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Il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli ci racconta la lettera di Giacomo Leopardi

La scorsa settimana, la Biblioteca Nazionale di Napoli ha acquisito in asta da Finarte una missiva del celebre poeta, risalente al 1825 e indirizzata ad un amico, il Conte Carlo Emanuele Muzzarelli. La lettera è andata ad arricchire il fondo Leopardiano della prestigiosa istituzione.

“Gli scritti leopardiani permettono al lettore di viaggiare indietro nel tempo, di contestualizzare il periodo storico-politico ed al tempo stesso di scrutare nell’intimo dell’autore, cogliendo le emozioni e tutte le sfumature del suo animo.”

La Biblioteca Nazionale di Napoli ha recentemente arricchito il suo prestigioso fondo Leopardiano grazie all’acquisizione di una lettera di Giacomo Leopardi del 1825 in occasione dell’asta dedicata a Libri, Autografi e Stampe dello scorso mercoledì 18 novembre. 

“A Napoli è conservata – spiega il direttore Gabriele Capone – la quasi totalità del corpus delle opere letterarie, filosofiche e saggistiche leopardiane, ed anche oltre l’80% delle corrispondenze inviate da parenti ed amici allo stesso Leopardi, l’impegno della Biblioteca, pertanto, è da tempo rivolto ad incrementare il nucleo di lettere scritte dallo stesso Leopardi a letterati ed amici per svelarne quegli aspetti artistici, poetici e personali legati anche a specifiche tappe di luoghi e momenti storici”. 

Giacomo Leopardi nel ritratto di S. Ferrazzi, olio su tela, 1820 circa, Casa Leopardi, Recanati

La missiva del poeta è un documento autografo di cui si trovano anche diversi riferimenti in letteratura e che presenta un Leopardi diverso dall’abituale: le righe infatti, testimoniano l’apprezzamento dei versi scritti in suo onore dal Conte Muzzarelli e il poeta accoglie compiaciuto la proposta di farli pubblicare: “Profittando della licenza che Ella me ne ha conceduta, ho fatto stampare qui le sue belle quartine in un foglietto periodico di cui le mando copia.”  

Il Conte, revisore dei conti al tribunale della Sacra Rota, accademico e figura di spicco nell’ambiente culturale romano, dedicò al poeta il componimento “Al Conte Giacomo Leopardi” che fu poi pubblicato proprio nel 1825 sul “Caffè di Petronio”, un periodico settimanale diretto da Pietro Brighenti.

La consegna dell’autografo al Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli Gabriele Capone

Fabio Massimo Bertolo, Senior Specialist del Dipartimento di Libri, Autografi e Stampe, ha avuto l’onore di consegnare la lettera al Direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, Gabriele Capone. In quell’occasione, ha avuto modo di approfondire la storia del fondo Leopardiano e di questa nuova acquisizione, facendo qualche domanda al Direttore.

Cosa rappresenta per la Biblioteca Nazionale di Napoli l’acquisizione della Lettera di Leopardi al Conte Muzzarelli?

Rappresenta sicuramente un ulteriore arricchimento per il già prezioso fondo leopardiano custodito dall’Istituto dagli inizi del secolo scorso. La Biblioteca Nazionale di Napoli, deputata ad essere il luogo di conservazione e tutela degli autografi leopardiani, ha anche il compito di implementare la raccolta attivando tutti i canali di ricerca utili alla individuazione di documenti leopardiani in vendita, per poi valutarne, nelle giuste sedi, l’autenticità per una loro eventuale acquisizione.

GIACOMO LEOPARDI, Lettera, 1825

Cosa ci può raccontare del prestigioso Fondo Leopardiano della Biblioteca?

Dopo la morte del poeta gli autografi rimasero in possesso di Antonio Ranieri che ne dispose il passaggio per lascito testamentario alla Biblioteca Nazionale di Napoli, dove poi giunsero solo al termine di una lunga causa legale. Nel 1897 il fondo fu espropriato dallo Stato ed affidato all’esame di una commissione ministeriale, presieduta dal Carducci, insediata nella Biblioteca Casanatense di Roma. Tra gli autografi ritroviamo la maggior parte dei Canti, lo Zibaldone, ora in sei volumi, le Operette morali e diversi altri manoscritti dell’autore.

Documenti di grande interesse sono le testimonianze epistolari e tutto il materiale avantestuale, afferente all’officina leopardiana perché documentano l’evoluzione della scrittura del nostro poeta, dagli anni giovanili al periodo napoletano. Entro le prossime settimane terminerà un imponente attività di digitalizzazione e di metadati delle carte del Recanatese, che consentirà, con modalità ancora da definire, la loro consultazione anche da remoto, attraverso il sito della Biblioteca Nazionale.

“Documenti di grande interesse sono le testimonianze epistolari e tutto il materiale avantestuale, afferente all’officina leopardiana perché documentano l’evoluzione della scrittura del nostro poeta, dagli anni giovanili al periodo napoletano.

Nel Comunicato stampa si legge che la missiva “si rivela utile ad una maggiore comprensione della personalità del poeta”: attraverso la preziosa documentazione raccolta dal fondo in questi anni, qual è la sua interpretazione della “vera personalità” di Giacomo Leopardi?

Gli scritti leopardiani permettono al lettore di viaggiare indietro nel tempo, di contestualizzare il periodo storico-politico ed al tempo stesso di scrutare nell’intimo dell’autore, cogliendo le emozioni e tutte le sfumature del suo animo. I luoghi, gli eventi e i personaggi legati agli autografi del Leopardi costituiscono spesso la chiave di lettura della sua personalità. Dalle interazioni con il mondo che lo circonda si scoprono le ragioni delle sue delusioni, della sofferenza e dei momenti di gioia. Particolarmente toccanti – anzi dolorosi – ci appaiono i contenuti della Lettera alla madre e della Lettera al padre, due momenti molto intimi ed espressivi dei suoi sentimenti più autentici. Anche ad esporli in rare occasioni, mi creda, si sente una sorte di forte disagio.

GIACOMO LEOPARDI, Lettera, 1825

Come rintracciate sul mercato manoscritti e documenti di interesse letterario per la Biblioteca? Avete una risorsa che si occupa attivamente della ricerca?

La Biblioteca è sempre attenta nel rintracciare sul mercato la presenza di documenti leopardiani attraverso la consultazione di cataloghi di vendita in antiquariato forniti all’Istituto da librerie antiquarie e case d’aste. Si ricercano indicazioni sull’esistenza in fondi privati di documenti che abbiano grande interesse e valore storico per l’arricchimento della raccolta leopardiana.

Vi capita spesso di rivolgervi al mondo delle aste per l’acquisto di libri o manoscritti che possano andare ad arricchire la vostra preziosa raccolta?

È alta l’attenzione nella ricerca di documenti di interesse letterario da poter acquisire. Spesso le segnalazioni per acquisti di grande rilievo giungono direttamente al Capo d’Istituto che riceve completa collaborazione durante tutte le fasi dell’acquisizione dal Responsabile dell’Ufficio Acquisti, a sua volta coadiuvato dal personale tecnico-scientifico esperto nel settore. In merito ai compiti istituzionali che le sono attribuiti la Biblioteca Nazionale di Napoli è attenta al mondo delle aste per acquisti librari, anche su diretta segnalazione della Direzione Generale Biblioteche e diritto d’autore e degli altri Uffici periferici del MIBACT. Insomma, cerchiamo ogni volta di fare squadra e portare a casa risultati importanti.

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