazza Venezia dove oggi sorge il Vittoriano, era considerato uno dei luoghi più vivaci di Roma: acquistato nel 1807 da Giovanni Raimondo Torlonia, nobile e banchiere italiano, divenne in breve uno dei palazzi più amati dal bel mondo romano, nonché scrigno di opere d’arte e decorazioni eseguite dai migliori nomi dell’epoca. Gioiello della corona nella collezione dei principi di origine francese era l’Ercole e Lica di Canova, capolavoro dello scultore oggi custodito presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Nel 1829, Alessandro Torlonia, il terzogenito di Giovanni, ereditò il palazzo e ordinò agli artisti più rinomati dell’epoca di cimentarsi in una tecnica in disuso da tempo, il buon fresco, per la decorazione di tutte le sale e gli ambienti dell’edificio, sotto la guida dell’architetto Giovanni Battista Caretti.

Stendhal, in visita a Roma, celebrò le decorazioni e le feste di Palazzo Torlonia nel suo Promenades dans Rome del 1829: “I balli del Principe Torlonia in Roma sono superiori a quelli che dava Napoleone I. […] I quattro lati del cortile del suo palazzo sono occupati da magnifiche gallerie che comunicano con più saloni vastissimi nei quali si balla. I migliori pittori viventi, come Palagi, Camuccini, Landi, li hanno dipinti. […] Le feste dei Torlonia sono più belle di tutte quelle dei sovrani d’Europa.” 

Agli artisti citati da Stendhal ne vanno aggiunti tanti altri, tra cui Bartolomeo Pinelli, Bertel Thorvaldsen, Francesco Coghetti, Filippo Bigioli… Le decorazioni da loro realizzate per la prestigiosa committenza finirono purtroppo in parte con l’essere distrutte assieme al Palazzo nel 1903 ma alcune di queste vennero invece salvate, come nel caso degli affreschi, che furono acquistati dall’antiquario napoletano Francesco Tancredi ed entrarono poi a far parte della collezione della contessa Amalia Canonica, amica e fidata collaboratrice di Laetitia di Savoia Bonaparte duchessa di Aosta.

Asta a tempo, fino all’11 marzo – ore 14

La rarità dell’insieme delle opere Torlonia ed il suo valore di testimonianza di un’epoca hanno contribuito ad animare l’opinione pubblica e a destare molto interesse per la vendita di Finarte.

Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ha giudicato di eccezionale interesse il gruppo, come riportato nella motivazione del provvedimento di vincolo del 22 febbraio 2021: “L’asta in oggetto […] riporta in luce alcuni esempi significativi [degli affreschi e dei rilievi Torlonia] che, pure nella loro frammentarietà, documentano una fase particolarmente importante della storia delle arti figurative romane del XIX secolo.”  

Nel rispetto delle scelte della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, gli attuali proprietari, a cui sono giunte per successione ereditaria le opere della contessa Canonica, hanno deciso, concordemente con la casa d’aste, di offrirle il lotto unico al pubblico incanto.

Partecipa all’asta

Vuoi rimanere aggiornato su aste e notizie da Finarte? Iscriviti alla newsletter

Notizie relative